Di Vittorio Venditti
Ma Il Municipio “Non Ne Sa Niente”
Finalmente siamo arrivati al Dunque:
Dopo tanto blatterare, e dopo che il nosttro Sindaco si è tirato fuori dalla vicenda, affermando in più occasioni che dei rapporti fra lavoratori non municipali e le ditte che li hanno assunti, non ne sapeva, non ne sa, ne vuol saperne niente: “Non sono cose che mi riguardano! Sono problemi loro!”, ecco, proprio il giorno di carnevale, che gli spazzini ottengono i nuovo contratto, diverso dal precedente e se vogliamo anche più vantaggioso per questi “poveri diavoli”, (Contratto Di Lavoro A Progetto, Spazzini 2012), contratto che fra l’altro, è accessibile anche ai non vedenti, (Salvatore Conte: impara, sudati i duemila euro della delibera n 8, poi, l’asciugamano per eliminare il sudore te la fornisco io).
Proviamo ad analizzare questo Contratto, tenendo conto del precedente che con tutti gli annessi e connessi, potrai visionare seguendo questo link:
Noti la “Differenza di trattamento”?
Vedi come la nuova società ha presi a cuore i problemi sollevati dallo stupido che scrive, problemi che fino allo scorso dicembre dipingevano i nostri spazzini alla stregua di moderni schiavi, assoggettati a caporali senza scrupoli che si facevano passare per società ONLUS, e bevevano peggio delle sanguisughe?
Bello, il nuovo corso proposto da questa nuova società per quest’anno, che restituisce la giusta Dignità a lavoratori mansueti come Donato e Totore!
Un altro scherzo di Carnevale?
Sì, ma dei più disgustosi!
Ma non si può far intervenire il municipio?
No, perché a detta del Capitano, il municipio ne sa, ne deve impicciarsi degli affari degli altri.
“Il municipio indice la gara d’appalto, è compito di chi vince gestire i propri dipendenti”.
Ma allora… questo documento è falso?
Probabilmente questo documento l’ho redatto io, durante una sera in cui ero particolarmente ubriaco, per infangare l’onore dei nostri diligenti amministratori, che vogliono solo il bene del paese, a differenza mia, che mi ostino a volerne parlar male, magari perché non partecipe alla spartizione di chissà quali torte, politiche, occupazionali o finanziarie, che dir si voglia.
ADESSO BASTA PERO’, PAGLIACCI!!!
Adesso riprendiamo ognuno i nostri ruoli,
Io, quello di denunciante;
Il Sindaco, quello di schettino.
Schettino, perché come l’ormai celeberrimo “comandante”, il Nostro “nocchiero”, colui che ci voleva indicare la “rotta giusta” e che ha fregato anche me, che mi ostino senza vergogna ad essere Ulisse, ci sta indicando sì, “la rotta giusta”, ma verso infausti lidi:
Quelli presidiati dalla moderna Maga Circe: la camorra.
Ma perché me la prendo tanto!
Io un posto di lavoro ce l’ho!
Perché m’inalbero per cose che non mi competono, mettendo a rischio la mia salute, (in tutti i sensi)!
Perché da Cristiano, rispetto e voglio bene ai miei amici, (una decima parte del bene che loro vogliono a me); a differenza d’altri che li prendono e prendono tutti noi per il naso.
Il municipio non sa niente, ma con la delibera numero quattro, ha voluto cercare di rabberciare qualcosa che quando verrà portata alla luce, colpirà Sindaco e giunta, e non ci sarà Dottor Nego che tenga.
Insomma: Si sono tirati la zappa sui piedi.
E lo ha fatto gente che non ha mai zappato in vita sua!
D’altra parte, da asini non si possono creare scienziati, così, come non si può dire che un cerchio è quadrato, neanche impegnando la migliore “filosofia”.
Come lo scemo che scrive immaginava, scoperto l’altarino, per evitare sataniche intrusioni, si fa presente che il sacerdote che dice Messa, in realtà è un vescovo in panni più modesti e spartani.
Ma sempre Messa è!
Per essere più chiaro:
In diverse occasioni, fra le altre castronerie proposte a chi scrive e non solo, il nostro Sindaco ha dichiarato che i contributi versati agli spazzini, sarebbero ripartiti in due sezioni, una, visibile sull’estratto contributivo INPS, l’altra, non visibile, perché “segue altra strada”:
La strada delle loro tasche, aggiungo io!
Chi lo dice a costui che i contributi versati all’INPS, se pur dopo un anno, (come previsto dalla legge), devono comunque comparire sull’estratto contributivo?
E chi riesce a spiegare al Nostro, (sempre ammesso che ti faccia parlare), che un lavoratore manifestamente dipendente, può essere trattato da parasubordinato, esclusivamente se a monte esiste un disegno trasparentemente truffaldino?
Per inciso:
Se non vedi un nuovo documento in merito, è solo perché ieri, estraendone uno nuovo, ho notato che è identico a quello proposto nel link di cui sopra.
Ma per i contributi relativi alla seconda metà del duemila dieci, un anno è abbondantemente trascorso…
Quindi:
Dove sono i soldi relativi al periodo luglio-dicembre duemila dieci?
Ma poi, a che pro cambiare la denominazione societaria e dichiarare per delibera che la nuova società assume tutti gli oneri relativi alla gestione dei rifiuti solidi urbani di Gambatesa, (guarda alle volte il caso, solo per gli spazzini), con decorrenza retroattiva, e cioè a partire dal primo luglio duemila dieci?
Qual è la ragione di quest’ingarbugliamento della matassa?
QUANDO IL MUNICIPIO “NON SA E NON NE VUOL SAPERE NIENTE”?
Secondo te, o Capitano, qual è stata la principale ragione del mio ostinarmi a volere le buste paga dei miei amici?
E sempre secondo te, queste buste paga sono ancora nelle nostre mani?
E gli altri documenti che riguardano quei signori, secondo te sono ancora in Gambatesa?
Altro inciso:
Consegnato il nuovo contratto, (che sarebbe dovuto stare nelle mani dei miei amici già dall’inizio del rapporto di lavoro con la nuova controparte, posto che si tratti di “nuova controparte”), chissà perché mancano ancora le buste paga.
Perché non consegnarle unitamente all’assegno riferito allo stipendio del mese di gennaio?
Ricominciamo con la manfrina del luglio duemila dieci?
Visto che ci troviamo però, non sia detto che io possa dimenticare di esaminare il nuovo contratto.
Fatta la dovuta precisazione in nome della trasparenza, (per altro è perfettamente legittimo sapere come viene trattato un argomento per cui i cittadini pagano il servizio), andiamo ad analizzare nel merito il contratto stesso, innanzitutto nella parte che imporrebbe al dipendente di non divulgare fatti relativi al rapporto fra lo stesso dipendente e chi affida a quest’ultimo il “Progetto”.
Detto già in tutte le salse ed avendoci abbondantemente riso sopra, (anche e soprattutto con gente non gambatesana), che il lavoro di operatore ecologico, ed un progetto, sono fra loro una contraddizione in termini, andiamo a considerare il reato di divulgazione di segreto d’impresa, che si potrebbe attribuire alla spregiudicata condotta del mio amico Salvatore, (titolare del contratto, nonché fotografo ufficiale di gambatesaweb, qui, veramente senza alcuno stipendio), che mi ha fornito il documento che ti ho mostrato sopra.
Assunto per assurdo che Salvatore (o Donato, o Pasquale), stiano portando avanti un progetto, questo, alla scadenza libera le due parti, (gli spazzini ed il loro datore di lavoro), da qualsiasi possibilità di contenzioso, proprio per il fatto che il contratto termina nello stesso momento in cui si risolve il problema proposto nel progetto.
Andando a leggere il contratto di cui sopra, anche un’idiota come chi scrive, può notare limpidamente cos’è riportato, nero su bianco, al punto “F”, a proposito delle date di inizio e fine contratto:
“due gennaio duemila dodici – trent’uno gennaio duemila dodici”.
Da cui si evince che, UDITE UDITE, il contratto consegnato l’altro ieri, vent’uno febbraio duemila dodici, (martedì grasso, giorno ultimo di carnevale), è un contratto già scaduto.
Si può notare anche, (e qui la cosa è ben più grave), che come già farneticato in più occasioni, i nostri spazzini, proprio per efetto di tale scadenza, stanno allegramente lavorando senza contratto.
Ne consegue che ogni clausola del contratto, comprese quelle pensionistica ed infortunistica, posto che nel contratto di cui sopra ve ne siano di valide con lo Stesso in vita, le Stesse risultino automaticamente inesistenti, dando al datore di lavoro ogni alibi in merito.
Ma per carità, il municipio non ne sa niente!
“E’ stato solo un piccolo refuso”! Direbbe il ben pensante, o il nostro Sindaco (che, per carità, non ne sa niente), o lo direbbe, più verosimilmente, il datore di lavoro di Salvatore e Donato, “errore facilmente riparabile”.
Sì, con la stipula di un contratto ex novo, magari munito di data e di firma del datore di lavoro, oltre a quella estorta (pena il licenziamento in tronco) al dipendente, per l’occasione assunto in qualità di libero professionista…
Non è un errore.
La mia proverbiale cattiveria, mi ha indotto a fare indagini preventive, conoscendo bene il comportamento di questi piccoli caporal etti da quattro soldi.
Le indagini, (rapidamente portate a termine da “Il Segreto Di Pulcinella”, con una professionalità ed una solerzia che ogni potenza mondiale invidia e vorrebbe avere a suo servizio, Italia in primis), hanno portata alla luce l’abitudine, neanche tanto nascosta, soprattutto in Campania e Puglia, di commettere questi “errori”, per trovarsi fuori da eventuali responsabilità, in caso di controlli o in caso, più possibile, d’infortuni, in cui si possano trovare i “progettisti”, controparte dei furbetti in questione.
Se infatti si dovesse verificare una delle condizioni sopra citate, per i nostri “datori di lavoro” sarebbe un gioco da ragazzi dimostrare che le persone sotto il loro controllo, in realtà, o non lo sono più, o da poco hanno cessato il rapporto di collaborazione con i soggetti sotto esame.
Per assurdo, si potrebbe verificare anche la possibilità che il nostro “datore di lavoro”, messo alle strette, potrebbe denunciare il furto dei propri dati, da parte dei nostri spazzini; come si dice in Campania e Puglia:
“Cornuti e mazziati”!
Potrei continuare fino a domani, ma ritenendoti molto più intelligente di me e non volendoti tediare più del necessario, ti lascio con un’ultima riflessione che la dice lunga sul lassismo “verginale” in cui il molisano medio, nonostante tutto ancora vive.
Molto spesso, quando un essere umano è colpito da tumore maligno ed attende inesorabilmente la morte, ciò è dovuto alla superficialità in cui sono state tenute in considerazione le avvisaglie, normalmente a tutt’altro attribuite.
Trasponendo una simile diagnosi dall’uomo alla regione in cui fortunatamente viviamo, posso dire, senza timore di essere smentito, che avvisaglie leggibili in simili comportamenti, tenuti dai nostri rappresentanti, a discapito di buona parte dei propri rappresentati, (come quello inequivocabilmente chiaro, espresso nel tema di cui sto trattando), dovrebbero farci considerare l’ipotesi di assoggettarci ad una generale “Visita Preventiva”, allo scopo di evitare l’insorgere della metastasi chiamata Camorra, che ci farebbe fare la fine delle regioni che da sud e da ovest ci circondano, e che fanno triangolo di confine con il molise proprio dalle nostre parti.
Le due regioni, nostre confinanti, sono pervase inesorabilmente da quel camcro.
Noi, con la forza di volontà di chi vuol vivere, facciamo ancora in tempo a non ammalarci di questo “brutto male”, che inesorabilmente porta alla morte.
Riflessione Finale
Chissà che ne pensa il nostro Arcivescovo, l’anti mafia Mons. Giancarlo Maria Bregantini!
Padre Giancarlo,
se in qualche maniera ti dovesse capitare fra le mani questa mia farneticazione, ti prego di render viva quella parte del Vangelo che parla del seme che germoglia dopo esser morto.
Sì, perché considerato che hanno già cercato di farmi del male, (due volte mi hanno fatta saltare la casa, ed in altre occasioni, mi hanno promesso un “eterno riposo”, così, per evitarmi ulteriori inutili stanchezze), sarà il caso che tu spieghi ai nostri esimi camorristi che “la canna si piega ma non si spezza” e che se mi dovessero dare la possibilità di riposarmi in questo “mondo”, considerato che io ritengo sia vero che esiste una Vita eterna, non è da escludere che mi possa vendicare, così, come hanno fatto Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, lasciati soli da uno Stato che è stato, ma considerati culturalmente vivi da chi, proprio grazie a loro, sta riconquistando la propria LIBERTA’.
Intelligenti pauca.