Di Vittorio Venditti
(Collaborazione), Di Mario Ricca
E Mi Lamento Del Municipio Di Gambatesa!
Tralasciando per un momento i pezzenti locali, sparliamo un po’ di quei morti di fame che, pur rubando il pane allo Stato e la giornata a Cristo, nel modo a tutti noi ben noto, insaziabili peggio di San Matteo quand’era ancora chiamato Levi, cercano di raschiare il fondo del barile, togliendo a questo anche la vernice di protezione.
Ecco a che punto arrivano i nostri politici, pur di farsi belli e incamerare, (guarda a volte i termini), qualche centesimo in più.
Letto l’articolo: Alla partita benefica i politici non danno soldi ai disabili, giratomi dalla Mina Vagante in maniera del tutto disinteressata, non posso far altro che “INDIGNARMI”, non tanto per il mancato introito per associazioni che, come capita di solito in Italia, più che ai loro soci pensano ad ingrassare i propri dirigenti, quanto per il continuo utilizzare la figura delle persone fisicamente deficitarie, proprio per sporchi tornaconti personali, messi in atto da politicanti che definire ladri significa voler loro bene.
Facendo mio il commento trasmessomi in privato da Mario, come lui, mi chiedo, quale sarebbe stata la reazione di un Politico della vecchia scuola Democristiana, se si fosse trovato nelle condizioni di cui all’articolo.
Difficile non pensare alla capacità d’investimento di quest’ultimo, in termini elettorali.
Ma non è la stessa cosa?
Non è sempre una forma ipocrita di sfruttamento dei deficit altrui?
Sì, ma questa modalità da prima repubblica, sarebbe almeno espressa in maniera più signorile.
Vuoi mettere: farsi derubare da un balordo di periferia o patire lo stesso reato da Arsenio Lupin!
Tornando a bomba, per fortuna non tutti sono così.
Ma va detto che gli altri Benefattori non sono politici…