Della Redazione Di Democratica
n. 63 venerdì 3 novembre 2017
“I frutti della guerra: odio, morte, vendetta. Con la guerra si perde tutto” (Papa Francesco ieri alle Fosse Ardeatine)
Vediamo le carte
Risparmiatori La commissione d’inchiesta voluta
dal Pd entra nel vivo: finalmente conosceremo
fatti e responsabilità delle crisi bancarie
PAGINA 2-3
DUELLO TV IL 7 NOVEMBRE
Di Maio sfida Renzi ma gli va male: il segretario accetta
Fervono le trattative fra gli staff su dove tenere il match televisivo e su chi lo arbitrerà: in pole Floris e Vespa
A PAGINA 6
L’EDITORIALE / 1
“
Obama, il patriottismo dei progressisti
Giuliano Da Empoli
A A vrebbe potuto invitare chiunque, Barack Obama, per il lancio della sua fondazione martedì scorso. Miliardari globali, guru dell’economia, capi di Stato e premi Nobel. Si sarebbero presentati tutti, uno in fila all’altro, per rendere omaggio a 44° presidente degli Stati Uniti: un uomo che è entrato nella storia a partire dal giorno stesso della sua elezione e la cui statura si accresce ad ogni tweet prodotto dal suo improbabile successore. Invece non è andata così. A Chicago, nei due giorni del primo Obama Foundation Summit, le star globali si contavano sulle punte delle dita, mentre al centro della scena, sul palco della plenaria e nelle decine di sessioni parallele, si sono avvicendati soprattutto eroi locali, sindaci, educatori, organizzatori di comunità e attivisti per i diritti civili. La politica intesa come istituzione era praticamente assente: nessun volto noto del partito democratico americano e solo due ospiti internazionali, la parlamentare europea Marietje Schaake e il segretario del PD Matteo Renzi. La sensazione è che Obama abbia voluto inviare un segnale.
SEGUE A PAGINA 4
L’EDITORIALE / 2
“
Ecco i “genitori sociali” per bimbi stranieri
Sandra Zampa
L’ L’ Italia ha un volto bellissimo: è quello dei tanti che si mettono disposizione degli altri e del proprio Paese senza incertezze e senza chiedere nulla in cambio. Tra loro, di recente, vanno annoverati i “tutori volontari”, persone che investono un po’ del proprio tempo e del proprio impegno per tutelare la vita dei minori stranieri non accompagnati, un piccolo esercito di ragazzine e ragazzini, quando non bambini, che raggiungono il nostro Paese, senza genitori, senza famigliari, senza adulti di riferimento su cui poter contare. Questa figura nuova è entrata in campo grazie alla legge 47/2017 che riordina le norme e il sistema di accoglienza dei minori stranieri non accompagnati, i cosi detti “msna”, i più fragili tra tutti i migranti.
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Banche
Matteo Renzi su Facebook
La commissione d’inchiesta entra nel vivo
L’impegno del Pd, il silenzio di Lega e Forza Italia
Prima ora di #treno verso Nord per decomprimere 8 ore di ininterrotte audizioni di Banca d’Italia e Consob. Leggo i primi commenti giornalistici e scuoto il capo. Qualche testata ha passato mesi a dire che sarebbe stata una farsa, che la commissione avrebbe tracheggiato, che si sarebbe coperto, insabbiato. Ebbene, oggi due serissime e complete audizioni, senza sconti e senza reticenze, e cosa si dice: che maltrattiamo gli auditi per campagna elettorale??? Ma un minimo di ritegno! Non è stato piacevole per nessuno, ma è stato serio, molto serio. Piuttosto chi vuol fare la cronaca e non la narrazione fantastica, scriva e si interroghi: perché il silenzio di Lega e Forza Italia su quanto accaduto proprio nella terra dove riscuotono più consensi? Perché di fronte alla pos
sibilità di interrogare – anche aspramente – Banca d’Italia e Consob si è scelto di fischiettare o
parlare d’altro? Che ne è della ricerca della verità dei fatti per 200mila #famiglie venete? Certo, è più facile strizzare l’occhio ai risparmiatori truffati quando vengono in audizione e poi essere uccel di bosco quando ci sono da trovare le vere responsabilità. Per poi magari riprendere l’atteggiamento da duri per sfogare la loro rabbia contro presunte responsabilità politiche tutte campate per aria. Meglio riprendere il viaggio con altre letture.
Mauro Del Barba
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Le audizioni per fare chiarezza
Rimpalli di responsabilità tra Bankitalia e Consob, poltrone scorrevoli, banchieri autoreferenziali, operazioni “baciate”, quello che sta emergendo dal lavoro alla Commissione bicamerale d’inchiesta sul sistema bancario non sembra affatto un resoconto di un meticoloso lavoro di vigilanza. Lo strumento istituzionale chiesto a gran voce dal Pd (“Non vediamo l’ora
di iniziare per fare chiarezza fino in
fondo”, ha esortato più volte Matteo Renzi) comincia a far emergere quella che è stata la gestione degli istituti bancari rimasti coinvolti nelle situazioni di crisi. Uno degli obiettivi è capire se davvero Bankitalia e Consob abbiano svolto la loro funzione di controllori o se invece ci siano state omissioni o ritardi. In queste ore le audizioni dei vari soggetti coinvolti proseguono senza sosta: inizialmente sono stati ascoltati i procuratori di Roma e del tribunale di Vicenza, poi i vertici e le associazioni delle banche venete, su cui gli esponenti del Partito democratico Francesco Bonifazi e Mauro del Barba hanno posto 10 domande, relative soprattutto alle modalità con cui Bankitalia ha svolto il suo ruolo di vigilanza. Ieri invece sono stati ascoltati il capo del Dipartimento Vigilanza bancaria di Banca d’Italia, Carmelo Barbagallo, e il Direttore generale della Consob, Angelo Apponi. Ed è qui che è emersa subito una contraddizione, non appena si sono confrontate le due versioni. In pratica
sulle azioni gonfiate della Popolare
di Vicenza, se da una parte Bankitalia sostiene da una parte di aver rilevato le criticità comunicandole alla Consob, quest’ultima, tramite il suo rappresentante, ha dichiarato di non aver mai ricevuto alcuna segnalazione a riguardo. C’è poi il tema delle cosiddette poltrone scorrevoli, quei dirigenti controllori di Bankitalia passati in corsa ai vertici delle banche controllate, su cui lo stesso esponente di Palazzo Koch Barbagallo ha puntato il
dito, definendole “assunzioni
inopportune”. Insomma, il quadro che sta emergendo, a cominciare dalle due venete, non sembra un affresco di trasparenza e buona vigilanza.
Stefano Minnucci
Le dieci domande del Pd alla commissione d’inchiesta
Banca d’Italia ha permesso al management di Popolare Vicenza di mostrare bilanci “falsati” al pubblico? È vero ciò che ha detto Zonin ai magistrati, ovvero che “all’esito della ispezione 2012 Bankitalia ha preso atto che i nostri crediti erano assistiti da importanti garanzie ipotecarie e, quindi, ha ritenuto che non vi fosse la necessità di rafforzare gliaccantonamenti sui crediti”? Perché, nonostante la scarsa qualità del credito, Bankitalia ha sempre permesso a Popolare Vicenza di pagare dividendi ai propri azionisti? Perché il livello di copertura dei crediti deteriorati di Veneto Banca era solo del 31% nel 2013 (pre-aumento di capitale), contro una media EU del 46%? Perché Popolare di Vicenza Veneto Banca Consoli (ex-AD Veneto Banca) è accusato di aggiotaggio per aver sopravvalutato il valore delle azioni di Veneto Banca. Perché Bankitalia e Consob non hanno 1 5 2 3 4
avvertito i circa 100,000 soci di Veneto ha riconosciuto come deteriorati i crediti
Bankitalia, nonostante le ispezioni, non
Banca del fatto che le loro azioni erano
pericolosamente sopravvalutate a causa sotto la vigilanza Europea (post-2014)?
superiori ai 4 mld poi classificati come tali
di un reato in corso?
Perché, nonostante la scarsa qualità del credito e la necessità di capitale per adeguare le coperture sui deteriorati, Bankitalia ha permesso a Popolare Vicenza di pagare tra 2007 e 2013 dividendi pari a €22 per azione (cumulati)?
Perché l’ispezione su questi finanziamenti
Finanziamenti Soci
sulle due banche è partita solo a febbraio
delle banche venete
2015, ovvero un anno e mezzo dopo la asserita scoperta di un analogo grave
Perché nell’ispezione di Popolare
fenomeno in Veneto Banca?
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Vicenza del 2012 gli uomini guidati da Giampaolo Scardone non si
È stato Barbagallo a certificare che il
sono accorti di questi finanziamenti,
valore recuperabile dai crediti
avvenuti per centinaia di milioni?
deteriorati di Popolare Vicenza e Veneto Banca fosse di €9.9 mld, ovvero il 55% del valore nominale? Se è stato lui, si
In qualità di organo di vigilanza rende conto del potenziale danno per
bancaria nazionale, Bankitalia avrebbe i risparmiatori di una valutazione di
dovuto conoscere lo stato di difficoltà
mercato di questi crediti inferiore al 55%?
in cui versava la banca al momento dell’acquisto di Palazzo Repeta…
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IL TESTO COMPLETO SU DEMOCRATICA .COM
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Summit Obama Foundation
Il patriottismo dei progressisti, Barack indica la strada da seguire
Giuliano Da Empoli CONDIVIDI SU
Segue dalla prima
DDopo il ciclone Trump, mentre l’onda d’urto dei movimenti populisti continua a investire le democrazie di mezzo mondo, non è più tempo di politics as usual, ma di una rifondazione che parta dal basso. “Abbiamo creduto troppo a lungo che la democrazia fosse un supermercato – ha detto Anand Giridharadas
nel discorso di apertura – dai cui causa generale, di elevarsi al di scaffali scegliere i prodotti che sopra dell’egoismo dell’indivi-ci piacevano. Oggi sappiamo duo e della famiglia”. I popu-che la democrazia è una fatto-listi mettono sempre l’accento ria, nella quale raccogli i frutti sulla prima componente, ma la di ciò che hai seminato”. verità è che oggi esiste lo spa-Pensarla così, nel mondo dei zio per una grande scommessa
big data e delle fake news, significa spostare l’accento dall’insostenibile leggerezza degli algoritmi, delle parole al vento e delle promesse a raffica, al rigore di un’azione di cambiamento che richiede energia, tempo, ostinazione. E, nel rapporto con i cittadini, vuol dire mettere in evidenza, oltre ai diritti, anche i doveri. Appartenere ad una comunità di persone in carne ed ossa, anziché ad un accrocco di ologrammi fluttuanti nel cyberspazio, implica delle responsabilità e degli obblighi.
In questo cambio di prospettiva c’è una sfida, ma anche un’opportunità per quei progressisti che, negli Stati Uniti come in Europa, sono rimasti spiazzati dall’ascesa delle rivendicazioni nazionaliste e identitarie: la possibilità di far crescere una forma di patriottismo che, anziché rincorrere le invettive dei populisti, metta l’accento sulla ricchezza e sulla coesione di comunità profondamente radicate sul territorio.
Il patriottismo, diceva il grande storico
Jacob Burckhardt, è fatto di due cose:
“l’odio di quelli che non sono noi” e
sulla seconda, a base di cultura,
di educazione, di volontariato.
La proposta di un’esperienza di
servizio civile obbligatoria per tutti
i diciottenni lanciata dal PD va in que
sta direzione, così come, più in generale, l’idea che ad ogni nuovo diritto vada affiancato un dovere. Perché appartenere ad una comunità vuol dire accettare di assumersi delle responsabilità, non solo scegliere i pacchetti più colorati sugli scaffali.
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SU DEMOCRATICA.COM
La fondazione aperta voluta da Obama
La mission dell’Obama Foundation di Michelle e Barack Obama, si legge nel sito dell’organizzazione, è di ispirare e motivare le persone al cambiamento del loro mondo.
Dai leader che hanno già avuto un impatto, alle persone interessate ad essere coinvolte ma non sanno da dove cominciare, l’obiettivo della Fondazione è di rendere i programmi accessibili a chiunque, ovunque. Scopo della Fondazione è fornire agli innovatori civici, ai giovani leader e ai cittadini le competenze e gli strumenti di cui hanno bisogno per portare il cambiamento nelle loro comunità.
“il bisogno di consacrarsi ad una L’accento è sulla ricchezza e sulla coesione di comunità radicate sul territorio
Summit Obama Foundation
Colloquio con Anna Grassellino
Passione e impegno: il racconto della due giorni di Chicago
Carla Attianese CONDIVIDI SU
MMettere in rete le migliori esperienze di impegno civico, dare voce a persone ed esperienze che hanno fatto la differenza nei loro Paesi e nelle loro comunità, costruire relazioni e forme di scambio per
imparare qualcosa gli uni dagli altri e per spingere
avanti le idee di progresso, giustizia e uguaglianza. È
questo lo spirito che ha animato la due giorni del pri
mo Summit dell’Obama Foundation che si è tenuto a
Chicago il 31 ottobre e il 1 novembre scorsi, e che ha
visto la partecipazione, tra gli altri, del segretario del
Pd Matteo Renzi.
Anna Grassellino, la nuova responsabile Italiani
nel mondo del Partito democratico, che proprio dal
la parti di Chicago fa la ricercatrice al FermiLab, era
lì e racconta a Democratica di aver respirato, nelle
sale del Marriott Marquise, un’atmosfera del tut
to particolare, densa di energia positiva e di voglia
di contribuire, ognuno per la sua parte, all’avanza
mento della società.
Neanche una parola su Donald Trump nella due
giorni, quasi a voler rimarcare l’esistenza di un luo
go altro e parallelo, che intende contribuire al futu
ro non costruendo, ma abbattendo muri.
Matteo Renzi ha partecipato al Panel intitolato
‘Building the civil partnership pipeline’, moderato
da Caroline Kennedy, il cui focus era una discussione
sulle possibili forme di coinvolgimento nell’impegno
civico dei giovani dotati di talento e passione.
A un certo punto, ci racconta Anna, Obama è en
trato e si è seduto ad ascoltare, come uno tra i tanti.
E quando è stato invitato a dare un saluto ai parte
cipanti al panel, con grande semplicità ha tenuto a
sottolineare il contributo di Renzi, dall’ex presidente
Usa definito un politco che, come lui, ha sempre cercato di portare avanti un’idea di cambiamento basata soprattutto sul coinvolgimento dei giovani.
A proposito del summit, Anna ci dice di aver sentito “il racconto di esperienze straordinarie di giovani impegnati in maniera disinteressata per portare cambiamento, come il giovane sindaco di South Bend nell’Indiana o il CEO di Global Citizen Year, un’organizzazione nata con lo scopo di coinvolgere ragazze e ragazzi in esperienze di ‘cittadinanza globale’. Non era una passerella, era una cosa vera e sentita con persone che si impegnano con grande senso civico, senza volere nulla in cambio”.
La chiave che ha tenuto insieme la due giorni, secondo Anna, è l’idea che “il cinismo e la disillusione, che tanto respiriamo in Italia, si combattono tornando tra la gente, ai problemi più prossimi, instillando l’idea che ciascuno, nel suo piccolo, può fare la differenza, secondo una forte idea di empowerment”.
Prima del Summit, Anna preme a sottolineare, Renzi era stato in visita prima al Fermilab e poi alla Kellogg School, la prima scuola al mondo in Business Administration, dove ha incontrato ricercatori e studenti e dove tutte le esperienze hanno posto l’accento sull’importanza, per la ricerca, dell’internazionalità e dell’incontro tra diversità.
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SU DEMOCRATICA.COM
Dagli italiani all’estero un contributo per la politica
In vista della deadline del 20 dicembre prossimo per la scrittura del Programma Pd in vista della campagna elettorale, il dipartimento Italiani all’Estero ha istituito cinque gruppi di lavoro, ognuno dedicato ad altrettanti temi ritenuti cruciali per gli chi vive e lavora all’estero. I gruppi saranno dei “forum”
e ciascuno di essi
dovrà portare fino a
tre proposte concrete, che verranno poi sintetizzate nel programma del Dipartimento Italiani all’Estero. I temi individuati per i gruppi sono Internazionalizzazione di Università e Ricerca, Servizi agli Italiani
nel mondo, Promozione e valorizzazione dello studio della lingua e della cultura italiana nel mondo, Facilitazione delle sinergie e del commercio internazionali, Inclusione e Diversità. Chiunque voglia contribuire a partecipare ai diversi forum può scrivere a itmondo@ partitodemocratico.it.
Confronto Tv
LLa sfida Matteo Renzi l’ha raccolta in un battere di ciglia. Un’ottima occasione per dire in faccia al “candidato premier” – figura che peraltro non esiste – del M5s quello che pensa delle varie campagne che i grillini mettono in campo da tempo. Dunque, appuntamento a Di Maio martedì 7 novembre in tv. Quale tv? Ancora non si sa, Giggino
vorrebbe Floris-La7, Renzi ha fatto sapere che per questo tipo di cose
meglio il servizio pubblico. Eppure alla fine il segretario del Pd po
trebbe ingolosirsi dell’opportunità di sfidare Di Maio nella tana del
lupo, nel grande catino di “DiMartedì” tradizionalmente poco amico
del Pd.
Chissà cosa ha mosso il capo pentastellato nel chiedere via Twitter
un confronto-sfida al leader dem. Non è in effetti un gran momento
per i grillini cui oggi You trend, nel supersondaggio sulle politiche con
il Rosatellum, assegna la terza posizione; e continuamente pressati
da episodi piò o meno opachi, da Nord a Sud, da Torino alla Sicilia
passando per Roma. A pensarci bene, però, a spiegare la sortita di Di
Maio potrebbe esserci esattamente la consapevolezza di dover uscire
da una zona d’ombra in cui il Movimento si è cacciato, sot
tovalutando peraltro le capacità “tecniche” di un Ren
zi che in televisione è capace di “mordere” assai.
Certo, le regole d’ingaggio del match sono im
portantissime. Ed è per questo che i rispetti
vi staff stanno trattando su dove ospitarlo e
su chi dovrà arbitrarlo. Oltre Floris, in lizza
c’è come sempre Bruno Vespa in prima se-
strumentale della Città incaricato materialmente
rata su RaiUno, ipotesi che farebbe morire
di allestire piazza San Carlo per la partita. A loro
di rabbia Bianca Berlinguer che va in onda
si aggiunge la sindaca Chiara Appendino per
proprio il martedì sera su RaiTre. Una trat-
lesioni personali colpose in seguito alle denunce
tativa complicata, come è logico per il primo
presentate nei suoi confronti da alcuni tifosi feriti.
grande faccia a faccia politico della stagione.
Si allarga l’inchiesta per gli incidenti durante la finaledi Champions League tra Juventus e Real Madrid a Piazza San Carlo. Pronti altri inviti comparire, che dovrebbero rispondere all’accusa di omicidio colposo. Al momento gli indagati per omicidio colposo e lesioni gravissime colpose sono due: Maurizio Montagnese e Danilo Bessone, rispettivamente presidente e direttore di Turismo Torino, l’ente Pronti nuovi avvisi di garanzia per gli incidenti di Piazza San Carlo Fervono le trattative su dove fare il duello e su chi lo arbitrerà. In lizza Floris e Vespa
Di Maio sfida Renzi ma gli va male: il leader Pd accetta
Mario Lavia CONDIVIDI SU
Integrazione e intolleranza
Arrivano i “genitori sociali” per bimbi stranieri
Sandra Zampa
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Vice presidente della Commissione bicamerale Infanzia e Adolescenza Presidente del Dipartimento minori del Pd
Segue dalla prima
L’L’approvazione della legge, avvenuta nell’aprile scorso, è stata possibile con il voto di un largo schieramento di forze politiche, ma senza la determinazione del PD non
saremmo riusciti ad arrivare al traguardo.
Ci sono voluti tre anni di lavoro ma oggi che
è legge dello Stato, l’Italia sta facendo scuola
in Europa. E’ stato un lavoro intenso, den
tro e fuori le aule parlamentari, in accordo
con la società civile organizzata. In partico
lare con le organizzazioni non governative
e le associazioni di tutela dell’infanzia e dei
diritti umani e con l’Associazione nazionale
dei Comuni, poiché sono i sindaci a dovere
predisporre l’accoglienza e la cura dei mino
ri migranti soli in fuga da guerre, malattie,
persecuzioni religiose, povertà estrema.
Spinti dal bisogno, dall’aspirazione di una
vita migliore per sé e per la propria fami
glia, questi ragazzi attraversano il mondo
con mezzi di fortuna, mettendo a rischio la vita stessa. Con questa legge abbiamo scommesso sulla nostra capacità di prendere sul serio gli impegni assunti con l’adesione alla Convenzione ONU sui diritti del fanciullo, sottoscritta a New York e ratificata nel 1991. Abbiamo scommesso e gli italiani ci hanno stupito come confermano i dati relativi alle adesioni ai bandi regionali per selezionare i “tutori volontari”. Questa figura, introdotta dall’articolo 11 della
legge, sostituisce il modello della tutela pubblica, prima della legge affidata esclusivamente al sindaco o a un professionista, con quello del “genitore sociale”, secondo una efficace definizione dei media. Si tratta di un cambio di passo di grande portata che chiama in causa ognuno di noi, in modo diretto. Tutti i cittadini
italiani e dell’Unione europea che abbiano almeno 25 anni, residenti in Italia e senza carichi penali possono iscriversi all’albo dei tutori, previsto in tutti i Tribunali minorili del paese. Le linee guida emesse
sua vita né concorrere al suo be
nessere. Un modo per concorrere concretamente a costruire “un Paese migliore” per i più giovani ma anche per noi stessi.
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SU DEMOCRATICA.COM
Un piccolo esercito di “tutor”. Un modo per costruire un’Italia più accogliente
Pericolo CasaPound, il movimento della violenza
dall’Autorità Garante per l’Infanzia e l’Adolescenza danno una serie di indicazioni per la scelta e la formazione dei tutori. Oltre che svolgere il compito di rappresentanza legale che viene riconosciuto a chi esercita una patria potestà, il tutore si impegna al riconoscimento dei diritti del minore, ne promuove il benessere fisico e psichico, ne segue i percorsi scolastici, di integrazione e di educazione, controlla che le condizioni
dell’accoglienza siano adeguati, si fa promotore e difensore dei suoi diritti. Insomma si tratta di una vera e propria forma di genitorialità civile. Il tutore è un cittadino che consapevolmente decide di diventare parte in causa nel processo di integrazione del figlio di qualcun altro che non può svolgere il proprio compito, che non può essere presente nella
Democratica CONDIVIDI SU
IIl seme nero del razzismo è riuscito ad attecchire. I segnali sono molti e preoccupanti. Nel bresciano Andrea Bianchi, 39enne sindaco di Trenzano, ha aderito a CasaPound Italia, diventando il primo sindaco in tutta Italia ad aderire al movimento che si rifà al ventennio fascista. Scendendo a Sud la situazione non migliora. A Ostia, dove si voterà questo weekend, Casa Pound rischia di fare numeri record per la sua storia. Non tali da insidiare il ballottaggio, certo, ma forse sufficienti a influenzare le dinamiche politiche del popoloso X municipio. E non c’è da star tranquilli. Luca Marsella, il candidato di Casa Pound a Ostia, non è esattamente quello che si può definire un gentiluomo. Questa estate è stato condannato a due mesi con pena sospesa per aver minacciato alcuni studenti fuori un liceo
della zona. Il fatto risale al 2011 quando l’e-sponente del movimento di estrema destra minacciava i ragazzi colpevoli di protestare contro l’apertura della sede del movimento neofascista con queste parole: “Vi accoltello tutti come cani, vi ammazzo tutti! Io mi ri-
cordo la faccia di ognuno di voi. Non vi picchio subito perché ci sono delle persone e poi mi denunciate”. La violenza, verbale e a spesso anche fisica, è una delle caratteristiche della formazione che questo weekend a Ostia cerca il record con una campagna elettorale decisamente non convenzionale. Ne ha parlato Gianluca De Rosa su il Foglio di ieri che ha sintetizzato la “strategia” elettorale in tre azioni principali: i blitz anti-abusivi, i picchetti anti-sfratto e, infine, la raccolta di beni alimentari per 250 famiglie di Ostia, ma solo italiane. Sullo sfondo l’ombra della violenza e quella delle amicizie opache. Specialmente quelle con il clan Spada. Roberto, fratello di Carmine Spada, ha già fatto il suo endorsement su Facebook e per Casa Pound non è poco. Visto che in certe zone di Ostia
–
afferma Federica Angeli, la giornalista che dal 2013 vive sotto scorta per le sue inchieste sulla criminalità che domina il X municipio romano – il clan Spada sposta voti.
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