Di Vittorio Venditti
Quando La Mafia Cambia Pelle.
A suo tempo, in un articolo simile a quello che stai leggendo, ho parlato di un potere che silenziosamente, ma in modo efficace ci “governa”, volenti o nolenti.
Come dissi allora, anche questa “Mafia che non spara”, per esistere deve necessariamente mangiare e, non avendo altro cibo idoneo a sostenerla, mangia sè stessa, spogliandosi della “pelle” che ritiene più obsoleta, per mettere in luce l’epidermide nuova, che ricrea un potere, se vogliamo, ancora più cattivo e mirato.
Così, se in campo planetario oggi si mette in vista il “mostro” Assange, (prontamente “fermato”… dai “buoni” di turno, alla stessa stregua dello stop dato a Gesù Cristo dai romani su mandato dei sommi sacerdoti ebrei, “buoni” di turno allora), in un ambiente più locale si assiste all’uscita momentanea di scena di gente come Antonio Deltorto che, già da tempo trombato alle elezioni per il rinnovo del consiglio regionale, invece di comportarsi come Cincinnato, con l’aiuto dei suoi simili, viene messo a guidare un ente, inutile alla collettività ma estremamente profiquo per la gestione degli affari personali familiari e clientelari dei parassiti che vengono denominati generalmente “politici”.
Non mi ribasso a commentare quanto riportato da qualche mas media locale, (evidentemente in odor d’interesse in merito), sui fatti che, nell’aprire le porte del carcere al Deltorto, hanno coinvolto in maniera importante anche il gambatesano Vittorio Abiuso.
Chi sono gli attuali “salvatori del mondo”, quelli che si preoccupano di eliminare la “pelle vetusta”?
Non ti preoccupare, non si tratta di “Santi”, se si possono definire tali anche la maggior parte di quelli così chiamati in ambito eclesiastico!
Trattasi semplicemente di gente cui la “mafia che non spara” ha momentaneamente dato l’ordine d’azione, allo scopo di gettare fumo negli occhi del popolo, e di cambiare qualcosa per non cambiare niente.
Trattasi di poveri diavoli che occupano uffici che, (stranamente, e si sà quanto stranamente), guarda caso, in certi momenti funzionano meglio di un orologio svizzero, salvo per il resto, non funzionare o farlo con tempi biblici; parlo ovviamente del potere giudiziario.
E gli agenti che fanno il “lavoro sporco”?
Su Questi evito d’infierire, visto che sono le ruote più esterne dell’ingranaggio, obbligati all’azione per la loro stessa effettiva sopravvivenza; (poliziotti, carabinieri, finanzieri ecc), tutti, piaccia o nò, appartenenti e collaboranti al mostro gattopardesco che in questi giorni dà prova delle proprie capacità.
Probabilmente starai pensando: “ma questo è pazzo! Rischia di tirarsi la zappa sui piedi! forse si sente l’unica persona onesta, e magari ha scheletri nell’armadio che, così facendo, cerca di coprire!…”.
Grazie a Dio, ho lottato finora proprio per evitare di avere scheletri nell’armadio.
A me non piace conservare le cose superflue ed inutili in futuro, quindi, al prezzo di grossi sacrifici, preferisco dare a Cesare quel che è di Cesare e dirgli che è un ladro ed un morto di fame qualora, nella sua avidità, tentasse di acquisire ciò che non gli spetta.
Il modo di pensare che ho voluto mostrare mettendoti in bocca il periodo tra virgolette esposto sopra, è la vera linfa che permette l’azione mafiosa di cui sto scrivendo; avere scheletri nell’armadio, è in potere di chi, appartenente alla mafia che non spara, ne usa i benefici per sopravvivere.
Non desidero offenderti, ma se la pensi come sopra descritto, non posso far altro che compatirti.
Se invece la pensi come la “voce fuori dal coro”, sappi che sarebbe giusto avere il coraggio di manifestare il tuo pensiero, quantomeno, per verificare se il mio scrivere corrisponde alla verità o è frutto di pensieri sprigionati da una mente malata o dedita all’assunzione di allucinogeni.
Inquanto al tirarmi la zappa sui piedi, ti voglio rassicurare.
Chi, come il sottoscritto, è stato vittima della Mafia che non spara, se si può permettere di “farneticare” è perché si è creato degli anticorpi, utili nel caso in cui il limite di sopportazione di suddetta Mafia dovesse essere raggiunto.
Va da sè, che dopo trent’anni d’azione, (svolta in vario modo e secondo vari e più o meno validi contesti), chi ti disturba con il suo scrivere, ha capito che per combattere questo mostro, si deve agire su più strade, utilizzando quella al momento più offensiva, stando sempre e comunque fuori dai normali schemi.
Questo modus operandi, permette di sopravvivere allo schifo generato dal mostro, e, in qualche raro caso, di trarne piccoli benefici.
Perchè, oltre alla Mafia che non spara, metto fra i cattivi anche chi cerca di combatterla?
Ma perchè, ti risulta che tutti i giudici, magistrati, P.M. e componenti delle forze dell’ordine, occupino quei posti di lavoro senza macchia alcuna?
Quanti di costoro, se lavorano lo devono all'”azione” dei rispettivi genitori o parenti?
In ogni ambiente, a parte qualche “mosca bianca”, come fai, nel corso della storia, a non risentire sempre gli stessi nomi?
E dove non li risenti, quanti, (di quelli che spesso vedi non far un piffero di niente e prendere regolarmente lo stipendio a fine mese), sono lì senza essere scesi a compromesso con qualche parassita, o peggio, con qualche misterioso componente della onnipresente Mafia che non spara?
Per un malcelato quieto vivere, si dà dell’onesto a Chi, avendo urtata la proverbiale pazienza della Mafia che non spara, viene da questa mangiato; ma veramente si pensa che l’essere onesto affibbiato a chi muore sia la Verità?
Io, più pragmaticamente, penso che, nella maggior parte dei casi, chi ci lascia la pelle, ha peccato di presunzione e, in modo mal destro, ha cercato di sfilarsi dall'”ingranaggio” nel quale era stato inserito.
Facendo un passo indietro e tornando alla teoria esposta sopra, secondo cui il lavoro dei padri va continuato dai figli, o, comunque, dai più stretti parenti, (non importa se il lavoro stesso abbia creato profitto o, al contrario, sia stato utile esclusivamente al proprio tornaconto), ti posso dire che, quando si forza questo status, si è soggetti al malcontento di chi, poi, è il primo a lamentarsi del cattivo funzionamento dello Stato o di enti similari.
Nel caso che mi tocca direttamente, posso testimoniare che, per eliminare ogni fastidio che mi veniva creato da chi, visto il mio agire per acquisire il lavoro che svolgo, non ha potuto esercitare il proprio potere, ho dovuto reagire secondo i modi da me spesso definiti “non convenzionali”.
Nello specifico, ho dovuto reagire a mano armata, e, aggiunta anche la collaborazione di persone che la pensano come me, sono riuscito ad eliminare alla radice il “cancro” cui non piaceva la mia presa di potere.
In definitiva:
Sarà ancora una volta il caso di dire e ribadire che, se viviamo in un mondo come il presente, è solo per colpa del nostro “star bene” che il più delle volte abbiamo acquisito senza alcun sacrificio, o peggio, danneggiando altri cui il nostro “star bene” spetterebbe.
Quanta, è la nostra colpa, dell’immigrazione di tanta gente verso la nostra opulenta europa?
Qual’è la differenza culturale fra noi e chi cerca di arrivare sulle nostre coste?
Qual’è il guadagno realizzato da quelli (di noi) che, con il loro modo di “governarci” fanno sì che fenomeni come le “nuove schiavitù” esistano?
In fine:
Ma davvero c’era bisogno dell’Assange di turno per mettere in piazza cose che tutti sappiamo da sempre?