Di Matteo Renzi
E-News centrata su tre punti:
• Il viaggio in treno
• Il referendum in Veneto e Lombardia
• Gli scandali bancari
Parto da quest’ultimo. Il mandato di sei anni del Governatore della Banca d’Italia scade il 31 ottobre 2017. Non si tratta di chiedere la testa di nessuno, ma di prendere atto che c’è una scadenza. Adesso può essere rinnovato arrivando a un mandato lungo dodici anni oppure si può cambiare rotta. Dipende dal Governo e noi accetteremo le decisioni del Governo. Ma abbiamo detto con forza che non si può far finta di nulla e nascondere la testa sotto la sabbia. O davvero qualcuno pensa che la responsabilità del fallimento delle banche sia solo dei politici? Manager superpagati che non hanno fatto il loro dovere, vigilanza che ha vigilato male, commentatori che hanno evitato di affrontare i veri problemi per anni. Io ne ho parlato in due trasmissioni Tv (qui Lilli Gruber, qui Lucia Annunziata) e in una intervista a Avvenire. Sono come sempre graditi i vostri commenti: matteo@matteorenzi.it. E a chi mi suggerisce amabilmente: “Matteo, occhio a non far arrabbiare i poteri forti” spiego tranquillamente che chi non ha niente da nascondere, chi non ha scheletri nell’armadio, non può avere paura della verità. E non può rinunciare alla libertà, mai.
Sul referendum veneto: Il risultato in Lombardia e, soprattutto, in Veneto non va minimizzato. Certo: i quesiti erano banali, la gestione lombarda dei dati dell’affluenza è stata sorprendentemente goffa, la pubblicità referendaria ingannevole. Ma la sostanza è che tanta gente, soprattutto in Veneto, ha votato per dare un messaggio. E il messaggio non è la deriva catalana o la secessione padana come chiedono pochi invasati. Il messaggio è serio: si chiedono più autonomia e più efficienza, maggiore equità fiscale, lotta agli sprechi a livello centrale e periferico.
Non è un caso che nel solo Veneto ieri abbiano detto Sì 900mila persone in più di quelle che hanno votato Lega Nord e partiti autonomisti alle regionali del 2015.
Il modo corretto per affrontare il futuro, per me, non è solo la procedura ex art. 116 Costituzione come chiedono i governatori (anche dell’Emilia Romagna, peraltro), ma prendere atto che in Italia esiste una gigantesca questione fiscale.
Questo è il punto.
Ridurre la pressione fiscale: questa è la vera priorità. E noi che abbiamo iniziato con Imu, Irap, Ires, 80€, incentivi JobsAct sappiamo che ancora non basta.
Ecco perché mi piacerebbe che la prossima legislatura cominciasse con un accordo delle forze politiche per un progetto come quello che abbiamo lanciato noi (“Tornare a Maastricht”) che permetterebbe la riduzione annuale delle tasse per una cifra che può variare tra i 30 e i 50 miliardi di euro.
Hanno spesso ironizzato dicendo che ridurre le tasse non è cosa di sinistra. Io penso al contrario che oggi la riduzione delle tasse sia un’esigenza di tutti, specie dei ceti più deboli.
Farlo nei primi mesi della prossima legislatura è il nostro assillo perché è la vera strategia necessaria al Paese.
Con la prima operazione sulla flessibilità, quella del 2014, abbiamo fatto uscire l’Italia dalla crisi. Con la prossima, quella del 2018, potremo dare gambe alla ripresa. Ma potremo anche rispondere a una domanda di autonomia che non va sottovalutata e che va presa sul serio.
Avanti, ma insieme.
Ma la vera notizia di questa settimana è lo straordinario viaggio in Treno che come PD abbiamo iniziato in tutto il Paese. Un viaggio di ascolto, di confronto, di incontro. Andiamo in mezzo alle persone a discutere, senza lasciarsi rinchiudere dal chiacchiericcio del Palazzo. Qui trovate i video delle prime quattro giornate e l’approfondimento di alcuni incontri; qui alcune foto tratte da Instagram; qui il modo per contribuire in questo lungo viaggio. Siamo stati a Arquata e a Foggia, con gli operai dell’Ilva e con quelli della Perugina, nei luoghi della cultura e in quelli del dolore. Abbiamo parlato di tutto, dall’alternanza scuola lavoro alle questioni del sociale alla Lega del Filo d’Oro. Credetemi, è un’esperienza bellissima. Ripartiremo da Reggio Calabria domani. Avanti, insieme.
Pensierino della sera. Lo squallore antisemita che ha portato alcuni tifosi della Lazio a prendersi gioco persino della memoria di Anna Frank è un gesto vergognoso. Ovviamente si tratta di una piccola minoranza, ma non evidenziare la notizia sarebbe un errore. Perché quando accadono cose del genere è utile che i ragazzi sappiano, conoscano, imparino a confrontarsi con la banalità del male. Ha fatto bene la Lazio ad annunciare una visita in sinagoga, fa bene chi ricorda ai ragazzi più giovani chi era Anna Frank perché ciascuno di noi prenda l’impegno di dire con forza: mai più!
Un sorriso,
Matteo
PS. Venerdì, sabato e domenica il PD riunirà a Napoli la propria conferenza programmatica. Parliamo di futuro, come stiamo facendo anche in altre sedi (qui il video dell’incontro con i ragazzi di Hubble, sabato scorso a Firenze). I socialisti europei continuano a perdere ovunque. Dopo che siamo scesi sotto il 10% in Olanda e in Francia e dopo che la socialdemocrazia tedesca ha toccato il minimo storico, oggi dobbiamo prendere atto dei voti della Repubblica Ceca. Anche a Praga il partito che rappresenta il socialismo europeo – che esprimeva il primo ministro uscente – ha totalizzato un risultato intorno al 7%. A fronte di questa ecatombe a livello continentale forse bisognerebbe valorizzare di più e meglio il lavoro che stiamo facendo in Italia, anziché continuare come accade tutte le settimane a polemizzare al nostro interno. Noi siamo quelli che hanno salvato l’Italia dalla crisi riportando il Pil in positivo. Ma abbiamo voglia di futuro, fame di domani. Io nel frattempo ho iniziato da alcune proposte sui figli di cui avevo già iniziato a parlare nel libro “Avanti” ma mi piacerebbe tanto leggere le vostre proposte, le vostre idee per i prossimi mesi: matteo@matteorenzi.it.
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