Di Michele Iorio
Ho ascoltato con molta attenzione le parole del presidente Frattura in conferenza stampa, ho ascoltato la lettura della missiva del sottosegretario Gianclaudio Bressa e i dubbi sulla trasparenza di comportamento dell’intera maggioranza che in questi anni ha retto la politica regionale aumentano. Lo “Schifiltellum” molisano ricalca la legge elettorale della Calabria approvata, osservata e corretta nel duemilaquattordici. Quindi se questa maggioranza e i proponenti dello “Schifiltellum” hanno adottato il principio di emulazione, sapevano già da principio che il governo avrebbe chiesto di abbassare la soglia di sbarramento per le coalizioni dal dieci all’otto per cento.
Premesso che, se non c’è malafede da parte di tutti coloro che hanno voluto, sostenuto e fortemente asserito l’approvazione di questa legge così nettamente in ritardo c’è sicuramente incapacità politica e amministrativa, ritengo doveroso per chi ricopre il ruolo di presidente del Consiglio, pretendere chiarimenti ad horas e di mettere in campo tutto ciò che è doveroso fare per permettere al Molise di indire l’election day.
Già lo scorso luglio, in occasione dell’approvazione dei Piani Operativi con legge dello Stato, chi detiene il ruolo di super partes, ha anteposto, all’interno del Consiglio regionale, la difesa ad oltranza di Frattura rispetto ad elementi certamente più solenni, dimenticando che il Molise viene prima di ogni altro interesse. L’argomento elezioni non può essere procrastinato e i quasi tre milioni di euro necessari per lo svolgimento delle operazioni di voto potrebbero essere ripartiti a favore dei disoccupati del Molise, delle famiglie disagiate, per l’adeguamento del sostegno al diritto allo studio e alle scuole materne parificate. Perché una cosa è certa: questo rinvio serve solo a Frattura e ai suoi alleati per rimanere ancora al governo e tentare di prorogare l’attuale sistema di potere e magari riproporlo al momento più opportuno.