Di Vittorio Venditti
(Foto Volutamente Di Repertorio Per Non Incazzarmi Ulteriormente),
Di Salvatore Di Maria E Presa Da Internet Da Vittorio Venditti
Adesso Rubano Anche Ai Morti, Ma Stavolta Li Ho Fregati
Evidentemente non è bastato rubare il lavoro a Donato e Totore; da un po’ di tempo, l’amministrazione municipale di Gambatesa, per creare lavori socialmente utili, ha investite risorse e tempo per mettere in pratica un’altra nefandezza: Distruggere le tombe dei nostri defunti. Come?
Del cimitero e di come viene tenuto in conto, l’ultima volta ne ho trattato qui circa dieci mesi fa. Nel frattempo, visto che si avvicinava la resa dei conti che oggi stiamo patendo come campagna elettorale, i “geni” che governano il borgo hanno deliberato di dispensare un po’ d’altro pubblico danaro per tenersi buono qualcuno che normalmente evita di lavorare perché considera la cosa un peccato.
Questi “signori”, sono stati assunti per svolgere lavori socialmente utili, fra i quali quello di tenere in ordine il cimitero. L’opera ha preso il via non molto tempo fa e la gente ha iniziato a lamentarsi. Io non ho indagato più di tanto, vista la mia volontà di verificare con la reazione dei miei se presso le tombe dei nostri cari fosse tutto in regola.
Lunedì scorso dunque, a mia madre è venuta l’idea di visitare i nonni; arrivata al cimitero, esterrefatta, mia madre ha trovata la proverbiale “Casamicciola” ed ha chiesto a mio padre se ne sapesse qualcosa, ottenendo il diniego e per questo restando interdetta. Domanda qui, chiedi là, l’arcano si è risolto: Sembra che già in diversi, per tempo, si erano recati a protestare presso il municipio, dato che all’ordine di tener puliti i vialetti del Campo Santo, i nuovi assunti abbiano risposto con invidiabile zelo, ripulendo sì, ma anche le tombe di chi veniva loro a tiro, asportando e buttando i fiori d’ogni genere ed in qualsiasi stato fossero.
I “prodi” poi, per finire per bene il lavoro, trovando vasi ed altro materiale d’addobbo che gradivano, se ne impossessavano per disporlo sulle tombe dei propri defunti, ottenendo la reazione dei derubati che, ritrovato quanto riconosciuto come loro proprietà, ne riprendevano possesso per riportare il tutto nei luoghi dai quali il materiale in questione era stato asportato.
Tornando al privato, mia madre mi ha comunicato il tutto, aggiungendo la quantificazione del danno ricevuto dalla tomba dei nonni ed io, l’altra mattina, dopo aver passata una notte insonne per il nervosismo, ho interpellato il tecnico municipale per metterlo al corrente di fatti che già sapeva e che ha negato di conoscere. Verso le nove meno venti di un bel martedì, preso il telefonino, ho formulato il numero della mangiatoia e contrariamente a quanto accade solitamente, al primo squillo, mi ha risposto un trafelato Claudio Minelli, a cui ho chiesto di passarmi l’ufficio tecnico. Uno squillo e dall’altra parte viene attivata la comunicazione, tanto da preoccuparmi per la teutonica precisione. Mi ha risposto proprio chi cercavo, vale a dire il tecnico municipale, l’ingegner Marco Delia in persona ed io ho esposto quanto accaduto, cercando per quanto possibile di evitare di far trasparire il mio, chiamiamolo così, “disappunto”. Senza tirarla per le lunghe, il mio interlocutore, al quanto imbarazzato, mi ha comunicato che di quanto appena denunciato non ne sapeva niente, ma che dopo le opportune indagini avrebbe presi i dovuti provvedimenti. Dal canto mio, ho risposto che per questa volta non mi sarei rivalso su quei poveri diavoli, ma che se la cosa dovesse ripetersi, me la prenderò con chi è responsabile del settore, persona alla quale stavo parlando. Il mio corrispondente mi ha rassicurato col dire che l’incidente non si sarebbe ripetuto ed io di rimando ho dichiarato che una volta ripristinati i fiori e quant’altro, avrei fotografato il tutto per pubblicare gli scatti a memento ed avvertimento e con ciò ci siamo salutati.
Tutto qui?
No: Pensano di averci fatti fessi?
Durante la lunga battaglia terminata con il furto del lavoro a Donato e Totore, quando i miei amici si recavano a protestare al municipio o quando agivo io per la medesima ragione, l’ente e chi lo gestisce, si è sempre smarcato, adducendo la non conoscenza dei fatti riferiti. Per questo, e non essendo io, ne Totore, ne Donato, ho preso l’unico provvedimento del quale tener conto alla stessa stregua del Vangelo quando si ha a che fare con la pubblica amministrazione, atteso che questa, nella migliore delle ipotesi, vada considerata come fatto a proposito di una prefettura da Roberto Benigni nel suo capolavoro: “La Vita E’ Bella”. Per questo, munito dell’ormai inseparabile microspia, all’avvio della telefonata di cui sopra, l’ho attivata ed ho registrato tutto. Se dunque dovesse ripetersi quanto appena denunciato, mi riserverò di pubblicare la telefonata, cosa che non faccio oggi, atteso che il garantismo che mi contraddistingue, mi obblighi a dar credito alle parole del Delia, secondo le quali il Nostro ed il suo ufficio erano all’oscuro di quanto da me espettorato martedì mattina.
Se quella volesse poi esercitare il ruolo di cui al titolo del quale non perde l’occasione per fregiarsene, io dico che posso registrare e l’ho potuto fare anche ad insaputa del mio interlocutore, (sebbene la cosa rasenti la maleducazione, ma in guerra tutto è permesso), ai sensi della sentenza della Corte di cassazione n [download id=”1491″ format=”2″], documento lumeggiante in merito, dispositivo che ho appena proposto all’esame della tua intelligenza.
Per chiudere: Se pur commesso da poveri diavoli, (conosco anche il nome di chi ha materialmente compiuta l’ignobile azione), quanto accaduto a Gambatesa in quest’ultimo periodo, se mai ce ne fosse bisogno, denota l’estrema voracità di un’amministrazione e di chi la sostiene per aver a sua volta sostentamento. A questi morti di fame che ancora camminano, dico senza mezzi termini che anche in questo caso hanno avuta fortuna: Se infatti in quel cimitero, oltre ai miei parenti passati a miglior vita, fosse stata sepolta anche chi mi ha Amato, facendolo ora dall’alto del Paradiso, avrei per risposta dato fuoco al municipio, curandomi del fatto che al suo interno fossero al momento presenti tutti coloro che ritengo responsabili di questo livellamento verso il basso della mediocrità che da quasi quattro anni rasenta la vergogna, a scapito di chi lavora e lo fa duramente, ma soprattutto senza ne chiedere, ne rubare al Prossimo i proventi del proprio sudore.
Ed ora, se ne avete il coraggio, querelatemi!
Tanto fra voi c’è chi sa aizzarvi per fare poi l’ennesima figura di vera merda in un’aula di tribunale!