Di Marco Frosali
La nottata è trascorsa in maniera un po’ turbolenta a causa di un forte mal di pancia che mi ha svegliato verso le 3.30 lasciandomi col dormiveglia fino alle 8.30 di venerdì 21.
Espletati i miei bisogni e caricato Sara, dopo aver fatto colazione con Donella al bar sotto casa, saluto lei, la sua famiglia e zia Floriana ringraziandoli per la loro ospitalità e scusandomi per il disturbo in modo che, alle 9.30, io e Sara siamo pronti alla partenza.
Ma Sara è leggermente ingolfata per cui smanetto un po’ con l’acceleratore affumicando tutta Via Manni fin quando, dopo alcuni metri percorsi a singhiozzo entrambi i cilindri tornano a funzionare in maniera regolare! Ci dirigiamo così verso l’autostrada A1 percorrendola per un breve tratto di circa 15 Km dopodiché ci immettiamo sulla Fi-Pi-Li che lasciamo nei pressi di Pontedera dove ci dirigiamo verso Lucca che purtroppo non abbiamo potuto visitare in quanto l’accesso al centro era vietato alle auto e alle moto euro 0 e 1, per cui anche a Sara (anche Firenze, ma li siamo arrivati proprio al limite del centro, essendo una zona di periferia).
Con un po’ di rammarico, percorrendo la SR439 e la SS12 già percorse nella prima tappa del viaggio del 2013, io e Sara giungiamo a Borgo a Mozzano per cui facciamo un breve giro nel centro…
…per poi andare ad ammirare un’altra vecchia conoscenza: il Ponte del Diavolo…
…sul quale vado a fare un giro.
Fortunatamente al Diavolo non interessa la mia anima per cui il ponte è rimasto in piedi e io sono ancora vivo!
Proseguendo lungo la SS12, io e Sara usciamo nei pressi di Gallicano e seguiamo le indicazioni per Vergemoli e così, tra una curva e l’altra, percorrendo una strada molto stretta e abbastanza ripida, ma molto panoramica che passa in una bella gola tra le Alpi Apuane (e sempre con qualche singhiozzo da parte di Sara)…
…in seconda e terza giungiamo alla prima tappa odierna: la Grotta del Vento, dove era presente una bella quantità di turisti, soprattutto Tedeschi, Olandesi e Danesi!
Posteggiata Sara (il ticket del parcheggio me lo ha ceduto gentilmente un signore che stava andando via e che aveva pagato per 3 ore, ma ne mancavano quasi 2 alla scadenza!) vado a fare il biglietto optando per il percorso breve di 1 ora. In attesa del giro mangio qualcosa e prendo un caffè al baretto locale dove vendevano anche diversi minerali da collezione.
Lo speaker intanto ci fa raccogliere all’ingresso della grotta…
…dove la guida ci spiega di procedere tutti insieme, di lasciare borse, zaini e marsupi in un armadietto all’ingresso, di fare attenzione a dove mettevamo i piedi e la testa, ma soprattutto di non toccare nulla per alcun motivo al fine di preservare l’ecosistema della grotta che potrebbe venire alterato!
Aperta la porta d’ingresso…ecco il vento! Ed è anche bello fresco! Leggendo sul sito le raccomandazioni di avere almeno un giacchetto e scarpe da trekking per tollerare la temperatura interna di circa 10° (fuori erano quasi 30!) io, fedele al mio ruolo di motociclista allo sbaraglio entro con gli stivali da moto, bandana attorno al collo a mo’ di sciarpa e giacca di pelle da moto marchiata Moto Guzzi! La guida inizia a spiegarci che le grotte sono state create nel corso dei secoli dall’azione erosiva di un torrente sotterraneo che sbucava dove noi stavamo entrando, salvo poi abbassarsi di livello e far si che un torrente li vicino, straripando nei periodi di piena, chiudesse del tutto l’ingresso alla grotta con depositi di ghiaia e sassi. Grotta che era nota agli abitanti della zona, ma che fu esplorata per la prima volta sul finire degli anni ’20 da un gruppo di speleologi, mentre le esplorazioni più proficue ebbero luogo negli anni ’60.
Le condizioni di vita all’ingresso della grotta sono proibitive per chiunque a causa di freddo, umidità e vento (dovuto alla differenza di temperatura tra interno ed esterno e dalla presenza di fessure nelle rocce della montagna che provocano il passaggio di aria), ma sono stati ritrovati i resti di un Orso…
…del quale era riprodotto lo scheletro per rendere l’idea delle sue dimensioni: pensate a trovarsi di fronte un bestione lungo 2,7 metri per circa 700 kg di peso in una grotta!
Addentrandoci di più nella grotta, ecco apparire lo spettacolo delle concrezioni calcaree tipiche di questi ambienti che sembrano colate di glassa di zucchero sulle rocce…
… e sono presenti anche stalagmiti e stalattiti create dall’azione dell’acqua nel corso dei millenni…
…ma che agli albori della storia di questa grotta, gli abitanti del luogo hanno sfregiato spezzandole alla base pensando che fossero minerali preziosi, salvo poi rendersi conto a distanza di qualche tempo della cazzata che avevano commesso!
Se consideriamo infatti che una stalagmite monitorata in 10 anni è cresciuta appena di un millimetro, si può capire che l’azione scellerata di qualche idiota può rovinare un lavoro naturale lungo secoli o addirittura millenni!
Piano piano giungiamo alla fine del percorso breve affacciandoci su un budello ripidissimo dove è possibile scendere attraverso una scalinata ripida e stretta…
…e che porta fino al fiume sotterraneo che ha generato questa bellezza, sceso ormai di livello a circa meno 40 metri sotto l’ingresso!
Tornando indietro facendo attenzione alla testa e a dove mettevamo i piedi…
…esprimiamo tutti la nostra ammirazione per la grotta alla nostra guida, lamentando però le difficoltà per arrivare dovute alla strada molto stretta. La guida, sconsolata, ci ha risposto che hanno sollecitato il sindaco del paese ad allargarla, ma questi fa orecchie da mercante…ma come?
Uno spettacolo della natura che ti porta turisti e soldi lo rendi difficile da raggiungere e ammirare alle persone, soprattutto se in camper o pullman?
Ma allor sì scèm!
Uscito dalla grotta felice per questa bellissima esperienza, promettendomi di tornare prima o poi a fare il percorso di 3 ore, recuperato lo zaino, recupero anche Sara e si riparte facendo a ritroso la SS12 fino a Lucca dove effettuo una pausa pranzo ad un bar lungo la statale per poi ripartire verso le 16 in direzione di Altopascio…
…e da qui passando da Santa Croce sull’Arno e Fucecchio, passo a San Miniato Basso (che in passato si chiamava…Pinocchio!) scorgendo una torre che sembra interessante, così mi dirigo nella parte alta del paese, posteggio Sara e faccio un giretto nel centro storico…
…fino a raggiungere la bella torre di Federico II di Svevia che si staglia ben visibile sulla vallata!
Consapevole anche stavolta di aver fatto centro, risalgo in sella a Sara e mi dirigo verso Castelfiorentino, solo che ad un incrocio il cartello mi indica di svoltare a sinistra, ma le mie indicazioni indicavano di svoltare a destra!
Svolto a sinistra, ma dopo qualche centinaio di metri mi rendo conto che qualcosa non torna: Castelfiorentino è a Sud, mentre io e Sara, osservando il sole che in quel momento era alla nostra sinistra ed era quasi al tramonto quindi ad Ovest, capisco che stavamo andando a Nord! Dopo un’ inversione di marcia approfittando di una strada secondaria, vado dalla parte opposta a quella indicata dai cartelli, in modo tale da ritrovare la retta via e così passando nei pressi di Certaldo, sbuco a San Gimignano dalla parte opposta rispetto al solito, ma arrivo comunque a casa dei miei zii che ho visitato durante la prima tappa del viaggio del 2012!
Dopo aver salutato mia zia Primetta e mio zio Mauro (leggermente acciaccato, ma sempre in ottima forma!) di fronte alla loro insistenza di ospitarmi per una notte nonostante avessero tutte le camere affittate ai turisti, decido di pernottare a casa loro dormendo su una brandina con materasso sistemata nel salotto apposta per me! Anche se non ce n’era bisogno, dato che avrei dormito anche per terra, non potevo rifiutare la loro ospitalità.
Fatta una bella doccia, tutti e tre ci rechiamo ad un vicino ristorante (abbastanza affollato da turisti) per cenare insieme…
…e dopo cena mentre loro vanno a letto, io vado in giro a fare qualche foto in notturna al centro di San Gimignano…
…affollato soprattutto in Piazza della Cisterna e Piazza del Duomo fino all’inverosimile a causa di un concerto di musica jazz a cui non ho potuto presenziare in quanto bisognava comprare il biglietto e la piazza era stata resa inaccessibile se non passando attraverso dei varchi sorvegliati.
Però un po’ di ottima musica sono riuscito ad ascoltarla!
Dopo aver digerito e aumentato la stanchezza che va ad aggiungersi a quella accumulata durante questa giornata intensa e ricca di soddisfazione per aver potuto ammirare un vero capolavoro della natura, controllato e preservato dall’operato di persone veramente competenti e rispettose dell’ambiente, oltre che aver osservato altri paesi veramente accoglienti, ben tenuti e ricchi di cose da vedere, non mi rimane altro da fare che andare a godere del meritato riposo in vista della tappa finale di domani che non sarà sicuramente da meno!
A domani!