Di Vittorio Venditti
(Collaborazione), Di Mario Ricca
(Foto), Presa Da Internet Da Stefano Venditti
Un Altro Sogno Infranto
Siamo o no “Voce Fuori dal Coro”? Allora diciamo anche la nostra, dopo aver fatto passare il “giorno di dolore” per molti, la soddisfazione più pura per chi ti tedia. L’altra sera finalmente è arrivato il verdetto che tutti già conoscevamo, ma nessuno avrebbe voluto che si avverasse: La Nazionale italiana di calcio, non essendo riuscita a rimontare il goal che l’ha vista soccombere all’andata in Svezia, è stata estromessa dal campionato mondiale che si svolgerà in Russia dopo sèi/sette mesi da questa sconfitta, ribattezzata forse un po’ troppo enfaticamente “Caporetto”. Buon segno?
Intanto approfittiamo della pezza d’appoggio che dà il crisma dell’ufficialità a questa farneticazione, documento trasmesso ieri dalla Mina vagante, unitamente al suo immancabile commento: Italia eliminata, non va ai Mondiali: la notizia sui siti stranieri, “I patriottardi possono sempre sperare in una guerra civile in Spagna. Il prossimo ventitré dicembre si giocherà Real Madrid-Barcellona Che potrebbe essere il pretesto. Stella Rossa di Belgrado-Dinamo Zagabria nel maggio millenovecentonovanta segnò l’inizio della guerra in Jugoslavia. L’itaGlia seconda nel girone degli spagnoli, potrebbe essere ripescata come la Danimarca agli europei del millenovecentonovantadue”.
Io invece spero che non vi sia alcuna pesca di beneficenza, soprattutto se a seguire dovessero derivarne eventi cruenti come quelli passati alla storia ed occorsi proprio a breve distanza dalla penisola italiana, atteso che tutto il bailamme creato da questo finto dolore, sia rivolto ad un gruppo di milionari che è stato sconfitto da squadre omologhe, praticanti ciò che da tempo non è più considerabile uno sport, ma solo un gioco, a rischio più o meno lecito di danaro. A tal proposito, sentivo da RAI Radio Uno, poco prima delle sette antimeridiane di ieri mattina, (a morto ancora caldo), l’ex calciatore Beppe Dossena, dichiarare per una volta la verità su ciò che a mio parere e non solo non è più sport: “… il calcio è anche politica, …”, cosa che la dice lunga su quanto stiamo proponendo. Oggi, come prassi vuole, si dà addosso al povero commissario tecnico Ventura che paga le conseguenze delle sue scelte; ma non disperiamo: Per lui, per dirla con Mario, sicuramente a breve ci sarà un’altra discesa in campo; sto parlando ovviamente di quella politica: il Nostro infatti, è soporifero come Mattarella e non si è dimesso immediatamente, (vedi Prandelli nel duemilaquattordici), quindi sicuramente troverà una poltrona adatta al suo sedere; Il presidente della Federcalcio Tavecchio invece, la poltrona ce l’ha e se la tiene stretta, visti i primi commenti, soprattutto in riferimento ai venticinque milioni di euro, persi per la mancata qualificazione, soldi che se reinvestiti in favore della disoccupazione, farebbero felici un sacco di italiani, magari più della vittoria di un campionato mondiale, escluso il prossimo: E NON TACCIARMI DI POPULISMO!!! Altri, visto che la nave affonda, stanno cercando in maniera più o meno discutibile di abbandonarla prima di affogare e questo non è degno di chi è stato ed è tutt’ora definito campione. Ci è stato annunciato che Buffon, Barzagli e forse anche Chiellini lasciano: Ma trattandosi di sport e di conquista di un’onore indossando la maglia della Nazionale, quell’indumento/bandiera non dovrebbe venir assegnato volta per volta, dopo che l’atleta ha dimostrato di meritarlo? Chi decide l’inamovibilità di certi “campioni”? E soprattutto: A che titolo?
Per chiudere: E’ innegabile il fatto che vedere la nazione d’appartenenza fuori da una competizione sia spiacevole, ma a che pro, piangere fino alla disperazione per una sconfitta che nello sport ci sta parimenti ad una vittoria o ad un pareggio? Io, avendo assistito ad una partita di calcio, (del quale mi onoro di non comprendere nemmeno le regole basilari), sarei rimasto interdetto per qualche minuto, qualora la squadra per la quale ho fatto il tifo fosse effettivamente costituita secondo le regole, dettate dall’onestà intellettuale, prima che dal colore della pelle dei suoi componenti; visto però che quanto ci viene propinato come Nazionale italiana è tutt’altro, il mio menefreghismo che naturalmente ne deriva, sia l’allarme da suonare a chi da domani si cimenterà in quella presa in giro che è diventato il calcio, dalla periferia ai vertici, (soprattutto quando per periferia s’intendono luoghi come il Molise che purtroppo fa del calcio l’unico “sport” degno di venir coltivato, alla faccia delle tante e forse ancor più valide e redditizie alternative, in termini di soddisfazione sportiva), affinché la si smetta almeno di infilare di forza nella Nazionale per l’appunto, uomini, tali, ma d’altra origine che non è quella italiana e si decida, una volta per tutte, di tornare ad emulare quei vivai spagnoli, (nel passato anche in Italia), che creano da zero autentici talenti, autoctoni e non “oriundi”, da far giocare come rappresentanti di una nazione, tali e preferibilmente slegati da interessi di club che come tutti sappiamo, allo sport, antepongono le azioni di borsa delle quali sono gonfi fino a strozzarsi, cosa che in più di qualche bilancio è già accaduto.
VIVA L’ITALIA!!!