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Gambatesa: Castello … Di Carta

Di Vittorio Venditti
(Collaborazione), Di Mario Ricca
(Foto), Di Salvatore Di Maria

E Loro? Ci Credono!

Castello, del 3 giugno 2011

Dopo la lunga farneticazione precedente, non posso tediarti a lungo e per questo, attenendomi ai tempi nei quali la notizia non scade ed estrapolando qualcosa che avrebbe dovuto far parte di ciò che scriverò a breve sui fatti del Castello di Gambatesa e dintorni, eccoti una breve riflessione sul momentaneo vanto di chi, vaneggiando più di me, ritiene di svolgere un valido lavoro in campo culturale per l’intera comunità gambatesana.

Per arrivare a ciò, sono stato aizzato dalla nostra Mina Vagante ieri pomeriggio, con l’invio dell’articolo che il mio collaboratore ha voluto anche commentare: Comune di Gambatesa ‘pedina’ turistica alla Bit di Milano, “Ma bit è diventato l’acronimo di Buono Il Tarallo”?

Come detto, io farnetico, ma c’è chi in tema vaneggia, rischiando la riapertura apposita dei manicomi per manifesta pericolosità del soggetto. Per questo, in tempi non sospetti e comunque non molto lontani dal presente, con l’aiuto di un certo numero di agenti de “Il Segreto Di Pulcinella” ho portata a termine una breve indagine a campione fra gli “innumerevoli” esercizi commerciali del borgo. Ho fatto chiedere in sostanza se la presenza di un così cospicuo numero di turisti, se pur mordi e fuggi, avesse portato giovamento economico a suddette attività, cosa non valida, (ad esempio), per chi ti tedia, come hai potuto vedere, nemmeno dal punto di vista della pulizia e del decoro del centro storico e del paese in generale.

La Risposta?
Negativa al cento per cento!
Anzi: Qualcuno si è pure incazzato, lamentandosi del fatto che lo si stava prendendo per culo!

Una reazione del genere, me la sarei aspettata se fossi andato io a chiedere direttamente o se avessi considerata l’innata voglia di lamentarsi della classe dei commercianti in genere; per questo mi sono premunito, inviando, (specialmente nei negozi appartenenti a simpatizzanti della coalizione di maggioranza), gente insospettabile della quale non farò mai il nome. E’ questa la ragione che mi dà davvero da pensare e che mi convince sempre di più che le credenze popolari vengano create ad arte, magari anche dai comunisti che sapendo di non valere niente e soprattutto non potendo dimostrare i sia pur minimi guadagni economici, tradotti in posti di lavoro non rubati ad altri, s’impossessano da veri comunisti, in questo caso davvero “De.Co.”, della teoria di Joseph Goebbels che recita:
“Ripetete una bugia cento, mille, un milione di volte e diventerà una verità”.

E’ Il Massimo Che Può Offrire L’Arte Comunista:
E Loro? Ci Credono!