Di Vittorio Venditti
In Nome Della Trasparenza
Ieri, mentre ti facevo il resoconto dell’ultimo atto, recitato dalla Stock 84, come cosa normale venivo a conoscenza dell’ennesima tragedia, attribuibile, prima che a balordi di quartiere, al lassismo dello Stato, che dice poi, di “Essere presente e vigile”.
Una rapina finita nel sangue, questa volta anche sangue di un angelo che ha avuta la sola colpa di fare ciò che fanno tutti i bambini di questo mondo:
Stare insieme ai propri genitori.
In quel momento, credimi, avrei voluto cancellare la “farneticazione” che stavo espettorando; mi faceva troppo schifo il clima di bassezza a cui, nonostante i buoni propositi natalizi, l’uomo continua ad abbassarsi.
Diceva bene Mario, quando in prossimità della Festa del Consumo, (Natale), ci riportava alla cruda realtà che si sarebbe inequivocabilmente riproposta a partire dal ventisette dicembre.
Tutto ciò, per restare in ambito italiano.
Come detto, avrei voluto cestinare tutto, foto, articolo e richieste continue di chi, protagonista dell’altra sera, mi ha tartassato di telefonate per sapere “quand’esce l’articolo”.
Nulla da dire a chi era in spasmodica attesa, anzi, da dire a costoro i miei ringraziamenti per il grado di considerazione in cui tengono questo sito di chiacchiere, ma, una volta e per tutte, è bene che t’illustri, sia pur in breve, come partorisco e metto in atto le stupidagini che tu consideri da leggere.
Acquisita la notizia, ai sensi di quanto via via mi sta insegnando Stefano Venditti, (come detto tante volte, l’unico, vero Giornalista fra noi), vado a verificarne il contenuto e, là dove possibile, ne acquisisco le prove che poi allego al mio scrivere.
Faccio ovviamente la stessa cosa, qualora, ricevuto lo scritto dei miei collaboratori, decidessi di pubblicarlo.
Sì, perché quello che leggi, generalmente è la metà di ciò che mi arriva.
A questo materiale, non vengono ovviamente considerati i commenti, non pubblicabili per statuto.
Fatto ciò, (nel caso dei miei scritti), redigo l’articolo, stando il più possibile attento a ciò che vado a blatterare, non certo per rispetto delle leggi, (si sa che chi ha più polvere spara), quanto per la considerazione verso te che mi leggi, cosa per me più importante dello stesso mio scrivere.
Prendendo ad esempio l’articolo di ieri, dopo aver cominciato a scriverlo, (erano circa le dieci del mattino), ed averne completato il testo grezzo, (verso le undici e mezza), si è posto il primo problema, relativo all’inserimento nell’articolo di foto che mostravano minorenni.
Più volte ho parlato di una legge denominata: “Carta di Treviso”, che disciplina la pubblicazione di questo tipo di fotografie.
Questa regola è stata necessaria per preservare l’abuso di queste foto da parte dei pedofili ed altri esseri schifosi di quella risma, non ultimi coloro che, prese queste foto, ne fanno commercio, magari commercio ammesso dalle leggi vigenti.
Così, grazie all’aiuto di Totore, sono uscito per cercare Giuseppe Di Tempora, e chiedergli se potevo utilizzare la foto della figlia Giulia, così come ho dovuto fare con mio fratello Tonino, per sua figlia Ilenia.
Così facendo, siamo arrivati all’una meno un quarto.
Dopo la pausa prandiale, all’una e mezza, di nuovo al pc, per catalogare le foto che, prima di uscire per cercare Giuseppe, in dieci minuti, con Totore avevamo rinominate.
La rinomina, se da una parte serve a te per aver più chiaro il tema della foto stessa, dall’alltra, serve a me, per capire di che foto sto trattando, non avendo la fortuna di vederne il contenuto.
Alle tre, fatto il catalogo, ecco il dover posizionare i numeri corrispondenti alla catalogazione nei punti in cui, poi, le foto stesse sono a te visibili.
Alle quattro, l’approccio alla rete.
Entrato nella pagina personale di questo mio sito, ed inserito il titolo, vado a caricare il testo dell’articolo, così come precedentemente redatto e formattato.
Poi, le dolenti note.
Sai bene che dalle nostre parti l’ADSL, quella degna di tal nome, è stata promessa da quasi un anno, in concomitanza con le da poco passate elezioni regionali, e sai altrettanto bene che la mia previsione si è puntualmente avverata:
“La banda larga, per i nostri politici, s’identifica con un gruppo nutrito di persone della mia stazza”.
E così, almeno finora, è stato.
Personalmente, a differenza di molti miei compaesani, credo nelle potenzialità inespresse dell’ultramobilità in rete.
Per questo, ho adottato un sistema di trasmissione, basato principalmente sull’uso di internet key, a cui ho connesso altri veicoli, altrettanto, se non, ancora più validi.
Tutto questo però, volendo mettere a tua disposizione foto ad alta definizione, spesso risulta largamente insufficiente.
Proprio ieri, ad esempio, per tutta una serie di ragioni, dovute principalmente al traffico di rete e alle condizioni meteo che stavano volgendo al peggio, mi sono ritrovato a dover caricare trentotto foto e ad impiegare molto più tempo di quanto preventivato.
Senza tirarla per le lunghe, fra le innumerevoli interruzioni di collegamento che ho dovuto patire, e le imperfezioni, da imputare a compagnie telefoniche che, se in pubblicità sembrano compagnie di santi, in realtà possono essere sicuramente annoverate fra le migliori armi a servizio di satana, non foss’altro che per le bestemmie a cui inducono chi, dopo aver lautamente pagato, riceve un servizio che, definire schifoso, vuol dire essere indulgenti, grazie a tutto questo, ho finito di caricare le trentotto foto alle sette e mezza di sera.
Solo allora, ho potuto pubblicare il tanto atteso articolo.
Ti ho detto tutto ciò, non per ricevere il tuo grazie o per mettermi su un piedistallo.
Te l’ho raccontato, innanzitutto perché, se è vero che si parte, è altresì ovvio che non si sa come si arriva.
Se non avessi iniziato con il raccontarti del “concertare” e della “Santa Notte”, dopo quanto ascoltato nei TG di pranzo, probabilmente avrei evitato di parlare di un evento gioioso, in presenza di un indefinibile episodio come quello accaduto mercoledì sera a Roma, indefinibile, visto che ogni aggettivo risulta insufficiente per descrivere il mio stato d’animo.
Ti ho raccontato poi di questo lavoro, anche perché, ancora una volta, desidero ringraziare i miei collaboratori che, per fare il proprio, fors’ancor più importante Lavoro, sanno di non poter, e di loro iniziativa non chiedono un centesimo di euro, bandendo così Dio danaro da gambatesaweb, Ragione fondamentale per cui il sito stesso, piaccia o no, funziona alla perfezione.