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Terremoto: Quindici Anni Dopo, I Politici Ancora Giocano Con La Vita Dei Bambini

Di Vittorio Venditti
(Foto), Di Salvatore Di Maria E Presa Da Internet Da Vittorio Venditti

Ma La Popolazione Ha Già Deciso

“Ci sono delle vicende che emozionano l’opinione pubblica. Poi però si tende a dimenticarle e questo non è giusto. Sia per le famiglie coinvolte che per la nostra stessa dignità.” Fonte: Enews 496, venerdì 3 novembre 2017; dalle parti nostre, fare un discorso del genere è a dir poco da sovversivi; Matteo si riferiva a tutt’altro argomento, ma la frase ancora calza a pennello ed io l’ho fatta mia. Così ho iniziato lo scorso sèi novembre la puntata precedente di questa tragica telenovela, dopo averne trattato qui, il trenta ottobre, giorno di vigilia a quello che ora e per colpa di scelte scellerate, siamo obbligati a ricordare.

Pasquale Abiuso, del 6 aprile 2011

Ricorderai che stranamente si è mossa anche la dormiente opposizione alla nostra attuale amministrazione, con un comunicato che mi è stato inviato quel trenta ottobre stesso, da Pasquale Abiuso, (qui quanto già riferito), documento con il quale veniva richiesta la convocazione di un consiglio municipale in tema, istanza accettata da quella e disposta come da avviso seguente: [download id=”1377″ format=”2″].

quella, del 25 maggio 2014

sempre quel trenta ottobre, come poi riportato qui mercoledì primo novembre, quella ha invitati i genitori degli alunni di scuola media che frequentano a Tufara, per consegnare loro copia di una lettera indirizzata alle autorità competenti, con la quale si chiede di risolvere nel più breve tempo possibile la questione e sabato quattro novembre, nella scuola di Tufara per l’appunto, la responsabile massima della locale Istruzione, unitamente ai Sindaci dei comuni in causa ed ai genitori che hanno voluto partecipare, ha tenuta una pubblica assemblea. A seguire, mentre buona parte dei genitori gambatesani, in maniera draconiana hanno già deciso che in un modo o nell’altro i loro figli cambieranno luogo ove venir educati, volendo evitare di aggiungere al calendario un altro trentun ottobre, la politica, scollata dal volere della gente comune sempre in modo più evidente, ha provato a tessere una stupida, quanto inutile tela diplomatica, come riportato dalla pezza che segue, come la successiva, commentate da Mario che me le ha trasmesse: Sicurezza della scuola di Tufara, Circolo PD “Mostrate i documenti”, “Finirà come sempre all’italiana, la scena vive già dentro di me, Tufara porta il vino, Gambatesa i taralli”.

“Il circolo democratico di Tufara chiede di mostrare tutte le documentazioni a favore della sicurezza della scuola di Tufara e ribadisce piena fiducia nei sindaci dei due comuni per la scelta di condividere i plessi scolastici qualora siano in regola tutte le carte.”, è come chiedere all’oste se sia buono il vino e se, come ha pronosticato Mario, il vino lo mette Tufara per cercare di ubriacare i pochi gambatesani riottosi o indecisi o più verosimilmente non coinvolti nel problema che stiamo trattando, per dirla in gergo giurisprudenziale, la cosa risulta davvero lumeggiante. I gambatesani hanno tanti difetti, ma sono portatori di un pregio che deriva da un proverbio che da queste parti è sulla bocca di tutti: “La capra, la prima volta se la “fa fare”, la seconda, ci para la coda”. Il senso è chiaro e non dà adito a dubbi: Non interessa a nessuno che si allarghi il discorso a Riccia per confondere le menti; a casa propria, ognuno decide del suo destino; quanto si è verificato a San Giuliano di Puglia per colpe ascritte a chi poi l’ha fatta praticamente franca non deve più accadere, soprattutto in presenza di documentazione che non è stata pubblicata dall’ultimo degli scalzacani, ma da una procura della repubblica che per agire in tal senso si è avvalsa dell’esperienza e del lavoro di un professionista in tema, per altro pagato con i soldi di tutti, gambatesani e tufaroli compresi.

Ma andiamo avanti: Scuola di Tufara, la Preside “Trovare soluzioni alternative in tempi rapidi”: “Una soluzione alternativa potrebbe essere quella di far stare i ragazzi a casa”. Forse la soluzione proposta dalla nostra Mina vagante potrebbe piacere ai bambini innocentemente incoscienti ed in qualche caso ai politici incoscienti e basta, in modo che questi ultimi continuino a coltivare una classe d’ignoranti e petenti, per assicurare ai politici medesimi il potere il più a lungo possibile; a noi interessa invece che i bambini vadano a scuola e lo facciano in un ambiente sicuro sul serio, la cui sicurezza è basata su certezze proposte da chi ne sa, non su chiacchiere imposte da chi coltiva interessi ben lontani dal bene di chi ha avuta la sola colpa di esprimere un suffragio.

Il Sindaco Di Tufara Donato Pozzuto, del 3 dicembre 2011

Donato Pozzuto ha candidamente ammesso di aver richiesti novecentomila euro per ripristinare la sicurezza nell’edificio scolastico di Tufara, somma che sarebbe sufficiente per la ricostruzione dello stesso palazzo con tutte le modernità che servono a proporre una buona scuola: Anche un fesso come chi ti tedia capisce che evidentemente in questo discorso c’è qualcosa di fondo che non quadra e quindi bene ha fatto la preside a chiedere la messa a disposizione di un’immediata alternativa che Tufara non ha, (sarebbe stata la soluzione messa in campo senza arrivare a quanto stiamo vivendo), ma che a Gambatesa esiste anche secondo quanto non è scritto nei documenti che la procura della repubblica di Campobasso ha forniti alla pubblica opinione.

Giovedì sera dunque, vedremo cosa la locale politica avrà deciso, fregandosene di quanto già è stato espresso, sia pur in maniera blanda e paurosamente omertosa, dalla popolazione gambatesana: A me però fa schifo il fatto che nonostante ciò, quella, pur di averla vinta e potersi vantare del risultato raggiunto, (cercando così di provare ad emulare le capacità politiche indiscutibili che il Sindaco di Tufara può vantare a testa alta), stando agli scritti sopra proposti e non provenienti da quest’inutile sito, mantiene i proverbiali piedi in due staffe: Già abbiamo visto circa tre anni e mezzo fa con la famigerata votazione che ha determinato lo status quo, come lei ha poi deciso il da farsi, in nome dell’essere compagna del suo omologo che amministra il paese con il quale stiamo condividendo le scuole dell’obbligo; in questi giorni, pur di raggranellare un minimo di credibilità, quella si sta proponendo come baluardo a difesa della vita dei bambini gambatesani, ma nello stesso tempo, non potendo mettersi contro chi guida Tufara e soprattutto chi la comanda da Riccia, sta cercando di mitigare il clima, addossando ogni apprensione creata, allo sconsiderato scrivere di chi ha il coraggio di chiamare pane il pane e vino il vino, in maniera genuina e senza marchi di qualsiasi origine, sapendo per altro bene che la soluzione proposta nel primo commento di Mario è quella che alla fine prevarrà su tutto, in attesa di una tragedia che spero mai avvenga, ma che se deve accadere, almeno succeda fra tre o quattro anni.

Finirà davvero a taralli “De.co.” e vino?
Spero di sbagliarmi nel rispondere in modo affermativo, ma i presupposti ci sono tutti.