Di Mario Ricca
(Collaborazione), Di Vittorio Venditti
Cambiando Categoria Il Risultato Resta Il Medesimo
Riprendo questo titolo da qualcosa che ho espettorato tempo fa a proposito dell’omofobia e delle aggravanti a mo di “omicidio stradale” che la politica italiettana ha varato per gettare fumo negli occhi del popolino bue. L’odierno delirio, scaturisce da una riflessione partorita dalla mia mente malata dopo aver letta la sentenza della Suprema Corte che stabilisce, facendo giurisprudenza, che occupare un posto auto riservato ai disabili costituisce reato penale.
Commento Di Vittorio:
“Da disabile pongo una domanda: E’ più incivile chi è stato condannato o chi ha impiegato otto anni per emettere una sentenza che definire ovvia vuol dire essere diplomatici?
Scegli tu”!
Fermo restando il disgusto per il fatto che bisogna in questo paese di merda legiferare sull’ovvio, in linea di massima potrei anche essere d’accordo con quanto prodotto dalla Cassazione, ponendo qualche distinguo alla tua attenzione. Lo faccio da disabile, che per pigrizia non fruisce del privilegio oggetto della sentenza. Se viene evidenziato il problema del legittimo disagio patito dal disabile che trova il posto macchina occupato da chi non ne ha diritto, io ritengo che sia altrettanto disagiato chi abita in zone dove i parcheggi sono riservati ai residenti e non ha la possibilità di posteggiare il proprio mezzo perché il luogo di sosta è occupato da altri. Per non parlare di chi, proprietario di un garage, spesso ne trova ostruito l’ingresso o l’uscita dalla italiettana inciviltà.
C’è da dire che per posto macchina e passo carrabile, si pagano dei compensi ai comuni, cosa che se ricordo bene, non avviene per i disabili. I disabili plaudono alla sentenza, senza pensare che altre categorie, non venendo a loro equiparate, subiscono una discriminazione, ma quando ad essere discriminati sono gli altri, va tutto bene: è tipico dell’italiettano essere gay con l’altrui deretano e i disabili non fanno eccezione. Il provvedimento, secondo me, rientra nella logica catto-socialista assistenziale statalista, che tende a colpevolizzare chi può pagare, ma stato e chiesa per mantenersi hanno bisogno di somministrare la cultura pauperista e assistenziale, perché solo così riescono a controllare il popolino bue che dà loro mantenimento.