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Democratica

Della Redazione Di Democratica

n. 107 venerdì 19 gennaio 2018
“Dobbiamo sottolineare i doveri tanto quanto i diritti”
(Clement Attlee, leader laburista, 1948)

L’EDITORIALE

Bullismo, insieme
si può vincere
Teresa Petrangolini
Dice Alberto Pellai, medico e psicoterapeuta dell’età evolutiva: “Da sempre il bullismo condanna l’elemento che è portatore di una differenza, non intendendo la diversità come risorsa, ma come elemento da stigmatizzare e di cui ribadire l’estraneità al comune bisogno di normalità e normalizzazione”.
Offese, parolacce e insulti; derisione per l’aspetto fisico o per il modo di parlare; diffamazione; esclusione per le proprie opinioni; aggressioni fisiche oppure psicologiche: tutto questo, quando è “ricorrente e ripetuto nel tempo” – sia che avvenga in un luogo fisico oppure in uno spazio virtuale -, è bullismo.
C’è una costante: la vittima che subisce l’abuso non riesce a reagire.
Scuola, scuola, scuola
Secondo indagini Istat sui comportamenti offensivi e violenti tra i più giovani, più del 50% degli 11/17enni è stato vittima di un episodio offensivo, irrispettoso e/o violento da parte di coetanei. Per gli psicologi si tratta di una vera e propria emergenza, che può essere contrastata a partire dall’intervento a scuola.
E proprio la previsione che ogni scuola debba individuare, tra i propri docenti, un referente con il compito di coordinare le iniziative di prevenzione e contrasto, è un elemento – fondamentale – della legge n.71/2017 contro il cyberbullismo, approvata dal Parlamento, lo scorso giugno.
Pasticci
di destra
SEGUE A PAGINA 6
LAVORO
Verso il 4 marzoBerlusconi, Salvini e Meloni siglano un accordo privo di un credibile progetto per il Paese. E i sondaggi li puniscono
Nannicini: “Ora
la formazione
nel Jobs Act”
MARATTIN A PAGINA 3
PAGINA 4
CAMPAGNA ELETTORALE
DIRITTI
Biotestamento, anche nel nome di Gesualdi
Renzi carica il Pd:
“Noi contro i partiti
finti e incompetenti”
PAGINA 4
Il segretario dem si scaglia contro Di Maio e Salvini “gemelli diversi del populismo”. Da Gentiloni un monito a non disperdere il buono fatto in questi anni. Delrio: “Mai con questa destra”
TERREMOTO
Il super-piano da un miliardo per
la ricostruzione
A PAGINA 2
PAGINA 5
Verso il 4 marzo
“Lotta senza quartiere al populismo”
Renzi in Sicilia: “No al ritorno all’assistenzialismo, vogliamo dare un lavoro a tutti”
Matteo Renzi intervenendo alla commemorazione in memoria di Don Luigi Sturzo a Caltagirone attacca Di Maio e Salvini che nel “dibattito politico italiano i gemelli diversi del populismo italiano. Di Maio e Salvini, su alcuni temi vanno sempre nella stessa direzione, ovvero quella del no all’obbligatorietà dei vaccini, come voluta dal governo, vanno insieme sulle politiche europee e sul vaneggiare un referendum sull’euro dimostrando in modo più forte che altrove la necessità di avere delle radici. A Caltagirone, e non solo qui, trovo un pezzo delle radici e della storia del Pd”.
Salvini e Di Maio
L’ex premier ha poi rincarato la dose: “Siamo passati dai no euro ai boh euro. Salvini è una volta al mese europeista, il 27 quando prende lo stipendio. Di Maio i giorni pari sta nell’Ue e quelli dispari no, il problema è quando partecipa a trasmissioni a cavallo di mezzanotte che cambia idea da un momento all’altro”. E sul leader leghista ha aggiunto: “Ho letto che Matteo Salvini è stato proposto come possibile ministro dell’Interno perché pubblica moltissimi post su polizia e carabinieri. Se bastasse questo le forze dell’ordine italiane sarebbero le più pagate d’Europa”.
Fake news
“La rete è diventata una contenitore politico di rilancio di fake news e noi le combattiamo per la qualità della vita dei nostri figli e quando noi diciamo no a quelle sui vaccini, combattiamo il populismo e noi siamo per la lotta al populismo”.
Programma Pd
”Il programma del Pd si baserà su cento fatti e cento piccoli impegni da verificare. La priorità è il lavoro non l’assistenzialismo. Ci sono partiti che promettono redditi a tutti, ma come li pagano? Stampano i soldi del Monopoli? E’ una proposta mediaticamente che passa? Non lo so, ma è assurdo. Noi puntiamo a dare un lavoro a tutti. Uscire dall’assistenzialismo e dare un lavoro a tutti deve essere il nostro assillo”.
Un sindaco deve pulire la città
non dire di chi è il maiale
“Votate chi volete, magari per un partito che non ha scritto un nome sul simbolo. Io vedo candidature con nomi e cognomi più o meno presentabili. Un partito non può essere di un leader. L’onestà non è di proprietà di un partito politico. O è la pre-condizione o non lo è. La differenza deve essere poi tra quelli capaci e quelli incapaci. In questi giorni il sindaco di un’importante città davanti ad un maiale che rovistava tra i rifiuti ha detto che era dei Casamonica. Io non ho l’anagrafe suina, ma il compito di un sindaco è quello di togliere i rifiuti e non di dire di chi è”.
Francesco Gerace
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Gentiloni: “Fuori dalla crisi, non disperdiamo quanto fatto”
Delrio: “Il Pd gioca di squadra, mai con questa destra”
“Noi giochiamo di squadra, non siamo come il centrodestra dove c’è solo Berlusconi”, con queste parole Graziano Delrio ribadisce il gioco di squadra del Pd, e osserva che “il Presidente del Consiglio lo deciderà il Presidente della Repubblica sulla base del voto e dei rapporti di forza parlamentari. Tocca agli elettori scegliere se vogliono un uomo del Pd, Di Maio o uno che indicherà Berlusconi”.
Su Renzi dice: “Continua a parlare di squadra. Se ascolto le sue parole, devo dire onestamente che mi sembra generoso. Non pone la sua persona come un ostacolo”.
Il ministro delle Infrastrutture non parla delle alleanze dopo voto perché “discuterne ora è un esercizio inutile”, però ribadisce l’alternatività del Pd a Salvini e Meloni con il quale “non condividiamo nulla, non vedo come potremmo mai accordarci con questa destra che pensa di favorire i ricchi con la flat tax. Questi pensano che per difendere i confini dal terrorismo serve il filo spinato sulle Alpi”.
E infine un appello al voto citando Mandela: “Nelle vostre scelte non fatevi ispirare dalle paure, ma dai vostri sogni. Ecco, il 4 marzo non lasciate che a scegliere siano le vostre paure”.
Finalmente siamo fuori dalla crisi più grande del dopoguerra, abbiamo un buon livello di crescita, potremmo averlo migliore, lo abbiamo stabile. Abbiamo raggiunto livelli occupazionali, di persone occupate, che sono i più alti da quando si fanno statistiche. Abbiamo ridotto il nostro deficit, sarà quest’anno (nel 2017) al 2%”. Paolo Gentiloni ha colto l’occasione dell’inaugurazione del-l’anno accademico della Luiss, a Roma, per fare il punto della situazione italiana. E sempre riguardo gli equilibri economici del Paese, il premier ha ribadito che i conti pubblici “sono non in ordine, ma molto in ordine” e “dobbiamo partire dalla consapevolezza che questi risultati, che sono costati sacrifici, non possono essere dilapidati, perché sarebbe assolutamente irresponsabile, e questo non è il tempo delle cicale”.
Poi sulle elezioni Gentiloni si è detto “fiducioso”, fiducia che ribadisce anche “agli interlocutori economici e ai leader stranieri che mi chiedono dell’instabilità politica” Il premier sottolinea che “l’Italia è da 70 anni fra i grandi Paesi europei il più coerente, e ai cambi di governo non hanno corrisposto cambiamenti in politica economica, estera e nell’affidabilità per gli investitori”.
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Verso il 4 marzo
201820192020202120222023202420252026202720282029Cambiando i 4 parametri in alto a sinistra – costo medio del debito, crescita reale, inflazione e avanzo primario – potete calcolare da soli la traiettoria del nostro debito pubblico. Buon divertimento!13012512011511010510095costo medio debito 0,03crescita reale 0,015inflazione 0,02stock t-1 1,316avanzo primario 0,022018 128,9%2019 126,3%2020 123,7%2021 121,0%2022 118,4%2023 115,9%2024 113,3%2025 110,7%2026 108,2%2027 105,6%2028 103,1%2029 100,6%debito/Pildebito/Pil
Le promesse farlocche della destra
Marattin: “La Flat Tax? Significherebbe diminuire le entrate nelle casse dello Stato per 50 miliardi”
Luigi Marattin, Brunetta sostiene che sia possibile ridurre il debito fino al 100% del Pil in 5 anni: quanto è realistico?
Per fortuna – e lo dico da sostenitore che la politica non sia solo numeri ma che non possa prescindere da essi – l’andamento del debito è ancora governato dall’aritmetica, e non dalle chiacchiere. E l’aritmetica – anche piuttosto semplice – ci dice che per raggiungere quell’obiettivo ci deve essere una crescita del Pil del 4% l’anno (che non si vede dagli Anni 60), oppure un’inflazione del 4% (doppia rispetto al mandato BCE), oppure un avanzo primario del 5%. Ed è proprio questo il punto più interessante.
Perché? Ma innanzitutto, che cos’è l’avanzo primario?
Èla differenza tra quello che lo Stato incassa da cittadini e imprese (tasse e contributi) e quello che spende (personale, servizi e beni pubblici, investimenti) senza considerare gli interessi sul debito. Al momento l’avanzo primario è al 2% del Pil. Brunetta in pratica ci sta dicendo che lo vuole più che raddoppiare. Per farlo, ci sono solo due modi: o si aumentano le entrate (le tasse e i contributi), o si diminuiscono le spese. E neanche di poco. Perlomeno una ventina di miliardi.
Ma Brunetta nel suo intervento dice che aumenterebbe l’avanzo primario diminuendo la spesa per interessi.
Deve essere stato un lapsus. Come dicevo infatti, l’avanzo primario non comprende la spesa per interessi. E’ come se le dicessi che rafforzerò l’attacco della Juve facendo giocare due arbitri. Come noto, la squadra di calcio non comprende gli arbitri. E non faccia battute per favore.
La tentazione è forte. Quindi Brunetta ha commesso un errore incredibile?
Preferisco pensare che l’on. Brunetta, da decenni professore ordinario di economia, fosse distratto. Altrimenti veramente rimarrei a bocca aperta.
Quindi Brunetta stesso dice che vuole raddoppiare l’avanzo primario portandolo dal 2% ad almeno il 4% del Pil (anche se lei nei suoi conti stima che per raggiungere il suo obiettivo abbia bisogno almeno del 5%), quindi o aumentando le tasse o diminuendo la spesa per decine di miliardi. Ma allora come fa a fare la Flat Tax, che rilancia nel suo stesso intervento?
Questa è la domanda che gli ho posto l’altro giorno su twitter, senza però ricevere risposta. Fare la Flat Tax significa (oltre che fare un enorme regalo ai contribuenti a reddito alto e altissimo) diminuirele entrate di almeno 50 miliardi di euro l’anno, quando invece abbiamo dimostrato che per raggiungere il suo obiettivo sul debito pubblico avrebbe bisogno di aumentare le entrate (o diminuire le spese). Le due cose sono quindi in totale contraddizione.
Ma il PD invece cosa propone sul debito pubblico? Lo vuole lasciare così com’è?
No. In questi anni i governi del Pd hanno ridotto il deficit di quasi un terzo (dal 3% del 2014 al 2.1% del 2017) e hanno stabilizzato il debito. Quindi abbiamo credibilità per parlare (mentre il centrodestra, tutte le volte che ha governato in questi 20 anni, ha aumentato il deficit). E quello che diciamo è molto chiaro: il debito deve essere ridotto, in maniera credibile e graduale. Non perché ce lo dice qualcuno, ma perché un debito alto sottrare risorse (65 miliardi l’anno di interessi) che potrebbero essere spese più proficuamente altrove e rappresenta una fattore di rischio per il futuro, perché ci impedisce di fare politiche espansive quando ne avremo urgente bisogno. Ma non servono annunci irrealistici: serve un sentiero di lenta ma costante discesa. Per questo ridurremo il debito dall’attuale 132% al 100% del Pil entro i prossimi dieci anni. E’ un obiettivo che si può raggiungere mantenendo lo stesso livello di avanzo primario che abbiamo già raggiunto nel 2017, quindi senza ulteriore “austerità”. A due condizioni: che l’inflazione torni al 2%, come da mandato BCE (e lo sta facendo), e che i mercati finanziari non comincino a perdere nuovamente la fiducia in noi, facendo esplodere gli interessi sul nostro debito. Il PD intende scongiurare questo pericolo proseguendo e intensificando la stagione di riforme strutturali (concorrenza, PA, giustizia, competitività) che è iniziata dal 2014. Ma per rassicurare chi ci presta i soldi serve soprattutto mandare al governo gente seria, competente e con i piedi per terra. Per questo il compito più difficile non è certamente di noi che facciamo i conti…ma degli italiani il prossimo 4 marzo.
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Brunetta dice che vuole ridurre il debito. Impossibile con le misure che hanno proposto
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Focus
Nannicini: “Così rilanciamo il Jobs Act”
Un “conto personale formazione” per completare il Jobs Act. E’ questo il progetto a cui sta lavorando il team guidato da Tommaso Nannicini, economista alla Bocconi di Milano e responsabile del programma del Pd. In un articolo pubblicato ieri sul Sole 24 Ore, il braccio destro di Matteo Renzi ha lodato le priorità indicate alcuni giorni fa da Carlo Calenda e Marco Bentivogli, dalla centralità degli investimenti in formazione e capitale umano al rafforzamento della qualità dell’occupazione: “Sono in perfetta sintonia con le proposte del Pd per la prossima legislatura e sviluppano il cammino che i governi Renzi e Gentiloni hanno portato avanti in anni difficili”.
Secondo Nannicini “è ora di mettere in campo strumenti che rendano concreto e credibile, non solo a parole, il diritto soggettivo di ogni lavoratore a una formazione permanente, indipendentemente dal tipo di contratto”. Ecco allora l’idea del “conto personale formazione”: si partirebbe con una dote iniziale (si ragiona su 500 euro dal 18esimo anno di età della persona) da alimentare poi con accumuli successivi. Si punterebbe su servizi personalizzati, che potranno essere anche rafforzati per migliorare, ad esempio, l’alternanza scuola-lavoro e il sostegno ai percettori del reddito di inclusione, il primo intervento strutturale di contrasto alla povertà introdotto in Italia.
Stiamo parlando di un provvedimento che adotterebbe e farebbe suo il principio di un’evoluzione decisa del concetto di “diritto al lavoro”. Fino a qualche tempo fa ci si preoccupava del semplice inserimento in un singolo posto al termine degli studi e poi per tutta la vita. Adesso pensieri e aspettative sono differenti, con carriere lavorative spesso discontinue, caratterizzate da un susseguirsi di periodi di interruzioni e di ripartenze. C’è poi la spinta della rivoluzione tecnologica e le rinnovate esigenze della fabbrica 4.0: gli studi, nazionali e internazionali, più accreditati evidenziano che le dieci professioni oggi più richieste dal mercato non esistevano fino a dieci anni fa.
Di qui la necessità del “conto personale” e non solo. Oltre al diritto soggettivo alla formazione di ciascun lavoratore, il Pd sta pensando anche a due altre proposte, collegate: passare dagli incentivi congiunturali agli investimenti a un sostegno strutturale per le imprese che innovano e il decollo di una nuova filiera scolastica “professionalizzante”, rilanciando l’istruzione tecnica e professionale e continuando la strada del potenziamento degli Istituti tecnici superiori, che hanno un tasso di occupabilità superiore all’80%.
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Addio a Michele Gesualdi, simbolo della battaglia per il biotestamento
Nello scorso marzo aveva scritto una lettera per accelerare sulla legge. Il cordoglio del Pd
Agnese Rapicetta
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Ecco cosa prevede la legge, punto per punto.
È morto Michele Gesualdi, simbolo della battaglia per la legge sul testamento biologico. Gesualdi, 74 anni, affetto da Sla da tre anni, è stato uno dei primi allievi di don Lorenzo Milani nella scuola di Barbiana. Da sempre attivo nella sua comunità è stato prima dirigente Cisl e poi presidente della Provincia di Firenze, subito prima di Matteo Renzi. Nello scorso marzo aveva scritto una lettera ai presidenti di Camera e Senato per chiedere un’accelerazione nell’iter per la legge sul testamento biologico, approvata lo scorso dicembre. “Fate presto, non voglio essere torturato”, aveva scritto. Parole che hanno fatto nascere un comitato che in pochi giorni trovò sostenitori da ogni parte d’Italia. “La Sla è una malattia spaventosa, al momento irreversibile e incurabile – si legge nella lettera – avanza, togliendoti giorno dopo giorno un pezzo di te stesso: i movimenti dei muscoli della lingua e della gola, che tolgono completamente la parola e la deglutizione, i muscoli per l’articolazione delle gambe e delle braccia, quelli per il movimento della testa, e respiratori e tutti gli altri. Alla fine rimane un scheletro rigido come se fosse stato immerso in una colata di cemento. Solo il cervello si conserva lucidissimo insieme alle sue finestrelle cioè gli occhi, che possono comunicare luce ed ombre, sofferenza, rammarico per gli errori fatti nella vita, gioia e riconoscenza per l’affetto e la cura di chi ti circonda”. Il segretario dem Renzi ha espresso la sua commozione e affetto.
Consenso informato
Il paziente ha il diritto a scrivere o videoregistrare un documento per esprimere le proprie volontà – che possono essere modificate o revocate in qualsiasi momento – riguardo cure e trattamenti.
Nutrizione e idratazione artificiale
Il paziente ha il diritto di rifiutare qualsiasi accertamento diagnostico o trattamento sanitario tra cui la nutrizione e l’idratazione artificiale.
Terapia del dolore e divieto di accanimento sul paziente
Il medico deve sempre garantire al paziente una terapia del dolore e l’erogazione delle cure palliative, adoperandosi per alleviare le sue sofferenze.
Minori e incapaci
Il minore o incapace deve essere messo in condizione di esprimere la sua volontà. Il consenso informato è espresso dai genitori esercenti la responsabilità genitoriale o dal tutore.
Dat – Disposizioni anticipate di trattamento
Ogni persona maggiorenne e capace di intendere e di volere può dare disposizioni anticipate di trattamento sanitario e scegliere una persona di sua fiducia che ne faccia le veci.
Pianificazione condivisa delle cure
In caso di una patologia cronica e invalidante, può essere realizzata una pianificazione delle cure condivisa tra il paziente e il medico, alla quale il medico è tenuto ad attenersi.
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Terremoto
Scuole, case, caserme: stanziato oltre un miliardo
di euro per la ricostruzione
La ferita di Rigopiano,
un anno dopo
Approvato il piano delle opere pubbliche durante la cabina di regia riunita a Pieve Torina, piccolo paese tra l’Umbria e le Marche, che il terremoto non ha risparmiato. Nell’unica struttura ad ora ricostruita, la Commissaria straordinaria per la ricostruzione post sisma, Paola De Micheli, ha deciso di fare il punto su ciò che è stato fatto finora e presentare ciò che si farà.
Il Governo è in prima linea e ha deciso di stanziare circa 1 miliardo e 35 milioni di euro. La somma servirà a ricostruire scuole (276 milioni di euro), caserme (92 milioni), case comunali (147 milioni) e popolari (136 milioni).
Nello specifico, alla regione Marche sono stati assegnati oltre 605 milioni di euro così distribuiti: 160 milioni per la ricostruzione di 82 scuole e istituti scolastici; 114,53 milioni per 50 case comunali; 190,52 milioni per 164 opere pubbliche; 65 milioni per l’edilizia popolare; circa 75,47 milioni di euro per 20 caserme. Alla regione Abruzzo invece sono destinati 156,86 milioni di euro, alla regione Lazio 149,53 milioni di euro, alla regione Umbria 122,51 milioni.
Oltre al Piano per le opere pubbliche, è stato illustrato nel dettaglio il contenuto dell’ordinanza 46. Grazie alla norma, il contributo per la ricostruzione verrà determinato più rapidamente perché le nuove linee guida danno la possibilità ai professionisti di indicare l’importo del contributo presumibile già alla presentazione della domanda, che sarà verificato e approvato dall’Ufficio Speciale Regionale con una procedura più snella e veloce. È previsto poi il rimborso dei lavori per il ripristino di porzioni di edifici, come cantine, stalle e magazzini, in precedenza esclusi da contributo.
Durante la riunione c’è stata anche una prima approvazione degli elenchi degli interventi sulle chiese (ancora provvisori) di Lazio, Umbria, Abruzzo e per le diocesi di Macerata, Camerino e Fabriano. Gli elenchi definitivi verranno approvati successivamente in un’ordinanza che specificherà anche le procedure di gara per i soggetti attuatori dei lavori.
Un’altra buona notizia. Il comitato ha approvato il cronoprogramma per arrivare entro la fine di febbraio alla definizione del Piano di intervento sul dissesto idrogeologiconelle zone terremotate per mettere in atto una ricostruzione più sicura. De Micheli ha chiarito: “Credo sia la prima volta che accade in una ricostruzione post terremoto e che rappresenti un punto di non ritorno in termini di visione complessiva della ricostruzione”.
Poi il punto sulla consegna delle casette: ad oggi sono state consegnate il 63% del quelle necessarie (2.286 su 3.662). Ma la promessa è che si arrivi entro febbraio a consegnare il 92% delle Sae. Oggi sono in totale 51.400 le persone assistite dal sistema di protezione civile nazionale.
Agnese Rapicetta
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“Le angosciose immagini diffuse durante le operazioni di salvataggio, scandite dal repentino susseguirsi, con il passare del tempo, di sentimenti ora di speranza e ora di sconforto sono presenti nel cuore e nella memoria di tutti, così come la straordinaria generosità dei soccorritori, impegnati in attività di particolare complessità e in condizioni di estremo pericolo, a testimonianza dell’autentica solidarietà corale che il popolo italiano riesce a offrire nelle prove più drammatiche”. Con queste parole il Capo dello Stato, Sergio Mattarella, ha ricordato ad un anno dalla tragedia dell’Hotel Rigopiano la “profonda ferita per la comunità coinvolta e per il Paese intero” rivolgendo “un commosso pensiero alle vittime e rinnovare la mia solidale vicinanza ai loro familiari e ai superstiti”. Il Quirinale ha poi fatto sapere che lunedì prossimo, 22 gennaio, il presidente della Repubblica e il presidente del Consiglio, Paolo Gentiloni, incontreranno i familiari delle vittime della tragedia.
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Commenti
Bullismo, insieme si può vincere
Un provvedimento che prevede una serie di interventi e strumenti con l’obiettivo di dar voce ai ragazzi e consolidare una rete di sostegno affinché non si sentano più soli.
Studi effettuati dall’Osservatorio regionale sul bullismo del Lazio hanno rilevato che in questa regione, il fenomeno ha raggiunto una diffusione pari al 41,5% degli alunni delle scuole elementari e medie coinvolti come vittime. Il dato più alto tra le cinque province riguarda Roma con il 45,7%: in pratica, uno studente su due. E il Lazio è la prima regione italiana a essersi dotata di una legge sulla prevenzione e il contrasto del bullismo – la n.202/2016 – promotore e primo firmatario, il capogruppo Pd al Consiglio regionale, Massimiliano Valeriani. La legge prevede investimenti annuali su progetti di contrasto e prevenzione, con un occhio particolare alla scuola.
E con l’aiuto della storia, della letteratura, della filosofia la scuola è il luogo migliore dove valorizzare le diversità come punti di forza; dove insegnare il rispetto per sé e per gli altri, il coraggio di difendersi, l’autostima, la lotta all’omertà. Ma, soprattutto, la scuola ha un compito: insegnare agli uomini di domani l’umanità. Contro tutte le forme di violenza.
Cyberbullismo e “Far Web”
“E? vero che gli ebeti sono sempre esistiti; e? vero che al bar hanno libertà di parola assoluta”, riflette Matteo Grandi nel suo “Far Web” – scritto per i tipi di Rizzoli – dove approfondisce proprio il lato oscuro dei social che si alimenta di odio, bufale e bullismo, “ma l’elemento anomalo con l’avvento del web e? che oggi ogni castroneria diventa potenzialmente virale”.
La Rete, in particolare con l’esplosione dei social media, negli ultimi dieci anni, è diventata un luogo nel quale scaricare rabbia e frustrazioni senza sensi di colpa, in cui attaccare ferocemente personaggi pubblici o emeriti sconosciuti con la sola colpa di avere opinioni diverse. La scusa del virtuale permette che molti, fra anonimato e incoscienza, avvelenino la discussione e l’opinione pubblica con violenza e ignoranza senza tema di conseguenze.
Ma offendere o minacciare in un commento su Facebook è grave tanto quanto farlo in un luogo reale: la sentenza della Corte di Cassazione n.42727 del 23 ottobre 2015 ricorda che la community internet con i suoi milioni di iscritti può tranquillamente rientrare nella nozione di luogo pubblico.
Da novembre esiste anche un’App contro i bulli. La Polizia di Stato, pochi mesi fa, ha presentato infatti a Roma “You Pol”, l’applicazione che consente di interagire e segnalare episodi di bullismo (anche lo spaccio di sostanze stupefacenti). Si può scaricare su tutti gli smartphone e tablet ed è possibile inviare immagini e segnalare direttamente alla sala operativa della Questura competente per territorio, fatti di cui si è testimoni diretti (anche mediante foto o immagini acquisite sul proprio dispositivo).
Lo sport contro il bullismo
L’ambito che, più di qualsiasi altro, riesce nell’intento di esaltare le diversità e dare valore al confronto, anche se questo è oppositivo, è lo sport. Quando la competizione è percepita come confronto positivo con se stessi e con gli altri, intesi come atleti con cui confrontarsi e misurare le proprie prestazioni, allora diventa un potente strumento capace di educare. Inoltre nello sport si combatte, certo, ma rispettando le regole, e alla fine della gara ci si abbraccia, a prescindere.
“Lo sport, in questo senso, può e deve assumere un ruolo rilevante nella vita dei giovani: è in grado di insegnare molte cose a chi si avvicina a quel mondo con spirito costruttivo”, sostiene Emanuele Blandamura, giovane campione d’Europa nei Pesi medi a cui la boxe ha “insegnato ad affrontare la vita, a relazionarsi con gli altri, a mettersi sempre in discussione”; ha insegnato ad “accettare la sconfitta e a superare gli insuccessi”; soprattutto, ha insegnato “lo spirito di sacrificio e la lezione che ad ogni sacrificio corrisponde un vantaggio”; infine, ha insegnato “a non arrendersi mai”.
Arriva da Oltreoceano, una bella lezione di civiltà dai campioni di football.
Tutto è accaduto a Knoxsville, Tennesse, dove Keaton Jones – un bambino disperato perché costantemente preso in giro e aggredito fisicamente da un gruppo di bulli – ha raccontato di essere stato vittima di bullismo a tal punto da voler lasciare la scuola e saltare il pranzo invece di affrontare chi lo tormentava. Così, sua madre Kimberly ha prima abbracciato il piccolo in lacrime, e poi ha premuto il pulsante rosso dello smartphone per registrare la sua testimonianzahttps://www.youtube.com/watch?v=kz1xzBYppW8.
Il video raccoglie su Facebook 22 milioni di visualizzazioni in 24 ore: in suo aiuto accorrono perfino giocatori di football: un’immensa gara di solidarietà tra star dello sport, del cinema, della tv, e da milioni di persone comuni. Un richiamo talmente accorato che ha permesso di raccogliere in 24 ore quasi 30mila dollari.
Non so se ci siano ricette definitive per affrontare questo fenomeno, ma certamente gli antidoti più potenti sono la scuola e lo sport.
Assieme a questi luoghi e a questi strumenti, servono messaggi forti per i ragazzi e le ragazze, come quello dell’ l’attore e sceneggiatore americano Harvey Fierstein.
“Non essere vittima di bullismo in silenzio. Non permettere che facciano di te una vittima. Non accettare la definizione di nessuno sulla tua vita, definisci te stesso”.
Teresa Petrangolini
Segue dalla prima
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In redazioneCarla Attianese, Patrizio Bagazzini,Stefano Cagelli, Maddalena Carlino, Roberto Corvesi, Francesco Gerace,Silvia Gernini, Stefano Minnucci,Agnese Rapicetta, Beatrice Rutilonidemocratica@partitodemocratico.itPD BobSocietà editrice:Democratica srl Via Sant’Andrea delle Fratte 16 – 00187 Romawww.democratica.comwww.partitodemocratico.itPer ricevereDemocratica: scrivi su Whatsapp a 348 640 9037oppure vai sul messenger Facebookall’indirizzom.me/partitodemocratico.it DirettoreAndrea RomanoVicedirettoreMario Lavia

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