Di Matteo Renzi
Vi scrivo da New York dove oggi e domani partecipo all’annuale Assemblea Generale delle Nazioni Unite. Sui social (qui Facebook, qui Twitter, qui Instagram) vi terrò informati su questa riunione che sarà l’ultima del segretario Ban Ki Moon e del Presidente Obama. Sarò in Italia da mercoledì mattina, a Milano per parlare di moda, industria 4.0, innovazione.
Fedele all’impegno: “Scrivi meno!”, vi evito la lunga carrellata di cose fatte in questa settimana, da Cuneo a Caserta, da Battipaglia a Modena, da Bologna a Milano. È stata una settimana ricca di momenti molto belli sotto il profilo umano, a cominciare dalla Conferenza Nazionale sulla disabilità e dagli incontri con i ragazzi delle scuole. Ma non sono mancate le notizie tristi, penso alla scomparsa del Presidente Carlo Azeglio Ciampi, che voglio ricordare come uno degli uomini che ci ha riportato ad amare la parola Patria e il tricolore.
• Chi è interessato a saperne di più sulla settimana può cliccare su questo video: due minuti e vi evitate un papiro di due pagine. D’ora in poi cercheremo di raccontare la settimana in modo più semplice del passato: cliccare per credere!
• Chi invece è più interessato alla lettura politica della situazione qui trova una intervista al Corriere della Sera di ieri, domenica. Leggo volentieri i vostri commenti: matteo@governo.it
1. Ricostruzione e Casa Italia
È passato ormai quasi un mese dal terremoto di Amatrice, Accumoli, Arquata. Ho promesso agli abitanti che non li avremmo dimenticati. E adesso che i riflettori dei media, fisiologicamente, si abbassano, ecco adesso tocca a noi.
Venerdì con il commissario Errani presenteremo gli interventi per la ricostruzione.
E sul grande progetto “CASA ITALIA” stiamo andando avanti. Ho detto ai sindaci di tutta Italia, da San Tammaro a Bagnolo Piemonte di intervenire sulle scuole e sugli asili. Tutto ciò che serve a tenere al sicuro i nostri figli vale più di qualsiasi regola burocratica. Ma i lavori devono essere fatti bene, seguendo la filosofia del recupero, con l’attenzione a ogni centesimo come fossero i lavori di casa nostra. Perché la scuola è casa nostra, è Casa Italia. E rinnovo l’appello a tutti, forze politiche, sindacati, associazioni dei professionisti, mondo ambientalista, costruttori: litighiamo su tutto, ma non su questo. Il Governo vuole fare di Casa Italia un grande piano di prevenzione e rammendo del nostro meraviglioso Paese: durerà anni, ma questo non è un buon motivo per non iniziare, anzi lo è per iniziare subito, tutti insieme. Il primo piano strategico di prevenzione, senza ansie elettorali ma guardando al futuro dei nostri figli: che sia #lavoltabuona anche per questo, nessuno si senta escluso.
2. L’Unione Europea verso Roma 2017
Il vertice europeo di Bratislava non ha prodotto grandi risultati. Dovevamo rilanciare dopo lo shock della Brexit, ma la montagna – per il momento – ha partorito il topolino. Chi ha letto l’intervista al Corriere che ho linkato sopra conosce i dettagli della posizione italiana. L’unico impegno concreto è stato confermare il cammino che avevamo immaginato a Ventotene, che porterà a Roma, nel marzo 2017, per la cerimonia della firma dei 60 anni dell’Unione Europea e per il rilancio dell’ideale continentale. Toccherà al Governo Italiano giocarsi questi sei mesi, decisivi, lanciando proposte concrete.
Sogno un’Europa che torni a innovare, a crescere, a essere dinamica e attrattiva. Non solo l’Europa delle burocrazie e dei vertici dei capi di governo.
Ho fatto due esempi ai colleghi degli altri Paesi.
• Sulla politica economica bisogna riconoscere che Obama e l’America hanno fatto bene e che l’UE ha sbagliato direzione. Oggi è un dovere rilanciare sui giovani, sugli investimenti pubblici e privati non solo sull’austerity; sull’Europa sociale e non solo sull’Europa finanziaria. Dalle infrastrutture digitali alla ricerca l’Europa deve avere una strategia, non solo un insieme di regole che ognuno interpreta come vuole, dalle tasse al patto di stabilità.
• Sull’immigrazione bisogna intervenire in Africa come l’Italia ha proposto, illustrato, spiegato nel dettaglio. Non si possono piangere calde lacrime quando un barcone affonda o viceversa chiudere le frontiere quando la gente scappa dalla fame o dalla guerra. Bisogna intervenire a monte. Per il momento abbiamo visto tante interviste e pochi fatti concreti.
Se in nome di regole burocratiche astruse, qualcuno vuole impedire all’Italia di mettere a posto le scuole con gli interventi antisismici come pensate che possa reagire una famiglia normale? Semplice: darà la colpa all’Europa della propria paura per i figli. Odierà l’Europa considerata responsabile di tutto. Poi non ci stupiamo se crescono ovunque i movimenti populisti e demagoghi. Non puoi fare allo stesso tempo le condoglianze per Amatrice e poi bloccare gli interventi antisismici in nome del patto di stabilità. L’alternativa all’antipolitica è il buon senso, non la burocrazia.
Ho parlato chiaro senza mandarle a dire dietro, altrimenti i vertici diventano solo parate scenografiche, gite fuori porta. E siccome rappresento l’Italia, uno dei Paesi fondatori, uno dei Paesi che più dona soldi alle istituzioni europee, ho il dovere – non il diritto, il dovere – di difendere l’interesse nazionale. Io credo all’Europa come alla più grande scommessa della storia delle istituzioni. Ma credere all’Europa non significa ignorare l’interesse nazionale. Anzi.
3. Basta un sì, il vostro sì
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La settimana prossima – come previsto dalla Legge – il Consiglio dei Ministri fisserà la data del referendum. Sono molto contento del fatto che il clima sia cambiato, finalmente, anche dopo alcuni confronti civili di questi giorni. Nessuno parla più di attentati alla democrazia e finalmente la discussione sta entrando nel merito. Il referendum sarà una scelta secca tra chi voterà SI’ perché vuole cambiare il bicameralismo paritario, ridurre il numero dei parlamentari, ridurre i costi della politica, sopprimere il CNEL e cambiare il rapporto Stato-Regioni e chi voterà NO perché vuole lasciare le cose come sono adesso. Sono due posizioni ugualmente legittime ma è giusto fare chiarezza: chi vota NO non costruisce una riforma diversa, si tiene il sistema di oggi. E io penso che l’Italia per competere a livello globale, ma anche per dare risposte più incisive alle crisi di questo tempo, abbia bisogno di essere più semplice e più agile.
La settimana prossima partirà dunque il conto alla rovescia.
È fondamentale che chi crede alla possibilità di cambiare l’Italia ci dia una mano. Sarà una sfida da vincere porta a porta perché tutti i sondaggi dicono che la maggioranza degli italiani ancora non è informata sul vero contenuto del referendum. Ecco perché chiedo il vostro aiuto, decisivo come mai in passato. Vi chiedo di organizzare i comitati (www.bastaunsi.it), di darci una mano tra i volontari, sui luoghi di lavoro. Il dibattito non è sulla legge elettorale, non è sulla durata della legislatura, non è sui poteri del premier. È più banalmente una possibilità concreta di rendere il nostro Paese più semplice, riducendo il numero dei politici (ecco perché gli altri reagiscono così arrabbiati!) e aumentando il livello della buona politica.
Siamo a quota 4.000 comitati, oltre 110.000 euro raccolti, migliaia di cittadini hanno dato la disponibilità a dare una mano con i propri amici, in famiglia, al lavoro: il più grande tam-tam mai realizzato. Non è un caso che noi abbiamo raccolto mezzo milione di firme e i nostri amici del No non ce l’abbiano fatta. Perché dire Sì significa scommettere sulla speranza e sulla proposta, non sulla rabbia e sulla protesta. Dire Sì è più difficile, ma più bello. Chi vota sì, cambia l’Italia. Chi vota no, lascia le cose come sono. Ce la date una mano? Vi aspetto sulla piattaforma degli attivisti digitali. L’email è comitati@bastaunsi.it.
Qui potete trovare il vademecum di Basta un sì da scaricare in pdf.
Pensierino della Sera. Si sono chiuse le Paralimpiadi. Il Governo le ha salutate con questo video. Voglio scrivere qui i nomi delle medaglie italiane. I nomi: Alberto, Alex, Alvise, Amine, Andreea, Andrea, Arjola, Assunta, Bebe, Cecilia, Efrem, Elisabetta, Fabio, Federico, Federico, Francesca, Francesco, Francesco, Giada, Giancarlo, Giovanni, Giulia, Loredana, Luca, Martina, Michele, Monica, Oney, Paolo, Roberto, Vincenzo, Vittorio.
Alex Zanardi è un mito e lo sappiamo. Ero agli scout quando gli accadde il terribile incidente e ancora ricordo alcuni dibattiti in clan dopo che avevamo suggerito ai ragazzi di leggere il suo libro “…Però, Zanardi da Castelmaggiore”. Ma tutti questi nostri connazionali hanno storie che ci rendono orgogliosi.
Leggete ad esempio questa intervista alla diciannovenne Bebe Vio e guardate il suo video), pieno di entusiasmo, passione, gioia per la vita.
Sono semplicemente felice di essere connazionale di queste persone. Grazie Alex, grazie Bebe, grazie tutti per averci emozionato con la vostra forza esplosiva, la vostra delicata tenacia. Viva l’Italia!
Un sorriso,
Matteo
www.bastaunsi.it
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