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Perché Allora Lavorare?

Di Vittorio Venditti
(Foto), Di Salvatore Di Maria

Presepe Con I Re Magi

Passando Al Sacro

Riallacciandomi alla Denuncia di ieri, che spero venga fatta propria così come da me umilmente richiesto, avendo parlato dei Re Magi in tema profano, (anche se dichiaratamente spinto verso il “Sacro”), oggi, passata la “buriana”, provo a riportare la loro Immagine verso il Sacro, quello canonico, per tentare di insinuare una domanda in chi, per ragioni del proprio ufficio, venerdì sera, durante la Messa dell’Epifania, ha cercato di proporre un “cambiamento” nelle aspettative di noi, poveri mortali.

I Fatti:

Come detto, durante la Messa dell’Epifania, e più precisamente durante l’omelia, Don Fabio, nell’esporre la spiegazione delle letture appena proposte, ha esplicitamente detto:
“Bisogna che ognuno di noi faccia come i Magi, abbandoni le proprie certezze per gettarsi nelle future incognite”.

Ma allora:
A che pro i passati sacrifici fatti lavorando a testa bassa?
Dobbiamo tornare al quietismo, praticato da una parte dei Cristiani del secondo secolo dopo Cristo?

Come già detto in una precedente farneticazione, io sto con Marta e con chiunque, fatto salvo il rispetto per il prossimo, sia in grado di pensare a guidare la nave della propria vita, verso il miglior porto, ove rendere l’anima a Dio.

NON A CASO MI CHIAMO ULISSE!

A tal proposito, quindi, satanicamente parlando mi viene da insinuare una domanda:

Ma non è che avesse avuto ragione chi, in ossequio alle proprie idee, diceva che:
“La Religione E’ L’Oppio Dei Popoli”?

Non è che questa filosofia, pur piena di errori d’ogni genere, volesse mettere in risalto la volontà di certo clero, di addomesticare il popolino affinché, con la giusta paura, evitasse di esporsi più di tanto, proprio per rivendicare l’agognata certezza di poter vivere su questa terra, stando economicamente bene, e di conseguenza, avendo per sé ed i propri familiari la giusta Dignità di essere umano?

Stando ad una lettura terra-terra del disquisire di Don Fabio, la Chiesa ci vorrebbe guidare ad avere il giusto per noi e il nostro Prossimo.
Ma se abbandoniamo le certezze acquisite, come facciamo poi ad affrontare le incognite senza problemi?

Capisco che il potere, qualunque esso sia, si basa e si baserà sempre sulla considerazione consistente nel fatto che il sottomesso è tale proprio perché non ha appigli a cui aggrapparsi, da qui, però, a considerare la possibilità di rimbecillire il Prossimo, al punto di far vedere a costui lucciole per lanterne ce ne passa!

Sarà allora vero che almeno in questo frangente, Santa romana Chiesa si comporti come una corporazione?