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SANTA ROMANA CHIESA: Fumi Di Natale A Gambatesa

Di Vittorio Venditti
(Collaborazione), Di Mario Ricca
(Foto), Di Marco Frosali

E’ Vecchia: NON CI PROVATE!!!

Chiesa Madre Al Tramonto

A volte, la rinomina di una foto ci dice anche più della farneticazione che si va ad espettorare. E’ il caso di quanto accaduto lunedì scorso fra me ed una persona della quale non farò comprendere nemmeno il sesso, atteso che al di là di chi mi ha infastidito, a me prema raccontarti del fastidio ricevuto, rimasto ovviamente lettera morta, proprio perché chi lo ha perpetrato, per raggiungere il suo scopo, dovrebbe capitolare. I fatti:

tante volte ho presi in giro coloro che “a Natale sono più buoni” per poi tornare come noi, CATTIVI, il giorno dopo; in questo caso, uscendo per il consueto aperitivo, lunedì mi sono trovato a dover rintuzzare un’offerta di “auguri” che nascondeva il suo perché. Rispondendo a tal proposizione, ho spiegato tra l’altro che io non mi annovero più fra le pecorelle del gregge e chi si trovava di fronte a me ha accusata la sorpresa non senza disagio. Detto ciò, ci siamo salutati “cordialmente” ed ognuno ha presa la sua strada, io e chi mi accompagnava, quella del Crodino in assenza di Campari.

La mattina successiva, pensando di aver superato l’ostacolo, recupero il mio cellulare e trovo che whatsapp mi proponeva altri messaggi, fra i quali quello seguente:

“L’omelia che è stata letta ieri al ritiro dal Papa. Indipendentemente dalla religione, vedi quanto è bello ciò che Papa Francesco ha scritto sulla famiglia. Uno spirito evangelizzatore, senza dubbio.

* FAMIGLIA, LUOGO DI PERDONO … *

* Non esiste una famiglia perfetta. * * Non abbiamo genitori perfetti, non siamo perfetti, non sposiamo una persona perfetta, non abbiamo figli perfetti. Abbiamo lamentele da parte di altri. * * Ci siamo delusi l’un l’altro. Pertanto, non esiste un matrimonio sano o una famiglia sana senza l’esercizio del perdono. Il perdono è vitale per la nostra salute emotiva e per la nostra sopravvivenza spirituale. * * Senza perdono la famiglia diventa un’arena di conflitto e una ridotta di punizioni. *
* Senza perdono, la famiglia si ammala. Il perdono è l’asepsi dell’anima, la pulizia della mente e l’alforria del cuore. * * Colui che non perdona non ha pace nell’anima o comunione con Dio. Il dolore è un veleno che intossica e uccide. Mantenere il dolore nel cuore è un gesto autodistruttivo. * * È l’autofagia. Colui che non perdona diventa fisicamente, emotivamente e spiritualmente malato. *
* Ed è per questo che la famiglia ha bisogno di essere un luogo di vita e non di morte; * * Il territorio della cura e non della malattia; Lo scenario del perdono e non la colpa. Il perdono porta gioia dove il dolore produce tristezza; In cui il dolore ha causato la malattia. *

Papa Francesco. *”

E ci sprecano pure il tempo per copiarli i messaggi nei quali sono i primi a non credere!

Di getto, ho risposto ricordando quanto disse proprio papa Francesco qualche settimana dopo la sua elezione al Soglio di Pietro, riproponendone il pensiero in sintesi, visto che non ne ricordo le esatte parole. Papa Francesco, a proposito del perdono, propose tre condizioni imprescindibili dalla concessione della grazia:
La prima è che l’assoluzione va chiesta esplicitamente e senza nascondersi dietro giri di parole, visto che la persona petente, innanzitutto deve mostrare sincerità nel pentimento;
La seconda qualità necessaria deriva dalla precedente e si estrinseca nell’esplicita richiesta di scuse a chi ha ricevuto danno, meglio se con una valida giustificazione che spieghi il perché della cattiva azione messa in atto;
Il terzo e più concreto dei requisiti che devono condurre all’accettazione di quanto accaduto con la volontà di condonare, consiste nella riparazione del danno procurato, possibilmente con la restituzione del maltolto.

Il discorso chiuso lunedì, si è interrotto proprio nel momento in cui chi interloquiva con me, ha avuta la chiara nonché sgradita sensazione che la mia non appartenenza al gregge, cambiasse drasticamente le carte in tavola. In buona sostanza, una trentina d’anni fa, chi ha voluto compiere il gesto di fratellanza del giorno del passato Natale, avendo la forza politica per agire, ha preso possesso di un posto di lavoro in un ente privato ove tutt’ora attinge per campare, fregandosene della cristiana correttezza, per poi ovviamente battersi il petto in atto di contrizione, ma senza schiodare dalla poltrona. In questo periodo, la cosa si è riproposta in casa di chi stava interloquendo con me e gli auguri con ciò che ne consegue, dovevano andare proprio a sdoganare quant’è accaduto, in nome della famiglia e del perdono che ogni componente la razza umana deve al Prossimo.

A questo punto, di valido augurio natalizio, ne ho accettato un altro che mi è stato elargito dalla nostra Mina vagante che per Natale per l’appunto, mi ha fatto dono di una frase di Roberto Gervaso: “Chi ama il prossimo suo come se stesso, o non conosce abbastanza il prossimo o non ama abbastanza se stesso”. Nel ringraziare pubblicamente Mario per questa Perla, chiudo la questione ricordando che sarò pure idiota, ma non arrivo ad essere scemo fino al punto di dimenticare il passato in nome di qualcosa che non esiste a prescindere, atteso che il ritenere di essere possessori di un marchio registrato, (posto che sia così e così non è), non dia la possibilità di calpestare tutto e tutti, pensando di farla franca e dichiarando che ciò sia giusto, in nome della famiglia, (la propria e non quella di chi ha ricevuto il danno), e del perdono, da ricevere senza dover assoggettarsi alle francescane condizioni di cui sopra.

Dunque: Avete rubato e continuate a farlo, finché le cose non gireranno diversamente. Ciò però non vi scioglie da quanto vorreste allontanare da voi stessi esponendovi magari perché preda dei fumi dell’incenso e non solo, miasmi che a Natale vi hanno pervasi, prova data proprio dal vostro esporvi nei confronti di chi è stato offeso dal comportamento tenuto e che ancora mostrate di imporre.

Detto ciò, e viste le parole di papa Francesco, invito chiunque per il futuro a tenerne conto, atteso che noi conosciamo il Prossimo, ma soprattutto amiamo noi stessi, visto che ci comportiamo da scemi per celia, ma all’occorrenza sappiamo come difendere la nostra dignità offesa da componenti di una chiesa che sarà anche vostra madre, ma che è al tramonto, atteso che pure Dio si sia rotti i coglioni di assistere alla pantomima di chi piange il morto per fregare il vivo.

Ciò per rinnovare l’augurio che quanto rubato, prima o poi vi vada di traverso.

ALLORA RIDEREMO NOI!!!!!!!