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Il Giorno Dopo

Di Vittorio Venditti
(Foto), Di Salvatore Di Maria

Prime Rappresaglie O Fame Nera?

Dopo la bomba lanciata ieri, era necessario attendere la verifica dei danni creati e di quelli eventualmente subiti.
Mentre sul primo fronte c’è da registrare quanto di seguito riportato, il fronte di difesa pone in risalto qualcosa che, se fossimo stati pesci, ci avrebbe sicuramente fatti abboccare all’amo.
L’atto di vandalismo che vedi in foto:

Canale Di Scolo Asportato

Via San Nicola, incrocio con Vicolo X

Quanto ti ho appena mostrato, è stato compiuto verosimilmente ieri mattina prima delle otto.
Ciò è dedotto dalla testimonianza di mio padre, che aveva visto il canale di scolo della grondaia appartenente alla casa sita al civico 124 di via San Nicola, intero l’altra sera, e come lo vedi, appunto, dopo le otto di ieri mattina.

Per inciso:

Gli stessi vandali, hanno anche provato a smontare un altro canale, ma, evidentemente disturbati, non hanno completato il lavoro.

Perché parlo di abboccamento?

Perché, come in tutto ciò che accade a Gambatesa, quando ci sono diversità di vedute, c’è sempre qualche sciacallo pronto a tentare di assaporare il biscottino intinto nel piatto occasionalmente presente.
C’è sempre qualcuno che, nascondendo vigliaccamente interessi personali, con le disgrazie altrui, cerca di tirare acqua al proprio mulino.

NON CI CASCO!
Non credo che l’atto di cui alla foto sia riconducibile all’azione che sto portando avanti in favore dei miei amici spazzini!

Ritengo invece che quanto accaduto sia piuttosto da ascrivere alla pezzenteria di chi, visto distrutto il proprio canale di scolo, (o volendosene costruire uno ma non avendo soldi neanche per comprarsi il pane giornaliero e non volendo lavorare per guadagnarli), sapendo che quella parte di via San Nicola è poco frequentata, non ha trovato di meglio da fare che andare a smontare ciò che gli necessitava, sperando che poi tutto si riconducesse alla “politica”, e magari sperando di guadagnarci anche nel fare “lo scrutatore non votante”.

Per i carabinieri di Gambatesa:

Considerato che lor signori, per dichiarazione diretta del Comandante della locale stazione,(a me rilasciata la mattina del dieci febbraio scorso), possono servire i cittadini unicamente acquisendo “eventuali querele” da questi presentate, ed atteso che le tre ore di tempo che (in media) necessitano al cittadino stesso per “assolvere a questo compito”, non risultino, (come normalmente poi succede), ore perse e tolte ad azioni più redditizie, considerino questa mia farneticazione alla stregua di una querela, proposta pubblicamente, allo scopo di legittimare sicure reazioni, qualora, vista l’eventuale mancanza di una vostra azione, dovessimo, magari fortuitamente, imbatterci nella soluzione del “problema”, che però, sarà risolto secondo leggi che non necessariamente lor signori potranno, dovranno o vorranno condividere.

Per essere più chiaro:

Prendeteli voi, perché se li prendiamo noi, ci faremo giustizia ai sensi di quanto disposto dalla mafia cinese, considerando anche eventuali azioni supplementari, da eseguire contro chi si metterà di mezzo, divenendo a tutti gli effetti, complice dei vandali in questione.

Tornando però al primo fronte, ho voluto ritardare l’uscita dell’articolo in tema per i fatti che vado rapidamente a descrivere.

Come accade dopo la pubblicazione di “missili” del calibro di quello di ieri, chi vede scoperti i propri progetti, (giustamente, dal suo punto di vista), cerca di porvi rimedio, facendo bene attenzione a che i propri interessi vengano salvaguardati.

E’ questo il caso del Sindaco di Gambatesa, per ciò che riguarda i nostri spazzini.

Ieri sera infatti, intorno alle venti, Donato riceve una telefonata, UDITE UDITE, dal Sindaco in persona, (quello che delle cose degli spazzini non sa, ne vuole sapere niente), telefonata in cui Emilio Venditti chiede a Donato, e di conseguenza anche a Totore, di riportare i contratti a lui, per permetterne la correzione della data di “fine progetto”.
Donato avverte Salvatore, che di conseguenza avverte me del “fatto”.

Questa mattina, erano circa le sette e mezza, Salvatore viene a sua volta avvicinato dal Sindaco che, con una calma serafica, cosa che può far pensare alla previsione di un terremoto, visto che di solito Emilio, per ben che vada, ti attacca bruscamente per poi sparire senza attendere neanche una tua sia pur minima risposta, dicevo: come fosse un angelo venuto dal cielo, propone la stessa richiesta a Totore che, evidentemente preavvertito dal pazzo che scrive, si guarda bene dal consegnare il vecchio documento, vista la mancanza del nuovo.

Allo stesso tempo, Salvatore obietta ad Emilio il fatto che il contratto in questione, contrariamente a quanto dal Sindaco a suo tempo promesso, non è diverso dal precedente, neppure là dove si contemplano i trattamenti infortunistici e contributivi.
A questa obiezione, fra l’altro, Emilio risponde:
“tanto tu non ti ammali! E poi, se succede per due o tre giorni, i soldi te li diamo ugualmente!”.

Ma il Sindaco… “non ne sa, e non vuole saperne niente o…”.

Salvatore, di rimando, dice:
“E se mi dovessi ammalare per una ventina di giorni o mi dovesse accadere qualcosa che mi mandi in ospedale?”

Emilio:
“in quel caso non ci possiamo fare niente. D’altra parte, questo è il contratto che hanno anche quelli che lavorano al Convento”.

Il Sindaco, (cosa da me prevista), obietta a sua volta che quando un contratto non piace, lo stesso non va firmato, cosa a cui Salvatore risponde, dicendo che, se non avesse firmato, si sarebbe automaticamente trovato senza lavoro.

Emilio, (e qui si vede che sta invecchiando), perdendo colpi, ammette che:
“Questo è quanto spetta per questi contratti, o così, o niente”.
Facendo ancora orecchie da mercante in merito al fatto che un simile contratto non può e non dovrebbe essere proposto a chi, in realtà, fa il proprio lavoro secondo schemi diametralmente opposti, vale a dire, secondo uno schema da lavoro, a tutti gli effetti, dipendente.

Insomma:
Emilio si sta comportando come un vero Caporale.

Come detto, per rincarare la dose, il Nostro aggiunge:
“Anche quelli che lavorano al convento hanno questo tipo di contratto…”.

E te ne vanti pure!

Al di là di tutto, noi continuiamo la nostra battaglia, in attesa di uno Stato che, quando poi succede qualche disgrazia, dice “di esserci”, ma lo fa, almeno in questo, come in casi simili, solo col pensiero rivolto a quanto potrebbe guadagnare in termini di imposte e multe allegate, ovviamente proposte agli eventuali lavoratori, (che ad oggi, ricordo, stanno allegramente lavorando in nero), non a chi ha imposto loro di lavorare a quelle condizioni, che definire medioevali, significa voler ancora credere in uno Stato redento.
Noi continuiamo la nostra battaglia, in attesa di uno Stato che, per ben che vada, è presente solo con formalità burocretine che, danneggiando i più, ingrassano i soliti noti, (per i carabinieri, non si tratta dei vandali di cui sopra), Stato che con la sua “presenza”, come accade in altri luoghi già incancreniti dalla criminalità organizzata, sta lì, credendo di fare fessi e contenti i cittadini che, volendo essere onesti, si rendono conto che una tale categoria, oggi giorno, può essere appellata con l’ormai sinonimo di Poco Intelligenti, o, per essere più chiaro:
Fessi.

Gli spazzini di Gambatesa non sono fessi.
Gli spazzini di Gambatesa sono persone oneste.

Ma gli spazzini di Gambatesa, in attesa dell’Azione imposta da uno Stato (ipocrita) che NON C’E’, si stanno stancando e stanno prendendo i provvedimenti che il caso impone, aiutati da chi, se pur minacciato, ribadisce che le minacce proposte da mafiosi, camorristi e gente di quella risma, sono, (e non potrebbe essere diversamente), SPRONE e benzina, utili ad andare avanti per la propria strada:
Peppino Impastato Docet.