Di Matteo Renzi
Ho raccolto le dieci domande più frequenti di queste ore via email.
Così facciamo una enews un po’ diversa dal solito.
1. Perché stasera non ci sarà il confronto con Di Maio?
Perché Di Maio ha avuto paura. Prima ha chiesto il confronto, poi è scappato. Cliccando qui trovate il mio commento su Facebook, molto condiviso in rete ieri. Mi dispiace che un uomo che si candida a governare il Paese abbia paura di uno studio televisivo. E mi dispiace che siano rilanciate come motivazioni politiche le sue scuse. Tutti noi abbiamo avuto un Di Maio compagno di scuola. Uno di quelli che ti provocava nell’intervallo dicendo: “Vieni fuori, che ti faccio vedere io.” Poi tu uscivi fuori e lui non c’era. Li conosciamo. Magari sono anche simpatici. Però a nessuno di loro affideresti il futuro dei tuoi figli.
2. E stasera vai lo stesso da Floris?
Avevo dato la mia disponibilità e rinunciare mi sembrerebbe un atto da vigliacco. Ci saranno alcuni giornalisti che mi amano molto come Massimo Giannini, Alessandro Sallusti e Massimo Franco. Purtroppo Marco Travaglio era già impegnato, altrimenti si sarebbe unito anche lui al team. Passeremo una serata a confrontarci senza rete. L’appuntamento è alle 21.30 su La7.
3. Ma è vero che in Sicilia hanno vinto i Cinque Stelle?
Ovviamente no. I Cinque Stelle hanno perso in Sicilia. Ma tutti i commenti che leggete sui giornali e vedete in tv sono commenti già preparati da tempo che non fanno i conti con i numeri reali. Cerchiamo di capirci:
• M5S aveva preso alle Politiche del 2013 in Sicilia il 33% e a livello nazionale il 25%. La Sicilia era stata dunque la loro Toscana, il loro bacino di voti più forte. Erano andati meglio che altrove. Oggi hanno preso il 26% in Sicilia, dopo che tutti i sondaggi li davano ampiamente sopra il 30% (sono sempre sovrastimati nei sondaggi, fateci caso). Il voto alla lista, al simbolo passa dal 33 al 26%: dunque hanno perso sette punti percentuali su base regionale, chissà a quanto sono davvero su base nazionale.
• Se a questo si aggiunge che Di Maio e Di Battista hanno passato quattro mesi in Sicilia, Grillo ha detto che era l’ultima spiaggia, hanno speso centinaia di migliaia di euro in questa campagna ci rendiamo conto che i Cinque Stelle hanno perso. Eppure in TV raccontano di aver vinto e nessuno che gli faccia una domanda su questo. Ecco perché scappano dal confronto. Perché che hanno perso loro lo sanno benissimo. E sanno benissimo che per loro inizia un periodo molto duro, a cominciare dalla vicenda Torino, che non riguarda solo la scriteriata gestione della piazza di quella maledetta serata, ma va oltre, molto oltre.
4. Non dirai mica che ha vinto il PD?
Mica sono pazzo, ovviamente no. Il PD ha perso pur avendo mantenuto gli stessi voti delle Regionali del 2012 (che avevamo vinto grazie alle divisioni della destra e al 10% dell’UDC, ripeto 10% UDC). Gli stessi. E rispetto alle politiche la coalizione di Bersani nel 2013 prese 21,4%, quella di Micari il 25,2%. Dunque noi, pur avendo perso, siamo cresciuti rispetto al 2013. Ma ovviamente non lo leggerete da nessuna parte. Forse, al massimo, su Democratica (scaricate qui il numero di ieri) e scrivete al 3486409037 se volete ricevere gratuitamente il quotidiano online. Sono molto fiero che ci siamo liberati di qualche personaggio che nel 2013 stava con noi. Per esempio Francantonio Genovese, già deputato di Messina, poi condannato in primo grado a 9 anni. Quando è uscito dal carcere Genovese ha lasciato il PD in polemica con la mia decisione di votare a favore dell’arresto in aula. E si è iscritto a Forza Italia. A Messina Genovese, per il tramite del figlio, ha portato a Forza Italia 17.000 voti. Ma io preferisco guidare il partito che candida il figlio di La Torre anziché il figlio di Genovese. Anche se magari qualche volta si perde.
5. E allora chi ha vinto?
Ha vinto la destra. Come accade sempre, da decenni, in Sicilia. E come molti immaginavano da mesi. Ha vinto Musumeci che per questa campagna elettorale ha fatto pace col suo avversario storico, Miccichè. La volta scorsa i due stavano in liste contrapposte e hanno fatto il 44%. Oggi stavano insieme e hanno fatto il 40%. Hanno vinto loro, tanto di cappello. Punto. Buon lavoro al nuovo Presidente Nello Musumeci. Non condivido una virgola della sua storia e del suo curriculum. Ma ha vinto, ha vinto nettamente e gli faccio i migliori auguri perché riesca a governare bene la Sicilia. Dirò di più: spero che ci riesca perché prima vengono i cittadini, poi gli schieramenti. Ne dubito, per la compagnia di giro che ha, ma glielo auguro. E lo auguro ai siciliani.
6. Perché avete dato la colpa a Grasso?
Nessuno ha dato la colpa a Grasso, neanche il sottosegretario Faraone che ha rilasciato la dichiarazione contestata da tanti. Si è solo detto che se Grasso si fosse candidato, come gli era stato chiesto, i risultati sarebbero stati diversi. Ma Grasso ha rinunciato, dicendo che da Presidente del Senato non poteva sobbarcarsi un impegno politico in prima persona. Il che dimostra anche rigore istituzionale, intendiamoci. Rispetto per la sua scelta, nessuna polemica, ma semplice constatazione. Del resto le liste della Sinistra radicale sono passate dal 6.5% delle scorse regionali al 5.3% di ieri, eleggendo un solo consigliere regionale. Questo grande trionfo a sinistra io non l’ho visto, almeno in Sicilia. È vero che oggi è il 7 novembre 17 e dunque sono cento anni esatti: ma non vedo alle porte una rivoluzione comunista. Penso che un elettore di sinistra, anche radicale, voglia unità. Non le divisioni che fanno vincere la destra.
7. Adesso si apre la polemica interna nel PD?
Magari si aprisse adesso. Diciamo che non si è mai chiusa da anni. Forse sarebbe il caso di dire che se qualcuno dentro il PD pensa di passare i prossimi mesi a litigare fa un grande regalo a Silvio Berlusconi e a Beppe Grillo. Sono mesi che si discute, si media, si fanno compromessi, si limano documenti: una vita fantastica, lo immaginate. Personalmente penso che sia arrivato il momento di cominciare la campagna elettorale. Da un lato c’è Berlusconi, dall’altro Grillo: due schieramenti pieni di estremisti e populisti. Noi siamo nel mezzo. Tiriamo fuori le migliori idee e i migliori candidati. E poi scelgano i cittadini. Ma quello che deve essere chiaro è che io non posso essere il segretario dei caminetti tra correnti, degli equilibri e dei bilancini: io sono perché tutti nel PD si sentano a casa, rispettando il pluralismo e mettendo i migliori in lista. Ma sono anche perché finalmente si parli agli italiani e con gli italiani. Basta chiacchierarsi addosso. Con la Direzione Nazionale del 13 novembre si inizia la campagna elettorale, altrimenti facciamo il gioco degli avversari.
8. Ma non farete una coalizione?
Già oggi siamo in coalizione. E siamo pronti ad allargare ancora al centro e alla nostra sinistra. Condivido a questo proposito le riflessioni di Dario Franceschini oggi al Corriere. Le cose che abbiamo fatto al Governo in questi anni hanno fatto uscire l’Italia dalla crisi, sia nel settore economico che in quello dei diritti. Se qualcuno ha idee migliori, le ascoltiamo volentieri. Non abbiamo veti verso nessuno, noi. Dopo la vittoria alle primarie di sei mesi fa ho girato – e continuo a farlo – l’Italia in lungo e in largo. Ho ascoltato, incontrato, condiviso: eppure tutti i giorni si leggono solo notizie in politichese su accordi, litigi, discussioni. Quello che ci preme è far sì che il PD stia in mezzo alla gente, non blindato nelle chiacchiere di palazzo.
9. Qualcuno dice che tu devi andartene per sistemare tutti i problemi?
Anche questa non è una novità, visto che hanno studiato vari modi per dirmelo: le prove false di Consip, la polemiche sulle banche, le accuse sulla mancata crescita, i numeri sbagliati sulle tasse e sul JobsAct. In tutti i casi è bastato dare tempo al tempo e la verità è emersa, o sta emergendo, limpida. Dire che il problema sono io per il voto in Sicilia si colloca nello stesso filone: utilizzare ogni mezzo per togliere di mezzo l’avversario scomodo. Che poi è l’obiettivo di chi è contro di noi. Non a caso Di Maio rinuncia al confronto, non a caso Berlusconi per prima cosa attacca me e il PD. Perché entrambi sanno che alle elezioni – se il PD fa il PD e smette di litigare al proprio interno – possiamo raggiungere, insieme ai nostri compagni di viaggio, la percentuale che abbiamo preso nelle due volte in cui io ho guidato la campagna elettorale: il 40%, raggiunto sia alle Europee che al Referendum. Sono mesi che cercano di mettermi da parte, ma non ci riusciranno nemmeno stavolta. Personalmente credo nella squadra. Siamo un bel gruppo di persone e possiamo rivendicare sia i risultati del passato sia i progetti del futuro. Ma per farlo torniamo a parlare liberi, in mezzo alla gente. Qui non si molla di un centimetro. E anzi l’Ottava edizione della Leopolda avrà come simbolo L8: lotto per… iniziate a scrivere se sarete con noi dal 24 al 26 novembre e per cosa lottate voi. L8, lotto per… altro che mollare. I vari appuntamenti della Leopolda saranno presto disponibili sulla APP Matteo Renzi (scaricatela qui).
10. Che fine ha fatto il treno del PD?
Riparte domani da Trieste. Toccherà Friuli Venezia Giulia, parte del Veneto e dell’Emilia Romagna. Nel profondo nord-est per ascoltare come abbiamo fatto in tutto il sud nelle scorse settimane. Seguiteci se vi va. E dateci una mano sia con le idee e le proposte matteo@matteorenzi.it) sia con il finanziamento (due euro per far viaggiare il treno con un sms al 499 499). Se volete qui trovate il resoconto delle prime tappe.
Un sorriso,
Matteo
P.S. Scusate se non riesco a rispondere a tutti ma le vostre lettere sono fonte di ispirazione notevolissima. E in queste ore sono tornate tante e belle come qualche mese fa. Come al solito nei passaggi più delicati il vostro affetto allarga il cuore e fa capire dove sta la discussione del paese reale. Grazie davvero della vostra condivisione e delle vostre idee: matteo@matteorenzi.it
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