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16 Novembre 2017
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16 Novembre 2017
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Democratica

Della Redazione Di Democratica

n. 72 giovedì 16 novembre 2017
“Fratelli d’Italia, l’Italia s’è desta. Dell’elmo di Scipio s’è cinta la testa”
(Goffredo Mameli)
La forza delle donne
Diritti A Taormina il primo G-7 sulle pari opportunità. Impegno internazionale su accesso al lavoro e contrasto alla violenza di genere
PAGINA 5
ALLEANZA DI CENTROSINISTRA
Fassino: “Prodi ci incoraggia. E a Bersani dico…”
Questa mattina a Bologna l’incontro con il Professore. L’ex leader Ds: “Il nostro popolo vuole l’unità. Tutti ne tengano conto”.
PAGINA 2
L’EDITORIALE /1


Il dovere di ripartire dalla comunità
Federico Sarica
NNon è vero che la politica si occupa solo di alleanze e sistemi elettorali e non sa più proporre uno straccio di idea, è che la raccontano così. Se per un attimo scostiamo le tende dei retroscena e delle schermaglie, ci si apre di fronte un panorama inaspettato per coloro che magari non vivono la politica in prima persona ma ne leggono sulle pagine dei quotidiani. Ieri mi è capitato di essere presente alla tappa milanese del treno Pd, nella quale il segretario nazionale Matteo Renzi, accompagnato da quello metropolitano di Milano Pietro Bussolati e da altri rappresentanti locali e nazionali dem, ha visitato Zero Gravity. A PAGINA 2
L’EDITORIALE /2

Banche, la verità sugli errori della vigilanza
Franco Vazio
QQuando Matteo Renzi mesi fa criticava il sistema di vigilanza di Banca d’Italia, i salotti buoni della politica ritenevano che tale pensiero
fosse sbagliato e destabilizzante per la
tranquillità del “Sistema” e delle Istituzioni.
Ora dopo le molte audizioni svolte nella
Commissione d’Inchiesta sul sistema
Bancario e le verità che sono tragicamente
emerse, le opinioni sono sensibilmente
mutate e anche quei partiti, che giudicavano
inutile e strumentale la costituzione della
Commissione, ora guardano con grande
preoccupazione quanto sta emergendo.
SEGUE A PAGINA 7
DESTINAZIONE ITALIA
L’incontro con una nuova generazione Dem
PAGINE 3-4
L’alleanza di Centrosinistra
Intervista a Piero Fassino
“Prodi ci incoraggia”
“Le parole di Bersani? Io dico che il popolo del centrosinistra vuole l’unità”
Mario Lavia CONDIVIDI SU
“C“Con Romano
Prodi stamattina
abbiamo avuto un
incontro molto positivo”.
Reduce dal faccia a faccia a Bo
logna con il Professore, Piero
Fassino fa il punto del suo giro di contatti per la for
mazione di un centrosinistra largo.
Cosa le ha detto Prodi?
Prodi, il padre dell’Ulivo e del Pd, condivide e apprezza l’iniziativa che stiamo perseguendo e che sto personalmente conducendo per una comune strategia del centrosinistra. Anche incoraggiato da questo incontro proseguo ora i miei colloqui. Dopo l’incontro di lunedì con Emma Bonino, Magi e Della Vedova, ieri ho incontrato i rappresentanti di Italia dei Valori, Socialisti Italiani, Democrazia Solidale; domani vedrò i Verdi e entro la settimana Giuliano Pisapia e i dirigenti di Campo progressista.
Un primo bilancio di questi incontri ?
Nei colloqui finora svolti ho registrato in tutti una grande consapevolezza della posta in gioco e della necessità di mettere in campo un centrosinistra largo che presenti agli italiani un’offerta credibile. E tutti sono consapevoli della necessità di superare le divisioni che ci sono e ricomporre una unità’ che corrisponda al sentimento e alle aspettative della nostra gente
E’ possibile attivare a un programma unitario?
Io penso che un programma coerente e credibile sia possibile. Per questo lavoro proseguendo nella tessitura di questa tela. Una volta concluso questo primo giro di incontri politici, ce ne sarà un secondo più
concentrato sul programma, la
famosa “pagina bianca” da scri
vere insieme, come ha detto Renzi.
Qualcosa già si sta chiarendo, per esempio dallo Ius soli: verrà approvato entro la legislatura?
Da parte del Pd c’è un’assoluta determinazione per cercare di far approvare lo Ius soli e la legge sul fine vita entro la legislatura. Voglio chiarire che si tratta di questioni di valore etico e di principio, che intendiamo far approvare indipendentemente dalle trattative che sto conducendo. E’ chiaro naturalmente che l’approvazione di quelle due leggi renderebbe anche evidente che esiste già un centrosinistra coeso, e questo non potrebbe che essere utile.
Veniamo al punto più dolente, l’Mdp. L’incontro non è stato ancora fissato. I segnali però non sembrano incoraggianti: Bersani ieri ha detto che “uniti si perde” e che anche se ci fosse un accordo “i nostri elettori non voterebbero Pd”: sono i classici toni alti da inizio trattativa? Lei come li legge, Fassino?
Non mi spavento delle parole… La domanda che sale dal popolo di centrosinistra è una domanda di unità, non di divisione. Tutti dovrebbero tenerne conto.
Ma se Mdp dovesse tirarsi fuori, il Pd resterebbe da solo?
No, tutt’altro. Noi stiamo acquisendo la disponibilità di molti soggetti che ho incontrato a costruire una alleanza di centrosinistra. Noi cerchiamo un confronto con tutti, anche con Mdp, Sinistra italiana e Possibile perché l’obiettivo è costruire l’alleanza più larga: ma anche se Mdp non fosse disponibile costruiremmo comunque un campo di forze largo per vincere la sfida delle elezioni.
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Walter Veltroni: “È tempo di ponti, non di muri”
Walter Veltroni rinnova il suo appello all’unità del centrosinistra.
Ospite di Massimo Giannini a Circo Massimo, su Radio Capital, l’ex sindaco di Roma si dice “molto preoccupato” dall’esito delle prossime elezioni.
“In questo momento sento che è in gioco qualcosa di molto importante, la possibilità per la sinistra di svolgere un ruolo rilevante. Credo non ci sia bisogno di tatticismi, bisogna andare alla sostanza delle cose. E’ possibile non ritrovarsi tra persone che hanno valore e idee comuni? Questa è la semplice domanda che si pongono i milioni di elettori di centrosinistra”. Come non citare lo Ius soli, per Veltroni approvare “questa legge di civiltà sarebbe il primo passo importante”.
Quanto alle posizioni politiche assunte dai presidenti del Senato, Pietro Grasso, e della Camera, Laura Boldrini, Veltroni è chiaro: “Io non ho nulla da dire se non per il fatto che in questo momento vorrei che tutti quanti avessero la consapevolezza della fragilità di questo istante e della necessità di solidità.
Abbiamo bisogno di costruttori di ponti e non di polemiche che rischiano di accentuare le divisioni”.
Passando dalla politica allo sport, “ho visto oggi – ha detto Veltroni

qualche stupido commento sul fatto che io mi sarei candidato a presidente della Figc. E’ il mondo degli gnomi.
Esistono degli esseri umani che pensano che se uno esprime la propria opinione, magari perché ha una passione, lo fa perché vuole fare qualcosa”.
Destinazione Italia
Una nuova generazione Dem 25 Sondrio ore 9.00 16 Merate ore 12.00 Codogno ore 19.40 NOVEMBRE giovedì Cermenate ore 16.20 Lissone ore 14.00
Il dovere di ripartiredalla comunità
Federico Sarica
CONDIVIDI SU
NNon è vero che la politica si occupa solo di alleanze e sistemi elettorali e non sa più proporre uno straccio di idea, è che la raccontano così. Se per un attimo scostiamo le
tende dei retroscena e delle schermaglie, ci
si apre di fronte un panorama inaspettato
per coloro che magari non vivono la poli
tica in prima persona ma ne leggono sulle
pagine dei quotidiani.
Ieri mi è capitato di essere presente alla
tappa milanese del treno Pd, nella quale il
segretario nazionale Matteo Renzi, accom
pagnato da quello metropolitano di Milano
Pietro Bussolati e da altri rappresentan
ti locali e nazionali dem, ha visitato Zero
Gravity, nuovo centro sportivo di diecimila
metri quadrati alla periferia est di Milano,
eccellenza mondiale per quel che riguarda
alcune discipline acrobatiche. Zero Gravity
è l’esempio, piccolo ma plastico, di quello
che la politica può fare, e fa, per rimettere
al centro il senso di comunità. Un progetto
in cui il settore pubblico e quello privato,
col supporto vitale del privato sociale, han
no agito insieme per dare concretamente
vita a una realtà che è, insieme, motore di
rigenerazione urbana, eccellenza sportiva,
punto di aggregazione in un’area periferi
ca della città, presidio per la salute e lo svi
luppo dei più giovani, modello in termini di
consumo energetico e impatto ambientale.
È la comunità che si mette al servizio di sé
stessa, con la politica che guida e facilita,
senza imporre, progetti e processi di chi
vuole farne parte in maniera attiva.
Semplice ma non banale, come non ba
nale è il concetto stesso di comunità, ovvero
la volontà di ricostruire spazi condivisi che
mettano al centro i cittadini. È una cosa su
cui il Partito democratico punta, e andreb
be fatto notare a chi si chiede quali siano le
specificità con cui si candida a governare.
Perché c’è una bella differenza fra giocare
a dividere gli individui soffiando sulla pau
ra, sul malcontento, sulla diffidenza verso
tutto e tutti, e rimboccarsi le maniche per
provare a condividere soluzioni e progetti
per il futuro.
Il senso di comunità è la base per far ri
partire un quartiere, una città, un luogo di
lavoro, ma anche una nazione: l’apparte
nenza a un luogo, alla sua storia e al suo
futuro, da vivere in maniera propositiva e
non sempre in contrapposizione a qualcun
altro. L’identità come collante che unisce
e non come arma che divide. Va in questa
direzione, ad esempio, l’approvazione ieri
in parlamento della legge che ufficializza
l’inno di Mameli come inno italiano. Un
atto simbolico che porta con sé l’immagine,
fondamentale, di una comunità nazionale
che sa riconoscere le proprie specificità e
valorizzare il proprio ruolo in Europa e nel
mondo.
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Al centro ZeroGravity di Milano A Bergamo con Giorgio Gori Destinazione Italia Puoi anche donare 2 euro inviando un SMS con scritto Destinazione Italia al numero 499499 oppure 5 o 10 euro da numero fisso IL SERVIZIO È GRATUITO SOSTIENI IL VIAGGIO DEL PARTITO DEMOCRATICO Con gli operatori della risicultura Con il mondo dell’impresa I protagonisti della nuova generazione Nella quattordicesima giornata di viaggio il treno Pd ha viaggiato in Lombardia. La prima tappa del viaggio di ascolto è stata al centro Faroni per minori autistici di Brescia gestito da Fobap, fondazione legata all’Anffas. Qui 88 bambini vengono sostenuti con grande cura e professionalità nel loro percorso di acquisizione della propria autonomia. “Sono entusiasta di questa visita in un centro che rappresenta un apripista per il sistema dell’assistenza in tutto il Paese” ha detto Matteo Renzi. Il viaggio è proseguito poi verso Ponte San Pietro, alle porte di Bergamo, per una visita al Global Cloud Data Center targato Aruba. 210mila metri quadrati di campus tecnologico, di cui 90mila destinati ai data center, con produzione autonoma di energia e avanzati sistemi di sicurezza. Giorgio Gori che Renzi ha definito il migliorcandidato possibile per le elezioni regionali del 2018. Terza tappa della giornata a Milano Lambrate, al Zero-Gravity, il più grande ed innovativo centro sportivo in Italia dedicato alle discipline acrobatiche, agli sport di freestyle e al parkour. “Abbiamo scelto questo posto che tiene insieme sport, territorio e periferie e immagina di costruire uno spazio di umanità, perché Milano è anche capitale dell’umanità: non serve far crescere il Pil se non ci sono umanità, rapporti umani”. A Busto Arsizio invece è stato visitato Idea Lab, il Laboratorio Territoriale per l’Occupabilità promosso da una rete di scuole, uno dei 58 che il Ministero dell’Istruzione ha scelto di finanziare grazie al Piano Nazionale ScuolaDigitale. Da Busto il treno ha raggiunto Novara per un incontro sui temi dell’innovazione e della ricerca presso la Novamont Spa, azienda di eccellenza nella green economy. Leader nella realizzazione di bioplastiche biodegradabili e compostabili. L’ultima tappa del giorno è stata a Mortara, in provincia di Pavia, per un incontro con gli operatori del settore della risicoltura insieme al ministro dell’Agricoltura Maurizio Martina. Gli operatori hanno chiesto più attenzione per rafforzare i meccanismi di tutela dei redditi dei produttori. due dirigenti di Gtt e il rappresentante di una società di certificazione. L’indagine potrebbe compromettere la giàfragile contabilità dell’azienda. Una giornata nel cuore profondo della Lombardia. Ecco com’è andata Ilvideo-racconto della giornata
Pari opportunità
Il primo G7 sui diritti
delle donne
CONDIVIDI SU
Stefano Minnucci
SSi chiude oggi a Taormina il primo G7 della storia dedicato alle pari opportunità e ai diritti delle donne. I partecipanti della riunione ministeriale si sono confrontati sulle politiche per lo sviluppo del “wo-
men empowerment”, in particolare sul ver
sante economico, e sul contrasto alla violenza
sulle donne. A fare gli onori di casa è stata la
sottosegretaria alla presidenza del Consiglio
Maria Elena Boschi, con delega alle pari op
portunità, che ha accolto ognuna delle delega
zioni dei Paesi partecipanti nella loro lingua
madre. “Sulle politiche di genere – ha eviden
ziato Boschi – ci sono stati tanti progressi, ma
molto c’è ancora da fare e questo G7, motivo
di orgoglio per il nostro Paese, si è preoccupa
to proprio di questo”.
Il punto di partenza del confronto è stata
la roadmap adottata, sempre a Taormina, lo
scorso maggio dai leader del G7. Un piano d’a
zione ambizioso che mira a contrastare abusi
e violenze e a sollecitare strategie sulla pari
tà di genere e l’empowerment femminile in
teso come motore della crescita e dello svilup
po globale. Migliorare, ad esempio, l’accesso
delle donne al lavoro e sui luoghi decisionali
ripensando la legislazione nazionale. Tutti
temi cari al Governo. D’altra parte aver scel
to di chiudere il G7 proprio con i diritti delle
donne certifica di fatto l’impegno dell’Italia
per le Pari Opportunità.
Tra gli impegni assunti nella due giorni
quello di ridurre del 25% entro il 2025 il di
vario per l’accesso al lavoro delle donne e
l’adozione di un piano o una strategia nazio
nale anti violenza in ogni paese del G7. Si è
affrontato anche il tema della violenza e del
contrasto al fenomeno della tratta su cui il go
verno negli ultimi anni ha incrementato le ri
sorse. Inoltre, fra gli impegni della riunione,
anche aiuti e sostegni per le donne nel reinse
rimento al lavoro e alla ricerca dell’abitazio
ne, non solo misure di prevenzione e repres
sione.
LEGGI SU DEMOCRATICA.COM
“Questo G7 è il
primo
della storia
dedicato alle pari opportunità e ai diritti delle donne”
“L’obiettivo di
ridurre
del 25%
il gap dell’accesso al lavoro”
“Liberare” le donne da fenomeni come tratta e violenza di genere tramite l’empowerment
A partire dal 2016 i fondi messi a disposizione dalgoverno sono più che
raddoppiati
Emozioni al G7 delle pari opportunità. La prima giornata si è conlcusa al teatro Bellini di Catania con uno spettacolo di danza di Roberto Bolle.
Focus
L’alba dell’equo compenso
Chiara Gribaudo CONDIVIDI SU
Responsabile Dipartimento Lavoro
LLe istituzioni e i partiti ricostruiscono la loro credibilità solo riuscendo a dare concretezza alle battaglie condivise e faticosamente costruite nelle sedi della politica. È quello che il Partito Democratico ha fatto con i professionisti in questo lungo anno che ha visto prima l’approvazione definitiva della legge 81 per il lavoro autonomo e agile, e poi, nella notte di due giorni fa, il voto favorevole in commissione bilancio del Senato all’emendamento che in
troduce il principio dell’equo com-to, abbiamo dato una prima rispo-penso per tutti i professionisti nei
sta. È una norma di principio, che confronti dei grandi committenti.
frena la giurisprudenza e ci dà la La norma iniziale prevedeva tu-
possibilità di andare oltre, verso tele solo per una piccola parte
parametri che interessino tutti i
dell’avvocatura, nei confronti di banche e assicurazioni: ma era necessario uno sforzo che andasse a guardare il mondo professionale senza distinzioni fra categorie, e toc
casse anche il committente più forte di tutti, la pubblica amministrazione. La riformulazione del relatore del decreto fiscale, ha permesso che trovasse sbocco un percorso largo e condiviso, iniziato con l’ingresso in Parlamento di una generazione conscia della dura condizione delle partite IVA e proseguito negli anni fin dentro le stanze del Nazareno con i confronti aperti dal Dipartimento Lavoro PD.
Era più che mai urgente, dopo la sentenza del Consiglio di Stato che ha legittimato bandi e affidamenti gratuiti, che la politica si prendesse la responsabilità di risolvere una vera e propria ingiustizia: quella per
cui ogni giorno un professionista è costretto a confrontarsi con gli enti pubblici per riuscire a lavorare, e in cambio riceve compensi irrisori, fino alla cifra di 1€ o addirittura nessun compenso monetario, perché lavorare per la PA sarebbe un’occasione di farsi pubblicità. E chi non può permettersi di lavorare gratis? Parliamo di chi fatica ogni giorno per garantire prestazioni di qualità che riguardano ognuno di noi, dalle pratiche legali a quelle per l’ambiente e il territorio, dalle analisi di laboratorio alla sicurezza degli edifici, fino alla redazione delle informazioni per i cittadini: per tutto questo spesso c’è una partita iva a casa o in studio a lavorare davanti a
uno schermo.
Per queste persone lo abbiamo fat-
Era più che mai urgente che la politica si prendesse la responsabilità di risolvere una vera e propria ingiustizia
I dettagli della nuova legge
L’approvazione dell’equo compenso nasce come esigenza di riconoscere il giusto corrispettivo a un lavoratore che presta la sua attività, in particolare quando lo fa in favore dello Stato. La misura rende in pratica più equo il rapporto tra i professionisti e la Pubblica amministrazione ed è un diritto che scatta anche quando il committente è una banca, un’assicurazione
o
una grande azienda. Una norma di principio che supera di fatto la sentenza del consiglio di Stato, che lo scorso ottobre ha ritenuto legittimo il compenso simbolico di 1 euro riconosciuto dal Comune di Catanzaro a un professionista. La misura inizialmente era prevista per i soli avvocati, ma è stata riscritta allargando il raggio di azione a tutti i professionisti, anche a quelli non iscritti a un ordine.
professionisti senza distinzioni. È un primo passo, che deve ancora affrontare alcuni passaggi parlamentari e andrà tenuto al riparo da imboscate. E quel testo dovrà essere corretto per non generare interpretazioni dubbie o al ribasso, ma quel
principio è passato e con l’approvazione del decreto fiscale potremo finalmente guardare avanti.
Tutto questo non sarebbe stato possibile senza un vero lavoro di squadra. Grazie ai Senatori PD che hanno condiviso questa battaglia fin da subito, e in particolare al relatore Lai e al capogruppo in Commissione Bilancio Santini. Abbiamo affrontato insieme le fibrillazioni e la difficile sfida nelle lunghe notti di dibattito e passione politica a Palazzo Madama. Fino all’alba dell’equo compenso.
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SU DEMOCRATICA.COM
Focus
L’Inno di Mameli è finalmente riconosciuto per legge
Giacomo Rossi CONDIVIDI SU
EEra precario e ora è diventato definitivo. Dopo 71 anni “Il Canto degli italiani”, meglio conosciuto come l’Inno di Mameli, è diventato ufficialmente il nostro Inno nazionale. L’ok è arrivato ieri dal
Senato che ha approvato definitivamente la
legge che rende ufficiale quella musica e quel
testo che il Consiglio dei ministri del 12 otto
bre 1946 adottò provvisoriamente.
Ed è curioso quanto sia ironica la Storia nel
creare incroci e coincidenze bizzarre. Quel
canto che è conosciuto da tutti, grazie anche e
soprattutto alle competizioni delle nostre na
zionali sportive, viene riconosciuto dallo Sta
to proprio nella settimana in cui la Nazionale
di calcio, l’eccellenza più famosa per un Paese
che va matta per il pallone, ha perso l’oppor
tunità di cantare quell’inno nella competizio
ne più ambita, i mondiali di calcio previsti
per la prossima estate.
È dal 2001 che con vari tentativi si cercò di
dare ufficialità a quel canto che per consue
tudine risuona ad ogni grande celebrazione
ufficiale. Ma in 16 anni non si riuscì mai a portare a termine l’opera. Almeno fino a questa Legislatura quando, su iniziativa di alcuni parlamentari Pd, il testo è passato prima per la Commissione Affari costituzionale della Camera, che in poco tempo e in sede deliberante (dunque senza dover passare per l’Aula) ha dato il suo ok, e poi per il Senato, che ha approvato in un paio di settimane il testo in via definitiva.
“Sono state superate le preoccupazioni e i pregiudizi che c’erano – ha detto Umberto D’Ottavio, deputato Pd e componente della commissione Cultura della Camera, primo firmatario della proposta di legge – e finalmente l’inno di Mameli è ufficialmente l’inno nazionale. Il Parlamento ha dimostrato di essere in sintonia con gli italiani che in ogni occasione cantano l’inno con grande partecipazione. Più recentemente i presidenti Ciampi e Napolitano hanno fatto molto perché gli italiani si riconoscessero nell’inno; il risultato di oggi lo
dobbiamo anche a loro”.
E infatti l’Inno di Mameli non ha avuto sempre vita facile. C’è chi addirittura – come la Lega Nord in passato – voleva sostituirlo con il “Va pensiero”, il coro dal Nabucco di Giuseppe Verdi. Una provocazione, più che una reale possibilità. Visto che dal quel 1946 gli italiani non hanno avuto troppe ritrosie nell’unire le loro voci in quel canto scritto da un giovane per un’Italia giovane e coraggiosa. Goffredo Mameli compose il testo a soli 20 anni, l’anno dopo morì per una ferita riportata in battaglia. Michele Novaro, poco dopo, ne compose la musica che ora tutti noi conosciamo. Sono gli anni del Risorgimento, il periodo in cui sotto la guida di personaggi come Garibaldi, Mazzini, Cavour, l’Italia comincia la lotta che la porterà alla sua definitiva unificazione. Se non fosse bastata la storia a dare il giusto riconoscimento a questa musica scritta in un tempo straordinario, ora una legge ne immortala per sempre il ricordo e il valore.
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SU DEMOCRATICA.COM
Banche, ecco perché la vigilanza non ha funzionato
Franco Vazio CONDIVIDI SU
Segue dalla prima
IIl dottor Angelo Apponi, Direttore Generale della CONSOB, ha contestato a Banca d’Italia il fatto che la stessa aveva consegnato gli esiti di una ispezione (del 2013) su Veneto Banca ben due anni dopo averla fatta e che la lettera inviata a CONSOB nel 2013 non evidenziava le macroscopiche criticità venute al pettine; addirittura una lettera che Apponi ha definito fuorviante. Su Banca Popolare di Vicenza neppure una lettera fuorviante, nessuna criticità rilevata, nessun appunto circa il prezzo delle azioni, nessuna censura a operazioni di credito “baciato”, cioè quei finanziamenti per sottoscrivere surrettiziamente quote di capitale a garanzia dei risparmiatori.
Su MPS la storia si ripete e viene a galla, per bocca dei PM che indagano, che CONSOB, con buona pace di Banca d’Italia, aveva avvallato con riserva gli aumenti di capitale 2014 e 2015 (operazioni chiuse a settembre 2015); solo dopo pochi mesi però CONSOB cambia direzione e opinione sugli aumenti di capitale e a dicembre 2015 delibera la non conformità del bilancio 2014 e della prima semestrale 2015; ma ormai il danno è fatto. Così vengono bruciati 8 miliardi di Euro in aumenti di capitale che non sono stati bloccati, così sono stati azzerati risparmiatori ed azionisti.
Sono allibito dall’aver appreso che ci sono stati “controllori” poi assunti, guarda caso, dalle Banche che avevano controllato e dall’a
ver ascoltato il dott. Barbagallo, Capo del dipartimento Vigilanza bancaria e finanziaria di Banca d’Italia, definire tali comportamenti solo come “inopportuni”.
Quando i nostri padri parlavano di Banca, si riferivano ad un luogo in cui riporre fiducia, oggi i Giudici auditi dalla Commissione parlano di crimini gravissimi e di comportamenti fraudolenti e truffaldini.
Spetta alla Magistratura giudicare i colpevoli di questi reati. A noi compete l’onere di scoprire le responsabilità che vanno oltre i processi penali, di dare risposte ai risparmiatori truffati e soprattutto di costruire garanzie per il futuro.
Se i controlli fossero stati reali e le reazioni tempestive, nonostante i crimini commessi, molti dei disastri su cui oggi indaghiamo non si sarebbero prodotti. Ora lo confessano anche coloro che dovevano vigilare.
Insomma aveva ragione Matteo Renzi a criticare il sistema di vigilanza.
La montagna di carte che si pubblicano e che si inoltrano gli Enti di Vigilanza, le firme che si fanno apporre ad ignari risparmiatori non bastano e forse neppure servono.
Il controllo e la vigilanza devono essere veri e trasparenti, si deve intervenire subito e non dopo anni, la tutela dei risparmiatori e del mercato deve venire prima di tutto e senza condizioni.
Andremo sino in fondo senza tentennamenti: c’è in gioco il futuro è la credibilità dell’intero Paese.
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