Di Vittorio Venditti
(Collaborazione), Di Mario Ricca
(Foto), Di Antonio Venditti E Prese Da Internet Da Salvatore Di Maria E Stefano Venditti
Che Differenza Con Gambatesa!
No, oggi non è domenica e non parliamo di Roma in quanto centro del cattolicesimo ed i suoi derivati; oggi torno, con l’aiuto di chi collabora con me, sulla sentenza espettorata giovedì scorso, che in sintesi ci insegna che a Roma non c’è Mafia…
COME SE ZIA MAFIA DESIDERASSE SENTIR DIRE IL CONTRARIO!!!
Ma che differenza c’è con gli accadimenti gambatesani?
Criminali, non mafiosi: così il “rosso” e il “nero” vincono da condannati.
Commento di Mario:
“Zia Mafia dovrebbe rivendicare il copyright E chiedere i danni a Pignatone”.
Per Gambatesa rimetto i link a tutto l’archivio del sito?
Tante sarebbero le considerazioni da fare, ma per scrivere tutto non basterebbe l’eternità commercialmente trattata, a Roma in grande stile, a Gambatesa come scarto di piccolo cabotaggio. A me oggi viene solo da pensare alla parte squisitamente economica e non necessariamente criminale, anzi, legale, ma trattata in maniera radicalmente diversa nei luoghi sotto esame.
Di quanto accade presso il castello di Gambatesa ne ho trattato con cognizione di causa qui.
Se invece vogliamo paragonare il minimo sindacale di un paesello che vive esclusivamente di espedienti, a ciò che si sa portare a termine in tutti i sensi a Roma, ti basterà consultare questo sito: Coopculture – Società Cooperativa Culture e ti accorgerai che al di là del fatto che come detto da Salvatore Buzzi durante il processo per ora appena concluso, “A Roma, un imprenditore o paga o va in pensione”, da noi i veri Imprenditori non ci vengono a prescindere. Lì si guadagna per ungere e campare, (in tanti, (stando alla testimonianza di chi mi ha fornito il link al sito appena proposto), qui si fa la fame in pochi, non avendo nemmeno in mente le qualità imprenditoriali del condannato appena citato, visto che si arriva a rubare direttamente quel poco di lavoro che esiste per esclusiva e logistica necessità, vero oro per tutti dove lo si sa far fruttare.
Per capirci, a Roma, Donato e Totore, o non sarebbero stati proprio assunti, (non avrei dovuto lavorare tanto per loro, soprattutto negli ultimi due anni e mezzo per non farli licenziare come da proclama di inizio campagna elettorale, visto che Chupa Chups e leccheria in toto sarebbero già al Verano e da parecchio, senza memoria alcuna per chi che sia), oppure, cosa più verosimile, i miei amici starebbero lavorando in piena tranquillità, atteso che il pozzo di san Patrizio dell’Urbe, sia di gran lunga più Capace di quanto possa mostrare in termini di opulenza un bilancio di paese, gestito come tutti sappiamo e non in grado di generare occupazione alcuna, (se non rubando i posti a chi li ha), cosa che mi sarebbe stata ugualmente d’aiuto per evitarmi lo scrivere proposto da quando ho attivato il fastidio che stai leggendo, presente in buona parte dell’archivio, nonché il mio farneticare non messo in rete, obbligo imposto in precedenza da gente che ritiene che gli spazzini siano loro schiavi, cosa da me condannata se riferita ai miei amici, cosa da me bramata se parlo di chi ha rubato il loro posto di lavoro ed ora prova ancora a controllarne i movimenti, magari con l’aiuto di altri nostri compaesani, fetenzie che ricordandomi Giuda, mi fa sorridere pensando a quando arriverà il momento nel quale potrò divertirmi, non tanto alle loro spalle, quanto sbattendo loro in faccia le ragioni della mia inesorabile e giusta Vendetta.
A Roma non c’è Mafia.
A Gambatesa non c’è Mafia.
Dov’E’ La Mafia?