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Democratica

Della Redazione Di Democratica

n. 66 Mercoledì 08 novembre 2017
“Il dibattito su chi debbano essere i candidati premier dei vari schieramenti non è solo fasullo ma anche demenziale” (Mario Calabresi su Repubblica di oggi)
“L’Italia non tornerà indietro”
Tv Oltre due milioni di spettatori per l’intervista di Renzi da Floris. Il Pd rilancia le sue proposte per il Paese
PAGINE 2-3
L’EDITORIALE /1


Lettera aperta a Grasso da un ammiratore
Mario Lavia
EEgregio Presidente, chi si permette di scrivere questa lettera è uno dei tantissimi italiani che negli ormai lontani anni Novanta, quando Cosa Nostra insanguinava i marciapiedi della sua Palermo e ammazzava gli eroi Falcone e Borsellino, vedeva in lei il degnissimo continuatore della guerra alla mafia; e con emozione la vedeva alla tv circondato dalla imponente, necessaria scorta, sul luogo dell’ultimo attentato, o muoversi in quella enorme sala bunker dove infine si assestò un colpo mortale agli uomini di Totò Riina. Per questo quando Lei accettò di entrare in politica e in Parlamento con il Pd fu per tanti un’ottima notizia.
SEGUE A PAGINA 4
L’EDITORIALE /2

Il Sud riparte grazie alle nostre riforme
Stefania Covello
SSvimez ha consegnato al Paese il “referto”sullo stato di salute del Mezzogiorno. Lo ha fatto come farebbe uno scrupoloso medico con un “paziente” a cui si tiene in maniera particolare. Per il secondo anno consecutivo pil e occupazione crescono. A anche per il 2018 le proiezioni sono positive. Le misure adottate in questi anni dai Governi Renzi e Gentiloni, dalla decontribuzione al credito d’imposta fino ad arrivare alle Zes e “Restoalsud”, senza dimenticare i 95 mld di euro per i Patti del Masterplan, hanno contributo a far uscire il Mezzogiorno dalla recessione.
PAGINA 6
DESTINAZIONE ITALIA
IL COLLOQUIO
MAPPE
Il treno
Della Vedova:
La Regioni
dell’ascolto
“Serve
governate dal
riparte oggi
un’alleanza
centrosinistra
dal Nord-Est
europeista”
ieri e oggi
PAGINA 4
PAGINA 4
PAGINA 4
Il confronto mancato
L’uomo che fugge
Tutti i forfait di Di Maio
Faccio una proposta a Di Maio: rinunci all’immunità parlamentare”
“ Matteo Renzi
Presenze in Parlamento
Di Maio Giachetti
30,92% 84,45%
“Considerando le sue presenze, perché Di Maio non prende il 30 per cento dello stipendio?”
Matteo Renzi

Novembre 2017 ll candidato premier del M5s Luigi Di Maio cancella il confronto in tv con il segretario Pd Matteo Renzi previsto in prima serata su La7, nel programma Dimartedì condotto da Giovanni Floris. In questo caso, a rendere eclatante il forfait c’è che l’invito al duello televisivo proveniva proprio da Di Maio che prima ha dato la disponibilità, decidendo il dove e il quando, è poi è fuggito a gambe levate.
Ottobre 2017 Questa volta, per evitare il confronto televisivo, Di
una scusa svia e fa cadere l’invito nel nulla. delle fake news messe in giro dal M5s, ma lui con confrontarsi sul tema banche e per rispondere Maria Elena Boschi lo invita a fornire una data per Maio butta la palla in tribuna. La sottosegretaria
Gennaio 2017 Quest’anno Di Maio all’ultimo momento aveva detto no anche a ‘Italia’, la trasmissione condotta da Michele Santoro. In quell’occasione Santoro ci andò giù pesante: “Un vicepresidente della Camera che agisce a comando come un soldatino non l’avevo mai incontrato”. “Lo statista forte,
assunto un impegno ma niente, è bastata una mese che ci sentivamo ripetere che era stato trasmissione”, si era sfogato Santoro, “Era un Grillo, ha impedito a Di Maio di venire stasera in
telefonata del solito Casalino”.
Settembre 2016 Un anno fa Di Maio aveva disertato la prima puntata di ‘Politics’, il
risponde”. “Di Maio risponde”, ma che divenne, giocoforza, “Di Maio non per la serata era prevista anche una diretta Facebook intitolata Muraro e dei primi grossi guai della Raggi. Semprini ricorda che in un video pubblicato sui social. Erano i giorni dello scandalo della Camera era stato proprio il conduttore della trasmissione, di ‘Ballarò’ su Rai3. Ad annunciare l’assenza del vicepresidente programma condotto da Gianluca Semprini
che prendeva il posto
“Di Maio è come quel compagno di classe che dice ‘ti aspetto fuori’. Poi suona la campanella, esci e non c’è nessuno”.

L’intervista
“Io non ho l’ansia di “tornare a Palazzo Chigi. Ho l’ansia che il Paese non torni indietro a quel -2%”
“Preferisco guidare il partito che candida
il figlio di Pio La Torre invece che il figlio di
Genovese”
“Il Pd è il partito del
lavoro. L’elemento
fondante sono quei 986mila posti di lavoro in più”
“Abbiamo battuto i pugni sul tavolo in Europa e abbiamo abbassato le tasse” “Mio fratello è andato a lavorare all’estero per evitare favoritismi”

“Abbassare le tasse a chi ne ha bisogno, ad esempio scaricando il costo delle badanti”
Focus
Il colloquio
“Serve un’alleanza delle forze europeiste”. Parla Della Vedova

Stefano Minnucci CONDIVIDI SU

MMentre l’onda anti-europeista sembra far breccia nell’elettorato di molti Paesi dell’Unione, lei lancia un progetto politico di segno nettamente opposto: Forza Europa Siamo partiti un anno fa, quando il consenso verso l’UE era ai minimi e Macron era un outsider. Lo scontro politico, più che destra vs. sinistra è sempre più “aperto vs. chiuso”. Protezionismo vs. apertura dei mercati. Visione di prospettiva e lungo periodo dell’immigrazione e chiusura etnonazionalista fino alla xenofobia. Gli USA hanno tutto quello che rimproveriamo a Bruxelles di non avere o avere a metà: presidente eletto, esercito, banca centrale, federalismo, lingua… eppure Trump ha vinto con una piattaforma protezionista, anti-immigrati e i-solazionista. È una nuova ideologia etnonazionalista che da noi si schiera contro l’UE Non contro le politiche dell’Unione che si possono discutere come quelle nazionali, ma contro la scelta politica di avere un’Unione con competenze sovranazionali. L’Europa non è (solo) il nostro passato
“Forza Europa” vuole dare un messaggio positivo contro lo sconfittismo di Salvini e Di Maio
migliore, ma il nostro futu-fronti dell’Ue può rapprero migliore. Sui temi rile-sentare uno dei primi vanti per il futuro degli
punti di contatto con il
italiani, come commercio
Pd?
internazionale e globa-
Io ho visto positivamenlizzazione, ambiente, cli-
te il PD su temi come Jobs ma, sicurezza interna ed
act e unioni civili, che esterna, l’unica sovranità
senza la determinazione che possiamo esercitare è
di Renzi non avremmo
quella condivisa a livello europeo, come ha spiegato anche Macron.
Matteo Renzi ha detto che non metterà veti sulle alleanze, il dialogo del Pd sarà aperto a tutti. A sinistra come al centro. Come si cercherà di porre Forza Europa nel complicato qua-dro delle
alleanze?
Il congresso di Radicali Italiani ha dato mandato al segretario Magi e agli organi dirigenti di lavorare insieme a Forza Europa per una lista europeista aperta. Quando questo quadro si comporrà prenderemo le decisioni sulle alleanze. Personalmente, ho detto pubblicamente che non considero possibile, ma assolutamente improponibile, un’interlocuzione europeista con Salvini o Di Maio; con il PD sì. Poi si tratterà di vedere se ci saranno le condizioni per un’alleanza nel Rosatellum,
come auspico, oppure no.
Il vostro approccio nei con-
ottenuto. Così come positive sono le liberalizzazioni con Ca-lenda. Poi, ci sono temi come biotestamento e ius soli, che mi auguro si possano chiudere entro la legislatura; sull’immigrazione, in termini di gestione pragmatica e lungimirante, mi piacerebbe si potesse fare tesoro della campagna radicale e di Emma Bonino
“Ero straniero” e della legge di iniziativa popolare per il superamento della Bossi-Fini; sulla cannabis legale, si può aprire la via in Europa. Con il Pd sull’UE spesso ci sono convergenze ma anche posizioni diverse: l’Europa non può essere usata come capro espiatorio e il rigore nei conti lo dobbiamo ai nostri figli, non “ai burocrati”. Abbiamo avuto la crescita grazie alle riforme e tenendo a bada i conti. Contro l’UE, Di Maio e Salvini diranno sempre “piu uno!”.
Tra le altre cose la nuova formazione vorrebbe tipo sfatare qualche falso mito sull’inutilità dell’Europa. Ci fa un esempio?
I burocrati: sono tanti quanti i dipendenti del Comune di Roma, ATAC inclusa: penso che in molti farebbero volentieri cambio. O la lunghezza dei cetrioli: negli USA le pagine della regolamentazione del cetriolo sono il doppio di quella dell’UE. Se vuoi un mercato unico devi regolamentarlo, a vantaggio di consumatori e produttori, soprattutto medio picco
li.
Il resto sono fake news.
L’Europa però ha bisogno anche di una “ristrutturazione”, da dove partire?
Dalla dimensione di una sempre maggiore democrazia e di una politica europea con partiti europei e non sommatorie di sigle: tra i popolari ci stanno Orban e la Merkel. Se davvero alle prossime elezioni ci saranno una parte di seggi lasciati dal Regno Unito attribuiti su liste europee e non nazionali, come ha chiesto anche il nostro governo, sarà un passo avanti. Bruxelles va riformata, certo! Per restarci però, come a Roma o Parigi. Nazionalisti e so-vranisti non la vogliono cambiare, ma abbattere. Noi la difendiamo perché la vogliamo migliore, con più potere al Parlamento europeo e meno agli Stati che bloccano tutto. Facciamo la difesa comune, ad esempio, e riportiamo nei paesi le competenze che si possono gestire meglio nelle capitali. Forza Europa è un messaggio positivo per un’Italia europea e forte, contro la visione sconfittista, cupa e incattivita di Salvini e Di Maio.
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Caro Presidente Grasso, le scrive un ammiratore

Mario Lavia CONDIVIDI SU
Segue dalla prima

UUn grande combattente darà il suo contributo di conoscenza e di stile personale alla riforma delle giustizia – mi dissi – e in ogni caso al miglioramento della qualità delle istituzioni e della politica.
Lei, caro Presidente Grasso, è una di quelle personalità che hanno reso l’Italia migliore, e in un certo senso la sua figura appartiene a tutti, poiché fa parte di un patrimonio condiviso che è alla base della nostra democrazia. In questo modo, persino al di là
della sua vicinanza al Pd, il suo ingresso in politica venne percepito: e la sua elezione a presidente del Senato ne costituì il suggello.
Oggi, a quanto sembra, Lei si accinge ad una scelta che sorprende chi ammira in lei il valore nazionale e generale della sua azione. Una scelta politica, ovviamente del tutto legittima, che rischia di sminuire la sua figura di grande italiano a leader di un piccolo schieramento di gruppi e partiti dai tratti prevedibilmente minoritari e estremistici. Uno scarto, insomma, una deviazione da un percorso sin qui lineare e illuminato.
Diventare il capo di un cartello elettorale di forte minoranza, per di più un cartello dominato da figure assai inclini alla polemi
ca interna ai limiti del cannibalismo politico, una sommatoria di sigle che non tarderanno a litigare fra di loro, una piccola Cosa rossa che proprio nella sua Sicilia ha già mostrato i suoi limiti: mentre i populisti, anche grazie alla spaccatura del centrosinistra favorita da questa aggregazione di cui Lei si accinge a divenire il leader, alzano la testa e “vedono” una possibile vittoria elettorale: ha senso?
Dunque, egregio Presidente, voglia accogliere le preoccupazioni di un suo ammiratore per una sua scelta che rischia di sminuire il suo ruolo e di non fare il bene della sinistra italiana. Con sincera stima.
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Mappe
2000 D’Alema PREMIER 9regioni Centrosinistra 9 regioni Centrodestra 2013 Bersani SEGRETARIO PD 11regioni Centrosinistra 7 regioni Centrodestra 2017 Renzi SEGRETARIO PD 14regioni Centrosinistra 4 regioni Centrodestra La sinistra e le Regioni: ieri e oggi
Rapporto Svimez
Il Sud riparte grazie alle nostre riforme
Il Rapporto ci dice anche delle difficoltà che
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Stefania Covello

Ecco perché la ripresa del Meridione è solida
SSvimez ieri mattina ha consegnato al Paese il “referto” sullo stato di salute del Mezzogiorno. Lo ha fatto come farebbe uno scrupoloso medico con un “paziente” a cui si tiene in maniera particolare. Per il secondo anno consecutivo pil e occupazione crescono. Anche per il 2018 le proiezioni sono positive. Le misure adottate in questi anni dai Governi Renzi e Gentiloni, dalla decontribuzione al credito d’imposta fino ad arrivare alle Zes e “Restoalsud”, senza dimenticare i 95 mld di euro per i Patti del Masterplan, hanno contributo a far uscire il Mezzogiorno dalla recessione.
Luigi Famiglietti CONDIVIDI SU
I Idati del Rapporto Svimez 2017 presentati ieri alla Camera dei Deputati, ci consegnano i fondamentali di un territorio in grado di agganciare la ripresa. Il consolidamento nel 2016 della ripresa (+1 per cento) è la dimostrazione numerica che il Sud è uscito dalla lunga recessione; ma il dato numerico, posto a confronto al resto del Paese, assume maggior importanza se si pensa che la performance del Meridione è ancora superiore, seppure di poco, rispetto al resto del Paese (C.Nord: +0.8%), proprio come per il 2015. La dinamica di questi anni ci parla di un Mezzogiorno reattivo, che non è un vuoto a perdere e che nel biennio scorso ha contributo alla crescita del PIL nazionale per circa un terzo, una quota ben superiore al suo attuale “peso” produttivo (meno di un quarto). Inoltre, nell’anno in corso, secondo previsioni SVIMEZ, il PIL italiano dovrebbe aumentare dell’1,5%: con una dinamica di prodotto di poco maggiore nel Centro-Nord (+1,6%), rispetto al Sud (+1,3%), confermando come il Sud sia vicino al resto del Paese, diversamente da quanto avvenuto negli anni della
rimangono, difficoltà sociali, l’elevata incidenza della povertà,per la quale è stata prevista la forte misura di contrasto e, il gap infrastrutturale, la fragilità della PA nelle cui pieghe si insinua l’intermediazione impropria. Senza trascurare il fenomeno della criminalità.
Ma c’è un dato politico che non possiamo non rivendicare e cioè l’assunzione di responsabilità del Pd quel 7 agosto 2015 verso il Sud con una apposita Direzione Nazionale convocata da Matteo Renzi proprio dopo la pubblicazione delle anticipazioni del Rapporto Svi-mez con dati drammatici. Da allora è iniziato un lavoro che sta dando i suoi frutti grazie ai tanti fatti concreti, riscontrabili e che stanno continuando con la legge di bilancio.
Bisogna avere fiducia e proseguire questo cammino.
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lunga crisi e da come una certa narrazione cerca di descrivere le regioni del mezzogiorno.
Non si tratta di una semplice rivendicazione ma di una verità da ribadire in un momento in cui, dopo i referendum per l’autonomia di Veneto e Lombardia, si è riaperta la polemica
“I Governi a guida Pd sono intervenuti in maniera decisa a favore delle imprese meridionali”
sulla “dipendenza patolo-contributivi per le nuove asgica” del Sud intorno al sunzioni, al sostegno alla tema del cosiddetto resi-
nuova imprenditoriali-duo fiscale. A riguardo,
tà giovanile, ai grandi è sempre utile precisare
investimenti finanziati che tra le due aree del
dai contratti di svilup-Paese esiste una forte
po, alla clausola del 34% interdipendenza che im-
che destina un livello di plica anche corposi van-
spesa ordinaria in conto taggi al Nord nella forma capitale delle Amministra-
di flussi commerciali, essendo ancora il Mezzogiorno un importante mercato di sbocco della produzione settentrionale: la domanda interna del Sud, data dalla somma di consumi e investimenti, attiva circa il 14% del PIL del Centro-Nord. Sempre secondo stime SVIMEZ, per ogni 10 euro che dal Centro-Nord affluiscono al Sud come residui fiscali, 4 euro fanno immediatamente il percorso inverso sotto forma di domanda di beni e servizi.
zioni centrali al Sud in pro
porzione alla popolazione re
sidente, all’approvazione di un
primo atto normativo a favore delle Zone Economiche Speciali (ZES). Inoltre, la mancata attivazione della “clausola di salvaguardia”, relativa all’aumento delle aliquote IVA nel 2018, ha scongiurato gli effetti negativi sulla crescita che – soprattutto nel caso del Mezzogiorno – avrebbe comportato la perdita di mezzo punto percentuale di crescita.
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“L’economia è in ripresa, i conti sono più solidi e la reputazione internazionale è migliorata”
Pier Carlo Padoan
È doveroso rimarcare, ancor di più in questi giorni caratterizzati da ingenerosi revisionismi, come il Governo Renzi – ed in continuità quello Gentiloni – siano intervenuti in misura più decisa a favore delle imprese meridionali: si pensi al credito d’imposta per gli investimenti, al prolungamento degli esoneri
Destinazione Italia Torna il treno dell’ascolto Ripartiamo dal Nord Est Matteo Renzi ripren-de stamani da Trie-ste il suo viaggio sul treno “Destinazione Italia”. “Dopo il con-fronto tv di ieri sera su La7 e poche ore di sonno – ha scritto stamani dall’aereo sui social – si ripar-te da Trieste con il treno Pd. Ricomin-cia il nostro viaggio: un viaggio dedi-cato all’Italia, all’ascolto delle realtà del Paese, alle vite delle persone che lo abitano. Mettiamo da parte le pole-miche della politica politicante: l’Italia merita di meglio per il proprio futuro. Andiamo avanti, avanti insieme”, con-clude. Il programma di oggi inizia alle 11.30 al porto di Trieste, mentre alle 13.30 Renzi farà una visita al sacrario militare e al museo di Redipuglia, in provincia di Gorizia. La terza tappa del giorno è Udine alle 15.30, dove è prevista una visita alla caserma Osop-po, interessata da un progetto di ri-qualificazione urbana. Alle 17.30 il segretario Dem sarà a S. Giorgio della Richinvelda, in provincia di Pordeno-ne, dove visiterà l’azienda vivaistica e agricola Rauscedo. Ultima tappa del giorno a Belluno, alle 20, con la visita a una comunità-alloggio per persone con disabilità. Democratica CONDIVIDI SU LEGGI SU DEMOCRATICA.COM 25 Trieste ore 11.30 Belluno ore 20.00 S. Giorgio di Richinvelda ore 17.30 8 Redipuglia ore 13.30 Udine ore 15.30 NOVEMBRE Puoi anche donare 2 euro inviando un SMS con scritto Destinazione Italia al numero 499499 oppure 5 o 10 euro da numero fissoIL SERVIZIO È GRATUITO SOSTIENI IL VIAGGIO DEL PARTITO DEMOCRATICO
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