Di Stefano Venditti
Brillante, simpatica, molto estroversa, generosa e con un sorriso travolgente. Così è apparsa Assunta Legnante nell’arco dell’intera mattinata trascorsa nel capoluogo di Regione durante la quale ha avuto la possibilità di incontrare studenti delle scuole medie, superiori ed universitari campobassani nella splendida cornice del PalaUnimol.
Una mattinata che è iniziata presto per Assunta Legnante, per il presidente nazionale della Fispes, Sandrino Porru,
e per il Delegato regionale Fispes per il Molise, Stefano Ciallella.
Alle 8.30, infatti, la delegazione ha visitato la sede regionale del Coni Molise accolta dal presidente Guido Cavaliere,
dal Delegato provinciale di Campobasso Antonio Rosari e da tutto lo staff organizzativo ed amministrativo del comitato.
Una visita ufficiale che si è svolta in una atmosfera molto cordiale e familiare che ha visto un proficuo e sincero scambio di opinioni e di vedute tra i massimi vertici dello sport regionale, presente all’incontro anche il presidente del Cip Molise, Donatella Perrella, e il presidente Porru e Assunta Legnante.
Oggetto del dibattito la valenza dello sport, lo stato attuale dell’impiantistica sportiva riferita all’atletica leggera in regione e le potenzialità ancora da esprimere per ciò che concerne l’atletica leggera paralimpica molisana.
Dopo circa trenta minuti la delegazione è partita verso il PalaUnimol dove gli studenti campobassani erano curiosi di poter vedere dal vivo una delle assolute protagoniste di Rio 2016.
Dopo le interviste di rito si è entrati subito nel vivo della cerimonia e del convegno aperto dal presidente del Cip Molise, Donatella Perrella.
“Ringrazio tutti gli studenti e le scuole che sono intervenute oggi in questa giornata davvero speciale. Non è la prima volta che il Cip Molise ospita atleti di indubbio valore morale e sportivo di fama mondiale ma quest’oggi debbo dire che mi sento particolarmente emozionata ed orgogliosa nel presentarvi Assunta Legnante. Una giornata particolare, come detto, che si è potuta organizzare solo grazie al supporto e alla compartecipazione di tutti gli enti e federazioni sportive che hanno dato il proprio patrocinio e il proprio sostegno all’evento con in testa il Coni Molise e l’Università degli Studi del Molise. Oggi abbiamo qui con noi una campionessa non solo di sport ma anche di vita”.
Molto apprezzato e schietto è stato l’intervento del presidente nazionale della Fispes, nonché vice presidente del Cip nazionale, Sandrino Porru.
“A Rio abbiamo vinto ben 39 medaglie dando seguito alla meravigliosa esperienza di Londra 2012. Tutte medaglie eccezionali che sono andate a premiare atleti di razza che hanno compiuto sacrifici enormi per arrivare sul podio paralimpico nelle diverse discipline sportive. Ma la medaglia più importante, quella più prestigiosa, quella più notevole è stata la quarantesima, vale a dire tutte quelle telefonate, tutte quelle email, tutte quelle richieste d’informazione che hanno letteralmente subissato la nostra sede centrale del Cip di Roma subito dopo la fine delle Paralimpiadi di Rio 2016. Tantissima gente, disabili e non, ci hanno chiesto informazioni su come poter rendersi utili al movimento paralimpico italiano, su dove poter praticare un determinato sport, su come poter aiutare in qualsiasi modo atleti, dirigenti e società italiane per mantenere alto il livello competitivo dell’intero comparto nazionale. E’ stata la nostra più grande vittoria, un segno tangibile che attraverso lo sport, attraverso le gesta sportive dei nostri atleti siamo riusciti ad arrivare al cuore degli italiani grazie anche, si deve ribadire, ad una copertura televisiva ottima e di qualità fornita dalla Rai che ha permesso di vedere in chiaro tutte le gare di Rio 2016. Da questo entusiasmo che abbiamo scatenato dobbiamo ripartire per rendere ancor più grande la nostra famiglia del Cip”.
La parola è poi passata ad Assunta Legnante che nella parte conclusiva della manifestazione non si è sottratta alle richieste di foto da parte dei numerosissimi studenti presenti sugli spalti del PalaUnimol.
“Il mio amore verso lo sport inteso a 360° è iniziato da giovanissima quando ancora potevo vedere. I miei ricordi più belli sono legati ai Giochi della Gioventù e alla partecipazione con la selezione della mia scuola. Ho praticato diversi sport, tra i quali la pallavolo, e tutti mi hanno trasmesso una grande gioia di vivere. Quando poi nel 2010 ho iniziato a comprendere che pian piano sarei arrivata alla cecità assoluta non mi sono scoraggiata ed ho iniziato una nuova stagione sportiva indirizzandomi principalmente verso l’atletica ed il settore dei lanci entrando nella grande famiglia del Cip intorno al 2012. Da questo punto di vista le cose per me sono apparse molto più semplici visto che il gesto tecnico era già fissato nella mia mente e nel mio fisico. Dovevo solo fare a meno della vista! Era la stessa Assunta di sempre, avevo le stesse potenzialità di prima ma con una marcia in più, con una voglia di vincere maggiore. Grazie poi al supporto del mio compagno e della mia famiglia sono arrivata dove sono oggi, vale a dire a stringere tra le mie mani la medaglia d’oro olimpica di Rio 2016 del getto del peso”.
Assunta Legnante è stata subissata dalle domande degli studenti che hanno chiesto consigli e curiosità.
“Quello che vi posso dire è che non ci sono ostacoli che non si possono superare con la buona volontà e con il supporto di chi ti sta vicino in primis la famiglia e gli amici. Lo sport è una autentica palestra di vita che tira fuori i lati migliori del tuo carattere e del tuo animo facendoti fare cose che forse non riterresti neanche fattibili. Si può essere campioni nello sport e nella vita con o senza disabilità. L’importante è credere in se stessi e non arrendersi mai!”.
Assunta ha salutato gli studenti presenti con un simpatico aneddoto sulla sua partecipazione a Rio 2016.
“Io e la mia compagna di stanza a Rio una sera non riuscivamo a dormire. Malgrado fosse notte fonda ed era passata mezzanotte sentivamo delle urla pazzesche provenire da un vicino campo da calcio situato nei pressi del villaggio olimpico. Sentivamo “goooal.., vittoria, passa la palla” in inglese ma la mia compagna affacciandosi alla finestra non vedeva nessuno, anzi le luci del campo di calcio erano spente. Ci siamo chieste, ma chi può essere così folle a giocare a mezzanotte su di un campo di calcio a luci spente? La risposta, un gruppo di non vedenti che non riuscivano a dormire ed hanno deciso di ammazzare il tempo con una partita di calcio!”.