Della Redazione Di Democratica
n. 110 mercoledì 24 gennaio 2018
“Un governo con Berlusconi? No”
(Paolo Gentiloni oggi a Davos)
“
L’EDITORIALE /1
Liste transnazionali, l’Europa più vicina
Sandro Gozi
L’Europa fa un passo avanti per avvicinarsi ai cittadini e mettere sempre più decisioni nelle mani degli elettori. Ieri la commissione Affari costituzionali del Parlamento europeo ha approvato la proposta lanciata dall’Italia di introdurre, per le prossime elezioni europee del 2019, liste transnazionali e circoscrizione unica Ue. Se la proposta andrà in porto, in questa circoscrizione europea verranno eletti parlamentari a cui saranno assegnati i seggi lasciati liberi dalla Gran Bretagna dopo la Brexit.
“
SEGUE A PAGINA 7
L’EDITORIALE /2
La nostra competenza,
le loro promesse vuote
Latte scaduto
Angelo Rughetti
Una donna o un uomo politico deve avere una visione, una idea di Paese, ma deve avere anche la capacità di trasformare quella visione in atti e fatti che consentono di cambiare in meglio la vita delle persone che amministra. Se poi si vota per eleggere una maggioranza che dovrà governare il Paese è fondamentale scegliere delle persone che siano portatori di una cultura di governo. Non ci si deve accontentare di scegliere quello simpatico o quello fotogenico. O correre dietro all’ultima proposta strabiliante. Occorre scegliere consapevolmente colui che trasmette una ragionevole garanzia che manterrà le promesse fatte e che sarà in grado di realizzarle.
Quote latteL’italia condannata dalla Corte europea: un altro regalo dei governi di destra.
E il Cav “rassicura” l’Ue ma candida i No-Euro
PAGINA 2
SEGUE A PAGINA 7
MOVIMENTO 5 STELLE
RIFORME
Nuove risorse per l’edilizia scolastica
La scissione del blog?
Cosa c’è dietro l’iniziativa di Grillo
PAGINE 4-5
Il comico genovese ha aperto un suo portale senza riferimenti ai Cinquestelle.
Un ulteriore segnale del suo allontanamento della creatura politica che ha inventato. Èun vaffa a Di Maio?
MONDO
Da Davos
uno stop al protezionismo
A PAGINA 3
PAGINA 6
Destra
È una pesante eredità che arriva dal passato e che ha forti responsabilità nelle scelte fatte in particolare dalla Lega e dalla destra a quel tempo al Governo. Purtroppo prima del 2014 sono state prese decisioni che hanno danneggiato migliaia di allevatori onesti e tutti i cittadini, visto che lo Stato ha già pagato 4,5 miliardi di euro. Noi in questi ultimi anni invece non abbiamo messo la polvere sotto il tappeto e abbiamo avviato un percorso di risanamento. Per responsabilità del malgoverno leghista degli anni passati gli italiani pagano ancora purtroppo un conto salatissimo”. Così il Ministro delle politiche agricole Maurizio Martina commenta, a margine di una iniziativa a Roma, la sentenza della Corte di Giustizia dell’Unione Europea che ha condannato l’Italia per non aver recuperato 1,3 miliardi di euro dai produttori lattieri per aver superato le Quote latte nel periodo 1995-2009.
Maurizio Martina
Quote latte, il malgoverno
della Lega lo pagano gli italiani
L’Italia “è venuta meno agli obblighi” europei sul prelievo supplementare agli allevatori per la produzione di latte in eccesso realizzata nel Paese rispetto al livello della quota nazionale. Lo ha stabilito la Corte di giustizia europea, facendo riferimento alla sovrapproduzione a partire dal 1995 fino al 2009, ossia l’ultimo anno nel quale si è verificata in Italia una produzione in eccesso. Il nostro paese, precisa la Corte dando ragione alla Commissione Ue nella controversia con Roma, avrebbe dovuto garantire che l’importo fosse effettivamente addebitato ai singoli produttori che avevano contribuito a ciascun superamento di produzione. Inoltre, si legge ancora nella sentenza, qualora non pagato nei termini previsti, l’importo dovuto per la quota di latte in accesso sarebbe dovuto essere iscritto a ruolo ed eventualmente riscosso coattivamente presso gli stessi acquirenti o produttori. Per queste ragioni, si legge nella sentenza, “la Repubblica italiana è condannata alle spese”.
Berlusconi (stanco) illusionista
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Il Cavaliere
esalta la Merkel
ma candida
i campioni
del No-Euro
È un gioco delle parti, ormai è chiaro. Berlusconi lo pratica con successo già dal 1994. In campagna elettorale tutto è lecito per raccattare voti. E così, nel giro di pochi giorni, si sono susseguite dichiarazioni antitetiche nel campo del centrodestra, volte da una parte a rassicurare l’elettorato moderato, dall’altra a intercettare il consenso di quella parte di Paese arrabbiata e pronta a sposare le tesi più estreme e becere del populismo.
E così capita che nelle stesse ore in cui Berlusconi vola a Bruxelles per incontrare i leader popolari e incensare Angela Merkel, Salvini (con l’avallo dello stesso Cav) candidi in alcuni collegi chiave due economisti no-euro, teorizzatori dell’uscita dalla moneta unica, Claudio Borghi e Alberto Bagnai. Oppure che il leader di Forza Italia garantisca che un governo di centrodestra rispetterà gli impegni con l’Europa sul 3%, proprio mentre il numero uno del Carroccio sostiene l’esatto contrario. Per poi, ovviamente, dire il giorno dopo che “entrambi sosteniamo la stessa cosa”.
Succede sull’Europa, è successo lo stesso sull’immigrazione, con Salvini e Meloni che parlano di “sostituzione etnica in atto” e Berlusconi (per non parlare del quarto polo di centro) che alternano messaggi di solidarietà a sparate razziste tipo “mezzo milioni di immigrati sono in Italia per delinquere”.
E’ una strategia elettorale rodatissima. Apparire divisi e uniti al tempo stesso, per evitare che vengano disperse fette di elettorato decisive per vincere. Ma in realtà, oggi, le cose sono molto diverse. Chi pensa a Berlusconi come ad un argine del populismo (come lo è stato nello scorso ventennio per il leghismo secessionista e il fascismo di ritorno) si sbaglia di grosso. Il centrodestra di oggi è tutta un’altra cosa. Gli equilibri sono molto cambiati, con il fronte Lega-Fdi davanti a Forza Italia in tutti i sondaggi, o comunque alla pari. Ben diverso da quanto B. aveva il 30% e Bossi il 5%.
L’ala estremista anti-Europa e anti globalizzazione sarebbe nella migliore delle ipotesi dello stesso peso rispetto al moderatismo atlantista e liberista di Berlusconi e soci. Cosa succederà all’Italia, con un governo di centrodestra, quando il presidente del Consiglio si dovrà sedere al tavolo con Merkel e Macron a parlare di riforma dell’Eurozona? Oppure quando il ministro dell’Economia dovrà discutere insieme ai suoi colleghi se mantenere il deficit all’interno del 3% del rapporto deficit/Pil?
Stefano Cagelli
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Movimento 5 stelle
Cosa c’è
dietro la “scissione
del blog”?
L’addio era stato annunciato da tempo, ma le modalità e le tempistiche non possono far pensare a una casualità, per un movimento che ha fatto del marketing politico la sua ragion d’essere. In piena campagna elettorale, sicuramente la più importante nella storia dei Cinque Stelle, le strade del blog di Beppe Grillo e quella del M5s si separano.
Difficile dire cosa ci sia dietro. Molto probabile che la mossa sia stata studiata a tavolino, un po’ come quella della non-ricandidatura di Alessandro Di Battista: chi si aspettava una sua uscita dalla politica, per dedicarsi alla sua nuova vita da papà, sarà rimasto sorpreso nel vederlo invadere con frequenza quasi quotidiana salotti televisivi e timeline dei social.
Al di là del timing e della strategia, rimane il fatto che il blog di Grillo ha fatto un tuffo nel passato. E chi ha aperto il nuovo sito aspettandosi l’ennesimo annuncio di Luigi Di Maio o la composizione delle liste del M5s è rimasto deluso. Oppure, al contrario, sollevato. Già, perché si è ritrovato un blog old-style, con un Grillo che dietro la sua disordinata libreria pontifica su criptovalute e smart city. Il futuro, dice lui. Il presente, direbbe uno più giovane di lui.
Quel che è certo è che il nuovo sito rappresenta la scissione ufficiale con la Casaleggio Associati, che invece continuerà a gestire il sito dei Cinquestelle. Il blog dei grillini mantiene, infatti, la struttura e la grafica classiche. Nel blog di Grillo rinnovato non c’è più alcun riferimento alla sua creatura, ma dal suo discorso si intuisce che il sito servirà a dare spunti al Movimento.
Stefano Cagelli
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Tv, social, piazze.
Caro Dibba, ma non dovevi occuparti d’altro?
Un mese in giro per tutta l’Italia con il suo camper. Alessandro Di Battista non si ferma, anzi accelera. Tutti coloro che hanno visto dietro la scelta del frontman Cinque Stelle di non candidarsi alle prossime elezioni una reale volontà di allontanarsi dalla politica “per dedicarsi ad altre priorità”, tra cui la cooperazione internazionale, la scrittura e la cura della famiglia, deve essere rimasto deluso. Il deputato romano, da giorni, imperversa nei salotti televisivi, invade le timeline dei social con video-denunce contro il sistema sanitario, pontifica sulla qualunque, come suo stile. Per tutto il mese di febbraio ce lo ritroveremo in tutti gli angoli del Paese. Tranquilli, il tutto terminerà con la campagna elettorale. Poi di Dibba vedremo solo le cartoline che invierà dal Nicaragua e dalla Papua Nuova Guinea. Come no…
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#Sbloccascuole
Crescono ancora gli investimenti
per l’edilizia scolastica
Si sono chiusi i termini per aderire a #Sbloccascuole, l’operazione che da quattro anni assegna spazi finanziari in deroga prima al Patto di stabilità, ora agli equilibri di bilancio, per interventi di edilizia scolastica a Comuni, Province e Città metropolitane.
Com’è andata quest’anno? Ecco i numeri: hanno applicato 599 Enti locali tra Comuni, Province e Città metropolitane, per un totale di 357 milioni di euro richiesti, per 977 edifici. Parte ora l’istruttoria, per valutare le richieste, che si concluderà a metà febbraio, con un decreto del Ministero dell’economia e delle finanze. La procedura sull’edilizia scolastica, dal 2014, è gestita dalla Struttura di missione per la riqualificazione dell’edilizia scolastica presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri, in collaborazione con il Ministero dell’economia e delle finanze e con la Ragioneria generale dello Stato. #Sbloccascuole2018 va a incrementare la concessione di spazi finanziari per l’edilizia scolastica: dal 2014 al 2017, con analoghe operazioni, sono stati liberati un miliardo e 196 milioni di euro, che hanno consentito l’avvio di 2.800 interventi. Un’operazione nuova e interessante, quella varata dal Governo dei mille giorni, sullo sblocco del Patto di stabilità interno per gli interventi di edilizia scolastica. Facilitare e assistere gli Enti locali è un obiettivo fondamentale per promuovere una nuova cultura sugli investimenti, agendo prioritariamente sulla scuola (e quindi sull’istruzione) e, più in generale, sul patrimonio pubblico.
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Risorse e cantieri: tutti i numeri in un libro
L’operazione #Sbloccascuole è solo una delle opportunità di finanziamento per le scuole, che i Governi Renzi e Gentiloni hanno messo in campo, rilanciando un settore pressoché fermo da 20 anni: calcolando le nuove deroghe agli equilibri di bilancio, che la legge prevede in 400 milioni anche nel 2019, sale a oltre 10 miliardi il totale delle risorse stanziate dal 2014, dei quali più di 5,2 già assegnati agli Enti locali che hanno consentito di finanziare oltre 11.500 interventi e di aprire più di 8.400 cantieri, dei quali 6.366 già conclusi. Ricordiamo, poiché particolarmente significativi, i 228 edifici scolastici di nuova costruzione già inaugurati su quasi 400 finanziati.
I numeri della scuola, le risorse, i cantieri, la nuova governance, le iniziative per l’innovazione e la sostenibilità in materia di edilizia scolastica sono raccolti nel volume “Fare scuola. L’impegno del Governo per il miglioramento del patrimonio scolastico in Italia”, realizzato dalla Struttura di missione per l’edilizia scolastica e dal Ministero dell’istruzione, dell’università e della ricerca. All’interno anche una ricca galleria d’immagini delle nuove scuole realizzate, i progetti vincitori del concorso #Scuoleinnovative e molte infografiche esplicative.
Il libro è disponibile in formato cartaceo ed è scaricabile in formato pdf dal sito italiasicura.governo.it.
Il lavoro sulle scuole dei Governi Renzi e Gentiloni è stato raccolto nel volume “Fare scuola. L’impegno del Governo per il miglioramento del patrimonio scolastico in Italia”
“All’interno del dibattito sul miglioramento dell’istruzione come fattore chiave per lo sviluppo economico e sociale, si inserisce insomma a pieno il tema della qualità delle infrastrutture, delle attrezzature e degli ambienti scolastici.
Dopo anni di tagli, interventi sporadici e tampone sulle oltre 42 mila scuole italiane si è avviato l’investimento più significativo mai fatto da un Governo centrale sull’edilizia scolastica, puntando sulla messa in sicurezza delle strutture esistenti e sulla realizzazione di nuovi edifici. Proprio per dare maggiore impulso agli investimenti e poter assicurare tempi rapidi sui cantieri, il Governo Renzi volle costituire una Unità di Missione ad hoc in Presidenza, chiamando a coordinarla l’architetto Laura Galimberti. Questo impegno è stato ereditato e rilanciato con convinzione dall’attuale Esecutivo, così che in poco più di tre anni si è arrivati a investire più risorse che negli ultimi venti.”
Maria Elena Boschi,
Sottosegretaria alla Presidenza
del Consiglio dei Ministri
“Come Governo abbiamo deciso di investire sulla sicurezza degli edifici, ma anche sulla creazione di ambienti di apprendimento innovativi: gli elementi architettonici influiscono sullo stare bene a scuola.
Negli ultimi anni il Miur si è impegnato con forza per garantire a studentesse e studenti scuole sicure, decorose, sostenibili, al passo con i tempi. Coinvolgendo tutte e tutti coloro che sono parte della comunità educante.
Stanziare risorse non basta: bisogna governare il processo di spesa, renderlo efficiente, avere a disposizione dati aggiornati per individuare le priorità sulle quali intervenire. Spinti da questa convinzione abbiamo lavorato per definire una governance integrata, a partire dall’Osservatorio nazionale per l’edilizia scolastica, una cabina di regia pensata 20 anni fa e attivata solo dal 2015. Ne fanno parte Istituzioni di governo, Enti locali e associazioni e al suo interno vengono prese decisioni strategiche per l’utilizzo dei fondi, sulla base di un elenco di priorità reali.”
Valeria Fedeli,
Ministra dell’istruzione, dell’università e della ricerca
“C’è ancora molto da fare e la speranza è che questa grande azione innovatrice non si esaurisca con la fine dell’attuale legislatura: la scuola è un valore democratico e una democrazia matura e degna di definirsi tale cura e investe sul proprio futuro. È per questo che viene spontaneo rivolgere un grazie speciale a chi ha creduto nel nostro lavoro, a chi ci ha supportati, agli Amministratori locali che hanno raccolto la sfida decidendo di puntare sull’edilizia scolastica.”
Laura Galimberti,
coordinatrice della Struttura di missione
per l’edilizia scolastica
#Sbloccascuole
4,6 miliardi 7 miliardi 2016 2015 2014 150 mln 314 mln 400 mln 1300 mln 238 mln 2016 86 mln 350 mln 905 mln 2015 350 mln 19 mln 480 mln 402 mln 800 mln 880 mln 604 mln 2017 10 miliardi 36 mln 70 mln 26 mln 1300 mln 58 mln 387 mln 92 mln 98 mln 5 mln 10 mln 20 mln 215 mln 97 mln 100 mln 321 mln 150 mln 100 mln
5,2 MLD ASSEGNATI AGLI ENTI LOCALI RISORSE, INTERVENTI, CANTIERI 11.525 INTERVENTI FINANZIATI di cui Oltre 2 MLN STUDENTI COINVOLTI 7.303 INDAGINI SUI SOLAI 8.401 CANTIERI APERTI 6.366 CANTIERI CONCLUSI 389 EDIFICI NUOVI FINANZIATI EDIFICI NUOVI 228 EDIFICI NUOVI REALIZZATI di cui
5,2 MLD ASSEGNATI AGLI ENTI LOCALI RISORSE, INTERVENTI, CANTIERI 11.525 INTERVENTI FINANZIATI di cui Oltre 2 MLN STUDENTI COINVOLTI 7.303 INDAGINI SUI 8.401 CANTIERI APERTI 6.366 CANTIERI CONCLUSI 389 EDIFICI NUOVI FINANZIATI EDIFICI NUOVI 228 EDIFICI NUOVI REALIZZATI di cui
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www.cantieriscuole.it
Il webgis di #Italiasicura con le mappe e le schede
degli interventi
5,2 MLD ASSEGNATI AGLI ENTI LOCALI RISORSE, INTERVENTI, CANTIERI 11.525 INTERVENTI FINANZIATI di cui Oltre 2 MLN STUDENTI COINVOLTI 7.303 INDAGINI SUI SOLAI 8.401 CANTIERI APERTI 6.366 CANTIERI CONCLUSI
5,2 MLD ASSEGNATI AGLI ENTI LOCALI RISORSE, INTERVENTI, CANTIERI 11.525 INTERVENTI FINANZIATI di cui Oltre 2 MLN STUDENTI COINVOLTI 7.303 INDAGINI SUI SOLAI 8.401 CANTIERI APERTI 6.366 CANTIERI CONCLUSI
Cantieriscuole.itè un inedito strumento di mappatura e geolocalizzazione degli interventi sul territorio nazionale. Per la prima volta chiunque può collegarsi con un pc, un tablet o uno smartphone e toccare con mano il lavoro che il Governo e gli Enti locali portano avanti per la sicurezza delle scuole. Tramite una navigazione semplice e intuitiva, infatti, è possibile ricercare e visualizzare su una mappa geografica la localizzazione puntale dei singoli interventi. Cliccando sul singolo intervento è possibile accedere a una scheda di dettaglio e conoscere lo stato di attuazione, la sua localizzazione, la scuola interessata, il costo totale dell’opera, il finanziamento assegnato oltre alle date previste di inizio e fine lavori. Nelle ricerche avanzate, inoltre, si possono individuare gli interventi e i finanziamenti di ogni singolo territorio regionale, provinciale o comunale, ottenendo dati aggregati e gli elenchi di tutti i cantieri. La piattaforma raggruppa tutte le linee di finanziamento del Governo, ma è aperto anche a quelle delle regionali.
Il webgis punta a mettere nero su bianco il lavoro del Governo sull’edilizia scolastica – grazie a mappe, open data, griglie informative – con un obiettivo preciso: la mappatura come premessa necessaria a un sistema di prevenzione. È attivata la collaborazione applicativa con le Anagrafi regionali dell’edilizia scolastica, per fotografare la progressiva evoluzione dello stato di ogni edificio scolastico, e con Open CUP. Uno strumento, dunque, in continuo aggiornamento.
Per chiarimenti sul webgis scrivete a scuole@governo.it. Vi risponderemo!
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Mondo
Da Davos No al protezionismo: “È dannoso”
Libero scambio contro protezionismo. Le divisioni sul commercio internazionale approdano a Davos nel World Economic Forum, alla presenza dell’èlite della politica economica globale. I leader della globalizzazione ribattono a Donald Trump e al suo affondo sui dazi contro la Cina, già prima ancora del suo arrivo al Forum economico mondiale previsto per venerdì: il protezionismo è una minaccia preoccupante. La giornata di ieri è stata dominata soprattutto dall’intervento del premier indiano, Narendra Modi,già ribattezzato da molti come l’anti-Trump. Arrivato con una folta delegazione di industriali, Modi non si è fatto intimorire e ha indicato nel protezionismo “che rialza la testa” uno dei principali problemi globali che ostacolano lo sviluppo: la tentazione di “chiudersi in se stessi” produce “nuovi tipi di tariffe e barriere non tariffarie”, mentre “i negoziati commerciali sembrano essersi arrestati”.
Evidente il cenno all’offensiva di Trump che ha affondato i trattati di libero scambio Usa-Europa e dell’area del Pacifico e che minaccia il Nafta.Parole che arrivano all’indomani dell’annuncio Usa di nuove tasse su prodotti realizzati in Asia.
Un intervento, quello del leader indiano, in netta contrapposizione all’’America First’, il concetto su cui il presidente Usa Trump ha improntato la sua presidenza.
Poi è stata la volta del primo ministro canadese Justin Trudeau,con l’annuncio in diretta che la Trans-Pacific Partnership è salva, anche se dovrà fare a meno degli Stati Uniti, grazie a una riscrittura completa, che tiene conto “degli interessi dei cittadini”. Il premier canadese ha messo l’accento sulla nuova versione dell’accordo: “Abbiamo inserito elementi progressisti per farne un win-win per tutti, è il giusto accordo che porterà più lavoro e prosperità”. Trudeau ha poi indirizzato alcuni passaggi del suo intervento proprio all’inquilino della Casa Bianca: “Stiamo lavorando tenacemente per assicurarci che il nostro vicino meridionale riconosca la validità del Nafta, ricordando quanto ne abbia beneficiato anche la sua economia, non solo l’economia globale”.
Il controcanto a Trump è dunque cominciato. E oggi sarà la volta degli interventi dei leader europei, Gentiloni, Merkel e Macron.
Stefano Minnucci
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Il piano Prodi per rilanciare l’Ue
Scuola, sanità e case popolari: 150 miliardi per l’Europa sociale
Un piano da 150 miliardi di investimenti per il rilancio dell’Europa sociale: è il “New Deal per l’infrastruttura sociale” presentato ieri da Romano Prodi a Bruxelles per dare risposte ai problemi più urgenti dei cittadini del Vecchio Continente. Scuola, sanità e case popolari sono il cuore di un progetto che secondo il professore “cambierà il volto dell’Ue”. Il piano è stato proposto assieme dall’ex ministro francese Christian Sautter e condiviso da tutti gli stati membri.
“Non vogliamo l’Europa di banchieri e della finanza, ma quella sociale” ha sottolineato l’ex presidente della Commissione Ue. “Ogni anno – ha spiegato – c’è un gap negli investimenti in tutta Europa, anche nei Paesi più ricchi sulle infrastrutture sociali, in particolare sanità, educazione e alloggi sociali abbordabili”. C’è urgenza di dare risposte sociali e per questo, ha chiesto Prodi, “il piano deve essere lanciato immediatamente, con una possibile interazione tra pubblico e privato”, inclusi fondi pensioni e assicurazioni. In Italia un ruolo importante per l’attuazione del piano lo giocherà Cassa Depositi e Prestiti che ha promosso lo studio tra le altre cose. Cdp guiderà la task force europea per quanto riguarda il reperimento di risorse da destinare al finanziamento di progetti di infrastrutture sociali in Italia.
Il sottosegretario Sandro Gozi con delega agli Affari europei ha definito il piano come la “risposta più efficace alla paura diffusa e alla disillusione nelle istituzioni europee che sono alla base dei populismi”. Gozi ha prima sottolineato la positività del progetto di investire investire in sanità, educazione e alloggi sociali per una vera Unione sociale europea. Poi ha sottolineato l’efficacia della scelta del metodo: i progetti da finanziare dovranno essere decisi insieme tra stati membri e istituzioni locali, “in linea con il rispetto del principio di sussidiarietà”.
In serata anche il segretario del Pd Matteo Renzi ha commentato positivamente la proposta definendola “un progetto molto interessante”.
Democratica
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Mercoledì 30 settembre 2999
Liste transnazionali, l’Europa
più vicina
Competenza contro
promesse irrealizzabili
Sandro Gozi
Segue dalla prima
Angelo Rughetti
Segue dalla prima
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Un’Unione europea più politica e non concentrata solo sul mercato è dunque possibile: se negli ultimi anni la Ue è stata percepita come troppo lontana e tecnocratica, questa è un’ottima occasione per cambiare rotta e riallacciare il legame tra i cittadini europei e le istituzioni.
I governi Renzi e Gentiloni si sono sempre battuti a favore di un’Unione più democratica e capace di raddoppiare il potere di scelta dei cittadini europei. Solo questo processo può rendere veramente possibile la nascita di veri movimenti e partiti politici europei: ogni cittadino avrà la possibilità di votare non solo i candidati nazionali, ma anche liste transnazionali, che propongano visioni e proposte alternative tra loro per il presente e il futuro dell’Unione. Doppia scelta democratica in mano a ciascuno di noi per una compiuta democrazia transnazionale. Più democrazia europea e più potere di scelta ai cittadini: ne guadagnerà soprattutto la qualità del dibattito pubblico, fino ad ora troppo limitato ai contesti nazionali. L’approvazione della nostra proposta è importante anche da un altro punto di vista: testimonia la capacità dell’Italia di fare gioco di squadra, e di creare supporto e consenso attorno a idee condivise. La nostra battaglia per le liste transnazionali e per la circoscrizione europea è nata infatti nel 2016, all’indomani del referendum della Brexit, è stata rilanciata dopo la Dichiarazione di Roma e ha trovato da subito grande consenso in Europa. Emmanuel Macron l’ha ripresa, così come ha fatto Jean-Claude Juncker, e sulla stessa linea ci sono molte forze politiche europee (tra cui in particolare PSE, Verdi, ALDE) nonché vari leader nazionali.
È un’altra risposta, se fosse necessario, a tutte le critiche secondo cui l’Italia non sarebbe capace di farsi ascoltare in Europa: al contrario, non solo abbiamo la credibilità per promuovere idee decisive per lo sviluppo dell’Unione, ma disponiamo anche della forza politica necessaria per farle approvare.
L’Italia in Europa è ascoltata e rispettata: merito del governo ma anche dell’ottimo lavoro svolto dagli eurodeputati che hanno lavorato a questa proposta sotto la guida di Mercedes Bresso. Noi ora auspichiamo che tutte le forze politiche si definiscono europeiste facciano prova di coerenza e lungimiranza sostenendo la proposta in plenaria e poi in Consiglio Ue. La sfida delle liste transnazionali e della circoscrizione unica infatti non è ancora vinta, la battaglia rimane lunga e difficile. Ma il passaggio di ieri è fondamentale. E dimostra ancora una volta la nostra determinazione nel portare l’Italia in prima linea nella rifondazione europea: anche per questo, anche per un’Italia europea e al centro dell’Unione, siamo chiamati a votare il 4 marzo.
Don Luigi Sturzo diceva che la politica buona è quella che “fugge dall’infingimento, promette poco e mantiene quel che ha promesso”.
Bene ha fatto Matteo Renzi a rivendicare il valore della competenza. Male ha fatto Luigi di Maio a confonderlo con quello della conoscenza tecnica, dicendo che non serve. Sono due qualificazioni soggettive diverse perché si può essere dei bravissimi tecnici ma non avere la competenza per fare una cosa. Si può essere competenti senza avere la conoscenza specifica di una materia o di un fatto. Neanche il titolo di studio rappresenta un elemento discriminante per poter ricoprire un incarico pubblico. La competenza è qualche cosa di più. Vuol dire essere portatori di una cultura; ossia essere depositari di quell’insieme di esperienze, conoscenze, relazioni, metodologia, consuetudini, sensibilità, per cui una persona è in grado di far succedere delle cose e sa maneggiare i tanti elementi che entrano in gioco in una situazione complessa. Ed il governo della cosa pubblica è una questione molto complessa. È importante affidare le redini del governo a colui che è portatore di un valore aggiunto che è diretta emanazione della sua cultura. Se guardate i cosiddetti candidati premier non è sempre così. Non tutti hanno questa caratteristica. Anzi, alcuni di essi non hanno nulla da offrire che non siano urla mediatiche o proposte da circo. Pensate a Di Maio o a Salvini: di quale cultura sono portatori? Quale è il loro valore aggiunto?
Fa bene il PD ad impostare una campagna elettorale seria. Senza sprizzi e lazzi ma concentrata sulla fatica della politica e sulla valorizzazione di una classe dirigente che ha dimostrato di avere la cultura dell’amministrazione. Essere consapevoli delle difficoltà di realizzare un programma, avere la cura dell’ultimo miglio per fare in modo che la scelta fatta produca effettivamente i risultati attesi. Una classe dirigente che sa recuperare il valore della profondità e che non abbia come unica strategia la comunicazione ma al contrario che sappia entrare verticalmente dentro alle questioni e non si accontenti dei titoli.
Il nostro Paese ha bisogno di mantenere stabilmente la via della crescita e allo stesso tempo ha bisogno di allargarla il più possibile affinché anche chi non ha ancora incontrato questa via possa farlo nei prossimi mesi. Stabilità nella direzione e speranza nel futuro. Non abbiamo bisogno di salti nel buoi o del ritorno al medio evo. È un Paese che va sostenuto non strattonato. È un paese che va tenuto insieme e non diviso.
Allora care elettrici e cari elettori, da qui al 4 marzo provate a guardare il dibattito politico con questa lente. Togliete i pregiudizi (positivi o negativi che siano) ed andate dentro le proposte che vi vengono fatte. Usate anche voi il metro della competenza. Usate la vostra “cultura” per giudicarci e secondo me ci guadagnerà il Paese. “Un programma politico non si inventa, si vive”. Queste parole di Don Sturzo sono bellissime perché solo chi è capace di fare politica con la passione per la vita degli altri può proporre un programma politico serio e realizzabile. Il resto sono chiacchiere delle quali il 5 marzo non si ricorderà più nessuno.
È un
Paese che
va sostenuto
non strattonato
È la prova
che l’Italia
sa farsi ascoltare in Europa
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In redazioneCarla Attianese, Patrizio Bagazzini,Stefano Cagelli, Maddalena Carlino, Roberto Corvesi, Francesco Gerace,Silvia Gernini, Stefano Minnucci,Agnese Rapicetta, Beatrice Rutilonidemocratica@partitodemocratico.itPD BobSocietà editrice:Democratica srl Via Sant’Andrea delle Fratte 16 – 00187 Romawww.democratica.comwww.partitodemocratico.itPer ricevereDemocratica: scrivi su Whatsapp a 348 640 9037oppure vai sul messenger Facebookall’indirizzom.me/partitodemocratico.it DirettoreAndrea RomanoVicedirettoreMario Lavia
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