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Gambatesa. Capodanno 2018: “La Santa Notte”? Solo Un Lontano Ricordo

Di Vittorio Venditti
(Foto), Di Salvatore Di Maria
(Video), Di Salvatore Di Maria Con Adattamento E Regia Di Marco Frosali

L’Epilogo Impensabile

Sono lontani i tempi nei quali si poteva dire che la notte di Capodanno di gambatesa fosse più importante di quella di Natale. Hai voglia a parlare di “magia del capodanno gambatesano; bisogna drogarsi pesantemente per avere una simile allucinazione e forse ci si risveglierebbe leggendo strafalcioni del tipo: “La serie di eventi, hanno preso il via, sabato…”, ma si rischierebbe d’iniziare l’anno pensando all’ano, preso ancora una volta come bersaglio da colpire, non solo da una maidunata. Le ragioni alla base di un discorso così “sessista e volgare”, risultano essere molteplici e qualcuna l’abbiamo sviscerata in più di un’occasione, cosa che sta per altro dando i suoi frutti, ma ne tratterò dettagliatamente lunedì prossimo. Per il momento e dal nostro esclusivo punto di vista, eccoti il resoconto più importante di questo capodanno, con tutti gli annessi e connessi, alcuni dei quali, fino ai momenti descritti ieri, risultavano come minimo fantapolitici. I fatti:

Tornato a casa per fare il “cenone” di capodanno che per me si è risolto in uno spuntino frugale e quasi imposto dall’orario di cena e dal voler stare insieme ai miei genitori che per l’occasione in genere non preparano grandi banchetti, eccomi di nuovo fuori, ma con il solo supporto di Totore che in termini di compagnia in casa sta messo peggio di me.

Via Nazionale: ore 21,45 del 31 dicembre 2017

La foto appena mostrata, la dice lunga sulla falsità di un programma/feste che ha prevista l’uscita notturna delle squadre e delle relative maidunate espettorate dai rispettivi cantori, già dalle nove serali. Evidentemente Marco non è stato il solo ad andare a fare il tradizionale cenone in famiglia per venirne fuori solo dopo le undici.

Piazza Vittorio Emanuele: ore 22,15 del 31 dicembre 2017

Alle dieci e un quarto del “festoso” San Silvestro del quale sto trattando, l’unica cosa che si può sentire nella piazza principale del centro di Gambatesa, è il moscio vociare di coloro che hanno deciso di cenare nella tensostruttura gestita dalla Cantinella Vagabonda, così come descritto l’altro ieri.

Viale Veneto Presso I Camperisti: ore 22,55 del 31 dicembre 2017

Il contesto non è meno desolante in viale Veneto, alla faccia dei proclami d’accoglienza riservati ai camperisti; e manca poco più di un’ora al cambio di data! Nel periodo descritto dalle foto, ho potuto sentir suonare solo tre squadre, veri e propri eserciti che tutto sono sembrate, tranne che squadre di Capodanno; la sensazione che ribadisco, è stata quella di vedere gruppi di persone d’ogni età che per evitare di metterci la faccia, se ne sono costruita una comune, alla stessa stregua di eserciti giust’appunto, che per evitare di additare i propri soldati singolarmente come assassini per aver sparato al nemico ed aver colpito il bersaglio, agiscono insieme in nome dell’impersonalità e della privacy personale, espresse dalla massa.

La situazione sembra non recuperabile; mentre io e Totore ci aggiriamo sconsolati in attesa di Marco, incontriamo Franco D’Antonio, (a ciavl), che con il suo sassofono girava suonicchiando qualcosa in solitaria per piazza Vittorio Emanuele; poco dopo lo ritroviamo all’altezza della tabaccheria di Luigi, di fronte all’entrata della tensostruttura, unitamente al fratello Mario, a sua volta armato di sassofono. Ciao; e la squadra? Dico io quasi con aria rassegnata. Mi risponde Franco con aria ancora più moscia: “Stiamo aspettando che arrivino i componenti che stanno cenando”. Io azzardo un rassegnato: Noi aspettiamo solo Marco, ma non sappiamo nemmeno se prendere gli strumenti, tanto è lo scoramento dato dal periodo e dal clima che si vive in paese. Comunque, divertitevi almeno voi, e detto questo, io e Totore ci allontaniamo.

Dopo qualche minuto, ecco che mi telefona Marco per avvertirmi che sta uscendo dal cenone. Io, la notte di Capodanno, il telefonino generalmente lo spengo e lo lascio a casa fino al mio ritorno; quest’anno non è così, anzi, in questo caso ho avuta la bell’idea di non provare nemmeno la fisarmonica, (cosa che a seguire si è dimostrato un serio problema), ne di trascrivere in note musicali una canzone tratta da un video che gira in Rete in questi giorni, brano da suonare eventualmente per strada stanotte. Rispondo a Marco che siamo in prossimità della rotonda di piazza Vittorio Emanuele, mentre finalmente si vede passare uno squadrone che più che suonare una marcetta o una musica che ancora ci si ostina a definire marcetta per l’appunto, ma è tutt’altro, fa fracasso a guisa di tifo da stadio. Arriva marco: “Che facciamo?”, chiede con aria scazzata peggio di noi, E che ne so? Rispondo io, quasi indispettito! “Scendiamo un po’ più giù, – dice Marco, – Voglio capire chi è questo che suona il sax da solo!”, E’ Franco a ciavl, ribatto io; non ho capito perché, ma sta col fratello Mario ed ancora stanno aspettando la squadra.

A questo punto la svolta:

Marco, con un po’ di faccia tosta, chiede ai fratelli quanto avevano già sentito da me, ottenendo la stessa risposta. Marco azzarda un “vogliamo unire le squadre? Noi siamo solo in tre, di cui due cantori, ma la situazione è troppo moscia per agire da soli. Siamo letteralmente demoralizzati, ma se volete…”, Mario risponde che loro di cantori non ne hanno proprio, cosa parzialmente vera, per cui si decide l’unione, in nome di Franco che diventa caposquadra. Io, Totore e Marco andiamo a prendere gli strumenti, ma per il nostro fotografo ufficiale il problema per il momento non si risolve.

Alle undici e mezza circa, ecco costituita la squadra; complessivamente siamo in undici e la cosa non dispiace. Tre sono i cantori: Marco Frosali, (parasacc), innanzitutto, Antonio Di Maria, (pucin), l’Artista di cui ho trattato ieri e che avevo annunciato come da ritrovare a seguire, e ultimo chi scrive che se non può sfoggiare un soprannome di paterna derivazione, si può sempre fregiare dell’essere nato per parte materna dai (Sambugnar), o zampognari che dir si voglia. La cosiddetta “Alta Musica” è composta da chi ti tedia e Salvatore Mignogna, (lbbrator) alle fisarmoniche e Franco e Mario ai sassofoni. Quella che per convenzione nelle squadre di capodanno viene definita “Bassa Musica” annovera fra le sue fila, oltre a Totore, ossia Salvatore Di Maria, (cancell), momentaneamente privo del suo strumento di ventennale memoria, (la bottiglia di spumante “Regina Nera”), dal terzo fratello dei D’Antonio, Salvatore con il rullante,e poi, non ultimi, Marco di cui sopra al bidone di cherosene, Miuccio, (vale anche come soprannome identificativo), il “piccoletto” della situazione al tamburello, Pasquale Conte, (u tubbist), che si alterna a Miuccio, ma questa va presa col beneficio d’inventario e Peppino Di Jelsi, (sagnetell), al bufù, ALTRO CHE CASACALENDA!!! per finire Antonio Di Maria, (pucin), che in qualità di Artista, si può permettere di non avere uno strumento anche se a seguire vedremo che darà una mano a Marco.

Abbiamo già vinto: Intanto perché abbiamo evitata come la peste bubbonica la benedizione dei buoi e per questo siamo più credibili in tema d’Impertinenza. Ci vogliono le marcette e Franco e Mario non si fanno pregare: Due minuti di concertazione in mezzo alla strada e si parte, destinazione casa del capogruppo d’opposizione al consiglio municipale, quel Pasquale abiuso, (anche lui pucin), che prima d’essere un politico va considerato un poeta e compositore, nonché cantore a sua volta.

La Squadra Davanti Pasquale Abiuso (Pucin), ore 23,55 del 31 dicembre 2017

Per strada a qualcuno vengono domande per gli altri squadristi, ma se per varie ragioni non si riesce a rispondere, si conclude con una costante: “U SAP FRANC”, visto che Franco per l’appunto, nel frattempo, all’unanimità è stato eletto caposquadra. Da quel momento nasce anche il nome della squadra nostra: “U SAP FRANC!”, cosa ufficializzata proprio di fronte alla prima casa, dove però Pasquale, nell’accoglierci e regalarci il brindisi della mezzanotte, non si sa trattenere e fa una maidunata, trasgredendo la Legge non scritta, secondo la quale chi riceve i famosi stornelli offensivi ed accoglie chi glie l’impone, a casa sua non può rispondere. Altri invece, nonostante il fatto che le squadre in azione siano limitate di numero, al momento trasgrediscono la Legge di cui sopra, non smettendo di suonare nel transitare là dove un altro gruppo è fermo ad importunare la vittima di turno. Per sentito dire, in questi momenti che dovrebbero essere di felicità, si sta anche verificando che qualche imbecille, da una squadra, lanci fumogeni che colpiscono altri componenti della sua stessa banda, ma anche di gruppi che si trovano a breve distanza e questi sono i limiti della maleducazione che non andrebbero mai superati.

La Squadra Davanti Casa (Schiattarella), ore 00,38 del 1 gennaio 2018

ESPUGNARE IL CASTELLO DEL NEMICO: ALL’ASSALTO!!!!!!!
Sto Scherzando, Monsigno?!

Fra le case che stiamo bersagliando con i nostri strali, ci capita quella di Luca D’Alessandro, (schiattarella), dove veniamo accolti da Ugo e famiglia, (Luca non c’è perché impegnato a sua volta con la sua squadra), con tutti gli onori, cosa che la dice lunga sul fatto che a Capodanno c’è ancora chi sa riconoscere che le maidunate, prima di venir rovinate a piacimento di chi le deve ricevere, sono una forma di “tregua olimpica” per le contrapposizioni dei giorni del resto dell’anno.

La Squadra Davanti Alla Mostra Impronte Sannite, ore 00,58 del 1 gennaio 2018

Dopo aver dati i resti a Salvatore Gallo, (a Ccett), ed il suo bar, ci spostiamo presso la mostra del nostro Artista/Cantore e lì ci scateniamo, giocando in casa!

La Squadra Davanti Casa Di Giovanni Carozza, ore 01,23 del 1 gennaio 2018

Dovendo essere impertinenti, tolti i personaggi che non consideriamo importanti, (sindaca e parroco, almeno per me), ci resta da bersagliare l’unica vera autorità della notte, quel Giovanni Carozza che vediamo aprirci la porta di casa e prendersi tutto il dicibile e l’indicibile, con il sorriso di chi le fa e se le aspetta. Aggiungo che sono rimasto davvero contento del fatto che Giovanni ha candidamente dichiarato che per il ruolo che ricopre e per le attenzioni che deve dare all’organizzazione della quale è presidente, normalmente non può accogliere le squadre, ma la nostra non se la poteva lasciar scappare. Se sono parole di circostanza, lo lascio al tuo giudizio; a me interessava che Giovanni fosse ad accoglierci e questa è stata la seconda vittoria di questo capodanno, nato morto, ma in via di incredibile resurrezione.

Quello Che Sarebbe Spettato A Me

Usciti da casa di Giovanni Carozza, proprio in prossimità della mangiatoia che spesso definisco municipio, (o scrivo il contrario… adesso non ricordo), incontriamo gli effetti che hanno dato sfogo all’ex spazzino che ancora dorme in Totore o magari in Giuseppe Conte che di lì a qualche ora lo ricorda a chi avrebbe resistito sotto il palco.

La nostra squadra, si compone per la maggior parte di gente che dà il meglio di sé in fatto di maidunate e musica tout court da decine d’anni; per questo, dopo aver suonato ancora per una buona mezz’ora davanti al municipio in compagnia di Tonino Scocca ed avergliene cantate di cotte e di crude, decidiamo che per quest’anno, almeno per la notte, la cosa si chiude qui.

Il Bottino da Totore, ore 02,40 del 1 gennaio 2018

Ovviamente si ferma la squadra ed il perché “U SAP FRANC”, ma il nucleo ribelle di gambatesaweb continua. Di suonare non è più il caso, atteso che io abbia un serio problema di blocco del “SI Bemolle” centrale della tastiera cantabile della fisarmonica, guaio dovuto alla mia mancanza di controllo precapodanno, cosa a sua volta da imputare alla volontà di non fare proprio la squadra, come accennato in precedenza. La mia fisarmonica è una centoventi bassi, marca Paolo Soprani, modello “Donnina Seconda” del millenovecentosettantasette e come ogni strumento che ha una certa età, anche questa compagna di vita andrebbe tenuta maggiormente in considerazione, cosa alla quale sto riparando, sia pur in ritardo. Io e Marco andiamo a posare gli strumenti e poi c’incamminiamo verso casa di Totore, luogo che sarebbe dovuto essere la nostra base per quella notte, tana sostituita direttamente dalla strada, così come raccontato sopra. Lì cantiamo cinque o sèi maidunate al nostro ospite e poi ci sediamo a tavola a gozzovigliare, facendo i conti di una serata che tutto sommato ci ha regalata gioia a profusione, nonché qualche soddisfazione, essendoci emancipati da ciò che non consideriamo appartenente alla nostra Tradizione, ma soprattutto da coloro cui fare le maidunate sarebbe stato uno spreco di tempo ed energia, da regalare agli amici ed a chi ci ha voluto e ci vuol bene.

Verso le quattro e mezza di un mattino che volge al freddo, io e Marco decidiamo di salutare Totore per ritrovarci a mezzogiorno per il primo aperitivo dell’anno. Uscendo dall’abitazione del nostro amico, incontriamo la squadra che poi avrebbe vinto sul palco, quei “Soci Di Pierpaolo”, accusati di aver composto uno degli eserciti da settanta persone, ma che io ho trovati perfettamente organizzati alle cinque meno venti del mattino, tanto che nel fermarci, gli ho fatti i più sentiti complimenti e non mi pento assolutamente di ciò. Con l’occasione, visto che i Nostri stavano bersagliando la casa di Salvatore Iadarola, (carlett), al quale anche noi avevamo promessi fuoco e fiamme, approfittando della presenza di una squadra così ben accordata, ci siamo aggregati ed abbiamo preso il posto dei loro cantori, facendo a pezzi Salvatore e famiglia e ricevendo da costoro massima gratitudine e ringraziamento, espressi dall’offrirci generi di conforto vari, ma soprattutto dal fatto che Salvatore si è poi fermato un po’ con me e Marco a chiacchierare amabilmente del più e del meno, arrivando a far scoccare le cinque.

Salutato il nostro amico, io e Marco decidiamo davvero che sarebbe stata questa la penultima cosa da fare. Lasciando infatti via Insorti d’Ungheria, percorriamo viale Veneto, trovando il luogo di posizionamento dei camperisti nella più completa desolazione. Forse lì, stanno sognando la “magia del capodanno gambatesano”… Con l’occasione, notiamo che il numero dei veicoli allocati per la notte di capodanno su quella strada, stranamente si è ridotto.

Effetti della nostra pelle?

Quel Che Resta Dei Camperisti, ore 12,10 del 1 gennaio 2018

Per evitare che qualcuno dica che noi ce l’abbiamo con tutto e tutti, a Mezzogiorno, prima dell’annunciato aperitivo, torniamo sul luogo del delitto per constatare che i ventisei camper contati ventiquattro ore prima, sono diventati complessivamente diciannove, compresi quelli che sostano nell’ormai famosa area di sotto il Toppo.

Quest’anno, la “festa” è stata funestata da una disgrazia, aggiunta al resto: domenica sera infatti, una persona è morta ed il pomeriggio successivo la sua salma è stata benedetta, spero seriamente. Quest’imprevisto ha fatto sì che la manifestazione sul palco di piazza Vittorio Emanuele si spostasse alle cinque e mezza, quando, come Dio ha voluto, tutto è iniziato.

Noi, nonostante qualche avviso di defezione poi rientrato, ci riuniamo presso la nostra base, vale a dire il locale ove Antonio teneva la mostra della quale ho trattato ieri. Prima di ciò, ho ricevuta una inattesa soddisfazione: Antonio Lembo, (u benzinaie), nell’incontrarmi con Marco e Totore, mi ha salutato e poi mi ha fatti i complimenti per l’esibizione notturna della nostra squadra. Sembra niente, ma lui,era e secondo me è ancora il vero caposquadra della Stock 84, di passata memoria.

Tornando a bomba, visto che non manca nessuno, decidiamo di avvicinarci dietro le quinte del palco. In genere, le squadre vengono chiamate; capita però che non tutti gli squadristi sono pronti e quindi, per non perdere ulteriore tempo al freddo e al gelo, si chiama la prima squadra che dal palco viene vista.

La Squadra (U Sap Franc), Esibizione Sul Palco, ore 18,55 del 1 gennaio 2018

E’ stata questa la nostra fortuna: Alle sette meno cinque pomeridiane di un primo gennaio inaspettatamente diventato gradevole, eccoci sul palco con i nostri strumenti, ma soprattutto con le nostre stravaganti attrezzature da ripresa che abbiamo utilizzate al di là dell’ufficialità che vorrebbe vedermi fuori dal mondo, ma che viene costantemente frustrata dalla maturità di chi non condivide certe azioni mafiose che verrebbero scartate anche dai bambini dell’asilo. La prima marcetta non la filmiamo ed il perché lo sa solo Dio: Forse per via del fatto che non ci siamo fatti Benedire la sera prima?

maidunate di antonio di maria

Ma le maidunate? Quelle sì. Quelle le filmiamo e ci divertiamo a proporle in tutti i sensi.

maidunate di marco frosali

Addirittura per la performance di Marco, ci allarghiamo e ne imponiamo due parti,

maidunate di marco frosali

dato che Totore, nel filmare, dimentico del suo ruolo, sta per farsi scappare di mano quel che resta del suo telefonino

marcetta finale

VIVA L’AUTARCHIA!!!

Alle sette e mezza di sera finisce il nostro spettacolo e nello scendere, come prima nel salire, m’imbatto in una cosa sgradevole che riprovo a denunciare. La scaletta d’accesso al palco è stata costruita probabilmente da qualche lecchino che lecca proprio perché diversamente non riuscirebbe ad accoppiare il giornaliero pranzo con la successiva cena. Va infatti detto che se i gradini sono storti da far paura ed i sostegni per chi sale o scende la scaletta in questione risultano essere pericolosi per l’incolumità dei passanti e degli astanti, il gradino più basso è alto circa mezzo metro e il dislivello varia in base a come chi si serve di quella scaletta la approccia.

Non dico per me, che mi volete morto, ma almeno per i vostri amici che potevano essere comprensibilmente ubriachi!

Uscendo dalla cronaca proposta con i verbi in presente, diamo un minimo di retrospettiva che ci porterà ad un’appendice che tirerà le fila di un capodanno che se per alcuni resta una favoletta da raccontare, per noi torna ad essere quella dura realtà che mi fa dire che il bello del primo gennaio sta nel fatto che dopo gli segue il due e la vita riprende con le vere maidunate che espettoriamo giorno per giorno da questo fastidio.

La scusa è stata offerta dalla disgrazia della quale ho detto sopra, ma la manifestazione terminerà solo a mezzanotte, suscitando fra l’altro la composizione di almeno una maidunata, avente come riferimento proprio il tema che vede squadre gigantesche che riducono il numero delle stesse a scapito della vera riuscita della festa. Questa maidunata, è stata proposta da Pasquale Curiale, (capisciarell),cantore della Stock 84, il quale non si è reso conto del fatto che si stava incamminando verso una brutta china. O Pasquale, stai attento per il futuro perché se qualcuno ha detto che il punto mancante per vincere anche quest’anno sul palco è da attribuire a ciò che hai azzardato, (e non mi dire che non ci ho preso pronosticando che avrebbe vinto la squadra che avesse “partecipato”), io aggiungo che quello che tu hai compiuto è il primo, piccolissimo, ma significativo passo per arrivare a ciò che è stato fatto a me ormai cinque anni fa, cosa rimessa sopra, in uno dei collegamenti ipertestuali che puoi rileggere a memento… Mi riferisco al link posto in prossimità del disquisire sui complimenti che mi sono stati elargiti da Antonio Lembo, che per l’occasione imposta in quel tempo, alla mia richiesta di spiegazioni per quant’era successo prima di quel famoso capodanno, mi rispose testualmente: “Io ormai non conosco le cose del vostro mondo; faccio parte di un altro mondo”. Io sono stato cacciato e nonostante tutto, non riescono a farmi più niente oltre al male che mi hanno somministrato; a te e tua moglie, toglierebbero anche il lavoro, magari creando altri due posti per lenire la disoccupazione in paese, in nome della famiglia e del ripopolamento del borgo! Sì, è così, che che ne dicano i benpensanti di turno o un cretino che poi non è altro che uno dei due manovali, ma protagonisti di quanto accaduto cinque anni or sono, inutilità d’importazione che proprio lunedì pomeriggio, mentre io e Totore discutevamo di com’era stata l’esibizione della nostra squadra con Franco Conte, (a crap), che non è l’ultimo arrivato in materia di gestione di una manifestazione come quella che stiamo trattando, si è messo a fissarci per poi prendersi gli strali di Totore che ha sottolineato il fatto che i fessi come quel soggetto, di fronte alla realtà, contano quanto il due di spade quand’è briscola denari, nonostante ritengano di avere alle spalle una forza che con la sua “capacità” vorrebbe imporre di relegare chi non ne vuol sapere di perdere la propria libertà, magari proprio per essere impertinente al punto di far notare ciò, senza problemi di aver paura di ritorsioni o nefandezze simili.

Tornando alla manifestazione in fase conclusiva, detto della vittoria di un aggregato brutto da vedere: “I Soci Di Pierpaolo”, ma sinceramente e in maniera convinta bello e magistrale da sentire, in ossequio alla verità dei fatti, va aggiunto che la vittoria del cantore è toccata per l’ennesima volta a Gianluca Giorgio, (ptacciar), che anche se ho sentito poco, merita di vincere spesso più di altri. Dulcis in fundo, sempre nel rispetto dell’ospitalità ai forestieri, (non sono tutti idioti), Marco, appena dopo i fuochi d’artificio che hanno ripetuti quelli già goduti in paese dopo il cambio di data ed hanno concluso questo capodanno, è tornato a contare i camper rimasti fino alla mezzanotte che ci ha collegati al due:

Ne erano rimasti sette.
Vorrà dire qualcosa?

Di quest’ultima parte, torneremo a farneticare lunedì.