Di Matteo Renzi
Moltissimi suggerimenti concordano: “interessanti le enews, Matteo, ma cerca di essere più sintetico possibile”
Ci provo..
1. Nel silenzio della politica le autorità bancarie europee provano a cambiare le regole in corsa. É una scelta folle e suicida. Ne parlano in pochi, ma bisogna farsi sentire: cambiare le regole senza capire che danni vengono fatti rischia di provocare una terribile crisi. Proprio adesso che ne siamo fuori. Con il meccanismo che vorrebbero imporci, fare credito alle piccole e medie imprese risulterà quasi impossibile. E salteranno altre banche, altri correntisti, altri risparmiatori. Mentre nel 2012-13 la politica italiana restò silenziosa e complice, con i risultati che conosciamo, stavolta dobbiamo farci sentire. Anche perché alcuni tecnici del mondo finanziario europeo devono capire che li paghiamo per evitare le crisi bancarie, non per provocarle. Spero che su questo tutti i partiti italiani e europei si facciano sentire. Noi siamo i primi ad alzare la voce, ma spero lo facciano anche gli altri. E che lo facciano tutti.
2. Nel frattempo i dati economici migliorano costantemente. Lo sapete che da febbraio 2014 ad oggi l’Italia ha visto la creazione di 978.000 posti di lavoro, di cui il 60% a tempo indeterminato? Sono dati ISTAT che oggi ha rilanciato anche OCSE dicendo che il JobsAct funziona. Già, funziona: ormai lo ammettono anche i Gufi! L’Italia sta ripartendo, ma non basta. Ora dobbiamo rilanciare con forza perché si possa andare ancora avanti. Il 17 ottobre partiamo con il treno in tutta Italia, il 27-29 ottobre a Napoli teniamo la conferenza programmatica. Gli amanti della Leopolda, invece, si segnino in agenda l’ultimo weekend di Novembre. Nel frattempo sabato 14 ottobre festeggiamo i 10 anni del PD con Walter Veltroni e Paolo Gentiloni oltre a tanti amici, anche “nativi democratici”.
3. Il PD deve mantenere uno stile. Specie in questi momenti di incomprensibile rissa verbale a sinistra della nostra sinistra. Uno stile concentrato sui problemi degli italiani. E sulle soluzioni da proporre. Tuttavia ci sono dei momenti in cui bisogna far sentire anche lo sdegno. Perché certi toni sopra le righe esasperano il clima. E la violenza verbale chiama violenza fisica. Domenica ho scritto questo: “Torno a casa e in tv vedo che i manifestanti contro il G7 di Torino stanno decapitando due manichini, uno col mio volto, uno col volto del ministro del lavoro. Questi signori hanno installato una ghigliottina e pensano di essere simpatici ricordando le macabre esecuzioni del passato. Non mi fanno impressione le pagliacciate. Però in questa vicenda ci sono agenti di polizia, carabinieri, uomini delle nostre forze dell’ordine che vengono feriti sul serio, non a parole. Le botte le hanno prese davvero, loro: hanno prognosi fino a 40 giorni. E ci sono squallidi amministratori comunali che non hanno avuto la forza – o la voglia – di spendere una parola per prendere le distanze da certe formazioni anarchiche o presunti tali, da centri sociali, da persone abituate a vivere di violenza quantomeno verbale. Non mi fa effetto vedere la mia testa rotolare. Mi fa effetto vedere persone che rinunciano a pensare con la loro testa e vivono di slogan legati a un passato ideologico e fumoso. E mi fa effetto vedere amministratori comunali pagati da tutti i cittadini che anziché schierarsi con le forze dell’ordine e con le istituzioni rilanciano le immagini della rivoluzione francese e dei tempi della ghigliottina. Troppo facile prendere le distanze a parole e poi però sfilare con i violenti nei cortei. Ci avevano chiesto di portare il G7 a Torino e poi hanno fatto fare una figuraccia all’anima profonda e solidale di questa città, prima capitale d’Italia. Peccato. Il mio affetto, la mia solidarietà, la mia gratitudine alle forze dell’ordine e agli agenti feriti.” Leggo volentieri i vostri commenti: matteo@matteorenzi.it
Stavolta vi stupisco. Anziché il pensierino della sera, ve ne invio 7.
Sette mini-pensierini della sera, se vi va li leggete con un clic.
L’amore di una mamma e il dolore più atroce
Mia nipote down e l’adozione dei single
I nonni italiani e la loro forza
La Reggia di Caserta e i sindacati più incredibili del mondo
Perché Cesare Battisti deve rientrare in Italia
I cantieri a Firenze ovvero pensieri da un motorino in coda
Le donne che guidano in Arabia Saudita
Un sorriso,
Matteo
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