Di Vittorio Venditti
(Foto), Di Salvatore Di Maria
Poste, Enel: Chi Ci Rimette E’ Sempre L’Utente
Il giorno dell’Immacolata, visto che non avevo niente da fare, (il ben pensante dirà: “come al solito”), ho deciso di informare Te che hai la pazienza ed il giusto masochismo che ti obbliga ad esser da me disturbato, di quanto stava accadendo a Gambatesa e non solo, a proposito della mancata consegna delle bollette Enel, che come ampiamente previsto, sono state recapitate regolarmente in ritardo:
Disagi Delle Poste – Disagi Dalle Poste.
Com’è andata a finire?
Scontato quanto sopra, ora ti racconto prima la carnevalata messa in atto da Poste Italiane, poi la burocretinata a me, dipendente Enel, (matricola n. A258173), propinata dai miei colleghi di Enel Servizio Elettrico, nel rispondermi al numero verde:
800 900 800.
Primo Capitolo:
Carnevale O Natale?
A me pare più la festa per antonomasia dedicata al mascherarsi.
Nel caso specifico, un ente come Poste Italiane, portato come fiore all’occhiello per il proprio Operato, dal neoministro, il banchiere Corrado Passera, così pubblicamente mascherato, in realtà si mette a nudo, quando, per una scellerata decisione dei dirigenti, impone ai propri portalettere di cambiare luogo di lavoro in base agli umori mattutini dei capetti che gestiscono gl’innocenti lavoratori in questione.
Risultato?
Che cambiando i postini giorno per giorno, chi serve una determinata località, a meno che non disponga di un TomTom nella propria testa, non sa cosa ed a chi consegnare.
Di conseguenza, a Gambatesa si è arrivati al punto di costringere un impiegato municipale, (per l’occasione si è prestato Salvatore Amorosa, il Socio), ad accompagnare il nuovo ed incolpevole postino, casa per casa, nel tirocinio che, ovviamente in ritardo, ha permesso la consegna delle bollette, come detto, già scadute.
E se questo tirocinio fosse stato anticipato per tempo?
Già, ma che pretendo, siamo in Italia!
Secondo Capitolo:
Parlar Male Dell’Azienda Che Mi Dà Lavoro
Sfido Te O Chiunque A Fare La Prova.
Prima che la bolletta dei miei scadesse, come prassi vuole ho chiamato il numero verde della società d’esazione che acquisisce quanto i miei genitori corrispondono, a fronte del consumo di energia elettrica.
Come detto sopra, nel caso specifico, la mia famiglia si serve ancora di Enel Servizio Elettrico, nonostante le numerose “sirene” che cercano di attirare a sé per mangiarli, i clienti di questo mercato.
Va da sé, che da buon Ulisse, finora sono riuscito a capitanare la mia nave senza problemi in questo marasma di proposte, non sempre limpide come si vorrebbe far credere.
Chiamando dal mio telefonino, (non è vero che non sia possibile), dopo circa venti secondi dall’acquisizione della mia scelta da parte dell’I. V. R. che guida il cliente fra le pagine di navigazione automatica del suddetto numero verde, mi risponde una collega che, dall’accento, sembrava parlasse da una località campana.
(Erano le dieci e un quarto del mattino di venerdì nove dicembre).
Dopo i convenevoli, senza tergiversare, esposto il problema e volendolo risolvere in maniera drasticamente radicale, chiedo a lei se fosse possibile, per chi si ostina a non volersi servire della domiciliazione, ricevere la fattura in formato elettronico, (via e-mail), per poi provvedere ad onorarla secondo le svariate modalità di pagamento, proposte attualmente dall’ente di cui sto trattando.
La Nostra, pur comprendendo il problema ed approvandone a pieno la tentata soluzione, mi dice, senza mezzi termini che, interpellando gli operatori in fonia, questa modalità di ricezione delle fatture non è attuabile.
Ciò, si può ottenere esclusivamente registrandosi su uno dei siti di Enel Servizio Elettrico, e comunque, previa domiciliazione della bolletta di cui si vuol ricevere la fattura in formato elettronico.
Mi chiedo e Ti chiedo:
Ma chi è lo scienziato che partorisce simili burocretinismi?
Quanto, ogni cliente di Enel Servizio Elettrico, paga nella propria bolletta per elargire uno stipendio così malamente estorto?
Come agire per farsi restituire questi soldi, da lungo tempo estorti a noi tutti ob torto collo?
Insomma:
Si può essere così burocretini, ovvero, così deficienti da non capire che il cliente che ti vuol pagare, andrebbe trattato con i guanti bianchi e non a pesci in faccia?
Tanto, cari signori che mi rifiuto di ritenere miei colleghi, piaccia o no a voi ed ai banchieri che ci rapinano, pardon: governano, con il ricatto non si ottiene nulla, almeno da queste parti.
Sia Chiaro:
Abbiamo già dato, e non daremo un centesimo di più di quanto dato.
Fra l’altro, ho la possibilità di testimoniare direttamente che la domiciliazione, se concordata con Enel Servizio Elettrico, o con enti simili, non mette a riparo il cliente da eventuali indebite richieste di danaro.
Per certo, ad un mio stretto familiare che si è fatto passare lo sfizio di domiciliare la propria bolletta Enel Servizio Elettrico, nel giugno scorso è capitato di vedersi recapitare una richiesta di mancato pagamento.
Alle rimostranze di costui, secondo cui “Enel preleva i soldi direttamente dal conto corrente, quindi non ha il diritto di disturbare”, un solerte operatore di Enel Servizio Elettrico, rispose:
“Se noi diciamo che il pagamento non è arrivato, è compito del cliente, sempre e comunque, dimostrare di aver pagato”.
IMBECILLE!!!
Ed allora: perché Ho domiciliata da te la mia bolletta?
Per farla breve, il mio parente sta seriamente considerando la possibilità di chiudere il proprio conto corrente, perché, visto quanto accaduto e viste le spese di gestione, in nome di quel “Risanamento Di Bilancio” che in tempo di crisi è obbligatorio per tutti, ciò risulta oltremodo necessario.
Potendo agire anche con il diploma di licenza media inferiore, quindi, senza master bocconiani o, per dirla alla Totò e Peppino, “Senza aver preso una laura”, così come tentano di farci credere, a nostre spese, quei quattro bbuontemponi che, senza il nostro permesso, si sono messi a derubarci, chiamando questo Salasso:
Decreto Salva Italia,
è bene che, prima di essere spogliati del nostro guadagno sul quale, va ricordato, abbiamo già pagato quasi l’ottanta per cento in tasse dirette ed indirette, dicevo: prima di essere definitivamente spogliati in nome e per conto di un mercato, (che a Gambatesa si conosce solo sottoforma di agglomerato di baracche di ambulanti, che disturbano il venerdì di ogni settimana che Dio ha Creato, soprattutto gli spazzini che devono sorbirsi uno straordinario, ovviamente non retribuito), sia il caso di cominciare a pensare a come difendersi da tali rapine, rapine che non hanno nulla di diverso da quelle perpetrate ai danni dei pazienti ed impauriti cittadini dell’area casertana, da parte del cosiddetto “antistato”, chissà quanto diverso da chi fa la parte dell’Angelo del bene:
Lo Stato.