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La “Sindrome Di Santa Chiara”

Di Vittorio Venditti

Rubano I Buoi, Si Blinda La Stalla

Dopo aver fatto adeguatamente decantare il problema, scevro da emozioni che potrebbero falsare ciò che penso di quanto sto per trattare, eccomi a parlare di quant’è accaduto lo scorso venerdì tredici gennaio presso l’isola del Giglio, per la manifesta incompetenza di chi, messo al comando di una nave, dopo aver “combinato il guaio”, come se nulla fosse, scende per primo dalla nave stessa.

Ma è solo questa la Verità?

Vero è, e difficilmente lo si può smentire, che Francesco Schettino, più che un capitano è stato un codardo, ciò, a prescindere da ogni valutazione contingente.
Altrettanto vero, è che Costa Crocere sapesse per filo e per segno dove fosse la sua nave, non foss’altro che per gli innumerevoli apparati di comunicazione, installati sulla nave stessa.
Inoltre va detto che, se risultasse vero che la scatola nera della Costa Concordia in parte non era più in funzione, la società armatrice, che che ne dica, non potrà essere esentata da responsabilità, forse ancor più importanti di quelle addebitate al codardo di cui sopra.
A nulla, inoltre, servono i successivi ordini dati alle proprie altre unità navali, di evitare i cosiddetti “Inchini”, così, da attualizzare la cosiddetta “Sindrome Di Santa Chiara”, di cui al titolo e sottotitolo.

Detto ciò, passiamo al comportamento degli abitanti dell’isola su cui quel gigante è andato a morire.

Comportamento tipicamente italiano?
Sì, tipicamente italiano, anzi, italiano D. O. C.

Venerdì tredici sera infatti, quando è apparsa in tutta la sua gravità la tragedia che stava consumandosi a bordo della Concordia, si è vista l’abnegazione con la quale tutti, indistintamente tutti, al Giglio hanno fatto il fattibile per alleviare le sofferenze di chi, in vacanza, ha rischiato di compiere l’ultimo gesto della propria vita.

Per questo, sull’onda, (o sull’onta, decidi tu), delle emozioni, il nostro Super Mario, ha proposta una medaglia al valor civile, per chi, italiano, si è semplicemente comportato come tale, nella normale normalità.

Visto il buono, dall’italiano di cui sopra ecco spuntare il “cattivo”.

Passata l’ondata di emergenza, e visto arrivare in rada il “popolo di Avetrana”, come per incanto tutti i locali commerciali dell’isola hanno riaperto in fretta e furia per alimentare un merchandising, degno delle migliori squadre di calcio quando vendono magliette e bandiere.
Ovviamente parlo di squadre a livello di Manchester United, Barcellona o Real Madrid, non certo delle italiettane Juventus, Internazionale, Milan e quant’altro d’inferiore.

Tutto Legittimo??
E ci mancherebbe altro!

Ciò che non è legittima e per me da condannare, è l’ipocrisia che aleggia intorno a questo modo di fare affari, come detto l’esser “cattivo” insito nell’italiano.
Tutti, infatti, abbiamo potuto sentire le dichiarazioni dei commercianti gigliesi, che quasi in coro dicevano:
“noi preferiamo fare il nostro lavoro di commercianti e di operatori turistici non speculando su tragedie come quella della Concordia”.

E intanto, che stavano facendo?

O gigliesi, grazie a Dio anche voi siete italiani, persone normali come noi, gente che non ha bisogno di ricevere alcuna medaglia al valore.
Siete infatti talmente italiani che, come tutti gl’italiani che si rispettino, cercando di far passare la normalità per qualcosa di particolare, sperate, se pur in silenzio, in un futuro, insperato guadagno, tratto da quella “vincita alla lotteria” che vi è arrivata dal mare, in un giorno infausto per la superstizione ma foriero di vantaggi, proposti dalla successiva cruda realtà.