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Democratica

Della Redazione Di Democratica

n. 61 Martedì 31 ottobre 2017
“La politica che vediamo adesso credevamo di averla messa a letto da lungo tempo. Questa gente ha cinquant’anni di ritardo” (Obama su Trump)
Cinque Stelle Violente minacce a Rosato dal braccio destro di Cancelleri in Sicilia. E intanto cresce l’allarme sulle fake news in tutte le democrazie occidentali
PAGINA 2-3-4
L’EDITORIALE /1


Il metodo della violenza e la dignità perduta
Stefano Cagelli
CCi risiamo. La violenza insita nel codice genetico grillino è riemersa in tutto il suo squallore. Il protagonista non è uno dei
tanti odiatori vicini al Movimento che
infestano la rete, i social network, le
piazze virtuali. E’ un signore di nome
Angelo Parisi, che il candidato alla
presidenza della Sicilia Giancarlo
Cancelleri vorrebbe in squadra per
governare una delle regioni più grandi
e importanti d’Italia. La chiusura del
suo profilo Twitter non ha, purtroppo,
cancellato dalla banca dati collettiva la
rassegna di cinguettii intrisi di violenza,
che fanno di lui il prototipo ideale del
grillino comune.
SEGUE A PAGINA 2
L’EDITORIALE /2

Ma i giovani non hanno solo passioni tiepide
Elena Bonetti
IIlvo Diamanti ieri su Repubblica, a commento di una ricerca dell’Osservatorio Demos-Coop, sottolineava che i giovani sono senza fedi e quindi anche senza politica. Una provocazione urgente alla politica, che viceversa non può essere senza giovani. Eppure per chi incontra i giovani tutti i giorni, nelle aule di un’università e nelle scuole, nelle associazioni, nei luoghi da loro abitati, si mostra un volto inedito. Studiano e progettano il loro domani senza nessuna certezza della forma che questo domani avrà, si confrontano con la paura del fallimento nel coraggio di una resilienza non scelta, ma di fatto vissuta.
A PAGINA 7
LAVORO
Marco Fortis: “Lavoro e fiducia crescono costantemente”
A PAGINA 5
GOVERNO
Bilancio, ecco le misure per i più deboli
PAGINA 7
M5S
La violenza Cinque Stelle e la dignità perduta

Stefano Cagelli CONDIVIDI SU
Segue dalla prima

TTra le tante, deliranti, prese di posizione -in particolare contro i giornalisti – spicca un indegno messaggio indirizzato ad Ettore Rosato, capogruppo del Pd alla Camera. Ci fa ribrezzo pure riscriverlo, ma lo facciamo per dovere di cronaca: “Rosato facciamo un patto. Se questa legge sarà cassata dalla Consulta noi ti bruciamo vivo”. Parole raccapriccianti, specie se pronunciate da un personaggio che potrebbe, a breve, occuparsi in maniera diretta della cosa pubblica, pagato con i soldi dei cittadini siciliani.
La reazione dello stesso Rosato non si è fatta attendere. Ma più che una risposta a tono, quello del presidente dei deputati dem è un appello: “Leggere quella frase mi fa male. Per la mia famiglia, per i miei figli. E perché non l’ha scritta uno qualsiasi. Vi rendete conto di quanta meschinità umana? Le elezioni si vincono e si perdono, è la vita. Ma quando si perde la dignità è difficile recuperarla. Cari amici 5 stelle, con il vostro linguaggio squadrista state distruggen-della teorizzazione dell’odio come strumen-monizzazione e discredito fisico e morale è do la discussione politica. Caro Grillo, caro to di lotta politica. L’allarme è drammatico perfettamente a suo agio. Il dramma è che Di Maio, fermatevi. Siete ancora in tempo. e riguarda il web in senso lato. Un mondo questo linguaggio costruito metodicamente Restate umani, almeno voi”. ormai intriso in maniera irreversibile di sull’insulto e sul pestaggio, prima o poi, po-

Difficile che questo appello verrà raccolto haters e di fake news, due fattori inscindi-trebbe indurre qualcuno a prendere tutto da un movimento che si inserisce ed alimen-bilmente legati. Un quadro in cui la comu-sul serio e passare dalla teoria alla pratica. ta un contesto addirittura mondiale, fatto nicazione pentastellata, fatta di ingiurie, de

LEGGI SU DEMOCRATICA.COM

Quando Di Battista difese Quando mezzo consiglio il padre violento: “Ma quale comunale sfilò a Torino contro pugno? Era una carezza…”
il
G7 e insieme ai teppisti
Social Network
Fake news ed elezioni Usa: i numeri
Facebook
126 milioni sono gli americani che potrebbero aver visto contenuti sponsorizzati dalla Russia.
YouTube
1.108
video individuati 43 ore di contenuti propagandistici 309mila visualizzazioni nei dodici mesi prima del voto
Twitter
2.752
account riconducibili a Mosca 36mila ‘boot’ 1,4 milioni di Rt automatici 288 milioni di risposte generate dai lettori.
Suona l’allarme fake news per le democrazie occidentali

Carla Attianese CONDIVIDI SU

CCentoventisei milioni di persone. È il numero di cittadini americani che potrebbero aver visualizzato su Facebook i contenuti sponsorizzati da account riconducibili alla Russia, con circa 80mila post
pubblicati dal 2015 al 2017. È quanto avreb
be rivelato lo stesso social network di Menlo
Park in una dichiarazione scritta depositata
presso la commissione Giustizia del Senato
americano.
Come se non bastasse, lo stesso colosso so-
cial ammette che gli oltre 80milapost, sponso
rizzati con circa 100 milioni di dollari in pub
blicità – come precedentemente rivelato dallo
stesso Zuckerberg -, potrebbero rappresenta
re solo la punta dell’iceberg.
Da parte loro, anche Google e Twitter stan
no contribuendo alla ricostruzione della veri
tà sulla vicenda. Da Google l’ultima rivelazio
ne è che sarebbero stati scoperti su Youtube
18 canali “orientati politicamente”, con oltre
mille video caricati e 309mila visualizzazioni
nei 18 mesi precedenti il voto presidenziale.
Da San Francisco invece fanno sapere che
sarebbero circa 37mila gli account riconduci
bili a Mosca che avrebbero generato quasi 1
milione e mezzo di tweet automatici nei tre
mesi precedenti le elezioni, con un totale di
quasi 300 milioni di reazioni.
È solo l’ultima puntata del cosiddetto Rus
siagate, lo scandalo che sta coinvolgendo la
presidenza Usa – è di ieri la notizia dell’arre
sto di Paul Manafort, il capo della campagna
elettorale di Trump, con l’accusa di cospirazione – e che sempre più sta spostando l’attenzione sull’uso massiccio che chi ha provato a manipolare le elezioni ha fatto dei social network.
E finalmente, potremmo dire, anche dalle nostre parti si comincia a scoperchiare il vaso di Pandora di una questione fin qui trattata come una specie di riedizione della guerra fredda in stile spy story, e su cui è mancato un supplemento di riflessione su quello che implica o può implicare anche per le nostre società, hic et nunc.
Per capirci, è come se uno Stato straniero fosse entrato in possesso, sotto elezioni, di giornali come il Corriere della Sera o la Repubblica. A rendere ancora più inquietante la vicenda il fatto che centinaia di migliaia di dollari siano stati spesi per la diffusione attraverso account ‘troll’ di notizie palesemente false, del tipo, come ha rivelato di recente David Streitfeld sul New York Times: ‘Obama è il fondatore dell’Isis’ o ‘Hillary continuerà la missione di Obama di convertire i nostri figli all’Islam’.
Anche senza essere scienziati della politica, è facile comprendere come la diffusione massiccia di fake news con lo scopo di influenzare le elezioni sia un tema che attiene fortemente alla democrazia e alle falle presenti nei meccanismi di creazione del consenso nelle nostre società. E sbaglierebbe chi immaginasse la vecchia e pacifica Europa immune da un fenomeno finora percepito ancora come lontano.
Matteo Renzi, dal palco della Conferenza programmatica del Pd, ha richiamato alla necessità di tenere alta l’attenzione, rivelando
come secondo uno studio tutte le elezioni nei principali Paesi occidentali siano state condizionate dall’utilizzo intensivo di fake news, con 57 siti dediti alla diffusione sistematica di notizie false solo in Italia.
La Germania di Angela Merkel, dal canto suo, dopo il caso Lisa-gate montato per la diffusione di una fake news, secondo un rapporto della Nato orchestrato da Mosca, è stato il primo Stato europeo a prendere delle contromisure con una legge che prevede fino a 50 milioni di euro di multa ai siti che non eliminino entro 24 ore i contenuti illegali, intesi come falsi o discriminatori. Nonostante le proteste dei colossi, nel frattempo in prossimità delle elezioni Facebook ha cancellato 10mila account ritenuti fasulli, a dimostrazione quantomeno di un effetto deterrente. A dire la verità i più grandi social network, dopo quella che è parsa una ritrosia iniziale, stanno dimostrando di aver compreso la gravità del fenomeno, mettendo a punto strumenti per il contrasto alle diffusione di fake news come modifiche agli algoritmi e campagne di formazione e informazione degli utenti. Insomma stiamo entrando in quella che qualcuno ha definito una information warfa-re, una guerra informativa che utilizza come strumento la Rete, che potremo vincere, oltre che con la necessaria collaborazione dei colossi dei social network, solo con la più ampia informazione possibile, disvelando i numeri di un fenomeno e contribuendo tutti, cittadini e media, alla diffusione di notizie ‘di qualità’. In vista delle elezioni del 2018 non possiamo permetterci, nemmeno per un secondo, di abbassare la guardia.
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Social Network
Matteo Renzi: “In Italia sono
I colossi del web
57 i siti dediti alla diffusione
sistematica di notizie false”
e la guerra alle fake news

Facebook
Suggerimenti per individuare le fake news.
Nuovi prodotti per
l’identificazione di
notizie false.
Interruzione delle possibilità di guadagno dei siti di bufale.
Google
Nuove linee guida e segnalazioni di contenuto inappropriato.
Retrocessione dei contenuti di scarsa qualità.
Strumenti di feedback diretto. Miglioramento delle policy sui contenuti.
Twitter
Stop alla creazione di nuovi account abusivi.
Presentazione di risultati di ricerca più sicuri.
Riduzione della visibilità dei tweet di scarsa qualità.
Uno degli account sospesi da Twitter si chiamava @TEN_GOP e durante l’ultima campagna elettorale Usa ha buttato parecchia benzina sul fuoco. Ne ha parlato di
recente David Streitfiel
sul New York Times, riportando alcuni tweet che l’account da 130mila follower proponeva ai suoi seguaci. Cose tipo “Obama è il fondatore dell’Isis”, oppure “Obama vuole convertire i vostri
figli all’Islam. Hillary
continuerà la sua missione”. Tweet che ricevevano un grande numero di interazioni e per questo riuscivano ad essere visualizzato da un grande pubblico sul social network dell’uccellino blu. Peccato che, come
spiegato da Streitfiel,
le bugie e le distorsioni diffuse tramite quel canale provenivano tutte dalla Russia.
In Germania la prima legge anti bufale
Dal primo ottobre, in Germania, è in vigore una nuova legge che obbliga i social network con più di due milioni di iscritti a cancellare contenuti diffamatori. I colossi del settore hanno tre mesi per adeguarsi e da gennaio del 2018 ogni post infamante dovrà essere rimosso, altrimenti potranno essere spiccate multe salatissime che potranno raggiungerei 50 milioni di euro. Al ministero della Giustizia il compito di sorvegliare sull’applicazione delle norme e di stabilire le multe da, eventualmente, comminare. Quella tedesca è la prima legge al mondo di questo tipo.
Lavoro

L’indice di fiducia economica della Commissione Europea è aumentato di 6,4 punti per il nostro Paese da gennaio ad ottobre. È l’incremento più forte tra le maggiori economie dell’UE Fiducia e lavoro continuano a crescere, conferma l’Istat
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Marco Fortis

IIl mercato del lavoro in Italia progredisce costantemente. Secondo i dati Istat, nell’ultimo trimestre luglio-settembre 2017 la media degli occupati totali è stata di 23 milioni e 125mila persone: siamo cioè ormai a poco meno di 20mila occupati distanti dalla più alta media trimestrale di sempre, toccata prima della crisi nell’aprile-giugno 2008.
Negli ultimi quattro mesi l’occupazione è cresciuta di 162mila unità ed è più alta di 326mila persone rispetto al mese di settembre dello scorso anno. Rispetto a febbraio 2014, prima del Governo Renzi, gli occupati in Italia sono aumentati a tutto settembre 2017 di 986mila unità e, grazie al Jobs Act e alle decontribuzioni, sono oggi ben 535mila in più gli occupati dipendenti a tempo indeterminato: un risultato sottolineato recentemente anche dal presidente della Banca Centrale Europea Mario Draghi. Nonostante un temporaneo rallentamento delle assunzioni permanenti i posti di lavoro stabili sfiorano ormai i 15 milioni (14 milioni e 977mila la media degli ultimi 3 mesi da luglio a settembre 2017), cioè anche in questo caso siamo ormai ad un passo dai massimi storici pre-crisi (15 milioni e 9mila la media del trimestre agosto-ottobre 2008).
Il tasso di disoccupazione totale a settembre è stato pari all’11,11%, il valore più basso dal settembre 2012. Il tasso di disoccupazione giovanile per la classe 15-24 anni, forte
mente caratterizzata da una prevalenza di popolazione studen-
Il tasso di disoccupazione a settembre è all’11.11%, il più basso dal 2012 a oggi
tesca rispetto alle forze di lavoro effettive, è stato invece pari al 35,7% (era al 43,4% nel febbraio 2014) con una incidenza dei disoccupati sull’occupazione totale di questa fascia di età del 9,4% (era all’11,7% nel febbraio 2014).
Il mercato del lavoro intanto continua ad essere influenzato da cambiamenti demografici di notevole portata, dovuti in questi ultimi 3-4 anni ad una accelerazione dell’invecchiamento della popolazione italiana. Tali cambiamenti rendono necessaria una analisi molto prudente dei semplici dati occupazionali osservati per fasce di età. Lo rileva l’Istat facendo notare che i dati osservati mostrano una crescita tendenziale degli occupati a settembre 2017 rispetto a settembre 2016 dello 0,4% per la coorte 15-34 anni ma in realtà l’aumento è stato ben più forte, pari a +1,3%, considerando il calo della popolazione relativa. Allo stesso modo, rispetto ad un apparente calo dell’1,1% degli occupati tra i 35-49enni, al netto della caduta demografica vi è stata per questa fascia di età una crescita degli occupati pari allo 0,9%. Infine, la performance occupazionale reale della fascia di età 50-64 anni è stata significativamente inferiore (+1,9%) rispetto a quella osservata (+3,9%). Dunque non è corretto affermare, come talvolta si legge sui giorna
li o si sente dire nei talk show, che il lavoro cresce solo tra gli anziani a discapito dei più giovani. I posti di lavoro, infatti, stanno aumentando anche tra questi ultimi, sia pure in misura ancora non soddisfacente specie nel Mezzogiorno. Purtroppo sullo sfondo c’è un problema demografico che pesa notevolmente sullo sviluppo dell’economia italiana e con cui bisogna fare i conti, cioè stanno aumentando gli anziani mentre i giovani sono sempre di meno.
E’ positivo il fatto che il tasso di occupazione sia significativamente migliorato negli ultimi 3 anni e mezzo per tutte le fasce di età. Rispetto a febbraio 2014 quello dei giovani di 15-24 anni è cresciuto a settembre 2017 di 1,7 punti percentuali; per la fascia di età 2534 anni è salito di 2,4 punti; per i 35-49enni l’aumento è stato di 1,6 punti; mentre per i 50-64enni di 5 punti (anche per l’allungamento dell’età pensionabile).
Il rafforzamento del mercato del lavoro e i progressi del PIL, degli investimenti, dei consumi privati, della produzione industriale e dell’export stanno intanto autoalimentando una crescente fiducia nell’economia italiana. Lo rileva la Commissione europea il cui indice ESI (Economic Sentiment Indicator) è aumentato per il nostro Paese da gennaio a ottobre 2017 di 6,4 punti. E’ l’incremento più forte da inizio anno tra le maggiori economie dell’UE, davanti a Germania (+5,4), Francia (+5), Regno Unito (+3,6), Spagna (+2,8), Polonia (+2,3), Belgio (+2,1), Svezia (+1,8) e Olanda (+1,6).
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SU DEMOCRATICA.COM
Legge di bilancio
Potenziate le misure per la lotta alla povertà: fino a534 euro al mese per le famiglie in difficoltàAssunzione di oltre 1500 ricercatori universitari Sgravi fiscali per i giovani
Tutte le misure a favore dei più deboli

Stefano Minnucci CONDIVIDI SU

LLa manovra contenuta nel disegno di Bilancio approda oggi al Senato e comincia il suo iter parlamentare. Sono molte le singole misure che verranno analizzate dal Palazzo Mada
ma: si tratta in tutto di 120 articoli, una se
rie di norme che di fatto regolano la vita
economica del Paese.
Il testo, che dovrà essere dovrà essere ap
provato entro il 31 dicembre da entrambe
le Camere, punta soprattutto su giovani,
investimenti e lotta alla povertà, a cui si
aggiungono diverse misure a sostegno di
famiglie e imprese. Misure rese possibili
grazie anche alla nuova cornice di finanza
pubblica, che con il miglioramento di tut
te le variabili macroeconomiche – stimo
late dal lavoro di Palazzo Chigi degli ulti
mi quattro anni – ha messo a disposizione
margini più ampi del previsto.
Uno dei punti di forza sta nell’aver scon
giurato l’aumento dell’Iva e l’introduzio
ne di nuove tasse, grazie all’eliminazione
delle cosiddette clausole di salvaguardia.
Dal testo risulta poi evidente come una
delle priorità sia stata quella di puntare
sui giovani. Vengono infatti confermati
gli sgravi contributivi al 50% triennali
per l’assunzione di under 30 che valgono,
per il solo 2018, anche per i contratti stabili per chi non ha ancora compiuto 35 anni. Ci saranno anche sgravi contributivi per tre anni – questa volta al 100% – anche per imprenditori agricoli e coltivatori diretti under 40. Viene poi stabilizzato il bonus cultura per i diciottenni che potranno continuare a usufruire della card per acquistare libri, andare a teatro, nei musei e
Nessun aumento di tasse ma interventi a favore dei giovani e lotta alla povertà
partecipare a eventi cul-80 euro, in modo da sal-turali in generale. C’è
vare il beneficio proprio poi un intervento molto
per gli statali che supe-sostanzioso sull’univer
rerebbero la soglia dei sità che elimina del tut
26mila euro con il rin-to le tasse universitarie
novo del loro contratto. sotto una certa soglia di
Quanto agli investi-reddito e le riduce per
menti e alle imprese vie-una ampia fascia di fami-ne prorogato l’iper e il
glie appartenenti al ceto medio. È prevista inoltre l’assunzione di 1500 ricercatori a cui si accompagna una norma che prevede la distribuzione di 3000 euro destinata sempre ai ricercatori, una misura che consentirà di implementare quello che in qualche modo viene definito dall’esecutivo un settore strategico per il Paese.
L’altro importante obiettivo della manovra riguarda alcuni aspetti critici del sociale. Sono state potenziate le misure per la lotta alla povertà: crescerà la platea dei beneficiari del Rei, il reddito di inclusione, che per le famiglie numerose sale fino
a 534 euro al mese. Ci sarà il fondo per le politiche della famiglia, con una dotazione di 100 milioni di euro l’anno a partire dal 2018.
Sul capitolo lavoro ci sarà il mantenimento dell’impegno preso dal Pd: il rinnovo, dopo quasi dieci anni, dei contratti del pubblico impiego e si allargherà la platea dei beneficiari del bonus Irpef da
super ammortamento e
in arrivo ci sono anche 330
milioni per rifinanziare la nuo
va legge Sabatini per il rinnovo dei macchinari: una misura grazie alla quale il governo stima investimenti pari a 4 miliardi.
Tra le altre misure c’è poi il bonus energia e quello relativo alle ristrutturazioni energetiche e all’acquisto di mobili; la proroga della cedolare secca al 10% per gli affitti a canone concordato; e un piano straordinario quinquennale di 7.394 assunzioni tra corpi di polizia e vigili del fuoco.

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SU DEMOCRATICA.COM
Giovani
Ma le passioni tiepide possono diventare coraggio

Elena Bonetti CONDIVIDI SU

“D“Diventa difficile provare passioni. Accese e perfino tristi. Prevale il disincanto.
E le passioni si raf
freddano. Divengono
tiepide. Eppure conviene “credere” nei gio
vani. Perché, comunque, più di tutti gli altri,
“credono” nell’Europa. Perché sono il nostro
futuro. E più di tutti gli altri, “credono” nel
futuro.” Così Diamanti su Repubblica ieri, a
commento di una ricerca dell’Osservatorio
Demos-Coop, che vede i giovani senza fedi e
quindi anche senza politica. In queste paro
le troviamo una provocazione urgente alla
politica, che viceversa non può essere senza
giovani. E’ una lettura che sembra non la
sciare spazio per la riconciliazione tra que
sto mondo e le nuove generazioni. Eppure
per chi incontra i giovani tutti i giorni, nelle
aule di un’università e nelle scuole, nelle as
sociazioni, nei luoghi da loro abitati, si mo
stra un volto inedito. Studiano e progettano
il loro domani senza nessuna certezza della
forma che questo domani avrà, si confronta
no con la paura del fallimento nel coraggio
di una resilienza non scelta, ma di fatto vis
suta. Vivono in un nuovo equilibrio relazio
nale tra l’io e il noi: escono dallo schema del
corporativismo ma nello stesso tempo per
cepiscono il fallimento di un protagonismo
solitario e individuale. Hanno forme di par
tecipazione alla vita comunitaria che non
sono identificabili con categorie del passato:
attenti a questioni di carattere etico e socia
le, all’ambiente e a principi di uguaglianza e
giustizia fanno esperienza di servizio e vo
lontariato, ma apparentemente ne rifiutano
una elaborazione politica. Sperimentano
una dimensione di connessione globalizzata
e dentro a questa rete incontrano la solitudine. Vivono quindi di contraddizioni e energie che sono tutt’altro che tiepide.
Con questi compagni di strada siamo oggi chiamati come paese a camminare. Per questo il compito nuovo della politica oggi, oltre a incontrare, riconoscere e dare parola ai giovani, è quello di dare forma a queste possibilità, liberando autenticamente “una sorta di potenziale intatto” che può essere “la riserva di bene inutilizzato di cui disponiamo, l’energia alternativa di una società che ha consumato davvero tutto il resto, (un’energia) che reclama spazio nella società, perché vuole assumersi responsabilità più grandi” (Laffi, Quello che dovete sapere di me). Serve uno sguardo nuovo per misurare il “cuore pensante” che abita nelle nuove generazioni. Servono parole nuove e autentiche, che liberino una politica capace di farsi abitare e contaminare dalla novità. Alla partecipazione si affianchi l’idea della contribuzione, che è l’esperienza di un’azione che costruisce nella comunità un valore ed un significato condivisi. La politica è chiamata alla connessione e concretezza, a quell’agire che trasforma gli spazi in luoghi, creando relazioni e tessuto sociale, ponti tra generazioni, esperienze di vita, territori. Si attuino politiche che liberino autentico protagonismo giovanile in quella reciprocità di “diritti e doveri” che esige un’esperienza compiuta di cittadinanza.
Le scelte fatte in questi anni e le direzioni future del nostro agire come partito siano segno quindi di una politica capace di nuova prossimità, per accompagnare i giovani a “concorrere al progresso materiale e spirituale della società”. Forse allora “le passioni tiepide” si trasformeranno ai nostri occhi per quello che sono veramente: il coraggio di una umanità che esige di cambiare paradigma per abitare l’oggi e farsi futuro.
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SU DEMOCRATICA.COM
A scuola di buona amministrazione
DDa venerdì a domenica Bergamo sarà la cornice della scuola di Fu-tureDem “A scuola di buona amministrazione”: tre giorni dedicati ai temi degli enti locali.
FutureDem è una associazione di cultura politica composta da giovani legati al Partito Democratico, che si sono distinti in questi anni lungo tre direttrici: la realizzazione di eventi di formazione, l’elaborazione di documenti e proposte, la militanza e l’impegno più concreto.
Questa scuola è rivolta principalmente ad amministratori, che avranno l’occasione di confrontarsi con tecnici, esperti di politiche pubbliche locali ed esponenti politici. I tavoli di lavoro occuperanno l’intera giornata di sabato e sono strutturati sulla base dei dipartimenti del PD, essendo appunto finalizzati alla formulazione di proposte sulle diverse tematiche connesse all’amministrazione.
Tantissimi gli ospiti previsti tra cui Lo
renzo Guerini, Giorgio Gori, Andrea De Maria, Emanuele Fiano, Brando Benifei, Sergio Boccadutri, Mauro Bonaretti, Francesca Bo-nomo, Pietro Bussolati, Arabella Caporello, Mauro del Barba, Andrea Ferrazzi, Pierfrancesco Majorino, Pierfrancesco Maran, Stefano Mazzetti, Antonio Misiani, Luciano Nobili, Roberto Rampi, Anna Scavuzzo e Achille Variati.
I ragazzi di FutureDem vi aspettano a Bergamo!
Maggiori informazioni sul sito:
www.school.futuredem.it
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Le norme per i giovani contenute nella Legge di Bilancio
Confermati gli sgravi contributivi al 50% triennali per l’assunzione di under 30 che valgono, per il solo 2018 Ecco come viene speso il bonus cultura Sgravi contributivi per tre anni al 100% per imprenditori agricoli e coltivatori diretti under 40 Abolizione delle tasse universitarie sotto una certa soglia di reddito e riduzione per le famiglie appartenenti al ceto medio

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