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Spazzini A Gambatesa

Di Vittorio Venditti

Com’è andata a finire?

Ricorderai, tu, che ancora sopporti il mio dire, cos’accadde il ventitrè dicembre duemilanove nel nostro amato paesello.
Non si era mai visto, che, anche il glorioso Corpo della Nettezza Urbana di Gambatesa, i scupin, sobillato dal sottoscritto, nell’intento di ristabilire i propri diritti fino a quel momento allegramente disattesi, scendesse in sciopero, ovviamente, sciopero selvaggio.

Riferendomi a quel giorno:

Potrei parlare delle parole urlanti proferite dal burocretino di turno che, con minacce neanche troppo velate, invitava i nostri “ribelli” a tornare al lavoro, desistendo da simile richiesta, solo dopo una mia risposta sibillina, contenente una altrettanto poco velata promessa di querela, per tutta una serie di reati, commessi (con il dire) da questo dipendente municipale.

Potrei parlare delle ragioni che mi hanno convinto ad organizzare lo sciopero, messo in atto dai miei amici.

Potrei accennare a fatti inerenti lo svolgimento del lavoro, prima della proclamazione dello sciopero prenatalizio, ecc.

POTREI, ma, in ossequio ai dettami di Niccolò Machiavelli, secondo i quali “il Fine giustifica i Mezzi”, non lo farò, soffermandomi, invece, sui risultati raggiunti, davvero, fino a quel ventitrè dicembre, insperati.

Certo! Abbiamo dovuto aspettare lo scorso mese di luglio, per veder mantenute le promesse scaturite dalla discussione che ha fatto cessare lo sciopero di cui sopra, ma… meglio poco che niente!

Analizziamo ora lo stato attuale.

1°: L’orario di lavoro, (quattro ore giornaliere più eventuali straordinari), sembrerebbe più che rispettato.
2°: Il continuo derogare alla raccolta di rifiuti, in contravvenzione a quanto dettato dalle leggi vigenti, finalmente è quasi azzerato.
Anche tu, sicuramente avrai sentito dire, (non solo per Gambatesa), che negli autocompattatori, a volte, finisce materiale che, per varie ragioni, non poteva ne può essere conferito in una normale discarica.
3°: I tempi morti, per i quali, prima, ogni volta che si andava alla discarica non si rientrava prima delle ore tredici, sono stati del tutto annullati, per cui, ora, dalla discarica l’autocompattatore rientra a Gambatesa, al massimo, per le dieci e mezza.
4°: Con i nuovi gestori, è venuta meno la necessità d’imbarcare sull’autocompattatore diretto alla discarica, un secondo operatore, tolto, perciò, dalla pulizia delle strade.
5°: Salvo disgrazie, (a questo punto, non dipendenti dall’umana volontà), non dovrebbero più ripetersi incidenti alla Stanlio & Ollio, (vedi quanto da me scritto su altro blog nei mesi passati).
6°: Ora, non certo prima, si può parlare del giusto standard di sicurezza, anche per gli spazzini di Gambatesa; (quando mai, si è visto che uno spazzino nostrano, fosse dotato di una divisa degna di tale nome, corredata di elmetto?
7°: Ora, non certo prima, si può parlare di automezzi che ricevono la giusta manutenzione, per la sicurezza dei lavoratori e di chi, per caso, si trova a passare nelle vicinanze di questi mezzi, in fase operativa.
8°: Dal primo luglio scorso, con decorrenza agosto, i miei amici spazzini, UDITE UDITE! hanno ricevuto un aumento di stipendio pari al cinquanta, e dico CINQUANTA, per cento!

Sembra la novella del paese di bengodi!

Tu mi dirai: “ma allora, di che ti lamenti?”
Mi lamento del fatto che, da quel sospettoso che sono, non riesco a capire dov’è la fregatura.
O meglio: non sono riuscito a capirlo fino a ieri pomeriggio, ma per spiegarlo bene anche a te, a costo di essere prolisso, devo raccontare un antefatto.

Dopo il riuscito sciopero di cui sopra, i miei amici spazzini, acquisita ancor più fiducia in me, mi hanno eletto a loro “sindacalista”.
Personalmente, non credo a queste forme di associazionismo, ma ritengo sacrosanto, oltrechè da buon cristiano, aiutare chi chiede aiuto.
Perciò, ho deciso di accettare questa strana carica e mettermi a loro disposizione.

Alla stipula del nuovo contratto, memore dei precedenti, ho suggerito ai miei amici di chiedere la copia dello stesso, all’atto della firma, così, come di informarsi del fatto che, mensilmente, venisse consegnata loro la regolare busta paga.
Ciò, proprio per poter avere la coscenza tranquilla, nel non farsi di nuovo “fregare”.

Tutto bene, (a parole), per ciò che riguarda la busta paga; meno, per la consegna della copia del contratto.

Parlando d’immondizia, la cosa ha cominciato a puzzare, per cui, ho fatto in modo che, periodicamente, i miei amici tenessero in campana la controparte.

Ma quale Controparte?

In effetti, la prassi vorrebbe che la controparte fosse l’azzienda che assume gli operai.
Qui, per ragioni che hanno solo aumentata la “puzza”, quindi, il Sospetto, la controparte si è identificata nel sindaco e nel consigliere comunale, delegato dal primo cittadino, alla questione.

Nulla di male, se non fosse per il fatto che, fino a qualche giorno fa, si erano perse le tracce del contratto, e, caso curioso, delle buste paga relative ai mesi di luglio e agosto.

I miei amici, pur molto pazienti, mi hanno, perciò, chiesto consiglio, ed io, rapidamente, ho chieste le relative informazioni al nostro Sindaco.

Il nostro, un pò seccato, ha interpellata l’azzienda che gestisce il servizio di nettezza urbana, ricevendo da Questa, (via fax), le copie dei contratti di assunzione, che ha, poi, provveduto a consegnare ai miei amici.

Costoro, altrettanto seccati, hanno chiesto nuovamente il mio intervento, per conoscere la sorte delle loro buste paga, visto che la “puzza” di cui sopra, la cominciavano a sentire anche loro, pur nel pieno della loro operatività.

Io, caparbiamente, ieri mattina, ho pensato bene di riproporre la questione al nostro Sindaco, non avendo, per altro, la possibilità di raggiungere i titolari dell’azzienda di cui sto scrivendo.

APRITI CIELO!

Il Nostro, nel sentire nuovamente la mia richiesta, m’interrompe con una maleducazione della quale non lo ritenevo capace, pur conoscendolo come una persona impulsiva.
A questo punto, gli animi di entrambi si scaldano, e dopo un colloquio non riferibile, (nonostante la mia voglia di trasparenza), si arriva alle seguenti conclusioni:
1°: che entro lunedì pomeriggio, i miei amici avranno le loro buste paga, sia pur in copia;
2°: che, a partire da quel momento, il nostro sindaco, non vorrà più essere parte in causa di questa discussione.

Acquisito questo provvisorio risultato, lo comunico ai miei amici, dandogli appuntamento per ieri pomeriggio, ma, chiedendo loro di portare con sè la copia del contratto, ricevuta antecedentemente.

Così avviene.

Ecco la fregatura!

Dai oggi, dai domani, si scopre la sempre valida attualità del proverbio che recita:
Le Bugie Hanno Le Gambe Corte.

In sintesi:

Perchè non arrivavano le buste paga?

Perchè, per il tipo di contratto, (definito: a progetto), cui i miei amici si sono dovuti assoggettare, la busta paga non è necessariamente obbligatoria, anzi, sembrerebbe, addirittura, che all’azzienda sia concessa la possibilità di pagare il servizio al termine del contratto stesso, contratto che, ovviamente, è semestrale.

Da qui, è partita la giusta volontà di leggere il contratto oggetto del contendere.

Così facendo, abbiamo scoperto il rovescio della medaglia.
Trattandosi di un contratto legato all’art. 4 della legge 14 febbraio 2003 n. 30, (meglio conosciuta come Legge Biagi), e al relativo decreto legislativo di attuazione, (10 settembre 2003, n. 276), del quale vengono considerati gli articoli che vanno inglobati nel titolo settimo, gli spazzini che operano a Gambatesa, risulterebbero legati a questa ditta, come operatori del tutto indipendenti, sia in riferimento all’orario di lavoro, sia per quanto riguarda l’effettivo periodo di prestazione del lavoro stesso, ma, e questa è la cosa più preoccupante, indipendenti, anche dal punto di vista infortunistico.

In effetti, visto che in questo senso, il contratto è stato redatto con una meticolosità che fa onore a chi lo ha concepito, non è stato difficile risalire, leggendo il suddetto art, 4, al comma uno, lettera “C”, punto 4.
Ebbene, senza voler sospettare della buona fede di chi ha proposto il contratto, c’è da dire, che il punto appena mensionato è assolutamente poco chiaro in merito all’obbiezione da me sollevata sul problema “infortuni”.

Questo fatto, se mai ce ne fosse stato bisogno, ha creato ancor più malumore fra i miei amici.

Al di là di ciò, e considerando che la cosa, in un modo o nell’altro, a breve verrà sicuramente chiarita, mi preme rimarcare il modo, non certo onesto, di agire, da parte del nostro municipio.
Se, da una parte, si pretende di far lavorare i nostri spazzini, secondo un orario giustamente prestabilito, e, in caso di giorni festivi plurimi, almeno in uno, di questi giorni, (non si sà se con il pagamento di straordinari), perchè, poi, si pretende di assoggettare i Nostri, ad un contratto a progetto che li rende indipendenti in tutti i sensi?
Soprattutto:
Perchè, di questo fatto, si tengono all’oscuro gl’interessati?

Come dice Padre Giulio Andreotti, “A pensar male si fa peccato, ma quasi sempre ci s’indovina”.

Io, però, voglio essere buono, per una volta, e, anche per indorare la pillola contenente la profonda delusione in merito a questo modo di agire messo in atto da una compagine amministrativa, nella quale, almeno finora, ho creduto senza porre condizioni, voglio ritenere che, il problema “infortuni e malattie”, ed anche il non meno importante problema, relativo all’organizzazione del piano ferie, spettante anche a questi lavoratori, vengano risolti in maniera extracontrattuale, ma con la giusta trasparenza e, soprattutto, mettendo nero su bianco.

Diversamente, anche utilizzando il “POTREI!”, posto in testa a quest’articolo, dovrò, se richiesto dai miei amici, aiutarli, mettendo in atto ogni sorta d’azione legale, per ristabilire un ordine che, almeno al momento, sembrerebbe sovvertito.