Di Giovanni Carugno
UniMol – Dipartimento di Scienze Umanistiche, Sociali e della Formazione – Galleria Gino Marotta / ARATRO archivio delle arti elettroniche – Museo Laboratorio di Arte Contemporanea
Andreas Zampella DINAMICHE a cura di Lorenzo Canova e Piernicola Maria Di Iorio. Inaugurazione 23 novembre 2017, ore 18.00
Aratro inaugura la terza mostra stagionale con la personale di Andreas Zampella (Salerno, 1989). Le opere presenti in mostra rappresentano l’ultima fase della sua produzione, un universo sensibile in cui l’identità, labile e in continua evoluzione, si identifica nel concetto di divenire, e nello specifico del processo che porta dall’idea alla realtà.
I lavori esposti, raffigurano le più recenti indagini affrontate dall’artista sulle dinamiche relative alle condizioni personali, – dalle incertezze derivanti dal vivere il presente alla necessità/obbligatorietà delle relazioni. Una fase che rappresenta un momento di riflessione all’interno del progetto Bèllìco, un percorso ampio e stratificato che Zampella conduce da diversi anni.
Dinamiche è la sintesi, è un conflitto che si genera tra respiri e muri, uomo e natura, quella condizione necessaria per andare avanti, per poter sopravvivere, è la costante riflessione che pervade la coscienza dell’artista e lo pone dinanzi a nuovi interrogativi. Il respiro, elemento che ricorre ossessivo in queste opere attraverso una trasposizione vorticosa, geometrica e vivente degli “addomi”, diventa per Zampella l’espressione matematica dell’universo vivente; un codice pittorico senza tempo, in apparenza statico ma che invece naturalmente si tramuta in altro.
L’ombelico è un fotogramma ripetibile all’infinito che scandisce il tempo delle azioni e delle emozioni; un elemento monotono, omogeneo, piatto, statico, uniforme. Come lo definisce Annalisa Ferraro “diviene un’entità autonoma, con cui l’artista dà vita a un organo che respira [….] e che vive nell’estremo ma con l’ inconsapevole bisogno di rimpossessarsi del proprio tempo”.
All’esigenza del respiro, ai movimenti ciclici e costanti degli ombelichi si contrappone il bisogno della creazione naturale e necessaria del muro, inteso come identità di confine in cui il conflitto implode generando violenza; una forma mai razionale che porta alla consapevolezza delle proprie emozioni. Una barriera quella del muro che, nonostante tutto, è percepita come luogo della sicurezza. È da questi elementi che Zampella elabora la propria poetica, la carta e la terracotta i testimoni di questo processo Gli ombelichi seriali e la carta si trasformano in una texture affascinante e pazientemente ottenuta. Un percorso che è prima vortice emozionale individuale; poi relazione sociale, dove traspare l’indifferenza dell’individuo senza interazione e compromessi; infine tetto, luogo di protezione e sicurezza, in cui elaboriamo e proiettiamo le nostre riflessioni ed il nostro agire. La terracotta invece, da materiale fragile si trasforma in pittura leggera e organica, che riporta l’attenzione sul contraddittorio rapporto tra uomo e natura. I gesti rapidi ed incisivi dell’artista la plasmano in un fondale ideale, un palcoscenico dove respiri e muri si concretizzano. Una relazione dinamica che è fenomeno sociale ed umano totale; è il modo con cui l’uomo è sulla terra, un modo con cui si appropria e significa il mondo oggettivo.
Andreas Zampella (Salerno, 03.07.1989) è un artista visivo.
Frequenta il liceo artistico a Salerno e successivamente completa i suoi studi all’Accademia di Belle Arti di Napoli. La Ricerca di Zampella fin dalle sue origini è incentrata sullo studio e soprattutto sull’osservazione della condizione umana; egli è interessato, quasi ossessionato dalle relazioni, dagli incastri e dalle contraddizioni che caratterizzano l’essere animale Umano. Più che critica, nella ricerca di Z. emerge l’intento alla Riflessione, alla Concentrazione, alla Conoscenza di sè stessi e del mondo che ci circonda.
L’ eccesso, la forza e la fragilità umana, la violenza, la sofferenza, la bellezza, la stabilità e l’equilibrio, sono solo alcuni dei campi dove Andreas si “incastra” e dai quali quadri, sculture, installazioni e azioni collettive ne sono gli impeccabili ascessi. Espone in collettive e personali tra cui nel 2011 “Immaterial Space” dove collabora ad uno scambio tra Accademia e Consolato Americano; sempre nel 2011, risponde alla chiamata per la sezione “Clandestini” al Padiglione Italia della 54° Biennale di Venezia Arsenale; espone con una doppia personale intitolata “Andreas Zampella” alla galleria Cobbler e alla Mediateca Marte di Cava de’ Tirreni, quest’ultima curata da Pietro Lista. Nel 2012 partecipa alla collettiva “Indignatos” alla galleria 1Opera, e l’anno successivo con la personale “Memorie Di Carta” curata da Pietro Tatafiore e Giuseppe Ruffo. Prende parte a residenze, come “Monumenti” alla “Casa della Paesologia” (Trevico) dove, grazie al poeta Franco Arminio, ottiene una
riflessione legata alla comunità della quale i cittadini non fanno più parte, o “Art Bocs” (Cosenza) curata da Alberto D’ambruosio e i martedì dei Critici dove realizza un opera per il museo d’arte contemporanea nascente: “first part of real costruction, wallbridge”. Sempre legato alla casa della paesologia, prende parte al festival della poesia ad Aliano dal nome “la luna e i calanchi” dove col lavoro “Respirabile” da vita ad un organo che respira per il sud, questo, esposto nella casa di Carlo Levi e sui muri della città di Aliano. Nel 2016 viene pubblicato sulla rivista “Rolling Stones” con una pagina dedicata e curata da Nicolas Ballario che, successivamente, lo invita al programma “Contemporai”. A luglio dell’anno successivo da vita ad un progetto di collaborazione presso “Dolomiti Contemporanee” con “studio Mare” fondando LFS, laboratorio che si occupa di fotografia sperimentale; l’opera “Rìcèrcati è un progetto nato dall’uso della stessa.
Vive e lavora tra Napoli – nella quale fonda “Studio Mare”, ente che sperimenta collaborazioni con altri umani e crea progetti di ricerca.