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Spazzini A Gambatesa: Pulizia Soprattutto Per Le Loro Tasche

Eccoci dunque a dover tornare sul problema riguardante il lavoro dei miei amici spazzini, non inteso come il loro “fare” ma visto dal punto del loro “Avere”, cosa che sembrava in un primo momento felicemente archiviata.

Un problema che, sembrando addebitabile esclusivamente all’attuale amministrazione municipale, è in realtà ben conosciuto da tutto il politicame che gravita attorno alla

Municipio

“mangiatoria”, e per tutta una lunga e tortuosa serie di ragioni, unitamente al personale che “lavora” presso il “presepe” appena nominato, fa di tutti costoro, indiscutibilmente dei complici che, in vario modo contribuiscono a questo schifo di andazzo.

Ma che è successo?

Qualcosa che, in uno Stato che si dice CIVILE, non dovrebbe nemmeno esser pensata, così almeno dicono coloro che ci propinano giornalmente campagne anti evasione fiscale o cose del genere:
I Ben Pensanti.

Pur è giusto che anche gli spazzini diano la loro parte, come tutti noi italiani al famelico Monti, da qui però a toccare i limiti raggiunti da quanto stai per leggere ce ne passa!

I fatti:

Ricorderai dello sciopero che, come detto precedentemente, organizzai il ventitré dicembre del duemila nove, teso a mettere in risalto il fatto che a Gambatesa, fare il netturbino significava lavorare senz’alcuna garanzia legale.

La cosa che più mi dà fastidio, consiste nel fatto che questo incipit si ripete sempre e comunque, ma chi di dovere fa orecchie da mercante.
Perciò, provo a ricordarlo a me stesso, proponendo alla Tua Intelligenza il breve riassunto dei soli titoli che, tramite link, ti riportano al Passato:

Spazzini A Gambatesa;
Spazzini 2: è Iniziato Il Chiarimento;
Spazzini A Gambatesa 3: L’Epilogo.

A seguito di quello sciopero, oltre alle minacce da me ascoltate e proferite da chi, pagato dal “pozzo di San Patrizio” di cui sopra, dovrebbe mantenere l’ordine, nei confronti dei miei amici,

Minacce cui risposi io con l’ormai famoso:
“fatti gli affari tuoi, perché altrimenti ti faccio ricordare il prossimo natale”,
Minacce proposte da una persona non certo di simpatie allineate all’amministrazione municipale di allora ed attuale,
Minacce proferite da chi, per ragione del proprio ufficio, non poteva non sapere,

qualche garanzia tornò a favore dei nostri amici, ma al termine della collaborazione lavorativa con l’impresa che gestiva fino al giugno del duemila dieci la raccolta dei rifiuti nel nostro paesello, il nostro Imprenditore dimenticava di corrispondere a Donato e Salvatore il T. F. R., così com’era stato di memoria corta nell’agosto duemila sette, vale a dire, alla data del primo, fittizio licenziamento.

Sì, perché nonostante ciò, i nostri hanno continuato regolarmente a svolgere le mansioni di operatori ecologici, ovviamente secondo il metodo “Casal di Principe”, fino, come detto, a quando non hanno persa la pazienza ed hanno scioperato, recuperando le ore non lavorate il pomeriggio stesso, dopo l’ovvio ed inevitabile accordo.

Andando a chiedere aiuto ad altri miei amici, questa volta appartenenti ad un patronato, nel mettere in moto la strategia che permetterà ai “tutori della monnezza” di Gambatesa di recuperare il mal tolto, ammesso che ci si possa fidare ancora del “solerte magistrato”, ci è venuto lo schiribizzo di richiedere in via telematica gli estratti contributivi INPS, relativi alla vita lavorativa dei nostri “soggettoni”, in particolare, riferita al lavoro prestato a partire dal luglio duemila dieci e fino a tutt’oggi, ciò, anche in considerazione della battaglia da me portata avanti su quest’inutile sito, a partire dal settembre duemila dieci, e relativa alla mancanza di un contratto, rilasciato a Donato e Salvatore, come legge comanda.
Della battaglia allora vinta puoi leggere ai link di cui sopra.
Del Contratto, e documenti accessori, leggi scaricando i download, o le foto qui di seguito:

Contratto Mo.DISAN, pagina 1

Contratto Mo.DISAN, pagina 2

Contratto Mo.DISAN, pagina 3

Legge 14 febbraio 2003, n. 30 (Biagi) (Stralcio)
Decreto Legislativo 10 settembre 2003, n. 276, (stralcio)

Capitolato Speciale D’Oneri, pagina 1

Capitolato Speciale D’Oneri, pagina 2

Capitolato Speciale D’Oneri, pagina 3

E qui l’amara sorpresa:

ESTRATTO CONTRIBUTIVO DI DONATO CODIANNI, del 12 dicembre 2011
ESTRATTO CONTRIBUTIVO DI SALVATORE DI MARIA, del 12 dicembre 2011

Su espressa richiesta dei miei due sbigottiti amici, ecco affidati alla Tua intelligenza i loro estratti contributivi che ti mostrano, senza ombra di dubbio, la fantascientifica somma, versata a titolo di contributi per la costituzione della pensione di spazzino.

Busta Paga Ottobre 2011, Di Donato Codianni
Busta Paga Ottobre 2011, Di Salvatore Di Maria

Ecco invece le loro buste paga relative al mese di ottobre, da cui si evince la meticolosità nella compilazione di tali documenti, (si noti che a Salvatore, non avendo consegnata la busta di agosto, i dati di questa, sono stati inclusi nel documento relativo al mese di ottobre), oltre ad una strana differenza fra il reddito dichiarato in busta, e quello su cui sono stati calcolati i contributi effettivamente versati, cosa, questa volta, valida per tutti e due.

Per inciso:

Pur essendo perfettamente legittima la consegna delle buste paga anche in formato elettronico, non capisco perché a costoro, i documenti in questione vengano proposti con una modalità che definire poco ordinata, significa non voler infierire, sparando sulla croce rossa.
Provando a stamparti questi documenti, noterai l’assoluto disallineamento del documento stesso.

Sarà che sono spazzini, ma la busta paga non deve necessariamente ricordare l’immondizia!

Inoltre, ad un ignorantone come me, è poco chiara la differenza di denominazione societaria, proposta sugli estratti contributivi e sulle buste paga, oggetto del nostro esame odierno.
A scanso di equivoci, di seguito ecco il link da cui potrai verificare quest’ultimo mio dubbio.

MO.DISAN cooperativa Sociale in campania.

Sempre lo stupido che ti sta disturbando, ha notata una cosa al quanto curiosa, razzolando nel sito appena presentato:
Si trova ogni genere di argomento lavorativo, ma non c’è traccia di occupazioni direttamente o indirettamente riconducibili a quello per il quale vengono così “lautamente” retribuiti Donato E Totore.

Ma forse sarà colpa mia che non comprendo il dialetto Beneventano…….

Certo che Totore è particolarmente sfigato!

In effetti, prima di andare a chiedere consulenza per il T. F. R. negato ad entrambi gli spazzini, io e Salvatore, avevamo disturbato i miei amici del patronato perché l’imprenditore che dava lavoro ai netturbini di Gambatesa, aveva utilizzato il giusto codice fiscale di Totore per la corresponsione dei contributi, poi, inspiegabilmente, a partire dal duemila cinque all’agosto duemila sette, (data del fittizio licenziamento), e dopo l’accordo di cui sopra, anche per i mesi che vanno da gennaio a giugno duemila dieci, il nostro imprenditore, ha voluto variare il codice fiscale di Salvatore, per cui quest’ultimo si è ritrovato sull’estratto contributivo, un buco che adesso, faticosamente, stiamo annullando, richiedendo il recupero dei contributi versati in maniera errata.

A margine, devo dire alcune altre cose che, se da una parte sono più che prevedibili, visto lo stato di quasi caporalato cui sono soggetti i miei amici, dall’altra la dicono lunga sulla mia personale delusione ormai espressa anche nei confronti dell’operato dell’attuale amministrazione municipale, rea, a mio avviso, di non controllare le imprese che lavorano sul nostro territorio, anche dal punto di vista del trattamento riservato a pur sempre suoi concittadini, suoi contribuenti e, nel caso di Salvatore, anche suoi attivisti politici e votanti.

Lo scorso agosto, dopo che i nostri spazzini avevano compilata una regolare dichiarazione dei redditi, andando a rimborso, non avendo (come previsto dalla legge) ricevute a luglio le cifre loro spettanti, come al solito si rivolgevano a me, vedendo così, nell’idiota che ti disturba, una sorta di sindacalista.
Dal canto mio, provvedevo dunque ad informare della cosa chi, a tempo debito, aveva compilate le dichiarazioni dei redditi dei miei amici, affinché si mettessero in atto le formalità per il recupero del credito, vantato da costoro nei confronti dello Stato, credito che sarebbe dovuto tornare a loro nel conteggio relativo alla busta paga di agosto, con gli emolumenti del mese precedente.

Prontamente, la persona interpellata provvedeva secondo le prerogative descritte dalle leggi vigenti, provocando la sentita reazione degl’imprenditori inadempienti che, a loro dire, avrebbero comunque in seguito restituito quanto dovuto a Donato e Totore:

Ma a che titolo trattenere somme non di loro proprietà?

Già ai tempi della precedente battaglia poi, il nostro Sindaco, nella foga della discussione, fra gli altri insulti a me elargiti con “massima Generosità”, si permise di affermare che io avrei dovuto impicciarmi degli affari miei, visto che i problemi di Donato e Salvatore non erano di mia competenza ed io ho dovuto ricordare a costui che, chi viene eletto, qualsiasi sia la carica da ricoprire, ne deve render conto esclusivamente ai propri elettori, oggi, anzi, l’altra sera, in una telefonata simile, dovevo sentire che:
“E’ inutile che Questi protestano e fanno casino! Le cose stanno così, se gli va bene, bene, se no, come hanno fatto altri due che lavoravano al convento di San Nicola, quando vogliono, si possono anche licenziare, non è certo un problema mio!”.

Già, i suoi problemi sono altri!
Uno di questi, ad esempio, è consistito in quanto segue:

Ieri mattina, mentre Totore svolgeva il proprio abituale lavoro di schiavo, pardon, di parasubordinato, veniva avvicinato dal nostro Sindaco che, evidentemente più calmo, dopo aver riflettuto sulle stupidaggini dette a me la sera prima per telefono, mentre ero in macchina con Donato e lo stesso Salvatore, e stavamo lasciando il patronato, provava bonariamente a rimbrottare il nostro spazzino, facendo capire a costui che dire a me certe cose non era conveniente, “quelli della Mo Di San si potrebbero arrabbiare”, ma poi, “che le dite a fare certe cose a quello! Quello dopo le pubblica!”, mi ha fatto ricordare chi, se parli di Gambatesa “s’incazza”.

Ma non è che stiamo davvero cominciando a risvegliare le coscienze della gente, e diamo fastidio a chi, noi presenti, non può fare più liberamente i propri porci comodi?

Me ne frego! Non so se ben mi spiego;
Me ne frego, Fò quel che piace a me.

Sempre però a fin di bene!

Per questo, se tu che mi leggi lavori con un contratto di “Parasubordinazione”, ovvero svolgi mansioni che null’hanno a vedere con progetti, ma che sono comunque assoggettate a tal tipo di contratto, non ti farai ripetere due volte che, ai fini della cautela che il caso impone, sarà necessario che ti munisca del tuo estratto contributivo e che lo esamini attentamente, prima di valutare se è tutto secondo le tue aspettative e, comunque, se tutto è conforme alle leggi vigenti.

SVEGLIA, UNA VOLTA E PER TUTTE!!!

Al di là di tutto, adesso voglio proprio vedere se qualche paladino della legalità, giornali, TV, ufficio del lavoro ovvero ispettorato del lavoro e la stessa INPS, avranno voglia di esaminare i documenti consegnati a questo pazzo dai suoi amici, e qui proposti in download, non per averne ringraziamenti ma per vedere ripristinata quella legalità da tutti sbandierata, ma difficilmente ristabilita.

Insomma:
“Per vedere di nascosto l’effetto che fa”.

Voglio vedere in quanti avranno il coraggio di cavalcare il carro dei vincitori, senza tentare di portare a termine operazioni di sciacallaggio, tipiche di ogni fazione politica.

Voglio proprio vedere chi, con acrobazie degne delle Frecce Tricolori, sarà in grado di addossare all’altra fazione politica, gli stravolgimenti e le false ed interessate interpretazioni di una legge Biagi, nata per il bene di tutti, e trasformata ad uso e consumo dei soliti, pochi noti, provenienti da ogni parte dell’arco costituzionale, alla faccia della legalità di cui sopra, con cui si fa passare un modo di lavorare come quello imposto agli spazzini di Gambatesa e non solo, per onesto e socialmente corretto, mentre lo stesso lavoro, a parere di un pazzo come me, non è molto dissimile dall’”impiego” proposto dai caporali, che si dice di voler combattere perché illegale.