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7 Febbraio 2018
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Democratica

Della Redazione Di Democratica

n. 121 mercoledì 7 febbraio 2018
“Non c’è ragione al mondo che giustifichi la copertura di un disonesto, anche se deputato. Lo scandalo più intollerabile sarebbe quello di soffocare lo scandalo”. (Sandro Pertini)

L’EDITORIALE

La mutazione genetica
dell’ex Movimento
Mario Lavia
Da Bagheria a Bruxelles il morbo pentastellato del malaffare pare non arginarsi. I cavalieri bianchi di Di Maio che fanno la morale a tutti si trovano addosso macchie penalmente rilevanti non solo in situazioni di governo (11 sindaci su 22 sono indagati) ma anche fra le brume brussellesi. Si deve a Repubblica la notizia di uno scandalo indentico a quello che quasi travolse Marine Le Pen e fece passare i guai a due ministri di Macron: rimborsi spese e giri di soldi a una certa Cristina Belotti, che in realtà è un personaggio importante, nientemeno capo della comunicazione politica del gruppo M5s all’Europarlamento. Belotti chiese e ottenne 15mila euro di rimborsi per “missioni” in realtà legate all’attività di Luigi Di Maio, che nulla c’entravano con l’Europa. In sintesi: Di Maio, Casaleggio, Grillo – il sancta sanctorum del “Movimento”, chiamiamolo così ma con le virgolette, ormai – probabilmente ha coperto gli illeciti della Belotti. In parole ancora più povere: si sono fregati i soldi con la compiacenza dei leader.
C’è anche un aspetto oscuro che riguarda le assunzioni da parte del gruppo parlamentare di Bruxelles di due persone dal Parlamento europeo che in realtà lavorerebbero sempre per il lider maximo Di Maio – il candidato premier incensato da ben 450 clic – che ogni giorno arricchisce il suo personale carnet con episodi quantomeno ambigui.
Il punto di analisi è questo. Ormai sono troppi i fatti che hanno sporcato l’immagine del nuovismo pentastellato portatore di una rigenerazione morale della politica italiana. Macchie vistose e maleodoranti che si stagliano ormai sul vetro già opaco della vita del “Movimento”. Siamo sempre lì con le domande di sempre: dove prendono i soldi, come funziona la piattaforma Rousseau, qual è il nesso reale con una srl come la Casaleggio Associati, come e dove e chi prende le decisioni. Non si sa molto, e quello che si sa si deve solo alle ricerche dei giornalisti, puntualmente oggetto di intimidazioni e insulti sui siti direttamente o indirettamente controllati dal M5s.
QUESTIONE MORALE
M5s I rimborsi-truffa a Bruxelles sono l’ultimo
esempio dell’opacità dei grillini. Che attaccano
il finanziamento trasparente del 2×1000
A PAGINA 2
SEGUE A PAGINA 2
CANDIDATI
PROGRAMMA PD
FAKE NEWS
“La mia lotta per l’accessibilità”.
Parla Lisa Noja
Buone idee
per scuola
e Università
Terzo report
del Pd: “La guerra dei cloni”
PAGINA 3
PAGINE 4-5
PAGINE I-XIX
Movimento 5 stelle
La mutazione genetica dell’ex Movimento
Mario Lavia
Segue dalla prima
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Il colore dei soldi che afflui­scono da tanti rivoli, in una connection che ingolfa la credibilità dei “nuovi”, non è un fatto estetico. Èuno degli aspetti centrali della lotta politi­ca. Il M5s di soldi ne ha tanti. Per questo punta a sabotare il prin­cipale strumento trasparente di finanziamento dei partiti, il 2×100, un meccanismo volonta­rio e popolare che non a caso ha premiato il Pd, e senza il quale il Pd non vivrebbe. Èun attacco alla democrazia. La mutazione genetica è dunque compiuta. Il morto ha afferrato il vivo e lo ha trascinato giù nel pozzo del malaffare: 15mila euro o 15 mi­liardi sul piano morale sono la stessa cosa. E vedrete che verrà fuori che non sono 15mila ma molti molti di più.
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I grillini si fanno finanziarela campagna dall’Ue (barando)
Qual è il caso?
L’amministrazione di Efdd, il gruppo che in Europa riunisce M5s e Ukip, ha contestato dei rimborsi rivendicati da alcuni esponenti M5s per missioni che non c’entrano nulla con il lavoro in Ue. Oltre a questo, alcuni funzionari stipendiati dall’Ue farebbero campagna per Di Maio.
I rimborsi truffa a Bruxelles sono l’ultimo esempio dell’opacità
del Movimento 5 Stelle. Ma Di Maio attacca il 2 x 1000
Volevano uscire dall’Euro, ma in Euro­pa ci stanno benissimo. Almeno fino a quando l’Ue pagherà. Stiamo parlando del M5s e dal caso sollevato oggi da un articolo ben informa­to apparso su Repubbli­ca circa rimborsi spese contestati e i funzionari pagati da Bruxelles ma messi al servizio della campagna elettorale grillina.
Uno dei protagonisti di questa storia si chiama Cristina Belotti, il capo della comunicazione dei 5stelle a Bruxelles e a Strasburgo. Dall’autunno scorso l’amministra­zione dell’Efdd, la famiglia politica di destra che riunisce M5s e Ukip, ha iniziato a contestare alcuni rimborsi ri­vendicati dalla Belotti, perché erano emerse delle irregolarità. Quali? Andava ad aiutare l’en­fant prodige di Grillo e attuale candidato premier, Luigi Di Maio. Le missioni contestate risalgono alla campagna elettorale contro il referendum costitu­zionale, alle comunali 2017 e alle regionali siciliane d’ottobre.
La situazione con il gruppo Efdd è precipitata ra­pidamente e per arginare lo scandalo, la Belotti ha accettato di stracciare alcune richieste di rimborso spese. Scrive Alberto D’Argenio che Repubblica “ha potuto prendere visione dei documenti che certifi­cano la cancellazione di almeno tre missioni” e che la stessa Belotti ha confermato di aver “restituito i soldi per il viaggio a Milano e Roma dedl 9-11 giu­gno”, anche se in realtà si trovava a Genova per la chiusura della campagna elettorale delle am­ministrative. Per evitare altri scontri, ora La Belotti si è messa in conge­do non retribuito fino al 7 marzo 2018.
Caso chiuso dunque? Non proprio. Prima del passo in­dietro, quella che ora risulta essere una delle più stret­te collaboratrici di Di Maio ha caldeggiato l’assunzione presso il gruppo Efdd di Ste­fano Torre. Dal primo gennaio è stato assegnato come stager distaccato alla rappresentanza Efdd presso l’ufficio del Parlamen­to europeo di Roma, mentre dal primo febbraio è stato assunto come agente tem­poraneo del Parlamento Ue a Roma. Con lui anche un tutor, tale Andrea Pollano. Anche lui dell’Efdd e anche lui catapultato strategicamente nella Capitale. Peccato che stando alle fonti riportate da Repubbli­ca nella sede di Via IV novembre i due non si siano fatti troppo vedere. Il perché, a questo punto, è qua­si ovvio: entrambi sono al servizio della campagna elettorale grillina.
Giacomo Rossi
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Chi è coinvolto?
Almeno tre persone ricevono soldi pur lavorando per il candidato 5stelle. Sono Cristina Belotti, Capo della comunicazione a Bruxelles; Stefano Torre, ufficialmente agente temporaneo dell Parlamento Ue a Roma, e Andrea Pollano, funzionario Ue del gruppo Efdd di stanza nella Capitale.
Alcuni funzionari stipendiati dall’Ue farebbero campagna
per Di Maio
Quali sono le cifre?
Il gruppo Efdd ha contestato a Belotti circa 15 mila euro per una trentina di missioni. Per Stefano Torre invece si parla di un ingaggio di 2.659 euro.
I precedenti
Per casi simili in Francia, durante la campagna elettorale delle ultime presidenziali, è stata aperta un’inchiesta su Marine Le Pen e due ministri di Marcron, Sylvie Gulard e Francois Bayrou, si sono dimessi.
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Candidati
CAPOLISTA NEL COLLEGIO PLURINOMINALE
Lombardia 1-03
Milano
CAMERA DEI DEPUTATI
Lisa Noja
La mia
battaglia per la piena accessibilità
Carla Attianese
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Lisa Noja, classe ’74, avvocatessa milanese esperta di antitrust con alle spalle master e bar examination ne­gli Stati Uniti, è tra i volti nuovi schierati dal Partito democratico per il voto del 4 marzo. All’evento per la presentazione del programma del Pd Matteo Renzi l’ha voluta come testimonial di uno dei punti fermi delle proposte per la prossima legislatura, quella battaglia per la piena accessibilità di cui lei, affetta fin da bambina da atrofia muscolare spinale, è diventata una paladina, battendosi con le armi della te­nacia e del sorriso per un mondo con sempre meno barriere. Con Democratica Lisa accetta di parlare della sua storia e dei motivi che l’hanno spinta a mettersi in gioco in prima persona.
Lisa, lei ha vissuto negli Stati Uniti, dove la vita sarà stata più semplice, eppure è tornata qui. Come mai?
Sono rientrata soprattutto per motivi di lavoro, negli Stati Uniti era scoppiata la crisi dell’hi-tech e dall’Italia era arrivata una buona offerta. Certo dal punto di vista della comodità della vita un po’ l’ho sofferto, in California potevo andare dappertutto, lì è una cosa naturale, per questo la questione dell’accessibilità è diventata un mio pallino. Sono rientrata in una città, Milano, dove nel frattempo tanti passi erano stati fatti, ma per fare un esempio ai tempi dell’U­niversità a causa delle barriere architettoniche non ho potuto fre­quentare quella statale.
Ci parli della sua candidatura. Come mai questa scelta?
Sono iscritta al Pd da un po’ di anni, poi nel 2012 insieme a tanti abbiamo avuto un risveglio, perché abbiamo visto in Matteo Renzi una risposta alla richiesta di cambiamento di cui c’era necessità estrema. Dopo l’impegno nel circolo e a livello cittadino, e dopo essere diventata junior partner del mio studio, dunque in un momento di realizzazione dal punto di vista lavorativo, ho sentito di voler restituire in parte ciò che avevo ricevuto. Altri si impegnano nel volontariato, io ho sempre avuto passione per la politica.
E poi è arrivato Beppe Sala.
Sì, da lì è partito un impegno intenso, con lui ho costruito il programma sull’accessibilità per Milano. Mi è servita soprattutto l’esperienza in California, dove ho provato ‘l’ebbrezza’ dell’ac­cessibilità e dove mi sono resa conto di come que­sta incida sull’autonomia e sulla libertà. Dopo le elezioni Sala ha poi deciso di creare una delega, che mi ha affidato. È stata una cosa molto bella perché è un tema su cui sento molto la mia storia, e in questo anno ho potuto contribuire a costruire un approccio al problema che non fosse quello di una nicchia ma come visione della città, perché una città più accessibile è più comoda per tutti.
Milano a parte, nel resto del Paese siamo un bel po’ indietro, è così?
In Italia abbiamo difficoltà legate anche al patrimonio urbanistico, con palazzi vecchi di secoli. C’è poi un problema di grande disomo­geneità, è una specie di roulette russa che a seconda di dove nasci ti darà la possibilità o meno di fare cose come andare all’Università. I tempi sono maturi per affrontare questo problema, che è anche economico perché il turismo accessibile vale milioni di euro. Chi ha bisogno di accessibilità, se trova strutture accessibili poi torna.
E la politica, come si è mossa in questi anni?
Già nella scorsa legislatura c’era stata una giusta intuizione, con la proposta di riordino della normativa sulle barriere architetto­niche. Spero che sarà possibile riprendere in mano quel dossier in un’ottica di accessibilità universale, perché la disabilità non è solo motoria ma anche sensoriale o cognitiva. Gli architetti la chiama­no ‘design for all’, perché non esiste uno standard umano, siamo tutti diversi e quando progetti uno spazio devi pensarlo a misura di tutti.
Lei ha lavorato al programma del Pd su questo. Cosa proponete?
I governi di centrosinistra hanno fatto passi im­portanti, come la legge sul Dopo di noi, quella sull’autismo e l’attenzione ai care giver, che ha riconosciuto il lavoro di cura delle fami­glie. Adesso spero che questo percorso non si interrompa e nel programma del Pd ci sono le premesse. La nostra proposta si basa su tre punti: il riconoscimento che i bisogni non sono standard, dunque il sostegno deve essere calibra­to sui bisogni. Vogliamo aumentare l’assegno di ac­compagnamento, ma in maniera graduale in base alle necessità. L’idea di superare un’ottica meramente mone­taria, dando la possibilità di scegliere un budget di cura per il quale si possono riceve anche servizi. E infine cominciare a pensare a un piano ad hoc per i giovani disabili, per sostenerli in un progetto di vita. Io oggi sono autonoma, ho un lavoro e vivo da sola, ma senza la mia famiglia non ci sarei riuscita. Dobbiamo assicurare che tutti i ragazzini possano avere le stesse opportunità che ho avuto io, per diventare un Paese in cui a tutti è data la possibilità di realizzare il proprio potenziale.
Dobbiamo assicurare a tutti, soprattutto ai più giovani, la possibilità di realizzare il proprio potenziale
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Programma Pd
Scuola e Università
Una delle priorità del Partito democratico per la prossima legislatura riguarda
scuola e università. Il Pd vuole rafforzare il percorso di investimenti portato avanti
in questi anni, continuando a sostenere il cammino dei nostri figli,
dagli asili nido alla formazione permanente.
Scuola. In questi anni il Pd ha investito 4 miliardi di euro, partendo dal raffor­zamento dell’autonomia scolastica, istituendo l’organico di potenziamen­to, investendo sui docenti attraverso assunzioni, formazione, aggiornamento e va­lorizzazione. Nella prossima legislatura, l’idea è quella di promuovere l’innovazione didattica e metodologica; ripensare l’organizzazione dei cicli della scuola dando spazi e tempi adeguati alla continuità e alla flessibilità dei processi di apprendimento; sostenere l’apprendimento tra­sversale e digitale; promuovere l’orientamento per sostenere gli studenti nei momenti di scelta e transizione, da un ciclo all’altro o dalla scuola al lavoro; liberare le scuole dalla burocrazia.
Povertà educativa.Per contrastare al disper­sione scolastica e i disagi adolescenziali, tut­ti sintomi di una malattia che colpisce le aree marginali, il Pd vuole rendere strutturale il fondo sulla povertà educativa e istituire “aree di priori­tà educativa” nelle aree con i più alti tassi di ab­bandono e di indigenza, dove verrà inviato un esercito di maestre e di maestri: più docenti e comunità educante, formati per seguire gli stu­denti con piani educativi personalizzati.
Anche nel Mezzogiornola scuola deve es­sere messa nelle condizioni di diventare mo­tore di sviluppo e inclusione. In questo senso il Pd si impegna a rafforzare il tempo pieno in tutto il Paese e a portarne l’offerta nelle scuo­le elementari del Sud ai livelli medi del Cen­tro-Nord.
Università e ricerca.Dopo anni di tagli, il Parti­to democratico è tornato ad aumentare i fondi per università, ricerca e diritto allo studio. L’in­tenzione, si legge sul programma dem, è con­tinuare su questa strada, lanciando un piano di reclutamento strutturale e continuativo di 10 mila ricercatori di tipo B nei prossimi 5 anni, raf­forzando il reddito degli studenti meritevoli in condizioni di disagio economico e investendo sull’autonomia delle nostre università.
Debunking
Smontiamo le bugie /7.È giusto abolire
le tasse universitarie?
“Vogliamo abolire le tasse universitarie”. Aveva esordito così Pietro Grasso, presidente del Se­nato, agli albori della campagna elettorale di “Liberi e Uguali”, la lista di cui è leader in vista del­le elezioni politiche del 4 marzo. La proposta di Leu, in brevissimo tempo, è balzata agli ono­ri della cronaca viaggiando molto velocemente in rete e ha generato reazioni discordanti. Per un progetto politico che vuole superare a sinistra la coalizione guidata dal Pd, è una soluzione che gioverebbe veramente ai più deboli?
Che cosa significa veramentela proposta di LeUMa che cosa significa abolire le tasse universitarie? Semplicemente far finanziare l’istruzione universitaria alla fiscalità generale (cioè per quanto riguarda le famiglie, coloro che pagano l’Irpef). Considerato che una buona parte di coloro che pagano l’Irpef hanno un reddito basso e non ricevono servizi universitari, scegliere di far finanziare gli Ateneiinteramente dalla fiscalità generale si traduce in un trasferimento di circa 2,5 miliardidai “più poveri” ai “più ricchi”.
Una proposta di sinistra?
In sintesi, quindi, la proposta lanciata da Grasso durante l’assemblea nazionale di LeU a Roma, di fatto, non fa che annullare le differenze redditualiponendo uno studente “ricco” sullo stesso piano di uno studente “povero”, eliminando diritti e doveri di chi frequenta l’università: luogo deputato alla crescita culturale, sociale e umana. Inoltre, sulla progressività delle tasse, l’articolo 53 della Costituzione Italiana parla chiaro: “Tutti sono tenuti a concorrere alle spese pubbliche in ragione della loro capacità contributiva. Il sistema tributario è informato a criteri di progressività”. Ciascuno secondo le proprie capacità, in sintesi. Avere quindi l’università gratuita in Italia, rispetto alla vicina Germania presa come esempio da Grasso, potrebbe essere addirittura considerato incostituzionale.
Come si pagano le tasse universitarie oggi
Nell’anno 2017/18 uno studente universitario su tre rientra nella no tax area, l’esonero totale dai contributi universitari previsto dalla legge di Bilancio del 2017 riconosciuto a chi ha determinati requisiti di reddito e di merito. Secondo l’Inps, infatti, fino al 21 novembre scorso, sono state presentate alle università oltre 543mila dichiarazioni Isee al di sotto dei 15mila euro. Non solo: ci sono anche forti agevolazioni per chi ha un ISEEfino a 30 mila euro (per costoro, le tasse non possono superare il 7% della loro quota di ISEE oltre i 13 mila euro. Ad esempio, se la mia famiglia ha un ISEE di 20 mila euro, pago al massimo 490 euro di tasse all’anno).
Qualche dato per comprendere i costiUna volta acquisito l’assunto che l’abolizione delle tasse universitarie giova a beneficio esclusivo dei ricchi, considerato che gli studentiprovenienti da famiglie meno abbienti sono già esonerati dal pagamento delle tasse, cerchiamo di capire quali sono i costi di un’eventuale applicazione della proposta di Grasso. Tagliare le tasse universitarie costerebbe al Paeseuna spesa pari a 1,6 miliardi di euro: è questa la motivazione alla base della filosofia politica di LeU. Un dato da cui partire ma che difficilmente si può considerare rappresentativo: i dati più recenti del Ministero dell’Istruzione, Università e Ricerca – riferiti all’anno accademico 2015/2016 – spiegano che il costo in quell’anno delle tasse universitarie per gli studenti e le loro famiglie è stato pari a 2,8 miliardi.
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Pagina a cura della redazione diin cammino
Sanremo
Buona
la prima,
Fiorello mattatore.
Le pagelle
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È Fiorello il mattatore del­la prima serata del Festi­val della canzon italia­na. Le attese non sono state tradite e ai tanti che da anni sostengono debba essere lui il conduttore natu­rale di Sanremo saranno fischiate le orecchie. Sono bastati pochi mi­nuti per capire come lo showman siciliano imposterebbe le sue sera­te all’Ariston.
E come ogni prima che rispetti, non poteva mancare il fuori program­ma, con tanto di irruzione sul palco di uno sconosciuto che, prima di essere portato via dalla sicurezza, riesce ad esclamare la seguente frase: “Sono due mesi che cerco un contatto con il procuratore della Repubblica”.
Le pagelle delle canzoni in gara
Annalisa. Il mondo prima di te. Voto: 5,5. Le doti canore non sono in discussione ma il pezzo, seppur orecchiabile, non è eccezionale. Forse tradita dall’emozione di esse­re la prima cantante in gara, anche l’esibizione è stata un po’ titubante. Senza infamia e senza lode.
Ron
Almeno pensami.
Voto 6,5
Portare un inedito di Lucio Dalla vale già la partecipazione al Festival. La canzone sicuramente non vincerà Sanremo, ma merita di essere ascoltata più volte. Intima.
The Kolors
Frida [mai, mai, mai].
Voto 5,5
Un po’ di freschezza sul palco. La band napoletana ha avuto il merito di dare una scossa d’adrenalina alla serata. La canzone non è fantastica, ma potrebbe far successo. Frizzanti.
Max Gazzè
La leggenda di Cristalda e Pizzomunno.
Voto: 7+
Sorprende sempre. Canzone di alto livello (forse anche troppo per il grande pubblico) ma molto apprezzata da chi scrive. Raffinato.
Vanoni-Bungaro-Pacifico
Imparare ad amarsi.
Voto 5-
Canzone un po’ rétro. Il trio è ben assortito ma l’interpretazione non è stata delle migliori. Datati.
Meta-Moro
Non mi avete fatto niente.
Voto 7,5
E’ la prima canzone impegnata del Festival, una canzone contro il terrorismo che ha insanguinato l’Europa negli ultimi anni. Un duetto ben riuscito per due dei migliori cantautori italiani degli ultimi anni. Coraggiosi.
Mario Biondi
Rivederti.
Voto 6,5
La sua potente voce è unica nel panorama musicale italiano. Una canzone d’atmosfera che potrebbe avere grande successo nelle radio italiane. Impeccabile.
Fogli-Facchinetti
Il segreto del tempo.
Voto 6
A livello vocale i due non si discutono, anche se gli acuti non sono più quelli di un tempo. La canzone forse è un po’ lenta e in alcuni passaggi musicalmente ricorda Uomini soli – grande successo dei Pooh – ma tutto sommato abbastanza gradevole. Da risentire.
Lo Stato Sociale
Una vita in vacanza.
Voto 7
Ironici, alternativi, politicamente scorretti. Sicuramente lontani dagli standard sanremesi. Una ventata di freschezza. Come Gabbani lo scorso anno, potrebbero essere la sorpresa del Festival. Rivelazione.
Noemi
Non smettere mai di cercarmi.
Voto 6-
Voce calda e inconfondibile. Una buona performance anche se non eccezionale, specialmente nelle note più alte. Insoddisfatta, viste le facce a fine esibizione. Rimandata.
Decibel
Lettera dal Duca.
Voto 6
I Decibel fanno sempre la loro figura. Il carisma e la vocalità di Enrico Ruggeri, unite alle atmosfere punk rock ci fanno rivivere l’età d’oro del gruppo milanese e riportano tutti nei ruggenti anni ’80. Revival.
Elio e le Storie Tese
Arrivedorci.
Voto 7-
Dissacranti e demenziali come sempre gli elii ci cantano il loro arrivederci, anzi arrivedorci. L’ultima canzone, che segna la loro “fine drastica”, il brano, forse non il loro migliore, ha un gran significato per tutti i fan della band. Ci mancheranno, eccezionali.
Giovanni Caccamo
Eterno.
Voto 4
Canzone banale, interpretazione pessima. Noioso.
Red Canzian
Ognuno ha il suo racconto.
Voto 6-
Tra i Pooh sicuramente non era il più dotato vocalmente (e purtroppo si sente). La canzone obbliga il piede a muoversi a tempo e ha una bella base rock. Esplosivo (a modo suo).
Luca Barbarossa
Passame er sale.
Voto 7-
Lo stornello di Barbarossa più che una canzone è una poesia romanesca. Interessante e insolita come proposta, ma comunque convincente. Trasognante.
Diodato e Roy Paci
Adesso.
Voto 6+
La canzone si fa ascoltare. Il testo, anche se in alcuni passaggi un po’ banale, è uno dei migliori della competizione. La tromba di Roy Paci è come al solito perfetta. Oltre le aspettative.
Nina Zilli
Senza appartenere.
Voto 6-
Una performance elegante. La canzone seppur abbastanza orecchiabile, non è indimenticabile. Passabile.
Renzo Rubino
Custodire.
Voto 5
Una canzone e un’interpretazione non memorabile. Anonimo.
Avitabile-Servillo
Il coraggio di ogni giorno.
Voto 6,5
Con Enzo Avitabile e Peppe Servillo sul palco di Sanremo sale il cantautorato impegnato napoletano. Uno dei brani più socialmente impegnati di questa edizione. Veri.
Le Vibrazioni
Così sbagliato.
Voto 5+
Sarà l’ora tarda, le quattro ore di canzoni, ma il brano delle Vibrazioni non convince, nonostante il piacevole ritmo rock. Da riascoltare.
I conduttori del Festival
Del trio di presentatori la più sciolta è sicuramente Michelle Hunziker. Una vera sorpresa Pierfrancesco Favino, che nonostante fosse fuori ruolo è riuscito a portare la sua professionalità ed ironia sul palco. Un po’ più “ingessata” ma nel complesso buona anche la performance del “padrone di casa” Claudio Baglioni. Più di quattro ore sono veramente troppe – è questo il vero problema di Sanremo – e nonostante la bravura e la simpatia dei conduttori la serata alla fine è risultata un po’ pesante.
Francesco Gerace
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Cari amici,
negli ultimi anni si è consolidata attorno al Partito Democratico un’in­credibile comunità di persone che hanno deciso di sostenerlo. Pensa­te che oltre 600.000 di noi hanno donato il loro 2×1000 al PD e in 25.000 hanno sostenuto il treno Destinazione Italia.
Noi abbiamo abolito il finanziamento pubblico ed oggi stiamo dimo­strando che la politica può vivere anche senza.
Per questo, primi in Italia, abbiamo deciso di realizzare la più inno­vativa campagna di crowdfundingdella storia della politica italiana.
Non si sosterrà più il partito alla cieca, ma si potrà sostenere il singo­lo tema della campagna elettorale o un evento in particolare.
Da oggi andando sul nostro sito, oltre alla donazione classica, potete scegliere di sostenere la sfida che vi sta più a cuore o aiutarci a re­alizzare concretamente un evento nella vostra città.
Questa piattaforma è innovativa non soltanto perché consente di sup­portare il Partito Democratico in vari modi, è innovativa soprattutto perché contribuisce a rafforzare, giorno dopo giorno, il legame tra il Partito Democratico e la sua grandissima comunità.
Francesco Bonifazi
Tesoriere PD
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In redazioneCarla Attianese, Patrizio Bagazzini,Stefano Cagelli, Maddalena Carlino, Roberto Corvesi, Francesco Gerace,Silvia Gernini, Stefano Minnucci,Agnese Rapicetta, Beatrice Rutilonidemocratica@partitodemocratico.itPD BobSocietà editrice:Democratica srl Via Sant’Andrea delle Fratte 16 – 00187 Romawww.democratica.comwww.partitodemocratico.itPer ricevereDemocratica: scrivi su Whatsapp a 348 640 9037oppure vai sul messenger Facebookall’indirizzom.me/partitodemocratico.it DirettoreAndrea RomanoVicedirettoreMario Lavia
II
mercoledì 7 febbraio 2018
Report
N.3
Mercoledì
7 febbraio 2018
LA GUERRA
DEI CLONI
L’offensiva della disinformazione che si espande e si autoriproduce
Introduzione
In questo 3° report del Partito Democrati­co verranno evidenziate alcune dinami­che sottese ai meccanismi di diffusione dei canali web di disinformazione italiani, proce­dendo nel percorso di analisi già avviato.
Nello specifico, metteremo in luce alcuni meccanismi di diffusione utilizzati da pagine unofficial del Movimento 5 Stelle nonché da pagine di sostegno alle posizioni della destra populista ed estremista italiana. Le pagine e i blog presi in esame in questo report produ­cono sistematicamente contenuti falsi contro l’area del centrosinistra e le istituzioni, oltre a contenuti di tipo allarmistico che tentano di deviare l’opinione pubblica verso una mag­giore e sempre più accanita avversione alle diversità culturali e di origine geografica non­ché verso una percezione allarmistica dei fe­nomeni migratori, assecondando così le posi­zioni più vicine ad alcuni partiti politici italiani.
In uno di questi casi, si noterà come un conte­nuto prodotto da una pagina non ufficiale a so­stegno del Movimento sia stato curiosamente ripreso in modalità e contenuti quasi identici dalla pagina ufficiale del Movimento Cinque Stelle a distanza di soli due giorni. Inoltre, dal­la nostra analisi emerge che alcuni dei blog a sostegno del Movimento sono gestiti da un ex candidato dello stesso Movimento a Paler­mo Ugo Nicolosi. La personalità in oggetto è un vero e proprio influencer online del M5S, con oltre 30mila follower e numerose e im­portanti amicizie con personalità di spicco del Movimento tra cui Deputati e Senatori oltre a Davide Casaleggio in persona e al suo uomo di fiducia, Pietro Dettori, che è anche respon­sabile editoriale dell’Associazione Rousseau. L’ex candidato ha cercato almeno in un’occa­sione di nascondere la propria identità a fron­te della pubblicazione di contenuti fuorvianti, falsi o scomodi sui suoi blog.

Card pubblicata dalla pagina Silenzi e Falsità il 18 gennaio alle 12.20
LINK
Immagine di copertina del blog Notizie in movimento, amministrato da Ugo Nicolosi e un esempio di immagine pubblicata a corredo degli articoli:

Card pubblicata dalla pagina Facebook ufficiale Movimento Cinque Stelle il 20 gennaio alle 12.33. LINK
Da questa nuova panoramica si evince che non solo i centri di emissione disinformativa sono molteplici e radicati in strutture di sup­porto ben nascoste, ma sono capaci di autorige­nerarsi potenzialmente all’infinito, in uno svi­luppo pervasivo che occupa spazi comunicativi sempre più vasti e profondi.
Una delle caratteristiche che paiono ormai ripe­tersi con regolarità è quella dell’opacità dell’e­mittente: è quasi sempre un’impresa risalire a chi sta dietro alle “centrali di disinformazione”, siano esse blog di news, pagine Facebook di diffusione o, peggio ancora, “catene” di messaggi Whatsapp che nessuno sa da dove siano mai partite.

Di chiaro ci sono invece due elementi: 1) una di­mensione di attività instancabile, con ritmi di azio­ne che come vedremo si sono impennati di col­po nelle ultime settimane, a dimostrazione che siamo di fronte a un’attività che di attivismo politico spontaneo non presenta tracciama è invece opera di professionisti ben organizzati; 2) il fatto che, come anticipato – nonostante l’allargar­si del campo di indagine e degli analisti coinvolti (che, ovviamente vanno ben oltre quelli che colla­borano ai nostri report) – l’alveo politico al quale si riconduce il complesso di queste attività sia sempre e soltanto quello dei movimenti po­pulisti, xenofobi, della destra estrema nazio­nalista. Disponibili a considerare ogni evidenza contraria, non ritroviamo però riscontri che possa­no smentire questo dato di fatto, che pare trovare dirette corrispondenze anche nello scenario inter­nazionale.

Pensiamo dunque che la battaglia contro la dif­fusione di questo fenomeno – derubricato fino a tempi recentissimi come fatto di “colore” dell’am­biente web – sia una questione di costanza, pa­zienza e determinazione. Una battaglia che, come in molti autorevoli commentatori sottolineano, va condotta principalmente sul fronte dell’esposizio­ne dei meccanismi e dei loro effetti, e in successi­va battuta, sul fronte delle azioni controffensive.
Reputiamo positivo sia l’avvio di un dibattito, sia l’impegno su questo scenario da parte di giornali­sti ed esperti, impegno che si sta facendo sempre più evidente negli ultimi tempi e che costituisce un indubbio spiraglio di luce su un tema, appunto, troppo sottovalutato.
In molti si interrogano su quale sia l’effettivo impat­to di questa invasione disinformativa organizzata e portata avanti su più fronti, avanzando il dubbio che questo sia incerto e non misurabile.
Ma se effettivamente gli esiti complessivi di que­sto ecosistema malato non sono ancora del tutto conosciuti, esistono tuttavia ben noti casi e mo­menti di grande rilevanza in cui questo impatto è risultato evidente e inquietante.
Due esempi (ma se ne potrebbero fare molti):
Il primo: la campagna antivaccinista, più volte menzionata in questi report e cavallo di battaglia di una buona fetta di disinformazione in anni recenti. Non sfuggirà come il veicolo principale di diffusio­ne dell’operazione “No Vax” siano stati soprattutto i social media. Né sfuggirà che l’impatto dell’erosio­ne di fiducia nell’opinione pubblica sul tema abbia costretto, per limitarci alla sola Italia, il Governo alla reintroduzione dell’obbligo vaccinale, in conside­razione della messa a rischio della cosiddetta “im­munità di gregge”. Gli effetti sono noti: l’Italia che nel 2017 si piazza al 6° posto nel mondo per casi di morbillo, peggio di noi solo India, Nigeria, Pakistan e Cina – un fatto sconcertante, soprattutto in con­siderazione del fatto che il nostro Paese ha una popolazione di molto inferiore a questi Paesi[1].
Il secondo: come riporta un articolo della CNN[2], recentemente Twitter è stato convocato nel­la Commissione del Senato USA che indaga su possibili intromissioni russe nelle scorse elezioni presidenziali del 2016. I rappresentanti del social network hanno dichiarato di aver accertato che nelle due settimane precedenti il voto una folta schiera di bot (ovvero account automatizzati) russi hanno ritwittato Donald Trump circa mezzo milio­ne di volte. Misurando, con drammatica precisio­ne, quella che appare da tutti i punti di vista una inaudita invasione comunicativa.

Ci preme a questo punto ritornare ancora una volta sulla complessità dei fenomeni che coinvolgono l’adulterazione dell’ecosistema informativo online. Come già detto, qui abbiamo preferito – per amo­re di correttezza terminologica – evitare di riferirci a queste azioni comunicative sotto la sola defini­zione di “Fake News”, seppure questa accezione sia ormai invalsa nell’uso comune per definire un repertorio di informazioni fuorvianti o smaccata­mente propagandistiche.
[1] Come da report OMS, cfr. http://www.who.int/immunization/monitoring_surveillance/burden/vpd/surveillance_type/active/measles_ monthlydata/en/. Al sesto posto nel periodo giugno-novembre 2017 dopo India, Nigeria, Pakistan, Ucraina, Cina.
[2] http://money.cnn.com/2018/01/27/technology/business/russian-twitter-bots-election-2016/index.html
Nascosti in bella vista
Partiamo questa volta, come si diceva, dai meccanismi diffusivi. Le altre volte ci sia­mo limitati a descrivere lo stato di fatto di alcu­ne “centrali della disinformazione”, ora vorrem­mo descrivere le dinamiche della loro propagazione e dei loro meccanismi autocon­servativi/autoriproduttivi. Perché quando si avvia una campagna di disinformazione ci sono vari problemi da affrontare: intanto creare un numero di contenuti sufficientemente vasto in modo da assicurare una narrazione costan­te, cioè avere magari su uno stesso tema tanti contenuti simili, in modo che il concetto sia pe­netrante e arrivi a un pubblico vasto. Da qui la seconda necessità: creare una rete di distribu­zione sufficientemente grande per poter dif­fondere i contenuti creati tentando di raggiun­gere la più ampia platea possibile.
E qui interviene la difficoltà maggiore: se fai informazione hai piacere che la tua attività di autore sia nota. Se fai disinformazione le cose cambiano. Meglio che di te non si sappia nulla.
Però la necessità di diffusione, comprensibil­mente, aumenta l’esposizione e il rischio di essere identificati e rintracciati.
Non è semplice, ma ci si riesce. Pensiamo per esempio ai casi presi in esame nel report pre­cedente a questo: fattidalweb e siamorima­stisoli erano diffuse da una assestata rete di pagine Facebook e profili social a conduzione professionale, i siti però erano ospitati su un servizio hosting ignaro delle operazioni con­dotte. Una volta messa in luce e denunciata l’operazione, i siti sono stati chiusi dalla Callidus Pro e i responsabili dell’operazione sono sta­ti costretti a spostare altrove i propri portali di disinformazione e misinformazione. Le pagine Facebook indicate nello scorso report, infatti, sono state costrette a condividere contenuti da altri siti clone dei precedenti: informazione­libera.agency e streamingnews. Questa volta i codici di advertising e analytics non collegano i siti tra loro e i proprietari hanno deciso di na­scondersi dietro un servizio hosting che offre l’anonimato con server in Danimarca.
Cosa è successo quindi? Che i siti “madre” semplicemente hanno fatto le valige da un hosting a un altro. E continuano a fare imper­turbabili la loro attività di disinformazione. Ma chi c’è dietro?
Dai blog ai social: autori in cerca di nome
a spasso tra balle e bolle informative
Viene dunque applicata una strategia mista di rapida diffusione accompagnata da un rigoroso anonimato. Una tecnica utiliz­zata per evitare di essere identificati – ma po­ter continuare a disporre di numerosi conte­nuti da diffondere – è quella di creare blog anonimi utilizzando piattaforme gratuite come quella messa a disposizione da Google, cioè Blogger. La modalità è semplice e molto con­divisa: creo un blog e, attraverso degli specifi­ci programmi, faccio sì che questo peschi e pubblichi in automatico notizie di mio interes­se provenienti da siti selezionabili a monte e apportandovi soltanto lievi modifiche, talvolta copia-incollando direttamente i contenuti da un sito all’altro. Così facendo, potrò disporre di articoli con titoli funzionali alla mia operazione di disinformazione da propagare attraverso i social network e sfruttando la possibilità di po­ter scegliere immagini di impatto e titoli ad ef­fetto. In questo caso, a differenza di alcuni casi trattati nei report precedenti, l’obiettivo non è monetizzare ma tentare di influenzare la per­cezione collettiva inondando le bolle informa­tive – entro cui gli utenti dei social si informano – di contenuti fazioni, distorti, falsi. Si tratta, in­somma, di una operazione di propaganda po­litica.
Ma esaminiamo un caso specifico: il blog: http://notizieinmovimentonews.blogspot.it
Si tratta all’apparenza di un sito creato in modo artigianale da un attivista a Cinque Stelle e, non a caso, il sottotitolo (“C’è bisogno di con­troinformazione”) ammicca a un pubblico che non si fida dei media mainstream e pretende di fornire notizie inedite colpevolmente oscu­rate. Ovviamente, si tratta per lo più di bufale.
A ciò si aggiunge un tono trionfalistico ge­nerale dei post che si susseguono, a ce­lebrare presunte epiche imprese degli esponenti del Movimento 5S. Assieme a que­sti post, tuttavia, trovano spazio anche conte­nuti persino diffamanti: “Travaglio smaschera Mattarella in diretta! guardate e diffondete questa vergogna del presidente della repub­blica!” ( LINK) con tanto di fotografia che recita “Smascherato Mattarella ha preso 3 milioni dalle sporche mani della mafia! ”. Il post in que­stione riprende un vecchio intervento di Trava­glio del 2015 decontestualizzandolo nel tem­po e nei contenuti per ricavarne un titolo scandalistico e delle affermazioni diffamanti. Preme infatti sottolineare che il processo og­getto della card ha visto da tempo l’assoluzio­ne di Mattarella – il fatto, infatti, non sussiste. Anche in questo caso, dunque, è più che mai chiaro il tentativo da parte degli autori di questi contenuti di screditare le Istituzioni e deviare l’opinione pubblica.
O ancora: “Bufera su Gentiloni! sono arrivati i Carabinieri. Ecco cosa sta succedendo”. LINK Anche stavolta, il metodo dei clickbait (l’uti­lizzo di titoli “esca” dai toni allarmanti al fine di attrarre click) viene applicato a un caso di cro­naca – l’inaugurazione della stazione dell’alta velocità di Afragola a giugno del 2017 – in cui gli eventi vengono distorti con l’applicazione di toni scandalistici al fine di screditare una pre­cisa parte politica: la semplice carenza di do­cumentazione amministrativa in alcuni eserci­zi commerciali presenti nella stazione diventa infatti uno scandalo capace di scatenare una bufera giudiziaria su Gentiloni.
In questi casi, davvero, si tratta di fake news in piena regola.
In linea con il modus operandi più frequente per le operazioni di disinformazione, dal co­dice sorgente della pagina è stato opportu­namente eliminato il campo “autore” così da nascondere la responsabilità della pubblica­zione. Il blog è ospitato presso Google e non è quindi possibile applicare la stessa tecnica utilizzata per i siti studiati in passato.
Una probabile svista, tuttavia, ci consente di provare a fare luce sull’autore. Alcuni articoli pubblicati sul blog sono stati commentati. Gli articoli del blog sono volutamente scritti in ma­niera anonima: il campo autore è stato elimina­to dal codice sorgente della pagina. Qualcosa, però, è sfuggito, nel tentativo di eliminare tutte le tracce sugli autori. I commenti al blog sono infatti ospitati in calce agli articoli. Nel codice sorgente (l’”impalcatura”, per così dire, delle pagine web), individuabile e rintracciabile sul­la pagina stessa, la parte di codice sorgente responsabile della creazione della sezione del sito relativa ai commenti offre in automatico alcune informazioni generali su ogni articolo. In questa sezione, le informazioni non sono state del tutto cancellateed è possibile ri­salire anche all’autore della pubblicazione. La porta sul retro è rimasta in qualche modo aperta, ed è facilmente visibile.
Degli articoli citati sopra, l’autore indicato da questo codice “sul retro” è sempre lo stesso: Ugo Nicolosi.
Nicolosi è attivo autore anche di un altro blog, praticamente identico: noisiamo5stelle.blo­gspot.com (l’articolo di su Mattarella era già stato pubblicato a marzo 2017 a firma Nicolosi proprio su questo secondo blog).
Come si può vedere dal profilo G+ perso­nale, il social di Google, non sembra es­sere un caso: infatti, egli condivide co­stantemente da qui molti articoli del blog No­tizie in Movimento. Ad esempio: “Ultim’ora ecco l’ultima porcata di Renzi mio padre mi scrisse che era pronto a fare una pazzia! guar­date e diffondete le balle di renzi!” il post cita un articolo di Libero, creando un nuovo titolo ad effetto. LINK
Siamo di fronte a un classico esempio di disin­formazione: l’articolo di Libero citato nel post contiene un contenuto vero e cita un fatto ve­rificato. Il titolo e la presentazione dello stesso, quindi, viene distorto e utilizzato per tentare di infangare la reputazione di un singolo parlan­do dell’”ultima porcata di Renzi”: un titolo che niente ha a che vedere con un triste fatto di famiglia.
Il blog di Ugo Nicolosi non manca di condivi­dere anche l’ormai famosa notizia falsa riguar­dante una manager che avrebbe guadagnato dalle nuove norme riguardanti i sacchetti di plastica dei supermercati in virtù della vicinan­za politica a Matteo Renzi ( LINK).
Gli articoli di questo blog sono diffusi soprat­tutto su Facebook da un gruppo di pagine che con costanza diffonde e sostiene l’operazione di disinformazione allestita con professionalità e oculata programmazione.
Il blog, infatti, ha una pagina ufficiale: Notizie in movimento (+76k follower) e lo stesso Ugo Nicolosi ha un profilo pubblico (+35k follower). A queste, si aggiungono altre pagine impe­gnate quotidianamente nella diffusione del blog: Vogliamo il Movimento 5 stelle al go­verno (+115k follower); Noi sosteniamo il M5S (+96k follower), M5S News (+ 46k follwer), Stop vogliamo il cambiamento dell’Italia (+3.7k fol­lower); Ognuno vale uno (+18k follower); Noi siamo 5 Stelle (+55k follower); Onestà 5 stelle (+10k follower); Vogliamo Un’Italia 5 Stelle (+19k follower); Informiamoli tutti (+2k follower); Noi sosteniamo Luigi Di Maio (+ 3.9k follower); Stop vogliamo il cambiamento dell’Italia (+3.7k fol­lower).
Qui occorre dare un chiarimento: l’efficacia di una operazione di disinformazione non si misura (solamente) nel numero di utenti rag­giunti ma nel grado di saturazione della “filter bubble” ottenuto.
In altre parole, come si diceva sopra, attraver­so un’azione concertata, pagine numerose e diverse tra loro (oltre tredici!) diffondono una coerente narrazione della realtà (due blog di­versi con una origine comune) ad una comu­nità che per la struttura dei social network dif­ficilmente avrà l’occasione di confrontarsi con opinioni e notizie differenti da quelle coerenti con la propria selezione.
Detto altrimenti: le bolle informative (quel­le che rispondono in tutto e per tutto al gra­dimento dell’utente perché create attraverso algoritmi che ti fanno apparire per lo più con­tenuti già apprezzati in passato) per la disinfor­mazione sono una grande risorsa: sputando in rete una miriade di contenitori che diffondo­no per lo più lo stesso contenuto mirato a una precisa tipologia di utenti affini per interessi, gradimento ecc, creo una megabolla infor­mativa, praticamente impermeabile ad altre informazioni. Un universo chiuso e anonimo, un caos calmo in grado di inquinare il dibattito politico di una nazione.

(Dis)informazione ufficiale o non ufficiale?
Discutibile, si dirà, ma in mezzo al mare di informazioni e di contenuti che costitui­sce l’universo del web, ognuno fa come vuole, praticamente. E che responsabilità può avere un soggetto politico se viene sostenuto da at­tivisti per certi versi “scomodi” ma non ufficiali? Nessuna, si dirà. Non si può mai sapere chi ti corre in aiuto.
Vero, ma fino a un certo punto. Innanzi tutto, a fronte del supporto eventualmente indeside­rato, laddove si ravvisi un’attività imponente di sgradito sostegno si può senzameno prende­re le distanze. Come ha fatto peraltro il PD nei confronti di pagine social unofficial “amiche” in casi di impiego di linguaggi e toni non consoni allo stile e alla visione del Partito Democratico.
Ma oltre a questo livello ce n’è un altro. Si trat­ta di pagine sostenute direttamente dal sog­getto politico o no? Sono “attivisti anonimi” o qualcosa di più? Non siamo nuovi a certe do­mande, ma ancora una volta, pare che valga la pena capire meglio.
Come si intuisce dal quadro complessivo trat­teggiato fin qui, al centro dell’operazione No­tizie in Movimento è Ugo Nicolosi. Nicolosi è stato candidato al consiglio comunale di Pa­lermo nella squadra di Ugo Forello, quest’ulti­mo noto alle cronache per essere coinvolto in alcune vicende dai contorni poco chiari riguar­danti il noto caso delle firme false raccolte dal M5S di Palermo e per alcuni legami imbaraz­zanti con imprenditori del gioco d’azzardo e una PM rinviata a giudizio per corruzione.
Ma torniamo a Nicolosi. Non un attivista casua­le quindi. Anche perché, oltre alla sua candida­tura, vanta anche un profilo da vero influencer del Movimento 5 Stelle online: oltre al profilo pubblico di G+ su Facebook a suo nome è re­gistrata una pagina pubblica con 32k follower dalla quale sono condivisi quotidianamente i contenuti del blog e i post della pagina Noti­zie in Movimento.
Nicolosi possiede anche altri due profili per­sonali: spiccano le amicizie e i contatti con nu­merosi deputati e senatori cinque stelle (Da­nilo Toninelli, Michele dell’Orco, Carlo Martelli, Francesca Businarolo, Tatiana Basilio, Daniele Pesco, Riccardo Fraccaro, Andrea Vallascas, Paolo Bernini, Sergio Battelli, Gianluca Rizzo, Bruno Marton). A questi si aggiungono altre figure legate alla comunicazione del Movi­mento Cinque Stelle come Ilaria Loquenzi (responsabile comunicazione del gruppo par­lamentare M5S), Tony Gaudesi (responsabile ufficio stampa e comunicazione del M5S Sici­lia); Luciano Zaami (autodefinitosi su Facebo­ok Web e Social Media Specialist del Gruppo Parlamentare M5S) e soprattutto Ugo Nicolosi conta tra i propri amici anche i profili personali di Davide Casaleggio e Pietro Dettori.
Quanto può essere considerata non uffi­ciale, una iniziativa così strutturata e coor­dinata da una persona così ben inserita all’interno del Movimento Cinque Stelle?
La pagina ufficiale del blog nell’ultimo anno ha subito un andamento altalenante, pubblican­do in modo molto discontinuo fino a cinque post al giorno; da gennaio ha raddoppiato gli sforzi pubblicando 7 giorni su 7 tra i 20 e i 24 contenuti al giorno: un andamento in linea con l’inizio della campagna elettorale.
I due blog finora qui analizzati servono solo ad esempio di un modus operandi ben assesta­to e diffuso online. Si potrebbero citare anche molti altri esempi: attivistam5s.blogspot.it, la cui pagina ufficiale “L’attivista a cinque stelle” conta oltre 110k follower. L’autore del blog si nasconde dietro lo pseudonimo di Boston Ge­orge ed è connesso tramite il proprio account G+ ad altri 4 blog: L’attivista, L’attivista a 5 stelle; Il blog degli Attivisti; il Blog dell’attivista.
Molte di queste pagine Facebook dedicate alla comunicazione non ufficiale del Movimen­to Cinque Stelle condividono anche le card pubblicate da un altro centro di produzione e diffusione di contenuti: il progetto editoriale multicanale “Silenzi e falsità”. Anche in questo caso si tratta di un progetto comunicativo in cui il confine tra attività ufficiali del movimento e azioni spontanee di attivisti del territorio non sono separate. Esaminiamo anche questo.
Silenzi e falsità
Il sito silenziefalsita.it opera nel campo della misinformazione: seleziona, ripren­de e modifica articoli da varie fonti restituendo un racconto deliberatamente orientato a fa­vore del Movimento Cinque Stelle, tanto da meritarsi un posto accanto ad altri siti inaffida­bili nella lista nera del web stilata da Butac per i siti di pseudo giornalismo/politica ( LINK). Un esempio può essere l’intervento del Deputato M5S Davide Crippa, citato con titolo ad effetto nell’ articolo: “M5S: ‘Pd e centrodestra ci han­no fatto pagare 3 miliardi in più sulle bollette’”. In parole povere, si prende una notizia (vera), si rimastica e si traggono delle conseguenze in­dimostrabili e per lo più gratuite ritagliandole a proprio uso e consumo. Un po’ come dire “pio­ve, governo ladro”.
La parzialità non è casuale: il sito web, infatti, è registrato a nome di Marcello Dettori, fratello di Pietro Dettori, già citato in relazione alla rete di blog appena esposta e responsabile edito­riale dell’Associazione Rousseau. A suo nome sono registrati anche il sito della “Moving Fast Media srl” (azienda che compare in calce al sito silenziefalsita.it), “italyacrossborders.com” (e la variante italyacrosstheborders.com), “notizie­fantastiche.com” e “ascoltalanotizia.com” (di questi due siti è stato acquistato il dominio ma attualmente non sono utilizzati), “fortesano.it”. I siti citati ospitano contenuti di vario genere, dalla cronaca quotidiana e politica a contenuti verticali sull’attualità.
Le attività online di “silenziefalsità” sono orga­nizzate in modo estremamente professionale: il sito ha una pagina Facebook ufficiale (Silenzi e falsità, +66k follower), una di supporto (Silenzi e falsità della stampa italiana, +520k follower), un canale twitter e un account instagram.
In aggiunta a queste, è possibile identificare un gruppo pagine non ufficialmente collegate ma con attività di costante diffusione dei contenu­ti e degli articoli pubblicati. Tra queste: La voce del popolo italiano (+100k follower), Condividi se sei infuriato (+173k follower), Diffondi in rete (+14k follower).
Il grafico mostra le principali pagine facebook impegnate nel diffondere i contenuti di Silenzi e falsità. Ecco alcuni esempi di contenuti pubblicati sulle pagine:

LINK:Come si può facilmente notare, il contenuto presenta un titolo esageratament allarmistico e incompleto che sfrutta la tecnica del clickbait. L’articolo di Silenzi e falsità su cui si vuole attrarre il traffico degli utenti – seppur non a fini commerciali, cosa ancor più curiosa – ha ad oggetto un’analisi su i giovani e il lavoro pubblicata da Coldiretti i cui dati sono presentati con toni gravi, catastrofici e accusatori: si veda la frase di apertura, “Si riempiono la bocca di belle parole ma hanno ucciso una generazione” che si riferisce all’operato del Governo Gentiloni.

LINK In questo secondo caso, la pagina “Diffondi in rete” esprime ammirazione e supporto nei confronti di Godfrey Bloom, personaggio politico con posizioni misogine e negazioniste del cambiamento climatico al centro di polemiche e affermazioni controverse che si è tra l’altro distinto per essere intervenuto al Parlamento Europeo ubriaco e sotto effetto di stupefacenti.
https://it.wikipedia.org/wiki/Godfrey_Bloom

LINK A quanto pare a queste pagine preme affiancare alla lotta politica la lotta allo sporco che si deposita sui nostri elettrodomestici. Non si tratta di un errore: fortesano.it
è un portale generalista registrato ancora a nome
di Marcello Dettori. La pagina utilizza il bacino di utenti creato dalla disinformazione e attivismo politico come fonte di traffico potenziale.
Nel post rappresentato sopra un esempio del tipo di contenuti prodotti dal sito, in netta contrapposizione con il nome stesso della pagina che parrebbe suggerire invece un ben altro tipo di taglio editoriale.
Pump it up, boosta la campagna
e cambia le carte in tavola
Chiariamo: le attività di sostegno alla politica sono un elemento prezioso della vita civile di un paese e dovrebbero essere sempre protette e incoraggiate. Nel rispetto del quadro legislativo che le riguarda e all’interno di una cornice informativa chiara e trasparente.
Ed è qui che fanno difetto i casi da noi presi in esame. Torniamo all’ultimo, Silenzi e falsità. A comin­ciare dall’ultimo mese, le attività delle pagine relative a questo blog mostrano un andamento ano­malo nel numero di post e interazioni prodotte sui social. Si confronti l’andamento con quello della pagina PD.
L’aumento, come mostrato dal grafico, è del tutto anomalo e mostra una crescita improvvisa a partire da gennaio: questo significa un notevole investimento di risorse economiche e umane. L’analisi delle pagine Facebook menzionate (ufficialmente e non ufficialmente connesse a Silenzi e falsità), inoltre, mostra una attività congiunta e coordinata:
Analizzando gli orari di pubblicazione per le pagine La voce del popolo italiano e Diffondi in rete si notano orari di attività coincidenti e molto caratteristici (come ad esempio i due picchi all’1 e alle 2)
Si nota chiaramente l’improvviso impegno di redazioni pronte a creare e pubblicare tra i 10 e 40 contenuti al giorno tutti i giorni su diverse pagine in un coordinato sforzo di diffusione e disseminazione della misinformazione prodotta. Ancora una volta, è bene sottolineare che l’obiettivo perseguito è quello di saturare la bolla informativa delle proprie comunità con un racconto non falso, ma fortemente condizionato. Si tratta di comunicazione politica? Sì, certamente. E’ prodotta da attivisti o sostenitori senza legami con il Movimento Cinque Stelle? La separazione tra comunicazione ufficiale e sostegno esterno è, anche in questo caso, molto sottile. Se, infatti, non sorprende la presenza di card pubblicate dagli account social del Movimento Cinque Stelle tra quelle pubblicate dalle pagine ufficiali di Silenzi e falsità, merita qualche attenzione quando accade il contrario e una card pubblicata sulla pagina Silenzi e Falsità viene ripresa e modificata solo in minima parte per diventare successivamente una immagine utilizzata nella comunicazione ufficiale del Movimento Cinque Stelle. Il titolo, l’ordine e il testo sono stati mantenuti tra una card e l’altra.

immagine pubblicata dalla pagina Facebook Silenzi e Falsità il 18 gennaio alle 12.20. LINK
immagine pubblicata dalla pagina Facebook ufficiale Movimento Cinque Stelle il 20 gennaio alle 12.33. LINK
Ricapitolando: le informazioni vanno bene, anche quando il taglio sia a vantaggio della propria parte politica. Ma se la saturazione informativa viene da una sola parte politica, qualcosa nelle orbite della galassia comunicativa comincia a girare in modo strano.
Attivisti o professionisti del post?
Molto diffusa appare poi la pratica della condivisione tra pagine non ufficiali. Cioè pagine che tra di loro non dovrebbero essere legate e che dovrebbero fornire un’informa­zione indipendente, spesso e volentieri pub­blicano materiali prodotti dall’una o dall’altra in un sistema di diffusione che possiamo defi­nire orizzontale.
In almeno in un’occasione, il sito internet silen­ziefalsita.it ha pubblicato a corredo di un arti­colo su Ivano Marescotti un video pubblicato dalla pagina Facebook W il M5S(+560k fol­lower). Allo stesso modo, la pagina condivide frequentemente i contenuti prodotti da Silenzi e Falsità (es. LINK). Semplice cortesia di buon vicinato o una regia comune?
Perché questo è il punto. Se il M5S ha la fortu­na di avere a disposizione un imponente siste­ma di creazione e diffusione di informazione, perché non dirlo? Forse perché facendolo si creerebbe un collegamento diretto tra notizie false o faziose ma e il Movimento stesso.
Un ecosistema informativo sano si caratteriz­za per accessibilità e chiarezza, non per ambi­guità e reticenze.
Del resto, pare giustificato nutrire qualche so­spetto su quanto ci possa essere di artigia­nale e improvvisato in una pagina in grado di pubblicare mediamente 20 post al giorno 7 giorni su 7. Anche la distribuzione oraria dei post pubblicati sembra suggerire più un ora­rio di ufficio che il passatempo di un attivista ritagliato nei momenti liberi: si noti dal grafico l’attività costante e automatizzata tra le 7 e le 8 del mattino e dalle 21. Il grafico disegna una tipica giornata lavorativa tra le 9 e le 19, con pausa pranzo tra le 13 e le 14.
Il primo grafico mostrava un incremento miracoloso nelle interazioni registrate dalle pagine ufficiali di Silenzi e falsità.
Un interesse presumibilmente legato al cre­scente interesse degli utenti per le discussioni politiche in vista del voto, certo, ma proprio per questo ancora più a rischio di essere manipola­to così per dirigere l’attenzione su temi o even­ti particolari. Analizzando gli utenti più attivi nei confronti delle pagine di Silenzi e falsità, infat­ti, non mancano alcuni curiosi esempi: si veda il profilo della signora Lavinia Capilongo (anzi: i profili, poiché a quel nome e con foto profilo che ritraggono la medesima persona ne esistono addirittura 4!) Alcuni di questi profili condividono anche altre pagine non ufficiali del Movimento Cinque Stelle come “Tutti con il M5S” (+153k fol­lower) o “Politici Corrotti” (+153k follower, la pa­gina ha condivisola card pubblicata da Silenzi e falsità con Paolo Gentiloni e i rincari). Un’altra attivista davvero curiosa è la signora “???? ???????????????? ????????????”- avete capito bene. Il suo nome inseri­to sul traduttore di Google restituisce dal Tailan­dese “Non imitare”.
Altrettanto interessante è seguire le abitudini giornaliere e gli interessi di questa “attivista”. Nel corso dell’ultimo anno, il suo interesse per cia­scuna delle pagine connesse a Silenzi e falsità (Silenzi e falsità della stampa italiana, La voce del Popolo Italiano, Diffondi in rete) è coinciso con l’improvviso incremento di interazioni su Facebook delle pagine in questione mostra­to prima. Scorrendo i like assegnati dall’utente su Facebook ai vari contenuti di pagine e pro­fili, inoltre, appare immediatamente evidente il ridotto nucleo di profili internazionali a cui sono destinati questi like: Fox News, BBC News, Mark Levin (influencer USA pro Trump e Alt-Right), Larry Elder (giornalista Conservatori USA), Dine­sh D’Souza (Conservatori USA). A cui si aggiun­ge un altro elemento curioso: gli unici profili di politici italiani emersi sono quelli di Luigi di Maio e Giorgia Meloni.
Questo spiccato interesse nei confronti di Lui­gi Di Maio e Giorgia Meloni risulta ancor più in­solito alla luce dell’analisi degli amici di questo profilo: 52 in totale. La maggior parte di questi utenti “amici” proviene da paesi russofoni e an­glofoni, ed è altrettanto peculiare che l’unico ita­liano tra questi esprima una dichiarata passione per il nazifascismo nonché un aperto sostegno all’Alt-right americana. Tutti elementi che fanno emergere un’ulteriore serie di dubbi circa la na­tura e l’origine dell’attivismo dell’utente thailan­dese nei confronti di temi e Partiti che interessa­no principalmente il nostro suolo nazionale.
PATRIOTTISMI D’INTERESSE
L’habitat disinformativo è ben popolato – si potrebbe dire storicamente – dai pro­pagandisti online della destra utranazionalista e xenofoba. E’ un fatto, ed è da notare, che l’at­tività di chi produce disinformazione si declina spesso, tra le altre cose, in contenuti in oppo­sizione a ogni politica sull’accoglienza ai mi­granti e ai rifugiati nonché a ogni cultura dell’in­tegrazione.
Da lungo tempo gli ambienti dei social me­dia sono presidiati da pagine caratterizzate da toni e linguaggi estremi, che propugnano un’i­dea di patriottismo aggressivo condito in salsa disinformativa. Spesso, più che di patriottismo vero e proprio si tratta di un coacervo di ele­menti diversi, che rimandano sempre all’alveo populista/antiscienza/ultradestra senza di­sdegnare qualche strizzata d’occhio ai leader esteri cari a quest’area. Noteremo anche qual­che contiguità con pagine apparentemente distanti da questo mondo.
Partiamo dalla pagina Facebook Italia patria mia(+365k fan), che – un po’ a sorpresa – condi­vide contenuti prodotti da Silenzi e Falsità, che ricordiamo è una pagina di rilancio della co­municazione M5S ( es. card sui rincaridi cui ci si è occupati poco sopra), notizie alterate ( es. fotomontaggioai danni di Papa Francesco), card ufficiali M5S seppur tenendosi bene dal dichiararne la provenienza ( postdella pagina e postdella pagina ufficiale M5S), notizie fal­se ( es. impegno del governosu popolazioni colpite dal sisma del centro Italia), contenuti xenofobi (“le case popolari vanno date prima agli italiani” post), contenuti antivax ( articolo “Spargere Virus per vendere vaccini” condivi­so dalla pagina Facebook Vaccini Basta), Le Pen contro Papa Francesco sulla gestione dei flussi migratori ( post) e pro Putin ( postVladi­mir Putin a proposito della crisi siriana e sull’in­competenza degli Stati Uniti).
La pagina indica tra le informazioni un sito web: italiapatriamia.eu. Il sito è registrato in modo anonimo e attualmente non presenta né account di Google Analytics né Adsense per monetizzare le visite. Da questa informa­zione è possibile trarre due conclusioni: 1) l’au­tore o gli autori tengono al proprio anonimato, 2) l’operazione allestita non è finalizzata alla monetizzazione delle visite. L’obiettivo perciò non può che riguardare la propaganda e la di­sinformazione.
Anche in questo caso, non ci siamo fermati ai primi ostacoli che coprivano l’identità dei pro­prietari e siamo andati più a fondo. Analizzando infatti le versioni del sito memorizzate su Inter­net Archive è possibile risalire ad un account di Google Adsense inizialmente inserito in italia­patriamia.eu: il 15 febbraio 2016 ( LINK) era pre­sente nel codice sorgente della pagina l’iden­tificativo univoco: ca-pub-5155525442486778. Questo codice era utilizzato anche da un altro sito: italiachedimentica.com. Il sito, attualmen­te offline, ci offre la possibilità di aggiungere un nuovo tassello alla ricerca dei responsabili. Il dominio italiachedimentica, infatti, non era registrato in modo anonimo: il proprietario si chiama Anna Zazzardo. In aggiunta, sono indi­cati più numeri di telefono e email.
Il cellulare (da noi oscurato) e la mail, tutta­via, non appartengono ad Anna Zaccardo, ma bensì a un altro utente: Vincenzo Diovisalvi. La connessione è testimoniata dallo screenshot in allegato:
I riferimenti apparivano nella pagina pubblica di Diovisalvi fino qualche settimana fa, ma poi sono stati cancellati.
Un’azione curiosa, considerando che l’ulti­mo post pubblicato risale al 30 giugno 2016, ma che probabilmente rivela un ten­tativo di nascondere la sua connessione con i siti di disinformazione.
“Anna Zaccardo” è effettivamente il nome di qualcuno residente a Muro Lucano, ma risulta essere proprietaria di un negozio di colori, parati e ferramenta: non sappiamo quindi a che tito­lo sia coinvolta nelle attività del sito italiachedi­mentica o italiapatriamia.
Per trovare ulteriori prove del coinvolgimento di Vincenzo Diovisalvi, invece, è sufficiente esa­minare con attenzione gli articoli pubblicati da italiapatriamia.eu: l’autore della pubblicazione degli articoli indicato sul sito è “vicid86”, nome che corrisponde alla mail riportata tra i contatti ora rimossi della pagina Facebook di Vincen­zo Diovisalvi, ma ancora presenti nella sezione contatti della pagina facebook “Italia patria mia”.
SCREENSHOT DEI CONTATTI DELLA PAGINA FACEBOOK ITALIA PATRIA MIA, SI NOTI LA MAIL DI VINCENZO DIOVISALVI
Diovisalvi è l’autoproclamato leader di uno sco­nosciuto movimento politico: “Prima aiutiamo gli Italiani poi si vede – Movimento Adesso Italia” con pagina personale pubblicasu Facebook e paginaufficiale del movimento (+33k follower). Un altro bastione a difesa dei patri confini, sem­brerebbe.
Ma ecco anche qui una sorpresa: la pagina Italia Patria Mia è registrata su Facebook come “com­munity in Sofia Bulgaria” [sic!]. Cercando online si trova, in effetti, il riferimento a “Italia Patria mia” e un indirizzo bulgaro: serdika 22, 1000 Sofia. Allo stesso identico indirizzo troviamo la Simple Rent Sofia. Il sito web (registrato in modo anoni­mo) è disponibile anche in italiano: la società of­fre servizio di immatricolazione di auto bulgare per cittadini (italiani).
Sulla pagina Facebook Italia Patria Mia è persino indicato un numero di telefono che corrisponde però ad un numero di cellulare della Repubbli­ca Domenicana (operatore Orange). Non se ne viene a capo, se non per il fatto che le patrie in ballo sono più d’una.
Sul versante social, la pagina Facebook “Ita­lia patria mia” e quella del movimento “Adesso Italia” condividono costantemente altri due siti di bufale e disinformazione: leggiora.info e leg­gimiora.com. Come al solito, registrati in modo anonimo e senza account Google Analytics/AdSense. Si tratta comunque di siti sviluppati sulla piattaforma wordpress utilizzando la me­desima struttura (il “tema”, cioè la componen­te grafica, di layout e di funzionalità presenti in un sito) di Italiachedimentica e di italiapatriamia (così come il sito appariva il 27 luglio 2017, attual­mente alcune modifiche sono state apportate). In parole povere hanno la stessa grafica, sono di aspetto praticamente identico.
La somiglianza potrebbe essere casuale, ma per l’ennesima volta tutto sembra indicare l’esi­stenza di una connessione più sostanziale che rimanda a una vera e propria centrale di produ­zione di disinformazione e bufale:
LEGGIORA.INFO (IN QUESTO CASO, NON È STATO NEMMENO CAMBIATO IL TITOLO DAL MODELLO DELLA STRUTTURA SCELTA PER IL SITO)
LEGGIMIORA.COM

ITALIAPATRIAMIA.EU
ATTUALE
ITALIAPATRIAMIA.EU
SCREENSHOT AL 27 LUGLIO 2017
Una piovra dai molti tentacoli
Questi pochi siti e i contenuti disinformativi elaborati sono distribuiti quotidianamente da diver­se pagine Facebook: Italia patria mia (+358 follower), Adesso Italia (+ 25k follower), Nessuno di loro (+40k follower), Riprendiamoci la patria (+39k follower), Italia uguale dittatura (+68k follower), Il ladro PD del giorno (+41k follower).
Schema dei siti e delle pagine Facebook coinvolte
Decisamente impressionante l’andamento delle pagine legate a Silenzi e Falsità e Italia Patria Mia. Come illustrato eloquentemente dal grafico, a soli due giorni di distanza (tra il 27 e il 29 dicembre 2017) Italia patria mia è passata dal pubblicare – nei 30 giorni precedenti – una media di 4 contenu­ti/giorno a 41; Silenzi e falsità ha incrementato la sua media di 9 post al giorno fino a 35.
Il grafico mostra un’analoga e improvvisa cre­scita del numero dei post per un gruppo di pa­gine non ufficialmente collegate. Certamente un volume di attività non raggiungibile se non tramite un sostegno economico esterno e un intervento di tipo professionale.
La pagina Facebook Italia Patria mia ha pubbli­cato nell’ultimo mese oltre 1400 post, arrivando addirittura a produrne più di 100 al giorno nel giorno 23 gennaio. L’attività si svolge 7 giorni su 7 e quasi 24 ore su 24.
Poiché i siti sono sprovvisti di un sistema di rac­colta di introiti tramite attività pubblicitarie, la do­manda sorge spontanea: come si autosostiene questa onerosa organizzazione? Chi finanzia un’operazione di disinformazione così massic­cia?
Alcuni contenuti pubblicati dalla pagina Face­book Italia Patria Mia:

Il “ladro PD del giorno”: dalla disinformazione all’hate speech e dall’Alt-right alla Lega Nord
Per chiudere in bellezza, dallo studio delle pagine coinvolte nell’operazione di “Italia patria mia” emerge la mitica pagina “Il ladro PD del giorno”.
La pagina ha condiviso con costanza e continu­ità articoli provenienti da italiapatriamia.eu, cui si aggiungono con cadenza regolare card conte­nenti nientemeno che messaggi di incitamento all’odio razziale e all’antisemitismo
( ES. LINK“ISLAMICI E VIOLENZE CARNALI ? ECCO UNA SPIEGAZIONE DA PARTE DEL RESPONSABILE AUSTRALIANO DELLA CERTIFICAZIONE HALAL DELLE CARNI” ETC..)
ma anche traduzioni di notizie da Breitbart(un sito USA tra i più famigerati tra quelli di disinfor­mazione riconducibili all’ultradestra – es. LINK “TRUMP E’ POCO DIPLOMATICO.. MA DICE QUELLO CHE TUTTI PENSIAMO ! I TERRORISTI ISLAMICI DOVREBBERO ESSERE DENUNCIATI DAGLI “ISLAMICI MODERATI”)
spesso al fine di diffondere la disinformazione sui temi dell’integrazione degli immigrati e dei rifugiati in Europa
( ES. LINK “SVEZIA: ANCHE LI’ GLI AFRICANI HANNO RESO LE STAZIONI DEI TRENI UNA TERRA DI NESSUNO ! A STOCCOLMA PICCOLE BANDE DI AFRICANI CONTINUANO AD ASSALIRE DONNE.. (ANCHE UNA BAMBINA DI 11 ANNI !) VI RICORDA QUALCOSA ? E LE NOSTRE STAZIONI ?”) NONCHÉ AL FINE DI SOSTENERE L’OPERATO DI TRUMP ES. LINK:
Le card contengono link ad un account Pinte­ restassociato ad un certo Giuliano Rigon. Su Facebook esiste un accountassociato ad Giu­liano Rigon che condivide sulla propria bacheca e con costanza i post della pagina “Il ladro PD del giorno”. La conferma che si tratti della persona in questione proviene dal test delle amicizie del profilo su Facebook: Giuliano Rigon è in contat­to con Andrea Paganella, socio di Luca Morisi nella società “Sistemaintranet.com” e membro dello staff di Matteo Salvini.
La pagina “Il ladro PD del giorno” ha pubblicato con una costanza notevole negli ultimi mesi . Si veda il grafico dei post pubblicati tra ottobre e gennaio:
Il picco mostrato dal grafico è riferito al giorno 10 dicembre, quando la routine è stata in­terrotta e sono stati pubblicati il triplo dei post rispetto al normale in occasione della manifestazione contro lo Ius Soli organiz­zata da Matteo Salvini a Roma.Interessante anche analizzare la distribuzione oraria giorna­liera dei post pubblicati nello stesso arco tem­porale (8 ottobre 2017 – 8 gennaio 2018):
Sono esattamente 8 ore: una classica giornata lavorativa, compresa però tra le 6 del mattino e le 17. Parrebbe quasi che chi gestisce la pagina sia su un fuso orario di 3 ore in avanti.
Conclusioni
In conclusione, ribadiamo i due ele­menti con cui abbiamo aperto questo nostra terza analisi: 1. siamo di fronte a un’at­tività che di attivismo politico spontaneo non presenta traccia, 2. l’alveo politico a cui si riconduce l’attività in oggetto è sempre e soltanto quello dei movimenti populisti e xenofobi della destra nazionalista.
Le domande possono sembrare ripetitive, ma non sono scontate:
1Chi finanzia operazioni così complesse e pervasive a favore della disinforma­zione e della diffusione di contenuti falsi spesso a favore di una precisa parte po­litica?
2Le connessioni che report dopo report si delineano tra ufficialità e attivismo unofficial non richiedono una presa di posizione da parte dei rappresentanti delle forze politiche favorite da queste operazioni?
3La frequenza di casi che vedono coin­volto il M5S e l’estrema destra in queste operazioni può essere semplicemente frutto di un caso?
Anche stavolta, il PD auspica una chiara pre­sa di posizioni da parte delle altre parti poli­tiche a difesa della trasparenza del dibattito pubblico e della libertà da parte dei cittadini di vivere il periodo precedente le elezioni in un ambiente comunicativo scevro da ten­tativi di manipolazione o di istigazione all’e­stremismo, all’allarmismo e talvolta all’infa­mia e alla violenza.

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