Ricerche, Monitoraggio E Misure Per I Professionisti
19 Luglio 2017
Chi Ha Votato Contro Il Ricorso Alla Suprema Corte Ha Tradito Il Mandato Elettorale E Il Molise
20 Luglio 2017
Mostra tutto

Ecoalba/Greenia: Siamo Alle Minacce

Di Vittorio Venditti
(Foto), Di Salvatore Di Maria

ED ABBIAMO FINALMENTE TROVATO GIUDA!!!!!!

Nella farneticazione di ieri in ricordo di Paolo Borsellino, avevo accennato al fatto che Zia Mafia è più viva che mai e se pur opportunisticamente si trasforma, in realtà, con la base culturale che ci ritroviamo in Italia, resta sempre la stessa e pensa di far paura, magari a chi sa come addomesticarla anche là dove Zia Mafia stessa non spara.

Autocompattatore Sempre Parcheggiato In Via D'Alessandro Aldo Vittorio, del 19 luglio

E’ il caso di quanto accade attorno alle vicissitudini imposte dal municipio di Gambatesa tramite chi viene da questo comandato a bacchetta ed io anche oggi, dopo aver constatata ancora la presenza del vecchio autocompattatore per strada come se niente fosse e mentre passeggiamo virtualmente per il paesello mostrando come questo viene trattato a proposito di pulizia dello stesso, passo a renderti conto di un fatto increscioso, ma che considero non più importante di una pacchianata dovuta al caldo opprimente del periodo, se non tengo conto di “Giuda”, al quale, a tempo debito, chiederò pubblicamente per quanto si è venduto. I fatti:

Corso Roma Altezza Casa Giovanni Giorgio, del 13 luglio

Venerdì pomeriggio alle diciotto e diciotto, vengo raggiunto da una telefonata che parte dal telefonino di un mio compaesano, (XXXXXX4026), del quale riporto solo le ultime quattro cifre per la ragione che sto per spiegarti, ma che è scritto per esteso nella copia della presente farneticazione che è in archivio e che verrà eventualmente utilizzata in caso di rialzata di capozzella. La telefonata è perentoria: “Se fai un’altra volta il mio nome sul web, ti faccio!”. Io invito il mio interlocutore ad incontrarci per sentire de visu questa sua “affermazione” ed il nostro si scalda, tanto che ad un certo punto io spiego a quell’uomo che le minacce di morte sono un reato e che se non avesse smesso con quel tono avrei sporta querela. Il nostro si calma ed accetta l’incontro, da concordare meglio in seguito e la telefonata ha termine.

Via Del Lavatoio Altezza Campo Sportivo, del 14 luglio

Va detto che da quando mi è esploso l’iPhone 6 plus in mano lo scorso quindici marzo, io ho deciso di non spendere più grosse cifre su questi apparecchi e per la ragione che ne consegue ho acquistato un cosiddetto “cinafonino” che oltre a costare pochissimo, ha una particolarità della quale per altro non riesco a liberarmi: registra le telefonate e non c’è verso di eliminare quest’opzione che per altro fa aumentare in maniera esponenziale il consumo della batteria. Questa “qualità” del mio nuovo telefonino targato dragone d’oriente, in questo caso mi è tornata utile, atteso che con calma, la mattina successiva, io abbia recuperato il file .mp3 sopra descritto, e lo abbia spedito al mio archivio riservato e per questo, posto lontano da occhi indiscreti. Ma perché non pubblico tutto come al solito? Il sottotitolo originale che ho dovuto sostituire in corsa, “Minacce Sputate Da Chi Non Farebbe Male Ad Una Mosca!”, dovrebbe essere sufficientemente eloquente, ma va aggiunto che il fatto che io non voglia querelare chi mi ha minacciato, mi esporrebbe ad un’eventuale querela da chi, ritenendo che io abbia comunque coperto un reato commesso, sia reo a mia volta; è questa la ragione che mi permette di raccontare i fatti, evitando però di fare il nome della mia controparte; non me la sento di querelare un uomo che ha dato in escandescenza per il caldo e probabilmente per via del fatto che ciò gli è stato imposto da altrui volontà, ma devo raccontare quanto di tragicomico è accaduto a seguire per mettere in risalto il tema dell’omertà e della paura che alla faccia dei tempi moderni vigono in un paesello, molto più in odor di mafiosità della terra di Sicilia o di altri luoghi, ritenuti famosi per quest’obbrobrio.

Muretto E Scalinata In Piazza Guglielmo Marconi, del 15 luglio

Tornando dunque a venerdì pomeriggio, dopo aver chiamato Donato, corresponsabile di quanto accaduto ed aver chiesto a lui di venire da me per andare poi al bar ad incontrare chi mi aveva appena minacciato, richiamo anche l’“arrabbiato” e concordo con quest’ultimo di incontrarci presso il bar Trasce e Jsce; il nostro mi chiede però di spostarci verso un punto non frequentato perché: “sia io che tu potremmo alzare la voce…”, cosa che io accetto di buon grado. Arrivato sul luogo dell’appuntamento però, la mia controparte, senza se e senza ma, inizia a gridare e ad inveire, rimproverando il povero Donato che a quel punto non ci capisce più niente; io insisto per parlare con chi mi aveva così pesantemente minacciato, ma quello, evitando di girarsi verso di me, continua nel suo sproloquio, tanto che ad un certo punto, constatata la sua maleducazione, lo prendo per un braccio per ricordargli il perché della sua presenza. Il nostro, dopo avermi chiesto di togliergli le mani di dosso, mi dice che con me non ci vuole parlare, ma nello stesso tempo inizia pesantemente ad insultarmi.

Via Insorti D'Ungheria, Cunetta Altezza Casa Emilio Venditti, del 17 luglio

Gli insulti per l’appunto, partono dal: “tu dici di lavorare e guadagnarti lo stipendio, ma sei un ladro!”, cosa che se detta dai miei superiori che affermano l’esatto contrario, non con le parole, ma con tangibili fatti che verranno esplicitati nero su bianco nella prossima busta paga, mi dovrebbe mettere in pensiero; cosa che in quanto affermata da un povero cristo che per ragioni che non voglio indagare, a suo tempo è stato lasciato anche dalla sua fidanzata, più che obbligarmi alla querela, ancora una volta m’invogliano a farmi una grassa risata di compassione. “Donato, io ti ho sempre voluto bene! Lascia perdere quello, quello ti ha buttato in mezzo ad una strada! Quello ti chiama solo per farsi portare in giro!”, come se i fatti descritti fra le pagine di quest’inutile sito, vedessero quel “benefattore” nel ruolo di protagonista nella soluzione dei problemi di chi faceva lo spazzino a Gambatesa fino alla sua cacciata politico/lecchina… Devo dire che anche Giuda ha voluto il medesimo bene a Gesù Cristo, producendo il risultato che da circa duemila anni viene raccontato in tutte le salse da coloro che su ciò campano, truffando mediante credulità popolare chi accetta tal trattamento d’amore.

A proposito di Giuda, ABBIAMO SCOPERTA LA SERPE IN SENO!!!
ECOALBA/GREENIA, chi li dirige e soprattutto il loro referente che si va ad informare: AVRANNO GIA’ SBORSATI I PROVERBIALI TRENTA DENARI?

Se i miei amici me lo chiederanno, dandomi un certo documento da pubblicare, ti porrò la questione!

Via San Nicola Altezza Casa Nicola Di Jelsi, del 18 luglio

Tornando a bomba. Dato il persistente e seccato silenzio di Donato, il completo fuori controllo del mio mancato interlocutore e la sete che nel frattempo s’impossessa di me, decido di entrare nel bar per chiedere la birra da consumare con il mio amico, ma vengo importunato da chi non aveva voluto parlare e chiarire con me fino a quel momento: “Visto che tu dici di voler bene a Donato e Salvatore, perché hai fatta fare la domanda di disoccupazione solo ad uno dei due?”, mostrando che evidentemente era stato precedentemente imbeccato da chi voleva sapere cose che se vuole, può leggere fra le pagine passate, nei limiti nei quali ciò è pubblicabile e non di più.

BASTAVA CHIEDERE A GIUDA!

Sempre più incazzato per il non riuscire a risolvere la situazione a proprio favore, ecco che chi non mi voleva parlare continua rivolto a me: “Tuo padre è una bravissima persona, ma non è riuscito a piegarti! Tuo fratello è come tuo padre e nemmeno ti ha piegato! Non ci riuscirò nemmeno io, pure se siamo stati compagni!”. Di quest’ultima parte di frase del virgolettato appena proposto, parlerò a seguire; ora mi tocca constatare che dopo questa pubblicazione, il mio strano mancato assassino verrà rampognato, (magari sotto gli occhi di Giuda), non tanto da chi lo ha imbeccato, quanto da chi, più alto in grado, ha messe in atto da almeno un anno alcune porcate, tendenti a cercar di fare terra bruciata attorno a me. Va detto infatti che circa quattro o cinque mesi fa, una sera, mio fratello mi disse proprio che “con quello che stai scrivendo, anche la nostra famiglia sta avendo problemi; tutti ci scansano e maltrattano anche mia figlia!”. Questa cosa, domenica scorsa, al termine della cena, l’ho ricordata a mio fratello per l’appunto, che sorridendo ha annuito, facendomi capire che tutto ciò è plausibile, ma che la famiglia resta sacra e che le velleità di divisione, tentativo imposto da chi dimostra con il suo comportamento di preoccuparsi di non poter portare tranquillamente a termine i suoi comodacci, non solo non hanno attecchito nella mente di chi doveva poi addomesticarmi, ma stanno ordendo l’effetto contrario, atteso che l’intelligenza di chi è stato coinvolto in questa porcata, (delle altre tratterò quando sarà necessario), abbia avuto il sopravvento col rimandare al mittente i sospetti e le conclusioni derivate da simili e stupidi quanto improduttivi pettegolezzi.

Insomma: La Mafia fa paura a chi vuol aver paura!

Via Nazionale Sannitica Altezza Casa Luca Valente, del 19 luglio

La frase finale che ho volutamente tralasciata sopra, mi ha offeso perché se è vero che a Gambatesa “essere compagni” voglia dire appartenere alla stessa cerchia di amici, prendendo per genuina l’affermazione di chi è stato protagonista sì, ma di un coup de théâtre derivato da un colpo di calore o più precisamente da un’imposizione che avrebbe dovuto provare rispetto e fedeltà di chi ha maltrattato me quella sera, verso chi in precedenza aveva rimproverato lui, io dovrei frequentare il gruppo che vede in sé Chupa Chups, contraddizione in termini talmente rivoltante che sarebbe davvero da querela, se non fosse per il fatto che da buon fascista io sia tollerante fino al punto di non vomitare, nemmeno alla presenza di immondizia altamente inquinante come quella derivante dalla frase detta da chi, resosi conto di aver pisciato fuori dal vaso, a proposito del “TI FACCIO!”, ad un certo punto ha voluto chiarire: “Non è detto che ti faccio, nel senso di volerti uccidere! Io, ad esempio, potrei essere gay! Quindi, ti faccio in quel senso!”.

Poveraccio: sarà questo il vero motivo per il quale la ragazza lo ha mollato?

Sono affari che sinceramente non mi riguardano, purché il Nostro agisca almeno due metri lontano dal mio culo, atteso che io sia conservatore al punto di rispettare le altrui inclinazioni sessuali, salvaguardando però il mio preferire come parte con la quale confrontarmi il gentil sesso, vale a dire la donna, possibilmente rispettosa dei presenti canoni che mettono d’accordo gli uomini in tema di bellezza femminile. A proposito poi dell’esser stato a dire di quell’uomo “suo compagno”, di rimando gli ho imposto di stare al posto suo e di non prendersi confidenze che non merita, atteso che i miei “compagni”, tali o camerati che dir si voglia, siano di gran lunga meglio di me e di conseguenza di colui che ha millantato un simile credito. Resta da rimarcare invece l’omertà e la paura fottuta di chi è costretto a nascondersi per quieto vivere, magari dopo aver detta la verità su fatti per i quali è stato successivamente rampognato questa volta sì, dai suoi veri “compagni”. A me non resta altro da ribadire, in merito al rapporto d’amicizia che mi lega a Donato e Salvatore, che ciò prevede libertà d’azione e d’aiuto da ambo le parti, così come l’opzione secondo la quale una richiesta d’aiuto, da chiunque parta, possa venir interrotta secondo le sopraggiunte volontà imposte da eventuali ragioni contingenti; insomma: Nessuno di noi fa il missionario, nessuno di noi impone la propria volontà, men che meno, nessuno di noi se la prende più di tanto, quando le cose non vanno per il verso giusto, vale a dire secondo le proprie aspettative, vero senso d’amicizia, diverso dal leccare che come detto Non Paga. Ad esempio, se Donato non ha proferita parola, anzi su mia immediata interpellanza a proposito del fatto che io lo chiamassi solo per poter andare in giro, lui ha risposto alterato: “ma io non ho detto niente!”, il buon Totore, sentita la medesima mia domanda il giorno successivo, forse per “ottemperare”, ha deciso che sabato sera per l’appunto, ce ne saremmo andati a Tufara, al cospetto di amici che ci rispettano e sinceramente ci vogliono bene, magari per prenderci una mezza pelle, come tradizione impone. Per quanto poi concerne l’altrui bene elargito nei confronti di Donato, ciò probabilmente deriva dal non saper cosa dire di un uomo che, come già detto, dopo essersi reso conto di aver sbagliato nei miei confronti e non volerlo ammettere per orgoglio, ha pensato che diversificare il discorso gli avrebbe giovato, senza considerare che avendo già fatta la figura marrone da “picciotto” forzato scoperto in flagranza di reato, (alla stessa stregua del Giuda di cui tratterò se i miei amici vorranno), questa macchia non si sarebbe lavata con quelle chiacchiere morte, ma sarebbe servita per mettere lui ed i suoi compari alla berlina.

Senza nemmeno dover fare il suo nome!