Di Vittorio Venditti
(Foto), Presa Dall’Enews 450 Di Matteo Renzi
Come La Penso Io?
Dirai: “Chi se ne frega!”, forse hai ragione, ma il fatto stesso che questo fastidio esista, mi dà il diritto di abbaiare alla luna, specialmente se così “piena” come in questo periodo; a te invece spetta il compito di esaminare le mie farneticazioni e se è possibile trarne giovamento o in alternativa lasciarle al loro destino. E’ in quest’ottica che oggi finalmente dico la mia su un cambiamento che a breve ci verrà proposto, (concedimelo), dopo settant’anni d’immobilismo e di ossequio ad un documento come la [download id=”1117″ format=”2″], valido ma spesso ignorato, se non al di fuori di ogni dovuto rispetto.
«Approvate il testo della legge costituzionale concernente Disposizioni per il superamento del bicameralismo paritario, la riduzione del numero dei parlamentari, il contenimento dei costi di funzionamento delle istituzioni, la soppressione del CNEL e la revisione del titolo V della parte II della Costituzione” approvato dal Parlamento e pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 88 del 15 aprile 2016?»
Dalla scorsa estate, su questo quesito se ne sono lette di tutti i colori; pensieri legittimi s’intende, ma spesso intrisi di quel “voler bene all’Italia ed agli italiani”, a mio parere sospetto come una diabolica tentazione. Ma andiamo ad analizzare il quesito punto per punto:
I: Superamento Del Bicameralismo Paritario.
Se ciò che resta della mia mente non m’inganna, solo in Italia abbiamo il dovere di far esaminare a due rami dello stesso parlamento ogni Legge o Leggina che viene partorita dalla mens sana di chi, volta per volta, da settant’anni, volenti o nolenti, abbiamo eletto. Un esempio del legiferare altamente garantista che si sta cercando di abolire è dato da qualcosa che per fortuna, (soprattutto delle donne intelligenti), si è fermata al grado di progetto di Legge: Atto Camera 3753 del 12 novembre 1982: Poco più di trentaquattro anni fa! In sostanza, si tratta di un progetto di Legge che avrebbe voluto imporre per Legge per l’appunto, il dare alle donne aventi un’età superiore ai quattordici anni, l’appellativo/allocutivo di “signora”, al posto di quello, tutt’ora legalmente valido di “signorina” se la persona in questione è nubile. Immagina quanto tempo sprecato in passaggi parlamentari fra Camera e senato avremmo dovuto subire per una cazzata del genere! Di queste stronzate se ne trovano a iosa se solo si vuol approfondire cliccando il link appena proposto per razzolare nel sito della Camera dei deputati. Detto ciò e fatte salve le Leggi serie, spesso intrise di cavilli che le rendono poco semplici e soprattutto altamente permeabili per chi non vuole rispettarle, mi chiedo a cosa possa servire oggigiorno tenere in piedi una macchina che produce solo inutile burocrazia a nostre spese. Tornando a volar alti. La Costituente che avviò la cosiddetta Prima Repubblica, decise in questo modo per evitare derive autoritarie da parte di chi che sia e tutti abbiamo visto, nel bene o nel male, com’è andata e chi in questo periodo storico ha realmente comandato in Italia.
II: Riduzione Del Numero Dei Parlamentari.
Va da sé che il punto precedente determini la condizione che tratto in questo momento: Se infatti sparisce in parte il Senato, ciò accade proprio con l’oggetto che ho posto come punto due. Io Lo Condivido!
III: Contenimento Dei Costi Di Funzionamento Delle Istituzioni.
In tanti diciamo che i politici mangiano alle nostre spalle ed ingrassano con il nostro sudore: Ti fa schifo se votando “SI” per esempio i consiglieri regionali vengano fatti dimagrire in termini di stipendio, adeguando Questo a ciò che viene corrisposto al Sindaco del capoluogo di regione? Capisco che i diecimila e più euro che di media percepiscono questi personaggi, (fonte: Movimento 5 Stelle Molise, che con coerenza e serietà invidiabili combatte perché vinca il “NO”), in Molise per l’appunto arriverebbero a ridursi a quattromila e poco più, (fonte: Comune di Campobasso), e per questo, (speriamo), si farà in modo che questa regione abusiva sparisca facendoci tornare magari con l’Abruzzo; da qui però a non voler accettare che ciò accada, penso che ci trasformerebbe in un’immensa pletora di masochisti!
IV: Soppressione Del CNEL.
“Il Consiglio nazionale dell’economia e del lavoro (CNEL) è un organo di rilievo costituzionale, previsto dall’articolo 99 della Costituzione, istituito con legge n. 33 del 5 gennaio 1957.
Le materie di sua competenza sono la legislazione economica e sociale.
È un organo consultivo del Governo, delle Camere e delle Regioni, e ha diritto all’iniziativa legislativa, limitatamente alle materie di propria competenza.”; (Tratto da Wikipedia). Solo per questa descrizione, io lo abolirei, ma a fucilate: Perché?
Ma ti sembra normale che se esiste un parlamento, già così ingessato, dobbiamo accollarci anche un altro ente che dovrebbe fare ciò che già è delegato al parlamento medesimo, un organo, (il CNEL), che per giunta è solo consultivo, vale a dire che il governo al CNEL può solo chiedere pareri in materia, quando i pareri medesimi possono venir recepiti attingendo all’intelligenza dei parlamentari, cioè da coloro che legiferano in tutto e per tutto? Clicca il link che ho appena proposto e va a vedere quanto costa cotanta gestione!
V: Revisione Del Titolo V Della Parte II Della Costituzione.
In quanti sanno che lo Stato centrale, per effetto del demandare alle regioni ogni decisione su tutta una serie di questioni trattate da Roma ai sensi della Costituzione per l’appunto, prima che questa fosse modificata al titolo quinto, oggi ci porta a sborsare danari che potrebbero venir risparmiati e dirottati verso servizi veri e più seri? A che serve ad esempio che il Molise, così come la Lombardia o la Sicilia, abbia una sede rappresentativa a Bruxelles quando ciò che da quelle residenze viene trasmesso in Europa può venir tranquillamente assorbito da ciò che parte da una medesima Casa che però rappresenta tutta l’Italia?
A che serve quanto è accaduto nei giorni scorsi, vale a dire che il Molise ha stipulato un accordo commerciale con una regione della Cina, (che per altro ha una popolazione equivalente a quella italiana nel suo insieme), quando presso questo piccolo fazzoletto di terra dimenticato da Dio e dalla storia tutto si può trovare, tranne qualcosa da vendere ai cinesi, eccetto un po’ di turismo che però andrebbe inglobato in una più ampia e valida proposta per la quale il cinese medio percorre ottomila chilometri per venirci a trovare per poi rifare il medesimo tragitto per tornare a casa sua, spendendo qualche soldino, forse di troppo?
Sempre che lo Stesso non decida d’investire meglio, comprando noi e la nostra miseria per compassione!
Questa è in sintesi la via che m’impone di votare “SI”, esprimendo il mio parere da uomo di destra, non appartenente al partito democratico, ma facente parte di una nazione come l’Italia, già piena di acciacchi che non dovrebbe avere, visto che nonostante tutto si ostina a dichiararsi a parole “paese civile” ma nei fatti è composta di abitanti che alla prima occasione, invece di contribuire al suo sviluppo, si danno alla voracità più nera, pensando di essere più furbi di chi, solo perché meno sprovveduto, pensa al suo futuro, a rischio di impopolarità, della quale il Nostro se ne frega bellamente.
Un’ultima cosa la dico ai soliti vigliacchi che pensano di andare a traino di chi ci mette la faccia. Nel referendum confermativo, detto anche costituzionale o sospensivo, disciplinato dall’articolo 138 della Costituzione e dalla legge 25 maggio 1970, n. 352, si prescinde dal quorum, ossia si procede al conteggio dei voti validamente espressi indipendentemente se abbia partecipato o meno alla consultazione la maggioranza degli aventi diritto al voto. Vuol dire più semplicemente che se su sessanta milioni di italiani, andassero a votare in tre, il referendum sarebbe valido a tutti gli effetti. Questo lo dico accodandomi agli esponenti pentastelluti che con ciò invitano a votare “NO”, (vedi sopra).
Io ricordo a me stesso quanto appena esposto affinché tu possa decidere di accogliere questa proposta votando “SI”, nonostante il fatto che non sia la migliore al mondo ma che sia perfettibile. Dal millenovecentonovantaquattro, ho sentite talmente tante chiacchiere (non solo da bar), in merito, da arrivare al punto di essere diventato refrattario alla discussione sul tema, sperando nel ritorno di una sana dittatura che metta le cose a posto; oggi abbiamo questo timido tentativo di mettere a dieta un mondo di affamati che non vuole arrendersi all’evidenza, unico vero passo a favore di chi lavora sul serio, passo imposto da un’Europa che per il resto non serve a niente. Sul fronte del “NO”, c’è chi dice che se vince il “SI” l’Italia verrà governata dalla Germania. Ancora più abominevole è quanto si poteva sentire durante la gara podistica denominata “Su e Giù” che si è svolta domenica scorsa a Campobasso: Giravano promotori del “NO” che per convincere gli astanti paventavano l’ipotesi che se vincerà il “SI”, dal giorno successivo i giovani non potranno esercitare il diritto di voto; il messaggio ovviamente era rivolto soprattutto alle persone anziane, (probabilmente pensando che questa categoria di persone sia ancora così sprovveduta da ritenere che i comunisti mangino i bambini, quando si sa bene che i comunisti per l’appunto mangiano tutto ciò che trovano, aiutati dalla gran massa dei politici che invitano a votare “NO”, sapendo bene che se vince il “SI” dovranno imparare a fare qualcosa per sostentarsi), ma una di queste imbonitrici da strapazzo si è imbattuta in mia madre che le ha risposto che da cattolica non vuol essere infastidita da importuni come i testimoni di Geova e che ciò vale anche per chi propugna il “NO”, atteso che lei voterà convintamente “SI”, suscitando l’ilarità generale ed i complimenti di chi le era vicino e non solo, per il modo risoluto usato per allontanare democraticamente chi la stava disturbando. Detto di quanto accaduto a Campobasso e tornando al presunto dominio teutonico, io credo che ciò sia già attuale ed il referendum non si è ancora svolto; per altro: trovami tu chi, oltre all’attuale capo del governo, in questi ultimi settant’anni sia stato in grado di porre veti a chi che sia al di fuori dei confini nazionali! Di conseguenza questa teoria è tendenziosa e va a favore di chi, con quel “NO”, vuole semplicemente tenersi posti e privilegi che chi lavora non può ne vuole più sostenere.
L’italiano ha avuto fino ad ora ciò che ha democraticamente chiesto e se si lamenta è giusto che non venga ascoltato, anzi, meglio sarebbe se venisse seriamente deriso.
seriamente però! Non secondo le dicerie che giorno per giorno siamo costretti a sentire!
Vuoi questo?
Vota “NO” ma poi smettila di rompere gli zebedèi e di rubare agli altri ciò che non è tuo.
Vuoi provare a dare una svolta all’Italia?
Vota “SI” e lavora con chi ci sta provando.
Sta a vedere che riusciamo a crescere di più e meglio!