Per Una Congiura Di Palazzo, Si Rinviano Le Elezioni
16 Gennaio 2018
Democratica
17 Gennaio 2018
Mostra tutto

Venezuela: Ci Siamo Quasi

Di Vittorio Venditti
(Collaborazione), Di Mario Ricca
(Foto), Prese Da Internet Da Stefano Venditti

In Culo Ai Moralisti Ed A Chi Campa Su Questo Business!

Oggi ho intenzione di farmi qualche altro nemico fra coloro che ancora non mi scansano: Desidero infatti tornare sul tema “Venezuela ed immigrati di ritorno”, già in un certo senso trattato qui poco più di cinque mesi fa, quando il caldo dava alla testa; tutto ciò, dopo averne sentite di cotte e di crude, durante il periodo del “buonismo” appena trascorso e qui non si può ascrivere la colpa alle bizzarrie meteorologiche. La pezza d’appoggio mi è stata fornita come al solito dalla Mina vagante, magari per sottolineare il nostro “volgar/sessismo”, cosa per cui, qualora non ti andasse di continuare a leggere questa farneticazione, puoi ritenerti tranquillamente esente dal farti del male: Venezuela, le prostitute si pagano con il cibo. Mario dice la sua: “Tempo qualche anno e anche in itaGlia si finirà così”.

Uomo di poca fede… Qui c’è Dio! Danaro… S’intende! E comunque, per chi vede il bicchiere mezzo pieno, da sessista e volgare quale sono stato definito, aggiungo che la natura si sta riprendendo ciò che è suo: Chi, infatti, nell’approcciare una donna ad ogni livello estetico o di censo, non l’ha dovuta portare almeno una volta a cena prima di concludere?

sbarco

Tornando a bomba: Tu sai come la penso io sugli immigrati, soprattutto su coloro che tutto vorrebbero fare, tranne che restare in Italia, dove sono praticamente obbligati a transitare, scimmiottando improbabili appagamenti per il trattamento ricevuto, (qui una delle farneticazioni più importanti in merito).

Sanguisuga Gigante

Diverso è invece ciò che penso di gente che, partita a suo tempo proprio verso il Venezuela, negli anni scorsi si è permessa di tornare a Gambatesa ed insultare chi vi risiede e lotta per vivere con dignità senza chiedere niente a nessuno. Si tratta di chi, in quelle terre, ha fatta fortuna e pensava di guardare il Prossimo dall’alto in basso, con la miopia di chi non si stava accorgendo che già in quel periodo, (millenovecentonovantadue), stava perdendo la terra da sotto i propri piedi. Questa gente si è permessa il lusso d dire: “Ringrazia Dio che ce ne siamo andati e vi abbiamo lasciato più spazio!”, come se poi noi mangiassimo a casa di questi “signori”. A costoro, è stata data una risposta che dovrebbe dar da pensare ai gambatesani ed ai molisani in genere: Sarebbe stato meglio se foste rimasti, atteso che il numero faccia la forza ed anche per questo motivo, il Molise che non esiste non è solo un modo di dire.

Oggi, visto quello che sta accadendo in Venezuela, data la miopia di chi si riteneva onnipotente per qualche liretta messa da parte spesso a scapito anche dell’igiene personale ed atteso che questi stolti non abbiano profittato del lasciapassare dato da chi oggi grida all’immigrato nero, ci ritroviamo a dover leggere e sentire dai mezzi di comunicazione di massa, di sagre e collette organizzate per permettere il rientro di chi ci ha lasciato lo spazio vitale…

Noi oggi questo spazio lo rivendichiamo come nostro e di chi ha bisogno di noi;
Noi preferiamo accogliere i “negri” che qui non ci vogliono nemmeno restare;
Noi gradiremmo che chi ci ha guardato dall’alto in basso, restasse dov’è voluto andare.

Se poi per questo più che valido motivo, magari questo gentame votasse lì, senza venire a condizionare la vita di chi ha la libertà di viverla, dopo essersela costruita a base d’insulti proferiti da chi si è dimostrato quanto vale ed ora viene a bussare per un tozzo di pane, magari tratto da pensioni di vecchiaia acquisite con i contributi versati per un anno di lavoro, a fronte di chi, residente e quando possibile lavorante, questi emolumenti deve “elargirli” molto spesso sotto estorsione per una vita intera per poi sperare che qualcuno si ricordi di erogargli quanto dovuto in termine di assegno di quiescenza, tutto ciò fuori campagna elettorale,

A NOI NON DISPIACEREBBE AFFATTO…….
E ME NE FREGO ALTAMENTE DI CHI LANCIA IL SASSO E NASCONDE LA MANO!!!

Papa Francesco I

1°: Migranti, l’appello di papa Francesco: ‘Superate le paure e accogliete’.
2°: Vaticano, Papa Francesco e l’immigrazione. Alessandro Meluzzi: “Sarà una catastrofe”.
Quest’ulteriore uno/due, viene corredato dall’esplosione a grappolo che la Mina Vagante pone in essere come segue: “Tanto lui se ne sta al sicuro, cosa gli importa se noi oltreché da delinquenti e stupratori nostrani, dobbiamo difenderci anche dai maomao. Ma che se ne andasse a fare in culo lui e tutti i cattosinistrati”. E poi: “Tutte queste chiacchiere quando bastava dire al papastro sudamerindio Che l’ospite è come il pesce, dopo tre giorni puzza”.

Il primo colpo l’ho già bypassato con la farneticazione chiaramente sopra esposta, derivata da uno sfogo che dovevo porre in pratica da venticinque anni, sperando di poterlo espettorare de visu a chi, da allora, ha evitato di rivolgere la parola a mia madre, rea di essersi costruita la propria vita senza lasciare il paesello, ricordandosi che mia madre per l’appunto è una persona e la buona educazione prevederebbe che ogni essere umano va rispettato al di là della personale invidia nutrita. A tal proposito va aggiunto che chi aveva proferite a suo tempo le parole offensive sopra riportate, ha avuto il buon cuore di tornare ad offrire il proprio saluto solo l’estate scorsa, ricevendone una fredda, quanto sbrigativa risposta di circostanza, tendente al vaffanculo diplomatico, non espresso perché sarebbe significato sparare sulla croce rossa, già tale in Venezuela per colpa dei comunisti che nonostante la storia ne abbia già archiviate le gesta, continuano a far danno nel mondo, foraggiati da chi, del lavoro, ne vuol sentir parlare solo per prendere lo stipendio, spesso rubato ad altri. Per il resto, di primo acchito mi sono sbigottito: Ma come! Papa Francesco parla di Gambatesa? Poi mi sono ricreduto e tranquillizzato: In paese, abbiamo ben altre e più serie disgrazie!

Per chiudere dunque, se oggi il mio farneticare non ti è piaciuto perché non è politicamente corretto, tieniti il tuo democratico giudizio, atteso che se è vero il proverbio che dice: “Non capisce chi non patisce”, tempo al tempo e vedrai che ti convincerai che anche in questo caso avrò avuta ragione e, parlando di qualcosa “di colore”, che la merda è tale perché, pur avendo la stessa parvenza, non la si può considerare cioccolata esclusivamente per questa peculiarità.