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18 Settembre 2017
Enews 488, lunedì 18 settembre 2017
18 Settembre 2017
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Democratica

Della Redazione Di Democratica

n. 30 lunedì 18 settembre 2017
Una bugia fa in tempo a viaggiare per mezzo mondo mentre la verità si sta ancora mettendo le scarpe (Mark Twain)
La strategia della menzogna
Fake news Tutte le bufale della Rete che hanno gettato fango sul Partito democratico
e sulle istituzioni. Puntalmente smentite dai fatti

EDITORIALE /1

Basta trucchetti sulle bollette
Alessia Morani
LLa premessa è che lo smartphone è ormai a tutti gli effetti uno strumento di lavoro, usato da più del 90 per cento della popolazione italiana. Serve a tutto, per tutto, ogni minuto di ogni giorno. Non è più un bene superfluo o uno status. Basta questo a spiegare l’importanza strategica che hanno le compagnie telefoniche nel deliberare i loro pacchetti di offerte: dietro ci sono le vite delle persone, le loro esigenze, le opportunità di essere più produttivi. Ed è a questo punto che occorre fare un po’ di chiarezza, perchè, parliamoci chiaro: la telefonia è una giungla. Facile impazzire tra un’offerta e l’altra, rimanendo incastrati in contratti capestro, magari attirati dall’ultimo modello di telefonino.
SEGUE A PAGINA 4
EDITORIALE /2

Settore pubblico, cosa abbiamo fatto finora
Angelo Rughetti
IIl sistema pubblico italiano è ridondante e frammentato. Secondo l’Istat nel 2015 erano quasi 13 mila gli enti censiti ed oltre 105 mila i luoghi di lavoro. 3 milioni e 300 mila i dipendenti divisi in 11 comparti. Oltre 9 mila aziende pubbliche di cui 3 mila scatole vuote. Questa situazione il governo Renzi e poi quello Gentiloni l’hanno ricevuta in eredità da chi ha governato prima. Noi non l’abbiamo costruita. E contro di essa abbiamo messo in campo il più grande cantiere di riforma del sistema pubblico mai avviato in Italia, partito nel 2014 con la legge Delrio, con il DL 90 dello stesso anno, poi con la legge Madia ed i 24 decreti legislativi attuativi ed infine con la legge di modifica della costituzione.
SEGUE A PAGINA 5
PAGINA 2-3
ESTERI
“La ‘popolocrazia’ che va combattuta”, parla Marc Lazar
PAGINA 6
PD
Prosegue la steagione delle Feste de l’Unità
PAGINA 7
Focus
Fake News La realtà
Le menzogne smascherate
Ibiza, Renzi e la supercar
Nell’estate 2017 spopola
sul web una foto di Matteo Renzi in Lamborghini.
L’immagine circola con la notizia che vorrebbe il segretario PD in vacanza ad Ibiza con la sua nuova
fiammante supercar.
Renzi visita la Lamborghini
La verità è che l’immagine risale al settembre dell’anno prima, quando Renzi visita Sant’Agata Bolognese, non Ibiza, per festeggiare assieme a Domenicali e Bonaccini 600 posti di lavoro che altrimenti sarebbero andati a Bratislava.
Il mega aereo di Stato?
Per mesi la notizia di un nuovo aereo di Stato voluto da Renzi per i suoi spostamenti ha circolato molto sui social come un capriccio
costoso e ingiustificato. Nella sua “viralità”
la bufala aveva assunto anche aspetti grossolani, come fotomontaggi surreali e smaccatamente falsi.
Non c’è nulla di vero
Sul libro Avanti Matteo Renzi spiega comelui non sia mai salito su quell’aereo. È stato acquistato per i ministri e centinaia di imprenditori impegnati in missioni politiche e commerciali in giro per il mondo. Matteo Renzi ha usato sempre il vecchio aereo, quello più piccolo
Focus
Fake News La realtà
Lucia Boldrini o Krysten Ritter?
A volte le fakenews possono essere davverospietate. È il caso della bufala che ha coinvolto la presidente della Camera, Laura Boldrini.
Nell’estate del 2016 inizia a circolare sui social
la foto di un’attrice americana, Krysten Ritter, spacciandola per la sorella della Boldrini (chiamandola Luciana) e sostenendo che gestisce cooperative di assistenza ai migranti.
Carola Boschi
o
Scarlett Johansson?
Alcune fake news sono dei falsi talmente clamorosi
che è fin troppo facile
smascherarle, anche se l’effetto virale riesce ad attecchire almeno tra più distratti. E’ il caso della presunta Carola Boschi, nominata dalla sorella Maria Elena al Centro di coordinamento delle Regioni.
Le “favolose” intercettazioni
Sono numerose le bufale che sono inventate di sana piante, senza nemmeno la volontà di costruire il falso sulla base di mezza verità. È
il caso delle numerose finte
intercettazioni che infestano le bacheche social. Come quella che vedrebbe Renzi intercettato mentre prepara
la “fuga” in Brasile.
Krysten
Ritter!
A smentire questa bufala ci ha pensato la diretta interessata ha spiegato cosa stava
avvenendo. “La mia unica sorella, morta anni
fa per malattia, non si è mai occupata di migranti. Peraltro, non si chiamava nemmeno Luciana, ma Lucia. Lo voglio dire soprattutto a chi ha creato queste false notizie, personaggi senza scrupoli, sciacalli che non si fermano
nemmeno davanti ai morti”.
Scarlett
Johansson!
In una sola foto ci sono almeno 4 fake news. La sottosegretaria Boschi non ha una sorella, non si chiama Carola Boschi,
non guadagna 25mila
euro e – naturalmente non assomiglia come una goccia d’acqua a Scarlett Johansson, la celebre attrice americana protagonista di numerosi successi al botteghino.
Nessuna intercettazione
Non esiste nessuna
intercettazione di Renzi in cui parla di soldi con il padre, né tanto meno di Brasile. La bufala è una delle tante che hanno preso il via dal caso Consip, esso stesso crogiolo di tante false notizie.
Consumi
Basta trucchetti sulle bollette

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Segue dalla prima

LLa verità, vi prego, sulle bollette, verrebbe da dire. Perchè è vero che il mercato deve restare libero, in modo da soddisfare le esigenze di tutti i clienti, ma è anche vero che i consumatori vanno tutelati da quelle che si configurano come truffe. Attenzione: non lo sono formalmente, perchè le tlc company sono tra le più attente a districarsi nei meandri di regolamenti dalle maglie troppo larghe, ma di fatto siamo di fronte a modalità ingannevoli o comunque poco chiare. Come quella che da un po’ di mesi è in voga tra gli operatori telefonici (tutti tranne uno) e che sta per essere “copiata” anche dalle pay tv: si tratta della bolletta ogni 28 giorni. In barba al calendario di uso comune si sono inventati un modo per aggiungere un mese all’anno e far pagare una bolletta in più.
La tredicesima bolletta equivale all’aumento mascherato del costo annuale: non volendo intervenire sul prezzo, che deve rimanere basso e attrattivo, le compagnie hanno deciso di intervenire sul periodo di fatturazione. E il bello è che di fatto hanno creato un cartello: perché è vero che scoperto l’inganno si ha la possibilità d cambiare gestore, ma se sono tutti d’accordo che scelta ha il consumatore? Insomma, è giusto beccarsi la tredicesima bolletta zitti e buoni con la possibilità che in qualche mese se ne debbano pagare anche due? Noi crediamo di no
e per bloccare questa pratica tutta italiana, solo da noi gli operatori, spesso gli stessi fatturano a 28 giorni, stiamo predisponendo una norma da inserire in legge di stabilità che obblighi le compagnie alla bolletta mensile. Anche perché il pericolo di un trascinamento della pratica verso altri settori è concreto: chi ci dice che un domani anche le compagnie del gas o dell’energia non penseranno di modificare a loro piacimento la tempistica dell’erogazione delle fatture? Il punto è che di italiani che fanno fatica ad arrivare alla quarta settimana del mese, e anche alla terza a volte, ce ne sono tanti, certo non possiamo permettere che i bilanci di una
famiglia vengano stravolti presentato un ricorso. In da bollette che arrivano attesa della decisione del quando vogliono.
Tar l’Agcom ha deciso di Gli stipendi arrivano
procedere con i prov-il 27, le bollette arriva-
vedimenti sanzionatori no il 30 o il 31: punto.
ma il punto è che l’en-Deve essere così per tut
tità delle sanzioni non è ti, secondo noi, perché
sufficiente per riportare il limite del libero mer-
le compagnie sul binario cato, sacrosanto lo ripe-giusto. Allo studio c’è an-
Per le compagnie arriverà l’obbligo di fatturare bollette mensili (non più ogni 28 giorni)
tiamo, deve essere la tutela dei consumatori. Quello che intendiamo fare è stabilire un principio che valga per tutti: le bollette sono mensili. Questo per consentire alle famiglie la massima tranquillità organizzando le spese di casa secondo scadenze certe. Perché il punto è che ad oggi le compagnie telefoniche applicano il cosiddetto ius variandi: hanno cioè la facoltà di cambiare il periodo di fatturazione in relazio
ne al tipo di offerta già sottoscritta come e quando vogliono. Al cliente che ha firmato il contratto viene data la possibilità di recesso ma le condizioni sono ovviamente unilaterali e di fatto è difficile cambiare gestore a costo zero.
La norma che stiamo scrivendo, prevedendo l’obbligo di fatturazione mensile, intende contemporaneamente rafforzare i poteri dell’Agcom di modo che le sanzioni da applicare alle società disobbedienti siano davvero un deterrente. Per ora le multe sono poco più che acqua fresca, prova ne sia che l’Autorità era già intervenuta lo scorso marzo e come tutta risposta gli operatori hanno
che altro: ipotizziamo che
le entrate ricavate dalle san
zioni possano essere messe a di
sposizione per l’eventuale rimborso delle tredicesime bollette.
Nel caso di una sentenza che si esprima rigettando il ricorso delle compagnie telefoniche e in presenza di una legge ad hoc è facile prevedere la pioggia di richieste di risarcimento da parte dei cittadini.
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Pubblica Amministrazione
Sono stati fatti passi in avanti che cambieranno lo status quo per molti anni
Ecco tutto ciò che il governo ha fatto finora

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Segue dalla prima

U
n unico cantiere con tante li­
nee in costruzione tutte legate ad alcuni principi cardine:
La
pubblica amministra
zione è lo strumento che fa diventare esigibili, cioè concreti, i diritti dei cittadini. È un elemento vitale delle comunità non un luogo in cui si annidano fannulloni.
L’insieme
degli enti pubblici devono muoversi come un’unica entità che deve sostenere i cittadini e le imprese. Il nostro meraviglioso art.3 della costituzione dice che “la Repubblica rimuove gli ostacoli”.
I
dipendenti pubblici sono la benzina del motore della Repubblica: senza di loro non si fa nulla. Devono essere in numero adeguato, formati e pagati il giusto secondo una classificazione di merito.
Occorre
togliere tutto ciò che non serve. Ridurre gli enti inutili, gli uffici doppi, le strutture che non sono efficienti, i passaggi negli uffici alla ricerca di una risposta, le differenze nei comportamenti che vengo
no richiesti ai cittadini, il tempo per fare le
cose.
Cosa hanno fatto i governi Renzi e Gentiloni da febbraio 2014 ad oggi? Leggendo autorevoli commentatori (Cassese e Giavazzi in primis) sembra che non sia stato fatto quasi nulla e che quel poco che è stato fatto sia sbagliato. Sicuramente penso che non sia stato fatto tutto perché “il nemico” che sopra ho decritto ha una forza ed una capacità di resistenza testata nel tempo. Però sono convinto che in questi (quasi) 4 anni sono stati fatti importanti passi in avanti che cambieranno lo status quo per molti anni. Provo ad elencarli dividendoli per macro settori:
Chi
fa che cosa. È stata riordinata la competenza di comuni, province e regioni. Di ministeri ed autority, di società ed enti pubblici. Questo per fare in modo che non ci fossero sovrapposizioni e sprechi. Sono in corso di riduzione le società partecipate inutili o dannose (in perdita). Se fosse stato approvato il referendum del 4 dicembre sarebbero state abolite le province. Alcune competenze come le grandi reti, il turismo, sarebbero tornate allo stato e sarebbe stato creato un modo più ordinato per far lavorare insieme le istituzioni.
Come
si fanno le cose: le procedure. Tutti gli enti avranno gli stessi procedimenti
amministrativi e gli stessi moduli, è stato
rafforzato il silenzio assenso anche fra am
ministrazioni, sono stati ridotti i tempi del
le conferenze di servizi del 70%, è stato
reso obbligatorio l’utilizzo del digitale, è
stato dato il Pin unico ed una mail unica a
ciascun cittadino, è possibile per chiunque
accedere agli atti della pubblica ammini
strazione; è stata creata l’autorità anti cor
ruzione, rivisto il codice degli appalti di
lavori e dei servizi. Si perde meno tempo,
c’è meno incertezza, con il digitale la PA di
venta una APP.
L’organizzazione.
Sono stati fatti gli uffici unici accorpando quelli esistenti
che facevano le stesse
cose. Sono state ridotte
a 60 le camere di com
mercio; se fosse stato
approvato il referen
dum del 4 dicembre sa
rebbe stato abolito il Se
nato per come lo abbiamo
conosciuto fino ad oggi, le
province ed il CNEL.
Il
capitale umano. I comparti di contrattazione sono stati ridotti da 11 a 4. Sono stati ridotti del 50% i permessi sindacali. Sono stati fatti due provvedimenti contro i furbetti del cartellino e contro i furbetti del certificato. Sono stati riaperti i tavoli per fare i contratti di tutti i dipendenti pubblici e per dare loro 85 euro al mese di aumento. E’ stato fatto il riordino delle forze di polizia e riaperte le assunzioni in tutte le Pa. Cambiano i concorsi e vengono assunti i giovani precari che hanno fatto selezioni. Saranno anche i cittadini a valutare il lavoro dei dipendenti pubblici.
Non è stata fatta la riforma della dirigenza perché una sentenza della Corte Costituzionale (non del Consiglio di Stato come erroneamente ha scritto il Professor Giavazzi) ha bloccato il provvedimento che era ormai alla fine del suo percorso. Lo stesso dicasi per la riforma dei servizi pubblici.
È poco? È tanto? Non lo so. Però sicuramente è un approccio che modifica radicalmente il rapporto fra Pubblica amministrazione e cittadini. Gli effetti stanno arrivando ma c’è bisogno del lavoro di tutti. Adesso ci giochiamo la partita vera, nell’ultimo miglio che separa le leggi scritte sulla gazzetta ufficiale dai fatti. Tutti, i lavoratori, i dirigenti, gli amministratori locali, i manager delle società, gli esperti, i professori sono determinanti per poter trasformare questi nuovi strumenti in opportunità e nuovi comportamenti. Ma il ruolo più importante di tutti lo giocano i cittadini e gli imprenditori che devono sapere che questi nuovi strumenti esistono e che sono dei diritti che devono rivendicare per fare in modo che diventino realtà.
Se funzionano gli ospedali e gli asili nido, se il TPL è efficiente, se non devono prendere ore di permesso per fare un certificato vuol dire che il nostro Paese è più giusto perché coloro che hanno bisogno del sistema pubblico sono coloro che hanno pochi mezzi a disposizione e non possono permettersi servizi privati. Se un’impresa viene pagata in 20 giorni ed un’altra in 100 vuol dire che la PA fa concorrenza sleale perché significa che un imprenditore ha problemi di cassa e l’altro no.
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Pensieri e parole
“Italia-Francia, la ‘popolocrazia’ è il rischio da scongiurare”. Parla Marc Lazar

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Carla Attianese
Intervista

DDi scosse di preavviso ce ne sono state molte, ma il vero terremoto, quello che ha svegliato anche i pochi che in Europa ancora dormivano, sono stati la brexit prima e la vittoria di Trump negli Stati Uniti poi. Quali scenari e quali sfide attendono adesso, nell’era del post cataclisma, il vecchio Continente? Ne ha parlato con Democratica Marc Lazar, francese, sociologo e storico della politica, docen
te a Sciences Po di Parigi e alla Luiss-Guido Carli di Roma.
Professor Lazar, al recente convegno annuale della Società italiana di Scienze politiche lei ha suggerito di guardare ai mutamenti in atto in Italia e in Francia come possibile proiezione del futuro della democrazia in Europa, ci
può spiegare meglio?
La frattura oggi è tra chi vuole un’Europa aperta e chi vuole un’Europa chiusa
le ha definite categorie superate a favore
Ho proposto i due casi di Italia e Francia per ri-
della più attuale contrapposizione tra
flettere sui mutamenti in atto nelle democrazie
europeisti e anti-europeisti, è ancora così?
contemporanee. Italia e Francia sono per molte
L’opposizione tra destra e sinistra non è scom-
ragioni due Paesi storicamente incomparabili,
parsa, restano ovviamente tracce di queste due
ma la mia tesi è invece che, malgrado le differenze, tra i nostri due Paesi vi sono sempre più convergenze e sfide in comune, a partire da tre riflessioni: il ruolo dei partiti e delle leadership, la presenza dei populisti, la possibile evoluzione della democrazia.
Quali sono i tratti simili che vede nell’evoluzione delle nostre due democrazie?
Dalle democrazie parlamentari dell’’800 siamo passati alla democrazia dei Parlamenti e dei partiti nel XX secolo fino alla democrazia del pubblico, con il predominio del mezzo televisivo, della fine del XX ‘900. Oggi stiamo forse entrando in quella che con Ilvo Diamanti abbiamo definito ‘popolocrazia’, ossia una democrazia in cui vengono meno le forme intermedie di rappresentanza in favore del predominio del ‘popolo’, soprattutto attraverso una rivoluzione tecnologica di cui forse non abbiamo ancora compreso appieno le conseguenze. E’ così che si spiegano i successi, anche se relativi, dei movimenti populisti, che sembrano resistere nonostante esperienze negative come quella dei 5stelle a Roma. Anche se non vinceranno, il rischio è che le loro modalità e il loro linguaggio contaminino interi pezzi della vita politica. La grande sfida di fronte a leader non populisti come Macron e Renzi sta in che tipo di risposta dare, in che tipo di ‘aggiornamento’ progettare per le nostre democrazie, ripensando completamente ai corpi intermedi. Anche perché, questo è il rischio, tutti i sondaggi dicono che la ‘popolocrazia’ si accompagna sempre alla ricerca di una forma di autorità.
Nel frattempo l’indice di popolarità di Macron è crollato. Come spiega questo calo così repentino?
Bisogna ricordare che al primo turno delle presidenziali un francese su due ha votato per altri candidati, da Fillon a Le Pen, e il tipo
vere opposizioni.
A proposito di destra e sinistra, lei in passato
di sociologia dell’elettorato di Macron indica che non è stato votato dai ceti popolari. In un primo momento ha suscitato speranza, ma rapidamente si sono aggregati tutti i suoi oppositori, tra i quali c’è chi nutre verso di lui un vero e proprio odio per tutto ciò che rappresenta. A questo, va aggiunto che i suoi elettori di sinistra hanno trovato alcuni suoi provvedimenti troppo di destra, e al contrario gli elettori di destra giudicano troppo di sinistra provvedimenti come quello, ad esempio, sulla procreazione medicalmente assistita. Gli errori di comunicazione di questa estate hanno fatto il resto. La sua grande chance è però che a parte La France insoumise di Mélenchon non ha
grandi culture politiche. Ma c’è un’altra frattura
più importante tra chi è a favore di un’Europa aper
ta e chi vuole invece un’Europa chiusa, con un ritor
no alle sovranità nazionali. Una divisione che mescola
tutto e che rende la politica molto più complessa, perché sia a destra che a sinistra vivono entrambe le posizioni e questo si vede benissimo in Italia, basti pensare a Salvini e Berlusconi nel centrodestra. Positivo è il fatto che Macron abbia vinto con una campagna fortemente europeista.
E’ una frattura che prima o poi vedremo sanata?
Resisterà ancora per lungo tempo e molto dipenderà dalle risposte che sapranno dare gli europeisti, dalla capacità di spiegare che l’Europa è un vantaggio per tutti. Bisogna ricostruire una narrazione positiva, contro l’euroscetticismo bisogna dimostrare soprattutto ai ceti popolari e ai giovani senza lavoro che l’Europa può fare qualcosa per loro. Se non si riuscirà a fare questo alle prossime elezioni europee i populisti avranno la meglio.
Dunque c’è ancora margine per fermare l’ondata populista, in altre parole la ‘popolocrazia’?
Certamente sì, Macron ad esempio ha vinto con argomenti totalmente antipopulisti ma a volte con un stile un po’ populista. I tratti comuni dei populismi di destra e di sinistra sono la contrapposizione ‘popolo’ contro una orribile casta, l’idea che non esistono problemi complessi ma solo soluzioni semplici, la dicotomia secca buono-cattivo. Per battere questa narrazione semplicistica è necessario predisporre politiche pubbliche convincenti e soprattutto rispondere alle angosce che attraversano le nostre società, ad esempio predisponendo soluzioni per vincere sfide come quella dell’integrazione.
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Dal Partito Per il Partito
Feste de l’Unità
Festa nazionale di Imola
Ore 19.00: #ITALIA2020 Sicurezza Nazionale con Filippo BUBBICO, Pierferdinando CASINI, Emanuele FIANO, Domenico DE SANTIS Ore 21.00: #ITALIA2020 Infrastrutture con Graziano DELRIO, Debora SERRACCHIANI, Maurizio CASASCO Maurizio Martina Dobbiamo unire, non dividere. Noi alternativi alle destre e al populismo Massimo Zedda Dobbiamo lavorare insieme al Pd per l’unità del centrosinistra Non esiste sinistra senza Pd

Festival dell’Unità di Roma
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Palco Centrale Ore 18,30 “Roma Pubblica utilità” Giovanna Vitale intervista Michela Di Biase Marianna Madia Ore 21,00 Giovanna Casadio intervista Ettore Rosato

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