Di Vittorio Venditti
La Rapina Che Crea Il Cesto Che Costa Per La Casta
Già in un precedente articolo ho accennato al saper raschiare il fondo del barile, messo in atto dai nostri politici.
Ho parlato solo del sistematico modo di far cassa, utilizzando autovelox a loro dire “perfettamente tarati”, a mio avviso invece, appositamente costruiti.
Oggi, in un momento di scoramento totale, intendo allargare il tema e mettere sotto esame altre “proposte” tese a creare il bel cesto natalizio per i Nostri, a scapito di chi, per mancanza di volontà, o peggio, per incapacità di reazione, è costretto a pagare.
Per altro, siccome sto combattendo questa forma di mal costume da anni, ho avuto modo di notare che il periodo delle rapine cade quasi sempre nel mese di dicembre, possibilmente in prossimità del Natale, vale a dire quando la gente, presa da impegni inutili ma rutilanti, nell’intento di avere meno fastidi, generalmente paga in maniera supina.
Inoltre, per dare una parvenza di eccezzionalità all’evento, i nostri politici hanno escogitata una forma, secondo la quale queste rapine devono accadere solo negli anni “pari”.
Personalmente posso testimoniare quanto segue:
Nel duemilasèi, ho ricevuta una serie di ingiunzioni di pagamento, relative a tasse di possesso di auto di mia proprietà che, o erano state regolarmente pagate per tempo, o erano relative a vetture coperte da esenzione.
Nel duemilaotto, ho ricevuto la visita di emissari di quell’ente inutile che risponde al nome di Provincia di Campobasso, con la pretesa di voler controllare il mio impianto di riscaldamento, ovviamente a mie spese, secondo una legge che prevederebbe che a fare questi controlli sia personale specializzato.
Ovviamente, e non poteva essere al contrario, visti i personaggi in questione, (studentelli appena usciti da chissà quale parcheggio scolastico, per altro, gente della provincia di Benevento), ho evitato che costoro entrassero in casa mia, anche perché nell’interloquire con questi “agenti”, oltre ad aver capito che la loro conoscenza delle caldaie equivaleva a quella che ho io della risposta sulla quadratura del cerchio, ero arrivato al punto di estrarre un’arma e colpire gli astanti, vista la loro arrogante pretesa di bypassare le leggi che regolano l’accesso alle proprietà private.
Un’altra cosa che mi ha fatto letteralmente imbufalire, è consistita nelle minacce, nemmeno velate, e nei tentativi di ricatto, che si potevano leggere sulle loro missive di avviso di appuntamento, ammesso che si possa definire tale, la quasi imposizione della data in cui i Nostri si sarebbero presentati.
Va da sè, che oltre a cacciare dall’uscio di casa questi pezzenti, ho provveduto a redigere ed inviare ai mandanti di questi sedicenti “controllori” le lettere che puoi leggere e acquisire di seguito.
diffida
lettera alla provincia, del 2 dicembre 2008
lettera alla provincia, del 4 dicembre 2008
Non ti rimetto la lettera standard prodotta ed inviata a casa mia dai “lavoratori” di cui sto parlando, perché contiene dati riferiti a terze persone, (l’ho dovuta scannerizzare in formato fotografico), oltre al perché offenderei la tua intelligenza, visto che, sicuramente la stessa lettera sarà arrivata in casa tua almeno una volta.
A tutto questo, va aggiunto che per rintuzzare questi fastidi, ho dovuto spendere tempo, (per la redazione e la spedizione delle raccomandate), e danaro, per la carta, le buste, l’inchiostro e le spese postali.
Ma veniamo al presente, e facciamoci quattro risate.
Nei giorni scorsi, a più riprese, ho sentita una strana notizia.
Un ministro della Repubblica italiana, tal Paolo Romani, avrebbe proposto di legare la tassa relativa al servizio radio-televisivo, all’utenza elettrica in possesso di ognuno di noi.
Secondo questa proposta, chiunque, indistintamente, sarebbe tenuto a pagare il canone alla rai e, se non in possesso di televisore, la dimostrazione di tale stato sarebbe a carico dell’utente.
Per questo, considerato che io pago tale tassa, non per imposizione, ma perché, reputando il lavoro della rai, (parlo della radio, non certo della televisione), fatto bene, ne usufruisco giornalmente, (canone N. 20222645),
A V V E R T O P U B B L I C A M E N T E
il nostro Ministro, che se nella lettera contenente il bollettino di pagamento di suddetta tassa per il duemilaundici dovessi trovare qualsiasi riferimento a tale proposta di legge, mi rifiuterò di adempiere a quanto proposto, (ciò, come forma di protesta), e denuncerò l’ente mittente del documento, (il governo, nella persona del ministro di cui sopra) per estorsione.
Ora invece, passiamo alla destinazione del bottino.
Saprai che i nostri politici, all’atto dell’entrata in questo redditizio vivere, come succede per il monachesimo, assumono un altro nome che, forse per ingannare il prossimo, tengono ben nascosto; tutti, indistintamente, si cominciano a chiamare Matteo.
Perché questo nome?
Noto, è il proverbio che dice che San Matteo, avendo esercitato il mestiere di esattore delle tasse, non era mai sazio; così, è anche per i nostri politici, di ogni ideologia! s’intende!
Non voglio tediarti con articoli di giornali più o meno interessati, che riportano le cifre degli “emolumenti” destinati ai novelli “San Matteo”, ma mi sia consentito riportare solo una notizia, riferita al periodo in cui nasceva questo inutile e fastidioso sito.
Verso la metà di settembre scorso, un deputato cui, evidentemente, rimordeva la coscenza, presentava in parlamento una proposta di legge che chiedeva l’azzeramento di uno dei tanti vitalizi destinati proprio ad ognuno dei deputati, vitalizio che ammonta a tremila euro mensili.
EBBENE:
Il risultato della votazione che chiedeva l’accettazione della proposta di legge è stato il seguente:
presenti e votanti: 525
favorevoli: 22
contrari: 498
astenuti: 5.
E gli altri centocinque?
La camera dei deputati è composta da seicentotrenta San Matteo, Ops. deputati!
Non mi si venga a dire che erano tutti in missione!
Quanti, di costoro, ricoprono doppi incarichi?
E quanti, di costoro, hanno il potere di bilocazione, o, in certi casi, di multilocazione?
A me, che sono ignorante in materia, risulta che questo potere lo avesse solo il buon San Pio!
A parte questo, e non voglio dare lezioni di morale a nessuno, ricordo a me stesso, (o forse a questi “paladini della democratia”), che il doppio incarico, e di conseguenza il doppio stipendio, derivano dalle leggi promulgate ed imposte durante il tanto vituperato Ventennio; perché sono state mantenute in vigore queste leggi?…
Mi viene da paragonare le briciole che cadono dalla tavola di questi San Matteo, alle “pagnotte” che ognuno di noi deve mangiare giorno per giorno.
Anzi, ciò vale per me e chi, come me, è più fortunato!
Tralasciando coloro che non sanno realmente come sbarcare il lunario, persone di cui ci si ricorda solo durante il periodo natalizio, possibilmente al cospetto dei mas media, voglio portarti un piccolo esempio di differenza fra i San Matteo, e chi Lavora.
Un consigliere regionale del Molise, residente a Venafro, riceve di media, ottocento euro mensili in qualità di rimborso per i chilometri percorsi da e verso la sede del consiglio regionale; (tralasciamo tutto il resto, finirei di scrivere fra trent’anni).
Uno spazzino di Gambatesa, riceve di media, seicento euro in qualità di stipendio mensile; (tralasciamo tutto il resto, non avrei altro da scrivere).
A parte i duecento euro di differenza che puoi vedere sopra, a tuo avviso, le persone prese in esame hanno lo stesso tenore di vita?…
E i “San Matteo ” nostrani?
Davvero credi che a Gambatesa e nei piccoli municipi come questo si faccia il politico per missione, alla stessa stregua di Gesù Cristo?
Io nò; tant’è vero che almeno finora, non ho assistito ad alcuna Crocifissione, ne di politici di maggioranza, ne di politici di opposizione.
Quanto guadagna un consigliere comunale in termini di gettone di presenza?
Con quale frequenza vengono guadagnati questi “gettoni”?
E un assessore?
E un “Consulente esterno”?
Quali altri emolumenti sono a disposizione dei politici municipali o delle comunità montane?
Quanto guadagna un Sindaco, considerato che il suo incarico è anche quello di ufficiale di governo?
Non mi abbasserò ai soliti discorsi che portano a paragonare i politici disonesti a coloro che, anche in politica, sembra strano! agiscono onestamente; per cui non farò la solita domanda:
“E sotto banco”?
Non la faccio questa domanda e non pretendo che tu mi risponda.
Sarei però, ben lieto di ricevere un resoconto dettagliato e veritiero in riferimento alle domande di cui sopra.
Dubito del fatto che mi arriverà un messaggio simile; se però, dovessi riceverlo, fatti i dovuti riscontri, sarò ben felice di pubblicarlo.
Significherà che esistono politici che, sapendo fare il mestiere per cui sono stati eletti, non hanno paura di dimostrare in pubblico, quanto da noi versato per permettere loro di governarci.
Un’altra richiesta utopica?