Di Giovanni Teberino
Poco si conosce della vita di San Biagio, venerato in moltissime città e località italiane, delle quali di molte è anche il santo patrono, viene festeggiato il 3 febbraio in quasi tutta la penisola italica.
Si sa che fu medico e vescovo di Sebaste in Armenia e che il suo martirio è avvenuto durante le persecuzioni dei cristiani, intorno al 316, nel corso dei contrasti tra gli imperatori Costantino (Occidente) e Licino (Oriente). Catturato dai Romani fu picchiato e scorticato vivo con dei pettini di ferro, quelli che venivano usati per cardare la lana, ed infine decapitato per aver rifiutato di abiurare la propria fede in Cristo. Si tratta di un Santo conosciuto e venerato tanto in Occidente, quanto in Oriente. Il suo culto è molto diffuso sia nella Chiesa Cattolica che in quella Ortodossa. Nella sua città natale, dove svolse il suo ministero vescovile, si narra che operò numerosi miracoli, tra gli altri si ricorda quello per cui è conosciuto, ossia, la guarigione, avvenuta durante il periodo della sua prigionia, di un ragazzo da una lisca di pesce conficcata nella trachea. Tutt’oggi, infatti, il Santo lo si invoca per i “mali alla gola”.
Anche a Campobasso nella chiesa di S. Maria della Croce, la festività di San Biagio Vescovo e Martire è molto sentita, infatti è tradizione introdurre, nel mezzo della celebrazione liturgica, una speciale benedizione alle “gole” dei fedeli, impartita dal parroco incrociando due candele legate da un nastro rosso (anticamente si usava olio benedetto).
Il 3 febbraio nella chiesa di S. Maria della Croce saranno celebrate due messe: la prima alle ore 09.00 la seconda alle ore 18.00.
La benedizione della gola ci sarà dalle ore 09.30 alle 12.00 e dalle 16.30 alle 19.30.