Di Vittorio Venditti
(Collaborazione), Di Marco Frosali
(Foto), Presa Da Internet Da Salvatore Di Maria
Alla Faccia Del Natale!
Oggi, essendo l’immacolata confezione, voglio sparlare di qualcosa che riguarda la Capitale della Cristianità e di come questa si porge al mondo. Insomma una maledizione “Urbi Et Orbi”, proposta da chi a Roma è stato costretto a vivere ed amando questa città, la ricorda con il cuore per varie e personali ragioni.
Lo spunto mi viene offerto da quanto segue: Roma, a San Basilio barricate dei residenti: “Non date la casa ai marocchini”. episodio che ci mostra la Caput Mundi de I Vianella, per una volta sovrastare l’urbe dei palazzi e delle chiese. Oggi a Roma è tradizione che il papa si rechi a piazza di Spagna per pregare al cospetto della statua della Madonna lì sita, insieme ad una moltitudine di “peccatori” che vanno in quel luogo per pura tradizione, spesso senza sapere nemmeno il perché di quella annuale riunione. Per contro, nell’odierna e più becera suburra, esiste e si mette in mostra una guerra fra poveri, arginata secondo modi che dovrebbero essere considerati desueti, da chi si è detta “la nuova politica”.
Quest’inutile sito però non si fa mancare niente. Abbiamo Marco Frosali, un corrispondente dalla Capitale che vive oggi in quella città e che la pensa in merito così come ci ha scritto: “Il marocchino da quanto ho letto, lavorava e quindi si presume che pagasse le tasse, per cui aveva diritto alla casa. Quelli che c’erano prima erano abusivi….come la maggior parte degli occupanti quelle case. Chi aveva ragione di stare in quella casa? E comunque, vista la zona non proprio tranquilla dove appena esci di casa rischi di non rientrare, spero che a questa famigliola diano un appartamento in un luogo più consono e non in mezzo ai delinquenti, col rischio che anche i bambini, crescendo, diventino criminali!”.
Non spetta a me dire chi ha torto o chi ha ragione, atteso che noi paghiamo fior di quattrini per una classe di magistrati che dovrà fare il suo dovere ristabilendo l’ordine costituito e dare a cesare quel che è di Cesare, qualsiasi sia la provenienza di quest’ultimo; resta però chiaro che sarebbe il caso di abbassare toni e bandiere di partito per lavorare seriamente alla ricostruzione di una città e più in generale di uno Stato, da secoli, per non dire da millenni, sepolto sotto quella corruzione che ormai per sopraggiunta necessità, viene considerata il meglio che si può ottenere dalla vita, magari per poter raggiungere e passare serenamente e “cristianamente” anche il prossimo Natale.