Di Matteo Renzi
1. Il Decennale
Domani il PD festeggia il suo decimo compleanno. Vi aspettiamo a Roma al Teatro Eliseo col primo segretario, Walter Veltroni e con il Presidente del Consiglio, Paolo Gentiloni.
Il PD è spesso criticato e contestato. Ma ha un punto di grande forza, che nessun altro dei partiti italiani può vantare: non appartiene a nessuno. Non appartiene a un proprietario, non appartiene a un’azienda, non appartiene a un blog, non appartiene a un leader. È una comunità in cui tutti possono sentirsi a casa e nessuno è padrone. Una comunità in cui decidono i cittadini, con il proprio voto, con la propria militanza.
Il PD è oggi l’argine più forte all’estremismo delle destre e al populismo a cinque stelle. Ma è soprattutto una comunità di donne e uomini che ogni giorno con tenacia cerca di rendere l’Italia un Paese più forte e più solido. Si può sempre fare meglio, si può sempre fare di più. Ma intanto il PD c’è ed è un punto di riferimento fondamentale per l’Italia e per l’Europa. Domani sarà un giorno buono per dire grazie a chi ci ha portato fino a qui e raccontare dove vogliamo andare.
Domani mattina il decimo compleanno in diretta anche sulla mia pagina Facebook o sul sito del Partito Democratico.
2. La Legge elettorale
Ieri la Camera ha approvato la nuova legge elettorale, primo firmatario il nostro bravo capogruppo Ettore Rosato. Non è la legge dei nostri sogni, visto che noi volevamo il ballottaggio e una sola Camera. Ma è una buona legge soprattutto perché rimette al centro della scena i collegi elettorali, luoghi dove i cittadini possono incontrare e scegliere i candidati. Anziché votare un simbolo senza sapere nemmeno chi sono i futuri eletti. Prima era tutta proporzionale, adesso per il 36% è maggioritaria. Non quanto e come avremmo voluto, ma un passo in avanti, innegabile. Chi dice che la fiducia è una forzatura antidemocratica dimentica che la fiducia sulla legge elettorale l’ha messa – ad esempio – un signore che si chiamava Alcide De Gasperi. Sentire deputati di un movimento che quando fa le primarie sul blog e vince uno che non piace, espelle il vincitore dal movimento (come accaduto, ad esempio, a Genova) spiegarci che noi non siamo democratici perché Gentiloni ha fatto ciò che in passato aveva fatto De Gasperi mi lascia senza parole. E sentire la cantilena sulla presunta emergenza democratica di un Paese in cui maggioranza e larga parte delle opposizioni votano insieme la legge elettorale è inaccettabile, specie pensando che nelle stesse ore ci sono forze politiche che organizzano per il 28 ottobre il ricordo della Marcia su Roma. La legge può piacere o non piacere, ma per favore recuperiamo la civiltà dei toni. Anche perché la violenza è sempre un errore, anche quando è violenza solo verbale.
3. Le “colpe” dei padri. O dei figli?
La violenza è sempre un errore: lo abbiamo visto ieri nella piazza di Montecitorio.
Un signore ultrasettantenne ha colpito e cercato di colpire un coetaneo. Si tratta del padre del deputato grillino Di Battista che si è scagliato contro un altro manifestante, di un altro movimento, l’ex generale Pappalardo. Di Battista senior, che si dichiara peraltro fascista, ha cercato di colpire Pappalardo perché i manifestanti di Pappalardo avevano sonoramente fischiato Di Battista junior il giorno prima. Per tutelare l’onore della famiglia, Di Battista padre passa alle mani. E Di Battista figlio lo giustifica dicendo “Ha solo dato una carezza a uno che ha un vitalizio”. Ma non sapendo come uscirne Di Battista figlio dice anche: “Sono fiero di mio padre. Lui non è come Tiziano”. Immagino si riferisca a mio padre, non penso che si riferisca al pittore. Se si riferiva a mio padre devo dire che Di Battista figlio stavolta ha ragione: no, non è come Tiziano. Tiziano, mio padre, ci ha educati fin da piccoli all’antifascismo. E ci ha insegnato che le mani non si alzano mai, mai. E che se qualcosa non va si parla, non si picchia la gente. E Tiziano, mio padre, sta zitto con i giornalisti da mesi perché gli ho chiesto di non alimentare le polemiche. Ma chi lo conosce sa quanto gli costi prendersi il fango quotidiano di chi non conoscendolo lo cita a sproposito. Ha ragione Di Battista: suo padre non è come Tiziano. Ma siccome so quanto costi, a Tiziano, non dire quello che pensa, vorrei dire grazie a mio padre per come sta sopportando l’infinita carica di insulti che sta ricevendo ingiustamente. Dirgli che il tempo è galantuomo e farà chiarezza su tutto. E che il tempo ci ricorda che oggi, nel giorno del suo 66° compleanno, ha figli e nipoti che sono felici di stare con lui. Auguri, babbo.
Quanto a Di Battista figlio: se pensa davvero di essere diverso dai politici tradizionali, ci faccia una cortesia. Lui è andato in tv qualche tempo fa, da Formigli, definendo il PD una piovra. Se pensa di essere diverso dai soliti politici, il cittadino Di Battista rinunci all’immunità. Si faccia processare. Il risarcimento danni lo destineremo a un’associazione che si occupa di lotta alla violenza e al bullismo. Cosa ne pensate?
Nel frattempo accade che:
• La produzione industriale cresce in Italia a ritmo straordinario: più 5.7%. Tutto merito del caso o le riforme funzionano?
• Il treno “Destinazione Italia” parte martedì mattina, 17 ottobre, da Roma: oltre cento tappe, una per provincia in tutta Italia. I dettagli nella prossima enews
• La riforma del diritto fallimentare è legge. Mancano i decreti legislativi, ma è passo importante.
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Pensierino della sera. Sapete la mia battaglia contro Cesare Battisti per riportarlo in Italia. Ne ho parlato qui, poi qui. Adesso vedo che Battisti dice che l’Italia è un Paese arrogante. E che il Brasile dovrebbe avere umanità. È vero, l’Italia è arrogante: pretende giustizia. É vero, il Brasile dovrebbe avere umanità: umanità per le povere vittime di un pericoloso criminale travestito da vittima. Spero che arrivi prestissimo il momento in cui il Brasile ci restituirà Cesare Battisti perché possiamo finalmente assicurarlo alle patrie galere. Non è vendetta, si chiama semplicemente giustizia.
Un sorriso,
Matteo
PS. Questa immagine risale a qualche anno fa durante una visita da Premier in un’azienda di Bolzano che da tempo si occupa di alternanza scuola/lavoro. Ne ho un ricordo molto bello.
Personalmente penso che quando l’alternanza scuola/lavoro è ben organizzata, questa esperienza sia molto utile e formativa per i ragazzi. Viceversa talvolta è tempo clamorosamente buttato via.
In questo giorno di polemiche e di scioperi, mi piacerebbe leggere qui i commenti dei ragazzi e dei professori che hanno partecipato a progetti di alternanza scuola/lavoro. Le loro idee e se possibile anche suggerimenti, idee, proposte. Chi meglio di voi può aiutarci a capire se la cosa funziona o no? Intanto, in anticipo, grazie, oppure come al solito matteo@matteorenzi.it.
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