Di Marco Frosali
Giovedì 20 mattina mi alzo prima del solito: purtroppo devo smontare la tenda dopo 4 giorni di soggiorno al camping per andare verso altri posti da osservare. Pagata la mia permanenza (52€ per 4 giorni…davvero poco) chiedo indicazioni alla signora che gestisce il campeggio assieme al marito sul percorso da fare, indicandomi di passare da Castel San Niccolò, Montemignaio e poi da Vallombrosa. Alla mia domanda di cosa ci fosse da vedere di interessante in quei luoghi, mi ha risposto “A Castel San Niccolò e Montemignaio nulla in particolare, ma a Vallombrosa c’è una bella abbazia!”
Caricata Sara…
…imbocchiamo la SR70 e poi la SP70, giungendo dopo pochi km a Castel San Niccolò. Stavo per proseguire dritto dando retta alla signora, ma meno male che ho buttato l’occhio potendo scorgere prima la piccola pieve di San Martino a Vado…
…poi il caratteristico borgo medioevale arroccato su una collinetta nella parte alta del paese, che si raggiunge passando il torrente Solano con un ponte anche esso medioevale e molto stretto!
Il vecchio borgo è molto piccolo, ma ci sono comunque delle cose molto interessanti da vedere come il castello, la cappelletta del crocifisso e la torre dell’orologio che ha la particolarità di avere 2 orologi a sei cifre, aventi ognuno una sola lancetta che indica le ore e che nell’arco delle 24 ore compie 4 giri!
Meno male che quando guido ho l’occhio lungo: mi sarei perso davvero un borgo molto particolare e caratteristico!
Proseguendo lungo la SP70, io e Sara giungiamo a Montemignaio dove anche stavolta dobbiamo smentire la signora del campeggio: ma secondo voi, una pieve del XII secolo…
…con un quadro di Giovanni Toscani…
…e un opera in terracotta di Benedetto Buglioni, allievo prima e rivale poi di Andrea della Robbia…
…un castello di epoca medioevale…
…e un centro storico di tutto rispetto, anche se molto piccolo…
…non meritano una piccola sosta per poter essere ammirati in tutto il loro splendore?
La signora stavolta ha toppato! La prossima volta glielo dico!
Proseguendo sulla SP70, io e Sara sbuchiamo in cima al passo della Consuma…
…dove al chioschetto presente prendo un bel pezzo di pizza e una bottiglietta di acqua, visto che la fame inizia a farsi sentire già alle 11: sarà colpa dell’altitudine?
Continuando a seguire le indicazioni (ma non i consigli!) della signora, dopo aver attraversato una folta foresta di abeti…
…io e Sara raggiungiamo anche l’abbazia di Vallombrosa!
E così vado a fare una breve visita al suo interno.
Breve giretto alla farmacia dell’abbazia dove venivano venduti prodotti e unguenti di derivazione naturale e dove un monaco stava chattando a tutto spiano con il suo smartphone di ultima generazione mentre io avevo un vecchio nokia da guerra, dopodiché si riparte per un’altra tappa di giornata, più precisamente il comune di Castelfranco Piandiscò composto da due comuni:
Pian di Scò, dove è presente una delle tante pievi che abbiamo ammirato in questo viaggio e sempre di epoca medioevale…
… mentre il secondo comune è Castelfranco di Sopra dove ho effettuato una pausa pranzo, data l’ora, non prima di aver girovagato un po’ nei vicoletti del centro…
…dove mi imbatto prima in una torre particolare con un orologio e una porta di ingresso al centro edificata da Arnolfo di Cambio…
…poi in una indicazione che mi riporta indietro alla quarta tappa del viaggio in Provenza del 2013, in quanto Castelfranco di Sopra e Saint Saturnin les Apt sono gemellati…
…e per finire, l’oratorio della Vergine delle Grazie (Cappellina dei Neri)…
…per poter osservare questa meraviglia, sono dovuto entrare al bar dell’oratorio e chiedere il permesso dato che dalla strada era dietro una vetrata e c’era il riflesso del sole! Per non fare brutta figura chiedo all’anziana barista di poter mangiare qualcosa, ma lei mi risponde che non aveva nulla e di provare al bar nella piazza centrale! Opto allora per una Coca Cola per non andare via senza aver dato qualcosa per il disturbo. La signora mi serve la Coca…calda, come ogni buon Roxy Bar che si rispetti fa con la birra! Mi dirigo allora in piazza Vittorio Emanuele dove avevo posteggiato Sara per pranzare al bar indicatomi dalla signora…
…e dove noto che anche qui, come in tutti i centri e le loro frazioni, anche le più sperdute che ho visitato finora, non manca mai la presenza di un defibrillatore del quale tutti possono usufruire in caso di emergenza, tanto che in molte parti si organizzano corsi specifici per addestrare la popolazione al suo utilizzo!
Dopo il pranzo, io e Sara riprendiamo il cammino facendo una breve sosta a Figline Valdarno, salvo poi ripartire passando da Incisa…
…dove imbocchiamo una strada molto panoramica e ricca di curve che passa tra vigneti e uliveti e dove posso ammirare la stupenda tenuta di Torre a Cona, in cui si può anche soggiornare e che sembra una villa principesca!
Sembra filare tutto liscio come l’olio, ma nei pressi di Bagni a Ripoli ecco l’imprevisto di giornata: ad un incrocio un po’ anomalo, un signore a bordo di una Toyota Rav 4 che mi precedeva di circa 10 metri centra in pieno la fiancata di una Lancia Y mandandola sullo spartitraffico e facendole buttare a terra un paletto. Fortunatamente nessuno dei due conducenti si è fatto male, ma ho perso circa un’ora per aiutarli a sgomberare la strada (suggerendo di scattare foto per capire meglio la dinamica) e per reperire il numero della municipale al vicino bar.
Ripartiti, giungiamo così verso le 18.30 di nuovo a Firenze a casa di Donella, la quale mi ha offerto la sua ospitalità per stasera, in modo tale che, dopo una bella doccia e una cena in pizzeria con una quindicina di colleghi, tutti commercianti di Via Manni (bello, una specie di comitato di zona fatto da tutti i commercianti della stessa strada!), io e Donella possiamo recarci in centro a Firenze per un bel giro in notturna!
E qui Donella tira fuori il Cicerone che è in lei: dapprima mi mostra il ‘Colosseo di Firenze’, sconosciuto ai più in quanto sembrano delle case, ma si può notare la forma ellittica delle mura esterne dato che l’edificio è stato costruito sui resti di un antichissimo anfiteatro romano dove secondo la leggenda venne decapitato San Miniato…
…poi mi conduce in Piazza della Signoria al cospetto dell’imponente Palazzo Vecchio…
…da dove mi spiega che parte il cosiddetto ‘Corridoio Vasariano’, un percorso sopraelevato realizzato da Giorgio Vasari che, partendo da Palazzo Vecchio…
…e attraversando gli Uffizi…
…ponte vecchio (che dal racconto di Donella ora è ricco di botteghe di orafi, ma in passato c’erano i macellai che gettavano gli scarti nell’Arno rendendo l’aria irrespirabile per i nobili che passavano nel corridoio, per cui Ferdinando I gli impose di spostarsi sul finire del 1500)…
…girando attorno alla Torre dei Mannelli (che si opposero alla realizzazione di tale opera)…
…e passando nella Chiesa di S. Felicita, consentiva ai nobili fiorentini di raggiungere Palazzo Pitti lontani da occhi indiscreti e in tutta sicurezza per la loro persona. Un po’ come in nostri politici (in minuscolo volutamente) che oggi girano con un esercito come scorta per paura che qualcuno gli faccia la pelle (fuss quillu ciel’!)
La spiegazione di Donella ha attirato a noi anche una coppia di ragazzi che ascoltava incantata (come me, del resto) la storia particolare di una città sempre affascinante!
Tornando indietro, Donella mi conduce nella ormai tristemente famosa Via dei Georgofili, teatro dell’attentato terroristico/mafioso del 1993 del quale sono ancora visibili tracce sui muri…
..e andando di nuovo verso Piazza della Signoria…
…passiamo accanto alla Torre della Pagliazza…
…sede del carcere femminile in epoca medioevale, che deve il suo nome ai giacigli in paglia sui quali giacevano le detenute.
La stanchezza inizia a farsi sentire per entrambi, soprattutto per Donella alla quale iniziano a dolere i piedi, così passando in Piazza del Duomo scatto le ultime foto della serata…
…e con le statue di Arnolfo di Cambio e Filippo Brunelleschi intenti a contemplare la loro maestosa opera …
…a mezzanotte ormai passata possiamo finalmente far rientro a casa per godere del meritato riposo.
Oggi, grazie a Donella ho potuto approfondire molti lati che non conoscevo della storia di Firenze. Io gliene sono grato…non so lei se sia altrettanto contenta per avergli fatto indolenzire i piedi per la lunga scarpinata! Ma dopo quasi 20 anni che non ci vedevamo, il minimo che potessimo fare era proprio un bel giretto nella meravigliosa Firenze!
A domani!