Di Vittorio Venditti
(Foto), Di Salvatore Di Maria
E Johnny Fa Ancora Più Schifo Di Chupa!
Già da tempo, lamento a nome di chi lo ha fatto con me, che chi ritira la spazzatura spesso lascia i mastelli aperti alla mercé degli animali selvatici e delle intemperie che ne deturpano la condizione, oltreché l’eventuale contenuto, se non ritirato.
Oggi, mentre ti mostro la carrellata dei mastelli lasciati aperti, dopo aver lodata la serietà e l’onestà al limite dell’imbarazzo proposte da Mario Santella e compagni nel non approfittare dell’occupazione provvisoriamente tolta a Donato, voglio stigmatizzare il comportamento di chi invece ha preso il posto del mio amico, non tanto per mostrare il livello di sciacallaggio raggiunto da chi maltratterò a dovere, condizione che se vogliamo è anche legittima, atteso che durante la campagna elettorale fossero ben altri i nomi papabili a fregare il lavoro agli spazzini, quanto per via di ciò che quest’uomo fallito ha compiuto l’altra mattina, non nei miei confronti, ma verso chi, accogliendolo a casa sua in tempi felici, gli ha voluto bene, trattandolo come o meglio di un figlio. I fatti:
L’altra mattina per l’appunto, come al solito andavo a lavorare e venivo accompagnato da mia madre che si accolla i viaggi andata e ritorno in tema.
Passando per via San Nicola, incontriamo il camioncino una volta guidato da Donato, oggi da Johnny, con quest’ultimo ed il suo padrone, (Chupa Chups), intenti a ritirare i rifiuti lasciati dai concittadini.
El Chupa che si crede el Chapo, vedendomi passare ha iniziato a ridacchiare, come per dire: “ce l’ho fatta e non potete fare più niente”, suscitando in me la riflessione che si può sintetizzare con la raccomandazione per quella monnezza di ridere di gusto ancora per poco, visto che a breve, da occupante il sedile al fianco di chi guida, potrebbe effettivamente ricoprire il posto che giornalmente viene occupato dai rifiuti nel cassone, lasciando a noi la facoltà di sghignazzare alle sue spalle, oltre che a quelle di diverse altre parti in causa, magari restituendo a quella feccia scherzi del tipo di quelli fatti a Totore, ad esempio: l’altra mattina, quando il mio amico, lavato il cassonetto che utilizza per spazzare il paese, se lo è ritrovato pieno di erbacce e con sul fondo due grossi pezzi di ferro.
Come detto, dal primo settembre scorso, alla guida del camioncino è stato posto chi, per tante ragioni, si è accomodato a diventare lo schiavetto tutto fare del Chupa, quel Johnny, una volta mio amico e che ora è stato costretto a non rivolgermi più la parola.
Il Nostro, come da catechesi ricevuta non mi ha dunque rivolta la parola, ma ha fatta la stessa cosa anche nei confronti di mia madre, la quale, risentita, me lo ha fatto notare, non senza un pizzico di malinconia che traspariva dal suo dire.
Non vuoi salutare me? Fa un cenno a mia madre oppure dì: “Buon giorno Giuseppina”.
Saresti stato un signore, invece che una merda!
Bene: Legittimo che Johnny non mi parli perché diversamente morirebbe di fame; sicuramente da bastardo è però il fatto che il Vostro abbia riservato il medesimo trattamento a mia madre che non c’entra assolutamente niente con ciò che faccio io, anche se ciò è stato eseguito in ossequio al nuovo padroncino Chupa Chups che non più tardi di sabato sera, nel bar Trasce e Jsce, al cospetto mio e di Totore, ha voluto ricordare a sé stesso, (l’unico che ci crede), che lui non getta il sangue nel lavoro: lo fa gettare agli altri.
Quanto ha commesso l’altra mattina Johnny, mi fa riportare a galla la ragione per la quale questo fallito non mi rivolge più la parola: L’aver rivolto al figlio appena nato un Augurio di ben venuto al mondo.
So bene che non si dovrebbe fare, ma quand’è guerra è guerra: Oggi, alla luce degli accadimenti in essere, auguro a Johnny di dover spendere i soldi derivati dal lavoro non suo, per poter riparare a tempo debito ad una grossa disgrazia che spero gli capiterà tra capo e collo; ciò non dovrà essere esiziale perché la morte, più che creare problemi, in questi casi dà sollievo. Io auguro al figlio di Johnny o a sua moglie che per il divario d’età che la separa da quel bastardo può venir tranquillamente considerata per lui alla stessa stregua di una figlia, di dover patire una disgrazia che per gli effetti generati dovrà rendere lo stesso Johnny, schifato da chi gli vuol bene. Spero in ciò, per far sì che il Vostro rinsavisca dalla condizione odierna di fallito e di lecchino del lecchino, patendo lo stesso dolore inferto a mia madre l’altra mattina.
JOHNNY, FAI SCHIFO!!!!!!!