Della Redazione Di Democratica
n. 71 mercoledì 15 novembre 2017
“Lo Stato deve dare un’alternativa a chi considera normalità le dinamiche dei clan. Solo allora non ci saranno più alibi per nessuno”. (Federica Angeli)
Dalla partedei bambini
Vaccini I Cinque Stelle tornano ad attaccare la legge e preparano il referendum abrogativo.
Ma intanto le vaccinazioni crescono
PAGINA 5
DESTINAZIONE ITALIA
Il treno Pd nel Nord Est dello sviluppo tecnologico
Continua il viaggio dell’ascolto: incontri con le eccellenze del Veneto e del Trentino-Alto Adige e con i risparmiatori colpiti dalle crisi bancarie.
ALLE PAGINE 3-4
L’EDITORIALE /1
“
Il complottismo contro la salute
Roberto Burioni
IIl Somaro complottista, quello che vede ladri ovunque, e ovunque il magna magna degli scienziati, e ascolta le fantasie di geni incompresi che lavorano nei loro sottoscala e pubblicano regolarmente le loro mirabolanti scoperte su Instagram, ha intanto già ottenuto un risultato: il ritorno da trionfatore del virus del morbillo, che avanza tra due ali di folla di non vaccinati, raccogliendo consensi. Il morbillo è una malattia da nulla, si sente dire in giro. Quando sento l’antivaccinista di turno dire questa sciocchezza, prima di tutto mi viene il sangue agli occhi pensando ai bambini e agli adulti che ho visto, a causa di questa malattia, riportare lesioni gravi e permanenti. SEGUE A PAGINA 5
L’EDITORIALE /2
“
La rifondazione del nostro calcio
Fabio Appetiti
UUn calcio da rifondare, come ha detto il Ministro dello Sport Luca Lotti. Ricominciando da subito e mettendo un punto per ricominciare. Da oggi. Un minuto in più sarebbe fatale. Sarebbe intanto un gesto importante se di fronte a una grave disfatta, il Presidente Federale Tavecchio, si presentasse dimissionario di fronte al consiglio federale. Un gesto di rispetto per tutto il movimento calcistico italiano e per i suoi tifosi. E con esso il tecnico responsabile di tale disfatta, Giampiero Ventura.
SEGUE A PAGINA 2
DEMOCRAZIA
Fake news, è allarme internazionale
PAGINA 6
Disastro Nazionale
Un calcio da rifondare
Fabio Appetiti CONDIVIDI SU
Assocalciatori
Segue dalla prima
UUn gesto di rispetto per tutto il movimento calcistico italiano e per i suoi tifosi. E con esso il tecnico responsabile di tale disfatta, Giampiero Ventura. Il quale non ha del tutto percepito la gravità di una eliminazione ai mondiali che, come richiamava Gigi Buffon unico a metterci la faccia dopo la gara, è anche un grave danno sociale per la spinta aggregativa che questo sport sa dare.Il danno economico e reputazionale invece è quasi inutile sottolinearlo, è evidente. Fatta chiarezza su questi due ruoli, ripartire da zero significa individuare persone, idee e progetti. E non pensare che Carlo Tavecchio sia l’unico responsabile di questa crisi che ha portato negli ultimi 10 anni a due eliminazioni ai gironi mondiali (2010 e 2014) e una addirittura al girone di accesso. C’è dietro al presidente Tavecchio un sistema che lo ha eletto e che non ha mai dimostrato di avere a cuore il futuro del calcio italiano, troppo preso da schemi di sopravvivenza e riposizionamenti opportunistici: la serie A che attualmente è commissariata e divisa, così come la B, il mondo dei dilettanti che più per legame storico e appartenenza ha sostenuto la presidenza Tavecchio, infine i tecnici che, mesi fa, hanno rotto con i calciatori sostenendo una presidenza ferocemente criticata negli anni precedenti. Ma
non è più il caso di dividere in buoni e cattivi, la sconfitta ormai riguarda tutto il movimento che, con responsabilità diverse, non si è mai dato un progetto di cambiamento concreto e reale, pensando fosse sufficiente gestire l’esistente e dividersi gli utili della passione degli italiani. Passione che, monetizzandola, vale circa un miliardo e duecento milioni di diritti tv, non proprio due lire.Rifondare “come”, questo è il punto. Il calcio italiano va considerato non solo un patrimonio sociale del paese, ma anche come una grande
industria che produce Pil mo all’italianità che teneva, e ricchezza. Per questo ci quando ha realizzato il deve essere un interven-
prodotto invece è tornata to, oggi e in futuro, della
competitiva con tutti. In politica e del governo e
ultimo servono dirigen-non si può più lasciare
ti credibili e che possa-a presidenti bizzosi la
no essere riconosciuti gestione di un sistema
come esempi positivi. Il di tale valore.
deficit culturale del cal-Bisogna individuare
cio è spaventoso e dentro
Servono regole e leggi che facciano ripartire il settore, a cominciare dalle infrastrutture e dalla governance
Ripartire da zero, come hanno fatto gli altri
Novembre 1993, Parco dei Principi di Parigi. Emil Kostadinov, centravanti bulgaro che non si può dire abbia rivoluzionato il mondo del calcio, condanna la Francia. Per la seconda volta nella storia, i transalpini non
partecipano alla fase finale di un
mondiale di calcio. Una vergogna, un’onta nazionale, un dramma. Quella Bulgaria è la nostra Svezia, anche se stiamo parlando di un livello di calcio
totalmente diverso. Da quella sconfitta
nacque la Francia che ospitò e vinse i
mondiali cinque anni dopo.
Luglio 2006. Westfalen Stadion di Dortmund. Alessandro Del Piero a una manciata di secondi dal termine
della seminfinale mondiale tra Italia
e Germania condanna i padroni di
casa e lancia gli azzurri verso la finale
di Berlino. Quella vittoria è l’ultimo
vero guizzo del calcio italiano a livello
mondiale, In quella sconfitta c’è già il
seme della rinascita del calcio tedesco, che sarebbe stato dominante negli anni a venire.
Oggi il nostro calcio si interroga
su come ripartire dopo il disastro. Il
suggerimento è quello di fermarsi e studiare quello che è stato fatto all’estero. Francia e Germania sono solo due esempi. Ma potremmo citare
anche Spagna, Inghilterra, Belgio. Non
si tratta solo di questioni tecniche,
tutt’altro. Rilanciare il movimento
significa invesrire e sposare nuovi
modelli di business, capire la società
e avere il coraggio e la lungimiranza di
scommettere sul futuro.
apra una pagina bianca sugli aspetti tecnici del nostro calcio perchè è di questo che stiamo parlando. E’ ridicolo sentir parlare di invasione degli stranieri come, con la demagogia che gli è propria, ha fatto l’on. Salvini nel post gara, perché su quel piano dovremo chiudere tutti i mercati di tutti i prodotti, per un protezionismo fuori luogo e tempo. Bisogna capire invece come far crescere il talento italiano e di quali investimenti necessita. Quando la Fiat faceva macchine brutte nessuno le comprava e non c’era richia-
regole e leggi che facciano ripartire un settore in crisi, cominciando da un rilancio infrastrutturale e da una riforma della governance delle società, che dovrebbero prevedere una presenza pubblica, e della Figc. Una Figc che non può essere eletta da un forziere che appartiene al mondo dilettante (34%) quando poi ci si deve confrontare su tutto un altro piano, quello del calcio professionistico internazionale. Anche questa è un’anomalia che va risolta nell’interesse generale. Poi si
quel deficit entra di tutto, dalle curve becere e fasciste al ragazzotto di provincia che si permette il saluto romano. Uno scatto culturale che riguarda anche la categoria dei calciatori che si debbono assumere sempre maggiori responsabilità di guida e di pensiero del sistema.Se il giocattolo va in mano sbagliate, di chi magari del calcio non conosce neanche i fondamentali, forse è arrivato anche il momento di farsi qualche domanda. E di dare qualche risposta.
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Destinazione Italia Il treno dell’ascolto nel Nord Il faccia a faccia con i risparmiatori Una giornata tra Veneto e Trentino-Alto Adige Ieri il treno Pd ha viaggiato tra Veneto e Trentino Alto Adige. Il polo della meccatronica, il parco tecnologi-co, la cooperativa di donne che escono da situazioni di fragilità, i cittadini che protestano per lo scandalo delle banche venete, l’azienda vicentina che vende mobili da ufficio in tutto il mondo, le mamme preoccupate per la falda acquifera, il turismo sostenibile e quello ciclabile, l’alternanza scuola lavoro. Il primo incontro della tredicesima giornata di viaggio a bordo del treno Pd si svolge a Vicenza presso l’azienda ESTEL Group di Thiene, un’eccellenza veneta nel cam-po dell’arredamento fin dal 1937. Ad attendere l’arrivo di Matteo Renzi all’esterno del mobilificio un presidio di risparmiatori della Banca Popolare di Vicenza e Veneto Banca. Il segretario del Pd si è fermato a lungo a parla-re con loro per rivendicare, “guardandovi negli occhi”, la riforma delle banche popolari fatta dal suo governo. “Vi hanno raccontato che il politico è colpevole e gli altri no – ha detto Matteo Renzi a Vicenza – Ma ci sono persone che hanno preso milioni di euro e se ne sono andate. E tecnici che non hanno controllato. Chi ha sbagliato deve pagare”. A bordo del treno il faccia a faccia con una delegazione di cittadini veneti che si battono per risolvere il problema della concentrazione di sostanze perfluoro alchiliche (Pfas) nel sistema idrico delle province di Padova, Verona e Vicenza. In particolare, il gruppo delle ‘Mamme no Pfas’ e dei ‘Genitori attivi’ ha solle-citato l’utilizzo dei fondi già stanziati, ma il cui utilizzo sarebbe bloccato dai rimpalli fra Regio-ne Veneto e Governo. Seconda tappa, Verona. Visita alla Coopera-tiva Progetto Quid, un’associazione che attraver-so un gruppo di giovani imprenditori veneti, parti-colarmente sensibili a tematiche come la salvaguardia dell’ambiente e la solidarietà sociale, vede oggi impegna-te 80 persone attorno al recupero di scarti tessili di grandi firme dell’abbigliamento Made in Italy. La terza tappa del giorno si è svolta nella provincia di Trento, al Polo Meccatronica di Rovereto, uno dei pochi esempi in Italia di polo industriale dove imprenditori, lavoratori, ricercatori e studenti possono crescere condividendo un “ha-bitat” ideale. Un cluster che in Trentino vede la presenza qualificata di aziende nel settore dell’automotive, dei sistemi intelligenti e robotica, sensoristica ed automazione industriale. Sempre nella provincia di Trento, la visita alla Bike Break Rotaliana di Faedo, organiz-zazione che offre ristoro e servizi a ciclisti, turisti e famiglie, lungo la pista ciclabile Valle dell’Adige. Ultima tappa del giorno al NOI Tech Park di Bolzano dove Renzi ha sottolineato i risultati raggiunti dal governo dei Mille Giorni sul fronte della crescita: “Fino a tre anni fa eravamo in una situazione drammatica, ci siamo tirati su le maniche, abbiamo fermato l’emorragia. Ora il Pil è positivo. Abbiamo fatto la stessa performance della Francia, nel 2018 raggiungiamo la Germania perché i dati sulla produzione industriale vanno lì”. Poi ha incontrato un gruppo di iscritti del PD e si è confrontato con loro sul futuro del mondo del lavoro e sulla necessità di maggiori investimenti sulla robotica. Democratica Brescia ore 9.00 15 ore 14.00 Busto Arsizio ore 16.00 NOVEMBRE Ponte San Pietro ore 11.20 mercoledì Novara ore 18.50 Mortara ore 20.50
Destinazione Italia
L’incontro con i genitori No Pfas L’habitat ideale per fare impresa Sul cammino del turismo slow AlTech Park di Bolzano La cooperativa modello
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Vaccini Il Somaro complottista, quello che vede ladri ovunque, e ovunque il magna magna degli scienziati, e ascolta le fantasie di geni incom-presi che lavorano nei loro sotto-scala e pubblicano regolarmente le loro mirabolanti scoperte su Instagram, ha intanto già ottenuto un risultato: il ri-torno da trionfatore del virus del morbil-lo, che avanza tra due ali di folla di non vaccinati, raccogliendo consensi. Il mor-denni anche dal morbillo! E quest’anno dobbiamo fargli anche i complimenti, al morbillo. Perché in Italia, con l’aiuto de-terminante dei genitori che non vaccina-no i figli, nel 2017 ha superato, al momen-to in cui questo libro va in stampa, i 4500 casi. Anche se gli antivaccinisti affermano che il morbillo è una malattia lieve che addirittura aiuta lo sviluppo del sistema immunitario, molti di coloro che l’hanno avuto di recente purtroppo non potran-no dire la stessa cosa. Numerosi pazien-ti sono stati ricoverati in ospedale (per la Roberto Burioni CONDIVIDI SUIl complottismo contro la salute Virologo di fama mondiale, RobertoBurioni ne ha incontrati parecchi, di somari. In questo libro ci spiegacome riconoscerli e perché dobbiamo fidarci della scienza, sempre.
billo è una malattia da nulla, si sente dire in giro. Quando sento l’antivaccinista di turno dire questa sciocchezza, prima di tutto mi viene il sangue agli occhi pensando ai bambini e agli adulti che ho visto, a causa di questa malattia, riportare lesioni gravi e permanenti. Poi mi viene in mente mio nonno Pasquale, che è tornato vivo dalla Prima guerra mondiale. Tuttavia, forse perché internet non c’era, pare che nessuno l’abbia mai sentito affermare che la guerra è un’attività priva di rischi. Purtroppo aveva ragione: il conteggio dei morti, molti milioni, è ancora incompleto dopo cento anni. Però il mio compianto nonno materno, che aveva combattuto come artigliere, era tornato a casa dal campo di battaglia sano e incolume. Se ci si salva dalla guerra, dalle bombe, dalle mitragliatrici e dai gas tossici, figuriamoci se non si può uscire in-
I Cinque Stelle ci riprovano: un referendum contro i vaccini per acchiappare i voti no-vax
gioia di Big Pharma, che ringrazia chi non vaccina) e tanti altri hanno avuto gravi conseguenze; vedremo nel futuro se la malattia ha lasciato – come spesso accade in questi casi – danni permanenti. In particolare, i tre bambini morti a causa di questa epidemia, che ha portato l’Italia ai vertici delle classifiche mondiali nella poco invidiabile gara a chi ha più casi di morbillo, certamente non avranno il privilegio di potersi connettere a internet nel futuro. L’epidemia, in ogni caso, un merito l’ha avuto: ha mostrato senza dubbio quanto funziona il vaccino, visto che il 95% dei casi si sono verificati in persone che non erano state sottoposte al ciclo completo di immunizzazione!
(Estratto dal libro “La congiura dei somari” pubblicato in questi giorni dall’editore Rizzoli)
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CINQUE BUFALE SUI VACCINI SECONDO L’OMS
Roberto Burioni, medico e professore Ordinario di Microbiologia e Virologia presso l’Università Vita-SaluteSan Raffaele, da circa un anno, sulla sua pagina Facebook e non solo, si dedica alla diffusione della cultura vaccinale affrontando anche duri scontri online con i più integerrimi sostenitori novax. Chi è
L’inciucio populista che si fa ma non si dice Democrazia e populismo
Di Maio goes to Washington D.C.
Oggi alludono ad una possibile alleanza, ieri si sono attaccati con violenza, domani torneranno a mandarsi messaggi d’intesa. Tra Lega e Cinque Stelle è in corso una telenovela ricca di colpi di scena, per chi confonde le fiction con la politica. Noi che siamo più smaliziati, pur amando le buone fiction, abbiamo invece un dubbio molto serio: dietro il velo delle dichiarazioni ufficiali, non è che Salvini e Grillo stanno già lavorando nei fatti al grande inciucio populista? D’altra parte basta dare un’occhiata all’attivismo social dei due partiti, che nel 90% dei casi mostrano grandissima sintonia di toni e obiettivi, per osservare che sul web il patto tra Cinque Stelle e Lega sta già scaldando i motori. Nei fatti esiste già un’alleanza tra i due movimenti, per ora nascosta nelle pieghe dei social. Un’alleanza che attende solo di essere annunciata: sulla pelle dell’Italia e nonostante il balletto di smentite ufficiali. Èuna gran buona notizia che Luigi Di Maio, candidato premier del Movimento Cinque Stelle, abbia annunciato di non avere alcuna intenzione di mettere in discussione l’alleanza con gli Stati Uniti: nella redazione del sacro blog di Grillo lavorano già a sbianchettare post e commenti di sostegno alla Russia di Putin o al Venezuela chavista. Eppure ci colpisce il profilo dell’interlocutore scelto per annunciare una svolta di tale rilevanza. Le cronache infatti ci informano che “l’incontro più importante” avuto a Washington non si è svolto con il Segretario di Stato Rex Tillerson, colui che guida la politica estera USA. E non si è svolto neanche con Aaron Wess Mitchell, assistente del segretario di stato per gli affari europei (colui che segue le questioni europee). No: l’incontro più importante avuto da Di Maio a Washington è stato con l’assistente dell’assistente del segretario di stato. Ma c’è una buona ragione: l’addetto ai caffè era occupato in un’altra riunione. Dalla Russia la fabbrica di fake news che minaccia le democrazie
Giacomo Rossi
piedi dalla Ue per andare a caccia di bufale made in Russia, ha catalo-
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gato 3.300 false notizie diffuse in 18 lingue. Gli esempi sono numerosi e particolarmente eclatanti, come il presunto referendum pronto per essere indetto in Irlanda all’indomani della Brexit oppure la possibilità
N
on solo le elezioni Usa. L’ombra dell’influenza russa sulle che una vittoria del sì al referendum nei Paesi Bassi sull’accordo UE-U-democrazie occidentali si fa sempre più concreta. Theresa craina avrebbe provocato una serie di attentati in Olanda. May è arrivata addirittura ad usare parole esplicite e accuse Le paure britanniche sembrano un deja vù per l’Italia. Dove fake chiare contro quella che considera un tentativo della Russia news sospette hanno già inquinato il confronto. Una in particolare di destabilizzare l’Occidente. A partire dalle fake news che vengono avrebbe fatto scoppiare nel dicembre scorso un piccolo caso diploma-diffuse da account troll con base a San Pietroburgo, come quella della tico tra Roma e Mosca a causa di una news in cui si trasformavano donna musulmana che passeggia vicino alle vittime di Westminster manifestanti a sostegno del referendum costituzionale, in movimenti con assoluta indifferenza. Un falso, come tanti altri. Ma anche un fal-di protesta nei confronti dell’allora premier Renzi. A dimostrazione so che è diventato virale per giorni. Il tema, però, non riguarda solo della serietà con cui il problema si sta affrontando anche a livello euro-l’odio in rete. Il sospetto suggerito dalla premier britannica, ma anche peo, la Commissione Ue, in occasione di una Conferenza di alto livello da diversi deputati inglesi, è che dalla Russia ci sia il concreto tentativo aperta dalla commissaria al digitale Mariya Gabriel, ha lanciato questa di dividere la società e destabilizzare la politica dei paesi Oc-
Londra accusa Mosca, mentre l’Ue prepara la strategia di difesa
settimana una consultazione pubblica per raccogliere opinioni cidentali. Un’operazione massiccia che ha interessato an-e proposte su cosa debba essere fatto a livello europeo per
che il referendum sulla Brexit. La prof.ssa Laura Cram, direttrice del neuropolitics research dell’Università di Edinburgo, ha raccontato al Guardian – che oggi dedica alla bufale sulla Brexit la sua prima pagina – che ben 419 account hanno twittato circa 3.500 volte a favore della Brexit, soprattutto dopo il referendum.
Dal 2015 la East StratCom, la task force messa in
affrontare il fenomeno. Per la commissaria Gabriel la diffusione delle fake news “è sintomo di una malattia dell’informazione” che mostra “la vulnerabilità delle nostre società”. Da qui il suo invito a unire le forze per lottare contro quella che definisce una vera e propria “epidemia”.
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Il Partito
Raccontando startup e creatività nei circoli del Pd
Gianpaolo Manzella CONDIVIDI SU
“C“Ci avete dato una bella scossa. La voglia non mancava, ma ora abbiamo un pizzico di fiducia in più”. Siamo a metà del viaggio e ripartiamo dalle parole di Luca, musicista, rapper, tecnico del suono. Un vulcano di idee e una nuova etichetta specializzata nel vinile. L’ho incontrato al CAD di Via di Portonaccio e il suo è uno dei volti del ‘Viaggio’ che sto facendo nei circoli del PD per raccontare la scena romana della creatività e delle startup innovative. Da San Saba a Ostiense, dal Nuovo Salario al Laurentino, da San Lorenzo a Primavalle.
Incontri in cui si racconta, prima di tutto, cosa sono e quanto valgono industrie creative e startup nell’economia regionale. Sì perché – lo si sa ancora troppo poco – le industrie legate alla cultura e alla creatività
–
la cosiddetta Economia Arancione -rappresenta il 9% del Pil del Lazio e ne fa la prima regione a livello nazionale in questa speciale classifica. Quanto alle startup innovative, siamo terzi in Italia, con Roma seconda dopo Milano, e tassi di crescita a doppia cifra.
Risultati che sono anche il frutto della convinzione che una città ed una regione moderni si costruiscono anche partendo e coinvolgendo questi due segmenti dell’economia. Per questo ad ogni incontro sono anche i protagonisti a parlare: creativi e star-tupper, associazioni ed imprese, manager di incubatori e Fablab. Ognuno racconta la propria esperienza e suggerisce piste di po-licy. E così Camilla di Midorj, che crea gioiel-
ci dicono che la strada è quella giusta, che esiste una Roma dinamica – lontanissima dal mood negativo che si respira in larga parte della città – che va aiutata a cogliere le possibilità di questo momento. Sì perché “5 anni fa tutto questo non c’era, il terreno però adesso è fertile e, se riusciremo a coltivare il talento, avremo un futuro divertente”. Parole non scontate, perché arrivano da chi sul talento ci punta davvero: Marco Trombetti, fondatore di
Pi Campus, uno degli ac
celeratori più importanti in città.
Creatività e startup è un format nuovo: proiettiamo video e grafici, spieghiamo le iniziative della regione, parliamo di esperienze imprenditoriali. E i circoli reagiscono con grande interesse al racconto di questa Roma così viva. C’è chi si stupisce (“davvero non credevo di scoprire tutte queste novità”); chi chiede il materiale per poterlo diffondere; chi obietta che “andrebbe spiegato meglio tutto questo anche a chi ha meno strumenti”; e chi – è inevitabile – invita la Regione a fare ancora di più per snellire il peso della burocrazia.
Ma, ed è forse l’elemento più importante, ad ogni incontro si precisa la consapevolezza che queste politiche non si risolvono nel mero ‘contributo’. E che, in ballo, c’è invece molto di più: costruire una Roma innovativa, pluralista, aperta alla collaborazione.
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li riciclando transistor dei computer, chiede assistenza per rispondere ai bandi e cogliere le opportunità che ci sono; i designer di Plato Design sognano un’amministrazione che metta a disposizione spazi e promuova connessioni tra i creativi; i ragazzi di Forma e Cemento – vincitori del Fondo per la Creatività – vorrebbero un settore pubblico che li aiutasse ad entrare in nuovi mercati. E così via.
Sono incontri che ‘aprono le porte’ dei circoli, che permettono uno scambio tra iscritti, imprese e giovani talenti e che ogni volta confermano che, mai come oggi, innovazione è politica; che – mai come oggi – aiutare il talento a farsi impresa, dare opportunità, governare il cambiamento sono temi centrali dell’agenda progressista.
“Io non ho mai votato Pd – premette Ettore, software designer – ma devo ammettere che la Regione mi ha aiutato tanto, non ce l’avrei fatta altrimenti”. Testimonianze che
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