TENNISTAVOLO, 4° E 5° Regionale,: Campobasso A Segno Nel Singolo Maschile E Femminile
16 Febbraio 2017
Innocenti Curiosità
18 Febbraio 2017
Mostra tutto

CGIL: A Campobasso, Meglio Starne Lontani!

Di Vittorio Venditti
(Audio), Di Vittorio Venditti
(Collaborazione), Di Mario Ricca
(Foto), Presa Da Internet Da Stefano Venditti

Dobbiamo Ancora Credere A Simili Ciarlatani?

Logo CGIL

“La colpa di tutto ciò è tua e del tuo amico che vuole fare il giornalista; io non ti posso fare più niente perché la situazione è diventata ingestibile e non mi rompere più il cazzo!”,
è ciò che ieri mattina si è sentito dire Salvatore Di Maria, (sono le sue parole), a conclusione di un breve colloquio che il mio amico ha avuto per telefono con il segretario della funzione pubblica della CGIL di Campobasso Giuseppe Di Biase, al quale, come raccontato ieri, Totore si era rivolto per avere conforto in ciò che gli sta accadendo. Chissà che ne pensa Giuseppe Di Vittorio o gente di quel calibro… Ma oggi non tratto di ciò; stamattina mi preme difendere la mia reputazione e lo farò con i fatti che seguono.

Prendendo per buone le parole del Di Biase e prima ancora di altri componenti di quel sindacato, a dire di costoro, io provo a fare il giornalista, quando in realtà non mi sogno nemmeno lontanamente di entrare in un ordine di quel tipo, posto che dopo averti costretto a studiare, laurearti e frequentare continui corsi d’aggiornamento che assegnano cosiddetti crediti, quell’ordine stesso ti renda schiavo del potere, qualunque esso sia; io preferisco fare il blogger, in maniera molto meno professionale, ma sicuramente più libera e nel mio caso assolutamente gratuita; non sono come chi, spacciandosi per difensore dei diritti dei lavoratori, magari i più deboli, oltre al lavoro che dà a questo da vivere, s’imbosca in organizzazioni più o meno potenti ed opera nel senso sopra descritto, almeno finché altri interessi non siano più importanti di ciò per cui magari si chiede una quota sindacale, soldi guadagnati dai lavoratori da difendere che, per dirla con le parole che mi sono state riferite, “Rompono il cazzo”, pagando e di conseguenza volendo essere serviti.

Come detto, il mio lavoro che mi permette di vivere e di svolgere anche l’attività di rompicoglioni, esula totalmente dal mestiere di giornalista e da ciò che a suo tempo ho studiato nella scuola italiana, cosa che sicuramente mi avrebbe fatto morire di fame, magari in attesa di azioni sindacali che da sempre ed in quel campo hanno lasciato il tempo che hanno trovato; allo stesso modo, dopo che avrai ascoltate le registrazioni audio che sto per proporti, probabilmente riceverò l’infamia di venir definito investigatore o, peggio, spia. La verità è che io non mi sono mai fidato di chi che sia e di conseguenza non mi sono mai iscritto ad un sindacato, traendone enormi vantaggi dal punto di vista economico, nonché del rapporto con l’azienda che mi dà il pane che non rubo a nessuno, creandomene i presupposti giorno per giorno. E’ in quest’ottica che dopo aver visto il trattamento che in questo caso la CGIL ha riservato a Donato Codianni e Salvatore Di Maria da circa un anno a questa parte, dopo aver lasciati i miei amici alla loro libertà, (non posso far loro eternamente da balia perché prima o poi arriva lo svezzamento), visto che non concludevano alcun che, a fine gennaio ho deciso di unirmi nuovamente a loro e tornare presso quel sindacato che una volta era diverso, avendo trattato queste persone secondo i diritti dei lavoratori, operando dunque bene e con profitto.

Angela Fiore E Giovanni Daguanno, del 31 gennaio 2017

Si diceva in quei giorni che forse si era trovato il modo di permettere a Donato di tornare a lavorare e quindi io ho voluto vederci chiaro; siccome però dal marzo dello scorso anno, (come per altro accaduto ieri), il nostro interlocutore che la CGIL di Campobasso presenta nella persona di Giuseppe Di Biase si è fatto quasi sempre negare, ho deciso di salire di grado e proporre la questione a Giovanni Daguanno, che il trentun gennaio ci ha accolti, nonostante gli innumerevoli impegni che in questi giorni attanagliano i sindacati molisani. Come detto però, non potendo più fidarmi di gente che remava contro, ho deciso di passare all’attacco con mezzi tecnologici, confortato dal fatto che essendo parte in causa, ho potuto agire ai sensi di quanto disposto dalla Sentenza Cassazione 15627 2016, per cui, microspia alla mano, mi sono presentato al colloquio, dove innanzitutto ho dovuto dar ragione all’avvocata Angela Fiore, la quale in diverse occasioni ha lamentato un conflitto d’interessi, per il quale non poteva difendere i diritti di Donato e Salvatore contro la sua socia di studio, quella Carmelina Genovese che tante soddisfazioni ci ha date. Insomma: mi sono trovato a dover difendere i sacrosanti diritti di una lavoratrice, (che opera nella CGIL), proprio nella sezione sindacale ove questa donna presta servizio; puoi sentire la registrazione e ti accorgerai che non ti sto prendendo in giro.

Ma in CGIL c’è un solo avvocato?

A seguire, esposti i problemi dei miei amici a Giovanni Daguanno, con il quale nel frattempo avevamo deciso di darci del “Tu”, mi sono sentito rispondere che la situazione si sarebbe risolta per il meglio, sia per Donato, già licenziato, sia per Totore, sulla stessa via; anzi, per quest’ultimo era necessario agire anche in funzione del recupero di soldi trattenuti in busta paga per colpe non ascrivibili al lavoratore. Il Daguanno, per questo, ha voluto che noi tornassimo il martedì successivo, cosa accettata ed eseguita senza se e senza ma.

Giuseppe Di Biase, del 7 febbraio 2017

Puntuali, martedì sette febbraio, eccoci alla CGIL, dove abbiamo dovuto attendere non poco l’arrivo del nostro interlocutore. Poco male, ma il peggio doveva venire: Il Di Biase, come puoi sentire, ha innanzitutto fatto capire a Donato che per tornare al lavoro avrebbe dovuto rinunciare ad ogni ulteriore richiesta risarcitoria, cosa a questo punto da accettare, almeno per vedere fino a che punto si vuole arrivare con il calpestare i diritti di chi è stato maltrattato. E’ poi ripresa l’invettiva contro “chi vuol fare il giornalista”, ed io ho risposto, come nel colloquio precedente, che senza il mio intervento, come vuole chi è prepotente, non avremmo alcuna prova di ciò che si è detto e fatto e si continua a dire ed a fare nei confronti di chi, non sapendo difendersi, avrebbe perso su tutti i fronti, già dal ventisèi maggio del duemilaquattordici. Il resto lo puoi sentire: quel resto, ci dice che Salvatore, sapendo che il quindici febbraio avrebbe cessato il rapporto con ECOALBA, poteva stare tranquillo che tutto si sarebbe risolto per il meglio, bastava stare zitti e non chiedere niente… discorso da sindacalista convinto!

In conclusione: Siamo arrivati al punto che rivolgendoci a chi dice di tutelare i nostri diritti, dovendo farlo sul serio ed in maniera chiara, lo Stesso accusi la rottura di uno degli organi che in questo caso non mostra la propria virilità sbandierata, facendo pesare la cosa su chi, ingannato, deve difendersi da tempo chiedendo aiuto ad un blogger di paese che evidentemente dà fastidio al punto di aver permesso a chi è difeso, di campare a vista per quasi due anni. Lo scassa zebedèi in questione ha detto in tante occasioni che è facile fare il frocio col deretano altrui, facendosi passare per benefattori, ma restando volgari politicanti che non si accontentano del loro lavoro, ma pretendono aggiunte di danaro con la promessa di restituire il tutto in tranquillità e Servizio per chi non sa difendersi. Io do fastidio e me ne vanto; prima di me, c’è stato chi, fra i sindacalisti, (penso ad esempio a Placido Rizzotto), ha avuto il fegato di esporsi per raggiungere il martirio, alla stessa stregua di chi, si dice “nato da Dio”, si sia fatto uomo per redimerci, ma per colpa della politica di quel tempo è stato appeso con infamia ad una croce.

Io non ci tengo a raggiungere certi risultati, ma se è vero ciò che si dice a proposito dell’essere buoni cristiani quando ci si dona senza richieste di ricompensa terrena,continuerò ad agire, magari alla faccia di quei bravi signori che promettono tanto e poi scappano alle prime difficoltà lasciando dietro di sé quella puzza che non è di gomme surriscaldate, ma di ben altro, dando la colpa dei loro fallimenti a chi ha la ricchezza di potersi per l’appunto donare con la soddisfazione ricevuta dal permettersi di non chiedere niente in cambio..

Ma a breve tornerò sull’argomento!