Di Marco Frosali
Sabato 22 è il giorno dell’ultima tappa, del rientro a Roma dopo un viaggio non lunghissimo, ma molto intenso!
Mi alzo come al solito alle 8.30 e i miei zii già sono belli attivi! Dopo una buona colazione e caricata Sara, salutati entrambi ringraziandoli della loro ospitalità (ottenendo anche una bottiglia di vernaccia!), mi avvio verso le 9.30 per affrontare il lungo viaggio approfittando del fresco mattutino.
Imboccata la superstrada Firenze-Siena, dopo nemmeno mezz’ora di viaggio già siamo giunti alla prima tappa di giornata: la piccola, ma affascinante cittadella di Monteriggioni…
…racchiusa all’interno delle caratteristiche mura ben visibili dalla superstrada che scorre a valle! Posteggiata Sara al di fuori delle mura, oltrepassata Porta Franca (o Romea)…
…mi addentro per ammirare il borgo che è davvero piccolo, ma pieno di turisti e con tutto quello che serve: bar, ristoranti, musei, negozietti di souvenir, botteghe artigiane e, immancabile, la Chiesa!
Essendo lungo la Via Francigena, i numerosi pellegrini che decidono di pernottare qui possono trovare posto presso la casa vacanze attigua alla Chiesa ottenendo prezzi vantaggiosi!
Terminato il breve giro e rimasto comunque impressionato positivissimamente da questo minuscolo borgo fortificato immerso nel verde della campagna senese…
…io e Sara continuiamo il viaggio verso Siena, imboccando la SS2 Cassia in direzione Roma e dove Sara tira fuori altre magagne: stavolta è un falso contatto che mi fa spegnere il faro anteriore ad ogni sconnessione del piano stradale costringendomi ad una breve sosta per controllare che i fusibili non si siano allentati, ma nulla!
Sarà che stiamo tornando a Roma e che in settimana devo portarla a fare la revisione, per cui ha il timore che gli infilino la sonda lambda nella marmitta?
Oppure vuole rimanere in Toscana?
In questo secondo caso la cosa è reciproca…come dargli torto?
Proseguendo sulla Cassia, giungiamo senza grossi problemi alla seconda tappa di giornata, Buonconvento, dove posteggio Sara all’ombra dei tigli in un vialetto al di fuori delle mura e do una controllata ai cavi dietro al faro: allentando alcune fascette sembra che abbia risolto il problema!
Attraversando Porta Senese…
…vado in giro per il piccolo, ma ben frequentato centro storico.
Terminato il giro, dopo circa mezz’ora io e Sara riprendiamo il viaggio lasciando la Cassia per prendere la ‘Provinciale del Brunello’, giungendo così nella ‘città del vino’, ma anche del miele e dell’olio,vale a dire Montalcino!
Anche qui devo lasciare sola Sara in un parcheggio in quanto non autorizzati a circolare nel centro storico e così, zaino in spalla e fotocamera in mano, mi avvio a scoprire il nucleo di questo bellissimo paese…
…molto frequentato da turisti e ricco di bar, soprattutto di enoteche dove era possibile degustare il famosissimo Brunello, ma anche il Rosso di Montalcino, oltre che acquistare bottiglie del pregiato nettare a prezzi accessibili! Cosa che, degustazione a parte (dovevo guidare) ho fatto anche io presso l’enoteca che vendeva i prodotti dell’azienda agricola Lazzeretti prendendone ben 2 bottiglie!
La degustazione la farò con calma e in compagnia dei miei amici…C’ncion!
Proseguendo nel giro, giungo nella parte alta del paese dove posso ammirare l’imponente fortezza, alla quale ho dovuto scattare più foto in quanto ero troppo vicino (non c’era tanto spazio) e intera non riuscivo ad inquadrarla!
Lasciata Montalcino con la soddisfazione di avere ben 2 bottiglie di nettare pregiato (oltre alla vernaccia) e col timore di doverle difendere da qualche predone selvatico, si riparte lungo la SP14 e poi lungo la SP52, dove Sara va in riserva e, anche stavolta, per circa 25 km non trovo un benzinaio! Ad un baretto di una piccola frazione, due vespisti in pausa ai quali mi rivolgo mi danno le giuste indicazioni: “Più avanti a Castel del Piano c’è un benzinaio! Da qui sono 7 Km!”
Più o meno ce la dovrei fare, così vado verso Castel del Piano (che tanto è lungo il tragitto) facendo rifornimento e, visto che sono le 14 e ho fame decido di fare una pausa pranzo al baretto vicino dove vendono un vino mooolto particolare: un vino ‘da camera’ prodotto nella tenuta della ‘figona’ sita in Via della Bernarda, 69 nota località della Val d’Uccello, ovvero il ‘Vino del Cazzo’!
In vendita a 69 €…se non avessi già preso il brunello, una bottiglia l’avrei comprata!
Divorato un bel panino con tonno e pomodoro decido di fare un giretto nel vicino centro storico, dato che mi ci trovo e lungo la strada mi è sembrato di vedere cose interessanti e…
…me cojoni! Un bel centro storico che ha meritato sicuramente di essere visitato! Meno male che non me ne sono andato lasciandomi infinocchiare dall’aspetto un po’ anonimo della zona periferica dove mi ero fermato! A volte basta veramente fare qualche passo in più per scoprire cose interessanti da ammirare. E anche se oggi non ho incrociato frotte di turisti come da altre parti, Castel del Piano una visitina la merita!
Lasciato Castel del Piano e passando da Arcidosso, alle pendici del Monte Amiata…
…passiamo dal ‘paese del vino’ (Montalcino) a quello dell’acqua: Santa Fiora dove “Chi ci va, ci si innamora!” in base a quanto recita un detto di quelle zone!
Lasciata Sara al parcheggio, vado a fare un giro in centro…
…dove nel piazzale adiacente all’imponente palazzo Sforza Cesarini, c’è un vecchio carrello minerario utilizzato in passato nelle miniere di mercurio del Monte Amiata.
Giungo così nei pressi del belvedere che si erge su una rupe rocciosa ed offre una bella panoramica sulla parte bassa del paese…
…ripresa Sara, raggiungo dopo aver percorso alcuni tornanti e dove si trova ‘la peschiera’, una grande vasca piena di acqua (sennò che paese dell’acqua sarebbe?) realizzata tra il X e il XII secolo dai monaci benedettini di Abbadia San Salvatore per consentire l’allevamento di trote per sostituire la carne nella dieta nei periodi di divieto e successivamente ornata con un bel giardino di stile rinascimentale dai conti Sforza, successori degli Aldobrandeschi che proseguirono l’allevamento delle trote iniziato dai monaci!
Pesci che, assieme ad anatre e oche, sono tuttora presenti e protetti!
Terminato il giro, io e Sara andiamo via soddisfatti: veramente un’altra perla delle tante disseminate in Italia che bisogna girare in lungo e in largo per poterle scoprire e conoscere! Forse il detto popolare è vero: un po’ me ne sono innamorato!
E se invece dell’acqua ci fosse il vino nelle fontane…C’ncion!
Ripresa la marcia, mi disseto ad una fontanella lungo la strada…
…e passando da Castell’Azzara (città del tartufo), dopo alcuni km si giunge nella spettacolare Sorano, città del tufo, la cui panoramica mi lascia letteralmente di stucco dato che sembra un presepe arroccato su un costone di tufo, per l’appunto!
Il centro è dominato da due rocche imponenti: la fortezza degli Orsini…
…e il masso Leopoldino, che deve il nome al Granduca Leopoldo II (Leopoldo II Giovanni Giuseppe Francesco Ferdinando Carlo d’Asburgo-Lorena) che lo fece restaurare e stabilizzare dopo una serie di crolli causati da alcune frane.
Percorrendo i caratteristici vicoletti del centro storico stretti tra le case in tufo e in cui si convoglia un bel venticello fresco proveniente dalla vallata sottostante…
…riesco a salire sull’ampia terrazza panoramica del masso, dalla quale c’è una vista mozzafiato sia della vallata sottostante in cui sono visibili alcune grotte, sia della fortezza che si trova di fronte a circa cinquanta metri in linea d’aria!
Davvero suggestivo! E se consideriamo anche la presenza delle terme, allora posso dire con certezza che Sorano merita sicuramente un bel soggiorno!
Tornato soddisfatto da Sara, si riparte per l’ultima tappa di questo viaggio breve, ma intenso: la vicina Pitigliano, anch’essa situata su un costone tufaceo e definita anche ‘la piccola Gerusalemme’ a causa della presenza di una comunità ebraica che risale al XVI secolo, per cui è presente anche una sinagoga e un cimitero ebraico (che non ho localizzato, quindi non ho visto).
Lascio Sara ad un parcheggio libero nei pressi del vicino cimitero e già la panoramica che posso osservare da un belvedere, sembra promettere mooolto bene!
Passato un piccolo ponticello e attraversata una porta…
…scambio qualche battuta con degli anziani seduti al fresco di un vicoletto dove arrivava un gradevole venticello dalla vallata, dopodiché…si comincia l’esplorazione!
La cosa che più salta all’occhio vedendo il panorama da una certa distanza, sono sicuramente gli archi dell’acquedotto mediceo…
…la cui costruzione iniziò nel Cinquecento sotto gli Orsini, ma terminò soltanto nel 1639 sotto il governo dei Medici a causa delle difficoltà dovute alla particolare conformazione del territorio, mentre le arcate furono realizzate nel Settecento dai Lorena!
Giunto in Piazza della Repubblica posso ammirare sia la caratteristica fontana delle 7 cannelle…
…sia l’imponente palazzo Orsini.
Vado quindi nella strada principale del centro dove ci sono diverse attività commerciali sia di prodotti tipici locali, sia di manifatture tipiche della zona (articoli realizzati in tufo), oltre a bar, ristoranti, enoteche e negozi di gadget e souvenir…particolari!
Oltre agli immancabili vicoletti…
…e l’immancabile chiesa…
…trovo anche un particolare sidecar su base Moto Guzzi V65 con tanto di vacuometri al manubrio!
Terminato il giro di un altro paese che vale davvero la pena visitare anche per più giorni, costeggiando il vicino lago di Bolsena…
…e salutando sempre i miei amici di Montefiascone, percorrendo di nuovo la SS2 Cassia facciamo ritorno in una Roma che abbiamo trovato peggio di quando siamo partiti, a causa dei numerosi incendi che hanno devastato diverse zone anche nei dintorni e nella quale rientriamo alle 21.30 con me che sono stanco, disidratato, provato, ma allo stesso tempo felice ed entusiasta per aver concluso questo giro con il botto: Monteriggioni, Montalcino, Sorano e Pitigliano sono il non plus ultra ideale per finire un viaggio non lunghissimo, ma davvero estenuante in cui ho camminato molto!
Alla fine il conta km segna 69408…
…meno i 67776 (chilometraggio palindromo, come mi ha fatto notare il buon Boulevard del club!) alla partenza, fanno 1632 Km. Molti di meno rispetto alle altre volte, ma volete mettere l’immensa quantità di monumenti e paesaggi che sono riuscito a vedere stavolta, testimoniando il tutto con cinquecentottantatré foto più quelle che non sono venute bene, (oltre ai tanti aneddoti a loro collegati) e tutti concentrati in una zona molto ristretta dell’Italia, a testimonianza che potremmo sopravvivere solo di turismo se solo sapessimo sfruttare una simile opportunità non per il benessere di pochi, ma di tutti? L’ospitalità, l’organizzazione e l’accoglienza Toscana anche stavolta non si sono smentite: sono riuscito a fare una vacanza come volevo io, senza noie, senza vincoli e su misura per me…nel senso che la tappa me la creavo giorno per giorno in base alle informazioni che avevo e che raccoglievo strada facendo, oltre a ribadire il concetto che qui si può fare tutto.
Vuoi fare le escursioni? Ci sono i sentieri (e nemmeno pochi!).
Vuoi andare a cavallo? Ci sono maneggi e agriturismi con percorsi dedicati!
Vuoi andare in bicicletta? Le strade sono sicure e ci sono anche molti percorsi nelle campagne!
Vuoi fare un bagno in un posto che non sia il mare? Ci sono laghi e fiumi puliti e balneabili!
Vuoi andare all’avventura? Ci sono i parchi avventura e i percorsi nelle foreste!
Vuoi mangiare e bere bene? Ci sono gli agriturismo e i ristoranti tipici a prezzi accessibili!
Vuoi vedere qualcosa di unico? C’è la grotta del vento!
Ma anche Firenze, San Gimignano, i paesi e le foreste del Casentino, Sorano e Pitigliano…e chissà quante cose ancora!
E se anche stavolta Sara ha fatto qualche capriccio (monella!), nonostante tutto… abbiamo comunque conquistato il Gran Ducato!
E che i calici scintillanti si preparino a festeggiare!
C’ncion!