Di Vittorio Venditti
(Foto), Di Salvatore Di Maria
Lentamente, Va Avanti La Mosceria Gambatesana
Per quanto sono scazzato, stavo anche sbagliando a pubblicare la farneticazione giornaliera: ero convinto che fosse ventotto e stavo per caricare ciò che dovrò espettorare domani in fatto di droga ed affini, ormai pane quotidiano anche del “vergine borgo”. Eccomi dunque a chiudere quanto aperto nei giorni scorsi a proposito di ciò che si è fatto per abbellire un paese che avrebbe bisogno di tutt’altro, cosa più radicale ed impossibile da mettere in pratica.
Se la crisi degli anni scorsi ci ha ammorbati, non se ne erano trovate tracce, almeno sugli addobbi natalizi; quest’anno invece, per ciò che concerne i presepi, dopo aver vista la trasformazione imposta dai comunisti sul tema alberi di Natale, dobbiamo registrare quanto sindacalmente progettato sul problema “presepe”, dove ci stanno facendo capire che non è corretto costruirne, atteso che si violi la sacrosanta osservanza del riposo del bue e dell’asinello.
A ciò, va aggiunto il diritto di godere le feste, rubato ai pastori ed agli animali che danno loro da vivere, nonché alle comparse che ogni anno attendono i Re Magi fino alla befana, senza ricevere alcun compenso, non avendo, costoro, sottoscritto alcun contratto nazionale collettivo e perciò potendo ricevere senza alcun reclamo, la possibilità di vedersi derubati del proprio lavoro, com’è accaduto ad esempio a Gambatesa per gli ex spazzini, sostituiti da chi, per mezzo della religione, ora vorrebbe che finalmente si sdoganasse il malfatto e si chiudesse la questione, “in nome di Dio, della Famiglia e dell’obbligato Perdono”, cosa della quale tratterò approfonditamente il giorno di San Silvestro.
Tornando a bomba, va detto che i pubblici presepi di Gambatesa, quest’anno sono rimasti due: Di costruirne, se n’è occupata la casa famiglia ed il municipio che ne propone uno, come al solito davanti l’ufficio postale, almeno per quest’anno ancora sito in quel luogo.
Mentre scrivo, sta piovendo che Dio la manda e la mosceria si espone in tutto il suo bruttore, come fosse stata eletta al rango di prima cittadina.
Questo è tutto per il Natale gambatesano. Ora, pensiamo al capodanno.