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29 Settembre 2017
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Democratica

Della Redazione Di Democratica

n. 39 Venerdì 29 settembre 2017
“Mentre Milano corre, Roma ritorna a grandi passi verso il livello di una città medio-orientale” (Sabino Cassese)
Il mondo alla rovescia
ALLE PAGINE 2 -3
M5s I grillini che chiedevano pulizia e trasparenza, ora esultano perché “è indagata solo per falso”. E intanto Roma sprofonda
EDITORIALE /1

Onestà? La sindaca deve rispondere di falsità
Roberto Giachetti
LLa Procura di Roma ha chiesto ieri il rinvio a giudizio per la Sindaca Virginia Raggi per il reato di falso. Un’altra giornata amara per la città. Un’altra dura prova per l’immagine pubblica della Capitale, che si risveglia con la sua prima cittadina imputata di aver detto il falso all’Autorità anticorruzione capitolina. Di questo reato la prima cittadina, se la richiesta del pm verrà accettata, dovrà rispondere davanti al Tribunale. E, così, la candidata del Movimento Cinque Stelle, salita sul colle del Campidoglio al grido di onestà, tra qualche mese si ritroverà, molto probabilmente, davanti ad una corte per rispondere delle sue falsità.
SEGUE A PAGINA 2

EDITORIALE /2

Università, la politica oltre lo sdegno
Elena Bonetti
LLa recente notizia dell’arresto di docenti universitari sta provocando nell’opinione pubblica due reazioni contrapposte: l’indignazione per tutta l’accademia e i suoi “baroni” e la rassegnazione cinica del “si è sempre fatto così”.
Proponiamo una terza via: quella della politica che vuole dare una risposta all’indignazione e alla rassegnazione, ma ancora prima che decide di agire affinché questo paese possa essere migliore.
Le accuse avanzate sono gravissime: se fossero accertate (sottolineando il se, perché anche per questa vicenda i processi si svolgano nei tribunali e non sui giornali) richiederebbero un intervento forte e senza alcuna ambiguità di giudizio.
SEGUE A PAGINA 7
GIUSTIZIA
Assoluzioni, qualcuno deve chiedere scusa
PAGINA 4
CATALOGNA
Fra Madrid e Barcellona è
scontro finale
PAGINA 5
SOCIAL NETWORK
L’errore di Twitter. Parla Sara Bentivegna
PAGINA 6
Movimento Cinque Stelle
Onestà? La sindaca risponda sulle falsità

Roberto Giachetti CONDIVIDI SU

La verità è che Virginia Raggi è una bugiarda seriale
IIo sono sempre garantista, come ho avuto modo di ribadire in questi mesi, dinanzi alle innumerevoli vicende giudiziarie che hanno costellato questo primo anno sull’ottovolante della Roma amministrata dai Cinque Stelle. Un garantismo non di maniera ma di convinzioni profonde, in cui il rinvio a giudizio non è l’anticamera della condanna, ma solo un atto formale in cui si esplica il processo penale. Un sacrosanto principio giuridico che, negli ultimi mesi, ho visto con grande piacere diffondersi anche negli uffici della Casaleggio Associati e da lì promanato a tutti i seguaci attraverso la bibbia dei Cinque Stelle: il sacro blog di Beppe Grillo. Mesi intensi che i grillini hanno passato a cambiare codici e a cancellare post e dichiarazioni roboanti di cui negli anni, a partire da Virginia Raggi e Luigi Di Maio, avevano riempito l’etere – con la grancassa di alcuni giornali che traggono ispirazione e vita dalle procure – con le loro invocazioni di carcere per tutti al minimo sospiro di un magistrato. Ed è uno spettacolo vederli oggi dibattere su cosa fare del loro nuovo codice, di come poterlo cambiare, visto che dice che in caso di condanna, anche solo in primo grado, il sindaco dovrebbe dimettersi. Il nostro garantismo è altra cosa. Ma le garanzie di difesa dell’indagato in questo caso non c’entrano nulla. Perché qui abbiamo di fronte una Sindaca che mente. Una bugiarda seriale che adesso dovrà rispondere, anche di fronte ad un giudice, del suo vizio di mentire spudoratamente. È il suo cattivo rapporto con la verità, oltre che con la realtà, ad essere al centro di questa vicenda. Così come è al centro della vita quotidiana di chi vive in questa meravigliosa città e combatte, da oltre un anno, contro l’inefficienza e l’arroganza di una Giunta a Cinque Stelle indifferente ai problemi della città e che pensa di riuscire a nascondere, dietro la coltre di fumo delle loro banalità, il proprio fallimento ai
romani. Una Sindaca che riesce a mentire anche sul suo privato, sulla sua storia (come hanno dimostrato le dimenticanze del suo curricu
lum), che in Parlamento – davanti alla Commissione bicamerale sui rifiuti – ha mentito sull’essere a conoscenza delle indagini sulla sua Assessora Paola Muraro, per non dire di tutte le bugie dette in campagna elettorale sul referendum sulle
Olimpiadi, sui rifiuti. Una Sindaca che anche ieri, di fronte alla notizia della richiesta di rinvio a giudizio, ha continuato a mentire scriven
do un post – forse ispirato dagli strateghi che tirano le fila del Movimento a Milano – in cui trionfante annunciava al mondo che era felicissima perché era stata liberata dall’accusa più grave e che alla fine s’era dimostrata onesta e per bene come aveva sempre detto e che era colpa di un complotto della spectre che in questo anno aveva montato uno scandalo sul suo caso giudiziario. Peccato che in tutto questo trionfo – a cui subito sono seguite le bottiglie di champagne stappate a Genova dal comico del passo di lato – è stato omesso, ovvero solo con qualche riga finale di postilla – che, invece, la Procura aveva richiesto per lei il rinvio a giudizio per falso. Ed è tutto da dimostrare che si tratti di un reato meno grave, perché se analizziamo la fattispecie “quoad poenam”, ovvero valutando la pena prevista, il reato di falso è punito con una pena fino a sei anni, mentre quello di abuso con una massima di quattro anni. Ma nel mondo alla rovescia del Movimento Cinque Stelle e della Sinda
ca Virginia Raggi – che sarebbe pure avvocato e il codice penale dovrebbe conoscerlo, forse – non contano i fatti, la realtà, la verità. Conta solo la quantità di bugie e menzogne che puoi introiettare surrettiziamente nel sistema. In quel mondo di militanti grillini che preferiscono i fatti alternativi e che sono disposti a passare sopra e perdonare un sindaco che dice il falso. Perché è solo a loro che il Sindaco di Roma continua a parlare e a rivolgersi. Dimentica di essere il Sindaco di tutti e che è alla città, prima che al M5S, che deve rispondere.
Una città che chiede a gran forza di essere amministrata, di essere amata e servita.
Tutto ciò accade in una giornata in cui Roma sarà di nuovo messa alla prova dall’ennesimo sciopero dei mezzi di trasporto (sempre di venerdì). La soap opera M5S in Campidoglio continua: tra arresti, indagini, assessori che vanno a vengono, ad e direttori generali che fuggono, l’Atac coi libri in tribunale e adesso un sindaco rinviato a giudizio per falso.
Di una cosa, forse, possiamo essere certi. Questa volta la Sindaca non dirà che anche questa richiesta di rinvio a giudizio è colpa delle precedenti amministrazioni.
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3 Movimento Cinque Stelle
Il metodo
fake
GGrillo esulta perché la Raggi è rinviata a giudizio “solo per falso”? Inevitabile che nel magico mondo a Cinque Stelle la falsità sia davvero l’ultimo dei problemi. D’altra parte è lo stesso atto di nascita del movimento a poggiare su un’affermazione inevitabilmente fasulla. “Noi siamo quelli puliti, loro (tutti) sono quelli sporchi”: nella brutale semplificazione che accompagna Grillo e Casaleggio dal V-Day all’entrata in Parlamento è iscritta una volgare opera di mistificazione. E’ la privatizzazione di un bene pubblico (l’etica collettiva) per fini privati e di partito, e insieme la premessa dell’inevitabile smentita che viene dalle cronache di questi mesi. Incompetenza amministrativa, ovunque vi sia un sindaco a Cinque Stelle, e numerose indagini su varie ipotesi di reato. Non solo gli esponenti grillini sono tutt’altro che “puliti”, ma la loro pretesa di essere gli unici depositari della virtù pubblica si sta capovolgendo nel suo contrario agli occhi dell’elettorato. La falsità come premessa genetica, la falsità come metodo di navigazione politica in tutti i passaggi fondamentali della loro azione. Da un lato fake news come bussola della loro propaganda sulla rete, dall’altro la falsa promessa di un reddito di cittadinanza fondato su valutazioni economiche del tutto fantasiose; da un lato le firme false di Palermo, dall’altro la messa in scena di una “comunità di cittadini” che sceglierebbe liberamente i propri leader contrapposta alla realtà di un’azienda privata che decide nell’oscurità delle proprie stanze chi deve essere prestanome e chi comprimario. Una storia politica costruita su false premesse e accompagnata da un cammino di falsità pubbliche. Questo il senso più autentico della vicenda Cinque Stelle, questa la ragione della surreale celebrazione del reato di falso ideologico”.
venerdì 29 settembre 2017
“Da noi gli
indagati non si candidano,
punto e basta”
Livorno, Nogarin: “Non ho dato l’allarme per l’alluvione perché non avevo scaricato l’app sul telefono”
Reddito di cittadinanza,
abbiamo le coperture per 17 miliardi
Di Maio e Cancelleri:
“La casa abusiva del sindaco di Bagheria? Tutto regolare, è stata sanata”
Firme false a Palermo:
il Movimento 5 Stelle è parte lesa
Quale sarà la prossima falsità?
?
Focus
Finalmente una legge per rilanciare l’Italia dei borghi
I numeri
5585
piccoli comuni (con meno di 5000 abitanti)
57%
del territorio nazionale
10mln
di cittadini
400mila
aziende agroalimentari

Massimo Castelli CONDIVIDI SU
Sindaco di cerignale e coordinatore nazionale anci piccoli comuni

IIeri al Senato, grazie all’iniziativa del Partito Democratico e al Governo, si è scritta una pagina storica per l’Italia dei borghi. Con l’approvazione della legge che vuole tutelare i piccoli comuni, si apre uno scenario di svolta per chi vive nei centri minori, basta borghi abbandonati, basta deserti alle spalle delle grandi città. Finalmente vengono messe in campo politiche concrete per fare di questa Italia delle aree interne e marginali un grande cantiere di idee, un laboratorio per uno sviluppo legato alla bellezza, alla natura al buon vivere. Da oggi parte una grande rivoluzione ideale e sostanziale che rimette al centro dell’azione politica un’Italia bellissima ma troppo spesso dimenticata. Ci piace credere, grazie alle misure messe in campo nel DDL Piccoli Comuni, che si tratti dell’inizio di un “controesodo” dove famiglie e imprese riconquistano territori: un grande West italiano 4.0, da scoprire e da ri
vivere. Vogliamo immaginare virtuali carri di coloni che risalgono pendii e, invece di posare strade ferrate come nel vecchio West dell’America, posano fibra ottica, portano nuovi saperi, nuovi stili di vita e la speranza per le nuove generazioni di vivere l’armonia lenta di un borgo e di una natura ritrovata.
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SU DEMOCRATICA.COM
I punti della legge
Un fondo di 100 milioni da usare per la messa in sicurezza dei territori,
l’efficienza energica, la riqualificazione di terreni ed edifici
abbandonati, la ristrutturazione dei centri storici, i trasporti;
L’accesso alla banda ultra-larga;
La promozione dell’artigianato digitale e dei mercati locali per i prodotti agroalimentari
della filiera corta;
un piano per l’istruzione destinato alle aree rurali e montane, per la messa in rete delle scuole e la progressiva
informatizzazione dei servizi
Giustizia, qualcuno deve chiedere scusa

Mario Lavia CONDIVIDI SU

2727ottobre 2013 – quattro anni fa! –, Matteo Renzi alla Leopolda perora la causa della riforma della giustizia citando l’ingiusta sorte che aveva colpito “Silvio”. Sorpresa del pubblico, Renzi se l’aspetta. Ma sta parlando di Silvio Scaglia, ex presidente di Fastweb, finito in carcere per 3 mesi e poi ai domiciliari per altri 9, e infine prosciolto da tutte le accuse. Quattro anni dopo, cioè ieri, Silvio Scaglia è stato assolto anche in Corte d’appello. Resta la domanda su chi lo ricompenserà dell’enorme danno morale e materiale che ha subito. E per combinazione ieri è stato assolto, sempre in secondo grado, Filippo Penati, l’ex dirigente milanese dei Ds da anni inseguito dall’accusa di essere il capo del cosiddetto “sistema Sesto”, una connection corruttiva operante nel negli appalti dei lavori pubblici: sistema che la Giustizia adesso sostiene non esistere affatto.
Di pochi giorni fa il proscioglimento dall’accusa di associazione a delinquere per Ottaviano Del Turco, che dopo il suo clamoroso arresto di 9 anni fa si dimise da presidente della regione Abruzzo; ed è di qualche
I casi Scaglia, Penati, Mastella, Del Turco ripropongono l’urgenza di una vera riforma
settimana fa l’assoluzio
ne di Clemente Mastel
la, la cui incriminazione
– anche qui, una vita fa –
portò indirettamente alla ca
duta del governo Prodi.
E lasciamo stare la vicenda di
Stefano Graziano, la torbida indagine su Terra Rossa, il caso di Vasco Errani, aspettando con pazienza come va a finire Con-sip.…
Insomma: Giustizia, abbiamo un problema.
Siccome non siamo anime belle, non ci sfuggono le responsabilità precise del sistema informativo, sempre pronto a cavalcare qualunque cosa, a sparare mostri in prima
pagina, a latrare di malaffare in ogni caso purché si venda qualche copia in più. E nemmeno le pigrizie intellettuali e i calcoli di comodo del sistema politico, tanto lesto nel gettarsi sulla preda quanto paralizzato quando si tratta di fare le scuse a chi risulta innocente. Quindi nessuno può dirsi estraneo alla vera e propria degenerazione del rapporto fra giustizia e politica.
Detto questo, un nuovo garantismo dovrebbe permeare la cultura politica dei partiti: innanzi tutto, evitando con cura ogni forma di subalternità (non di rispetto) alla magistratura inquirente. C’è moltissimo da fare, per la giustizia e per la politica. Intanto, cominciando a chiedere scusa.
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Mondo.com
FOTO, VIDEO, ANALISI, COMMENTI SU COSA SUCCEDE FUORI DALL’ITALIA
In Germania sarà un autunno
Birmania, minoranza Rohingya
lungo. Al via la trattativa per il
in fuga verso il Bangladesh.
governo. Merkel: “Sarà stabile”
L’Onu: “Incubo umanitario”
A Tallinn il vertice Ue su economia digitale
LLa capitale dell’Estonia ospita
un vertice informale dei capi di
Stato e di Governo dell’Unione Europea dedicato all’economia
digitale. Obiettivo del summit è catturare l’attenzione politica sull’innovazione e digitalizzazione dell’economia europea.
Al fine di permettere all’UE di restare
all’avanguardia del progresso tecnologico e diventare guida nel campo del digitale.
Navalny arrestato prima di un comizio
AAleksei Navalny è stato fermato a Mosca. Il leader dell’opposizione ha annunciato su Twitter di essere stato arrestato a Mosca mentre stava uscendo da casa per recarsi a un incontro elettorale. A sei mesi dalle elezioni che potrebbero vederlo come unico oppositore di Vladimir Putin è il terzo arresto nel giro di pochi mesi.
CATALOGNA
Barcellona e Madrid allo scontro finale

Stefano Cagelli CONDIVIDI SU

Cosa succederà domenica a Barcellona e in tutta la Catalogna? Questa è la domanda che tutti, dentro e fuori la Spagna si pongono ma a cui, al momento, è ancora difficile dare una risposta. Quel che sappiamo è che il governo catalano ha convocato un referendum per l’indipendenza dal resto della Spagna. Ma le
zione i manifestanti che la scorsa settimana protestarono contro gli arresti di alcuni alti dirigenti catalani da parte della Guardia Civile.
Lo stesso vale per la politica. L’ex governatore catalano, Artur Mas, ha parlato di un vero e proprio stato di polizia e ha ricordato la pericolosità dei video postati in rete, tra i quali quelli con centinaia di manifestanti, in Andalusia, avvolti in bandiere spagnole,
mentre salutano i poliziotti in partenza per Barcellona, come se dovessero partire per un Paese straniero in guerra.
Il governo spagnolo ha invocato unità ai partiti politici di fronte all’affronto catalano. La vice di Rajoy, Soraya Sáenz de Santama-ria, è intervenuta nel Congresso di Madrid per dire che la partita è tra la difesa dello stato di diritto e coloro che vogliono rompere lo stato e cancellare la democrazia.
Al momento, però, il referendum per l’indipendenza sembra ancora una missione impossibile. A Barcellona, su un’immaginaria lista delle “cose” che servono per portare a compimento una consultazione referendaria, quello che si può spuntare è solamente la voce “partecipazione popolare”. Il resto, a due giorni dall’appuntamento, manca: non ci sono i seggi, nel mirino della polizia di Madrid che ne sta impedendo l’apertura; non ci sono le schede elettorali, sequestrate a milioni la scorsa settimana; non ci sono nemmeno gli scrutatori, ai quali non sono mai arrivate le lettere di convocazione, bloccate preventivamente. Le urne dovrebbero esserci, forse scampate al sequestro, ma non si sa dove (si pensa siano arrivate nei municipi viaggiando nei furgoni degli autisti di panifici industriali e di una catena di supermercati) mentre la commissione elettorale, che avrebbe dovuto presiedere la consultazione, ha dato le dimissioni dopo le minacce di
Madrid che da Barcellona, della Corte costituziona-parlano di una dichiara
notizie che arrivano, sia da multe (da 6 a 12 mila euro) Il referendum convocato per domenica sembra ancora una missione impossibile. Tensione alle stelle
le. Messa così, è difficile ta mancanza di dialogo
capire prima di tutto se tra le parti.
il referendum si farà e, Ognuno va avanti per
nel caso, in che termi-la sua strada. La giusti-
ni e con quali garanzie, zia spagnola ha accetta-
ma è facile immaginare to di indagare per sedi-
che l’escalation di tensio
ne raggiunga il suo picco
proprio domenica quando
milioni di catalani proveran
no a recarsi ai seggi. Tutto fa
rebbe pensare a un fallimento, ma il governo catalano assicura che di missione possibile si tratta, non indietreggia alle perquisizioni, agli arresti, ai sequestri e alle denunce penali della procura spagnola, e non rinuncia al voto.
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Social network
Twitter cambia e raddoppia:
effetto boomerang?

l’annuncio fu. Dopo ventilata – e non realizzata – del twe-etstorm pare che stavolta ci siamo, la notizia del rad-doppio prossimo venturo dei caratteri dei tweet, che mezzo ha delle carat-teristiche che possono sfruttate e apprezzate da un numero ristretto di persone: soggetti po-litici, elite mediali, enti e amministrazione fanno un uso utile soprattut-to in caso di emergenza, sono tutti soggetti che rappresentano una percentuale ridotta della po-polazione. Non credo che caratteri si cambino le cose più di tan-to, personalmente non credo saranno un incentivo”. Insomma per Bentivegna non solo il management
Carla Attianese
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E
l’ipotesi
passerebbero da 140 a 280, sembra essere concreta.
Certo come fu anche in occasione del lancio dell’algoritmo per la timeline dei cinguettii, il capo Jack Dorsey strizza l’occhio a follower e fans dell’uccellino assicurando che a San Francisco “tutte le critiche sono le benvenute” e chiedendo tempo per dimostrare che il cambiamento va nella giusta direzione. Con la sola particolarità, guarda caso, che lo afferma
cinguettando in 280 caratteri.
Del resto la necessità di trovare strade nuove e di praticarle in maniera originale è ben spiegata dalle recenti performance del social network, che nell’ultima trimestrale presentata non registravano neppure un segno più. Giù le vendite, giù gli introiti pubblicitari e crescita del numero di utenti ferma a zero: 328 milioni erano gli iscritti nel primo trimestre di quest’anno, e 328 sono rimasti nel secondo.
È la prima volta che il numero di utenti segna il passo, dunque si capisce che devono essere suonate forti le sirene di allarme alle orecchie di Dorsey, costretto con tutta la sua azienda a inventarsi qualcosa di nuovo per attrarre gli inserzionisti.
Sara Bentivegna: “Non è così che il network uscirà dalla crisi”
Ma davvero la novità dei 280 caratteri porterà a una crescita delle performance? Per Sara Bentivegna, docente di Teoria della Comunicazione e dei nuovi media a La Sapienza e autrice del libro ‘A colpi di tweet’, la crisi del colosso dei cinguettii è dovuta a “un elemento strutturale su cui si dovrebbe riflettere”.
“Twitter continua a essere in crisi da anni, – ci spiega – e ogni volta a San Francisco mettono in campo un tentativo o una novità che riscuotono poi scarso successo. Ma il punto vero è che il
particolari essere
che ne
con 280
di Twitter farebbe bene a trovare altre modalità per aumentare gli introiti provenienti dagli inserzionisti, ma addirittura la nuova modalità rischia di essere controproducente.
“C’è anche il rischio di un effetto boomerang – è la sua opinione -. Le caratteristiche che hanno fatto apprezzare questo tipo di network erano la brevità e anche la fatica necessaria per riuscire ad essere sintetici. Twitter nella sua versione originale costringe alla sintesi o a dare informazioni e notizie. Raddop
piando il numero dei caratteri c’è il rischio che si perda
parte dell’interesse, ad esempio io che sono un utente abbastanza attivo, non lo apprezzo”.
È pur vero che 280 caratteri non sono le lenzuolate che consente Facebook, né il tweetstorm ventilato qualche tempo fa e che avrebbe permesso la pubblicazione simultanea di più tweet in sequenza, ma proprio per questo Sara Bentivegna avanza con Democratica l’ipotesi che 280 caratteri alla fine “rischino solo di introdurre delle sbrodolature. Certo potremo ancora essere sintetici, ricorrendo forse all’uso di una maggiore aggettivazione, ma è di questo che avevamo bisogno? Chi oggi non tuitta è perché non si è appropriato
della logica di un network per sua natura orizzontale e asimmetrico”.
Certo una volta introdotta la novità, sarà importante vedere come reagiranno gli utenti e se aumenterà il grado di soddisfazione (e dunque se il numero di iscritti tornerà a salire), nel frattempo salutiamo la professoressa Bentivegna con il comune auspicio che aumentare il numero di caratteri non equivarrà ad aumentare lo spazio a disposizione di haters e insultatori seriali sulla rete.
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Università, la politica oltre lo sdegno

Elena Bonetti CONDIVIDI SU
Segreteria Nazionale PD
Segue dalla prima

TTuttavia non si può fare di questa vicenda la lente attraverso cui guardare l’intera comunità accademica, abitata da migliaia di docenti, che operano con professionalità e passione. Per la loro dignità e professionalità, per prime, va pretesa verità.
Vogliamo evitare narrazioni falsificanti, che in passato hanno discreditato e isolato il mondo universitario. Un sistema isolato non può essere motore di formazione diffusa e progresso e rischia di essere invaso da dinamiche meschine motivate da interessi particolari.
In questi anni si è parlato molto di autonomia, valutazione, distribuzione delle risorse. Vorremmo provare a cambiare il paradigma e orizzonte semantico.
L’università è chiamata a esercitare la
propria libertà, che è condizione necessaria per un’autentica capacità di discernimento critico, di analisi scientifica, di ricerca e promozione della verità. Servo
no politiche capaci di aprire le università all’esercizio di questa libertà.
Tuttavia la libertà di cui parliamo è inscindibilmente legata all’esercizio della responsabilità. La responsabilità di abitare un mandato: la formazione delle giovani generazioni, che hanno il diritto ad essere accompagnate da figure adulte capaci di intelligenza, competenza, coraggio e generosità, e una ricerca qualificata per garantire all’Italia crescita sociale, tecnologica, culturale e scientifica. Responsabilità significa rifarsi nel proprio operare a questo mandato, saperne rendere conto, sottoponendolo a verifica e valutazione.
L’università ha una innata vocazione all’essere ponte. E’ luogo di incontro tra
agenda
Questa sera ore 19.00
Festival dell’Unità
Teresa Bellanova Marco Bentivogli
i saperi consolidati e le nuove frontiere. L’università è allo stesso tempo luogo di incontro e alleanza tra generazioni. Di fatto è comunità. Nella scienza, nella cultura, nell’umanità “si gioca a squadra”. Politiche che guardino come sistema universitario costituito da punti isolati in competizione non credo siano adatte a permettere alla nostra università di essere migliore. Vanno valorizzate le potenzialità delle singole realtà accademiche, liberandone pienamente una responsabilità progettuale. Nello stesso tempo serve creare una rinnovata modalità di connessione nel sistema di ricerca e formazione del nostro paese. Un’università libera e responsabile, aperta e connessa, crediamo sarebbe il migliore antidoto contro dinamiche di corruzione del sistema. Ma soprattutto sarebbe in grado di produrre ricerca e formazione eccellenti, per essere quel ponte che può accompagnare questo paese nel futuro.
Orvieto
Sabato 30 settembre ore 17.00
L’EUROPA DELLE REGIONI DELLE CITTÀ DELLA SOLIDARIETÀ
con
Matteo Renzi
Non
#TerrazzaPd ieri
lasciamoci
A terrazza Pd ieri si è parlato di
rubare
Sistema Italia, in particolare delle strategie per le imprese all’estero. Ne hanno discusso il responsabile
la speranza
Sviluppo economico del Pd Ernesto
Carbone, l’armatore Vincenzo
Onorato e da Giuseppe Scordamaglia
Amministratore Delegato di INALCA S.p.a.
Argomenti 2000
Roma, sabato 30 settembre
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