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Gambatesa. Capodanno 2018: Consuntivo

Di Vittorio Venditti
(Foto), Di Pietro Abiuso E Presa Da Internet Da Stefano Venditti
(Video), Di Pietro Abiuso

Nonostante Tutto

Nastro Nero Per Necrologio

Inizio la seconda settimana di questo duemiladiciotto con una conclusione: Sul “capodanno” di Gambatesa. Dopo averne trattato qui per ricordare quanto oggi vedi espresso dalla foto sopra esposta che mi è stata gentilmente fornita da Stefano Venditti che non risiede nel paesello, ma poco ci manca che lo conosce meglio di me, visto quanto già descritto qui, qui, ma soprattutto qui, quasi non prevista, ecco l’ultima farneticazione in tema, per chiudere qualcosa che altri pretendono di tener aperta ogni giorno dell’anno, costruendone piuttosto consapevolmente il naturale necrologio.

Le maidunate, non mi stancherò mai di ripeterlo, sono una licenza concessa per un giorno all’anno; sono qualcosa che non può venir espettorata fuori dal contesto del capodanno gambatesano e soprattutto sono un patrimonio che non può venir barattato in nome di gemellaggi o globalizzazioni, utili per permettere ad un gruppo circoscritto di ciarlatani locali di farsi viaggi e viaggetti, in nome della cultura e del progresso, pagati dall’intera cittadinanza di Gambatesa, come puoi leggere ad esempio, cliccando la [download id=”1453″ format=”2″], primo provvedimento promulgato dall’amministrazione municipale del borgo per iniziare al meglio il nuovo anno.

Forse non sono ancora sazi dopo i bagordi dello scorso cambio data?
O, più verosimilmente, stanno cercando di raschiare il barile finché possono?

Squadra U SAP FRANC Davanti A Ccett, ore 00,45 del 1 gennaio 2018

Mi sgancio da questo schifo d’argomento e torno sull’essenza di una tradizione che ormai non è più. Lunedì sera, a babbo morto, prima di chiudere la giornata, ho chiesto ad un’ospite che ha soggiornato in casa nostra per il periodo delle feste, cosa fosse rimasto in sintesi nella sua mente, a proposito del nostro capodanno. La persona da me interpellata, ha risposto che ricorderà per sempre “le squadre composte da persone quasi mascherate”.

Ottimo messaggio lasciato a chi viene dalla Toscana…

squadra u sap franc davanti a ccett di pietro abiuso, del 1 gennaio

Per fortuna che capodanno è ben altro!
Per fortuna che ancora si riesce a costituire una squadra dove magari per una notte convivono persone che durante il resto dell’anno non si rivolgono la parola!
Per fortuna che in nome della Tradizione, si riesce a mettere insieme un gruppo di gente che per il solo fatto che ha imparato a suonare proprio per poter fare le maidunate a capodanno, raggiunge lo scopo e magari si diverte pure!
Per fortuna che c’è Marco che viene bersagliato perché suona un bidone, ma nessuno ricorda che quando la maidunata era concessa dai nobili o dai governanti gambatesani per licenza, il contadino intraprendente, di certo non possedeva Paolo Soprani o strumenti costosi come quelli che girano oggi, ma magari si costruiva l’oggetto che gli sarebbe servito per suonare, con ogni genere di materiale riciclato, pur di godere di questa Libertà periodica. Io ricordo mio bisnonno per parte di madre, (passato a miglior vita quando avevo tredici anni), che pur di venirci a fare la maidunata, (lui conosceva quelle antiche), si costruiva la cosiddetta “Tammorra” con un cerchio di legno derivato da un setaccio inservibile e da un sacco di plastica adeguatamente sagomato, il tutto, legato da un pezzo di fil di ferro: E come suonava bene!
Per fortuna che c’è Pietro (l’americano), che ci scatta una foto e gira un video per poi mandarceli, non certo per piaggeria, ma per amicizia e sicuramente per vederli pubblicati, cosa che ci gratifica del lavoro fatto quella notte.

Alla faccia di idioti d’importazione che guardano inebetiti il risultato del loro fallimento!

Per fortuna che c’è ancora chi, chiuso il capodanno, arriva al punto di non andare al banchetto della squadra della quale ha fatto parte in tutto e per tutto, non per mancanza di rispetto dovuto agli altri squadristi, ma perché il capodanno per l’appunto è archiviato e gli impegni della vita sono impellenti e non trascurabili.

Insomma:

Per fortuna che esistono ancora persone in grado di saper dire basta per poi poter godere della propria Tradizione per antonomasia durante il prossimo periodo di licenza.

Io mi vanto di essere fra costoro.
Io vado fiero del fatto che sia pur con uno strumento al quale non avevo fatta la dovuta manutenzione, sono riuscito nell’intento di offrire una boccata d’ossigeno a qualcosa che risulta ormai in totale putrefazione, senza che qualcuno abbia celebrato un degno funerale.
Io mi dichiaro contento di aver agito come descritto.

Ora spero che anche tu, comprendendo il dolore per la morte di quel poco che dava vita ad un paesello quando la notte di capodanno lo Stesso era brulicante di forestieri che venivano a sentire come da noi si cantano peste e corna a chi è davvero importante, ti attivi per la futura resurrezione di qualcosa di gambatesano, della quale un gruppo di nullafacenti si è impossessato per uccidere il senso stesso dell’esistenza di tal patrimonio, senza per altro restituire all’intera gambatesanità un minimo di guadagno, economico oltreché politico.

A Capodanno duemiladiciannove… SE DIO VUOLE!!!