Di Riccardo D’Antonio
Caro Gesù,
forse ti chiederai perchè ti scrivo questa lettera.
Ormai è prossimo il tuo Natale, la tua venuta tra noi e quando una persona cara sta tornando a casa non è più tempo di lettere, ma è tempo di attesa.
Perchè, dunque, questa lettera se ormai è prossima la tua venuta tra noi?
E’ perchè ho l’impressione che anche a Natale non ti avremo tra noi, su questa povera terra.
Anche a Natale ti sentirò lontano, Gesù; così lontano da non avvertire
l’incanto della gioia per la tua presenza, come avveniva negli anni ormai lontani dell’infanzia.
Lo so, Signore, che non sarai tu a mancare all’appuntamento.
Tu non disprezzi nessuno, neanche chi ti ignora o ti offende.
Tu tenterai anche quest’anno di venire, ma saranno gli uomini a rifiutare questo appuntamento con te.
Non vogliono vederti nascere un’altra volta:
La tua presenza li disturba troppo!
Da quest’anno hanno deciso ufficialmente di abortirti.
Non l’hai detto tu, Signore, che ogni cosa fatta al più piccolo dei tuoi fratelli è fatta a te?
Dunque, la legalizzazione dell’aborto in tutta Europa con la risoluzione B7-0615/2011 varata dal Parlamento Europeo che definisce l’aborto uno degli obiettivi necessari da perseguire al fine di combattere la diffusione dell’Aids e che quindi di fatto impone ai Paesi membri di garantire il diritto all’aborto in ragione dello stretto legame tra salute e “diritti riproduttivi e sessuali” da un lato e virus dell’HIV dall’altro, la soppressione barbara di tante vite innocenti è il decreto con cui si è decisa quest’anno la tua esclusione, il rifiuto della tua presenza.
E’ vero che anche a Betlemme è stato un albergatore a rifiutarti il posto, ma oggi sono politici, legislatori, medici e poi madri e padri (come il caso della ragazza di Trento).
Cuori fatti per amare ti rifiutano!
Mani fatte per salvare ti uccidono!
Mani fatte per difendere ti opprimono!
Cuori di madri e di padri, incapaci di amare, mani di medici al servizio della morte, menti di legislatori impazzite per egoismo e per la strategia perversa e diabolica delle lobby europeiste che invece di difendere quei bimbi che bussano alla porta della vita li schiacciano come vermi.
Tutte voci stonate, che cantano in coro la canzone lugubre della morte: un coro di assassini!
Non rimproverarmi, Signore, per questa parola.
Sei stato tu ad insegnarci il rifiuto di quel tipo di diplomazia che tradisce la verità chiamando le cose con un nome diverso.
Chi uccide è un assassino!
Io non conosco altro nome.
Non giudico, constato!
Da venti secoli gli uomini si danno da fare per eliminare la barbarie.
Scienziati, statisti, filosofi, artisti, apostoli, profeti, martiri, tutti quanti hanno creato quello che con orgoglio chiamiamo “Umanesimo”.
Ma abbiamo ereditato molto di più: abbiamo ereditato il Cristianesimo.
Sappiamo Gesù che tu sei Dio e sappiamo che Dio è Amore.
Sappiamo che tutti gli uomini sono fratelli perchè sono figli di Dio.
Tutta la nostra vita è misteriosamente compenetrata dalla misericordia e dalla grazia divina, eppure… Neanche i nostri bimbi, i nostri figli innocenti, incapaci di difendersi, sono al sicuro davanti all’egoismo dell’uomo.
Quanti ne vengono uccisi ogni giorno?
Al tempo di Erode le madri difendevano la vita dei figli, anche se inutilmente.
E in questo secolo, invece?
Qui le madri dichiarano davanti a una commissione medica che le loro creature minacciano la loro libertà e chiedono che vengano condannate a morte.
E poi gli omicidi vengono affidati a degli esperti che hanno studiato per imparar a proteggere la vita e la cui vocazione ha qualcosa di sacro.
Hanno formulato un giuramento che li obbliga a proteggere la vita umana sempre e dovunque.
Ma alcuni per soldi, altri per paura, accettano il ruolo di assassini.
E poi si chinano pieni di commozione su un fiore, ascoltano il canto degli uccelli e, con l’amore rubato ai bimbi accarezzano i loro gatti e i loro cani!
Piangono sulla sorte degli eroi dei romanzi e del cinema.
Li addolora la sorte dei bimbi che muoiono di fame e li vorrebbero aiutare.
Visitano i musei, vanno ai concerti e collaborano poi a questa tragedia umana dell’aborto!
E forse guardano commossi te Gesù, si, proprio te, il Crocifisso, dopo aver definito il loro crimine “interruzione”.
Interruzione di che cosa?
Forse non della vita?
In tutte le società di tutti i tempi c’è sempre stata la presenza del male, ma c’erano anche gli argini che impedivano al fiume del male di straripare e se gli argini si rompevano, con gli argini crollava la stessa civiltà.
Non solo oggi, sempre la vita è stata minacciata, ma oggi l’odio alla vita è diventato un fiume in piena.
E gli argini?
Gli argini sono crollati!
I cuori di tanti genitori, le mani di tanti medici, le menti di tanti legislatori non solo non reggono più all’urto di quel fiume in piena, ma ne favoriscono la fuoriuscita, favoriscono un’alluvione che devasta troppe terre e spegne troppe vite.
E quando gli argini sono crollati, Signore, chi potrà difenderci dalla devastazione che ne deriva?
Che sarà di questa società assassina?
Dovrà forse prepararsi a pagare il conto?
Dovrà subire, e presto, le conseguenze delle sue follie?
Ti prego, Signore, fammi sapere qualcosa.
Aspetto una tua risposta.
Un caro e affettoso saluto dal tuo figlio!